Era quella ragazza che indossava una malinconia che si mescolava con la felicità che la trapassava, senza mai fermarsi. La vedevi che sorrideva, ma non capivi se erano sorrisi indossati o sorrisi nati solo per te. La mattina si guardava allo specchio e provava tutti i tipi di sorrisi per trovare quello più ‘vero’. Vestiva tanti sorrisi, e ci credo che la gente pensava fosse felice. La felicità stava dentro di lei solo per attimi, attimi sfuggenti, e dopo scappava perché la malinconia faceva parte di lei. Gli occhi, anche loro, avevano imparato a mentire. Erano diventati solo degli occhi uguali a tutti: dicevano bugie anche loro.

Accadde però un giorno che la felicità arrivò, ma arrivò con tale ferocia e forza che la travolse. E ancora più strano la felicità rimase per tanto tempo. Così tanto che lei confuse tutto con il ‘per sempre’. Solo che dopo la felicità andò scemando sempre di più, e la malinconia che si era un po’ nascosta ritornò a galla. 

La felicità ritornò tantissime altre volte dentro di lei, anche solo per momenti, per attimi, per secondi, per giorni, per mesi, ma la felicità non ha un ‘per sempre’ ma neanche una fine. La felicità è una ruota che continua a girare. Indossare sorrisi è uno stile di vita, essere felci fa parte della vita. 

E lei smise di credere a chi sussurrava che la felicità non esistesse perché lei la felicità ce l’aveva incastrata dentro, e ormai faceva parte di lei solo con un po’ di malinconia. 

La mattina si alzava, si guardava allo specchio, sorrideva. Aveva un motivo per farlo, e non era solo una maschera. Sorrideva perché ormai sapeva che per essere felici bisogna solo andare avanti, e non scoraggiarsi quando si cade perché la felicità arriva prima o poi.