Who I Am ( Primo Riassunto )

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Salve gentili signori, grazie per essere passati a leggere la mia straordinaria e pazzesca storia. Io sono Johanna Tyler, figlia del Decimo Dottore e Rose Tyler.



Rose Tyler, mia madre, era una donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi marroni che prima di cadere nella breccia, lavorava come cassiera in un negozio di abbigliamento.  Era molto coraggiosa e determinata e parte del mio carattere l'ho ereditato da lei.



Sono per metà Signora del Tempo e con questo cosa voglio dire? Possiedo due cuori, caratteristica riservata alla specie aliena a cui appartiene mio padre, nonostante ciò non possiedo ancora la capacità di rigenerarmi che avrò più avanti. Il mio viso dai lineamenti dolci e aggraziati è di forma ovale ed è incorniciato da una folta chioma di capelli, che nel corso delle rigenerazioni, sono passati dall'essere castani a rossi fuoco così com'è anche capitato ai miei occhi, che prima erano color cioccolato, poi celesti come il mare. Anche il mio carattere è cambiato sapete? All'inizio ero una persona molto timida ma poi sono diventata una persona che amava viaggiare e scoprire nuovi mondi.


Quando mia madre lo aveva scoperto era quasi morta d'infarto: stava facendo l'ecografia quando il medico le fece sentire il mio battito cardiaco e il dolce suono dei miei due cuori la fece svenire.

Era stata una bella sorpresa per lei!


Lei e mio padre purtroppo si dovettero lasciare e il fatto che io fossi una sua copia la faceva stare male, piangeva sempre.


Perché si lasciarono? Lei e mio padre salvarono il mondo dai Cyberuomini e dai Daleks ma ciò comportò la caduta di mia madre e la chiusura della breccia. Io ero dentro di lei quando successe, mentre mio padre ne era all'oscuro.


Molti anni più tardi il pianeta Terra era di nuovo a rischio a causa dei Daleks ed era qui che entrai in gioco io: avevo 18 anni ed ero pronta a salvare il mondo.

Non vi dico l'espressione di mio padre quando scoprì che ero sua figlia e che ero per metà Signore del Tempo! Era da foto!


Eravamo nel TARDIS e mio padre si stava per rigenerare perché venne colpito da un Dalek, nascosto nell'ombra. Io avevo la bocca spalancata dallo stupore per via di tutto quello che successe in quei pochi minuti. Venne avvolto dall'energia rigenerativa, la quale successivamente la convogliò all'interno della sua mano tagliata, contenuta in un barattolo di plastica pieno d'acqua e non cambiò aspetto. Io, mia madre, Donna e Jack, lo guardammo impauriti incapaci di emettere una parola; la prima ad avvicinarsi fu Rose.

«Sei ancora tu?» chiese toccandogli una guancia ancora incredula di avere davanti ai suoi occhi il suo Dottore. Le pupille marroni erano sgranate, le sopracciglia rialzate e incurvate e la mascella inferiore rilasciata.

«Sì, sono ancora io.» Rispose sorridendo. Intorno ai suoi occhi apparvero quelle piccole "zampe di gallina" che lo rendevano tanto simile a un cucciolo.

Rose lo abbracciò a lungo e nei suoi occhi intravidi la gioia di rivederlo dopo lunghi anni lontani.

«Oh Rose, quanto sono felice di averti ritrovata!»

«Anch'io non sai quanto!»

Potevo percepire chiaramente l'amore forte che li legava. Lei lo strinse in un abbraccio che sapeva di felicità. Li guardavo con una gioia immensa. Finalmente, dopo tanti anni, i miei genitori si erano riuniti e mi stavo per commuovere se solo la companion rossa del Dottore non si fosse avvicinata a me.

A interrompere quel magico momento fu Donna che mi squadrò da capo a piedi.

«Tu chi sei? Non mi sembra di averti mai vista!» disse con la sua voce squillante.

Rose si staccò dal Dottore e prese parola dicendo.

«Dottore, ti ricordi quando ci eravamo separati dalla breccia? Io non sapendo della mia sorte non ti avevo detto che ero incinta, quindi vorrei presentarti tua figlia, Johanna Tyler.» Nel suo tono si avvertiva che c'era una nota d'orgoglio.

Io titubante mi avvicinai a lui.

«Ciao...papà»


DOCTOR'S POV


A quella notizia mi pietrificai e i miei due cuori saltarono un battito per la notizia inaspettata appena ricevuta. Per qualche minuto restai in silenzio a metabolizzare le parole di Rose: " tua figlia". Erano due vocaboli semplici e addirittura banali, erano un aggettivo possessivo femminile e un nome comune di persona, ma mi scatenarono una miriade di emozioni diverse su cui dominavano la sorpresa e la gioia; una volta riacquistata la parola mi rivolsi a Rose e poi a Johanna.

«Cosa? Io ho una figlia e me lo vieni a dire ora?! Siamo in piena guerra contro i Daleks. Non ci posso credere! Ho di nuovo una figlia! Vieni qui Johanna, vorrei sapere una cosa.» Esclamai con il mio tono squillante.


Chiesi a Johanna di avvicinarsi e, come feci per Jenny, le poggiai lo stetoscopio sul petto e il battito di due cuori arrivò al mio udito.


«Ma tu...sei come me...sei una Signora del Tempo!» le dissi sorridendo e cercando di trattenere le lacrime che stavano per uscire dai miei occhi color nocciola.


Lei precisò che in realtà era per metà Signora del Tempo, poiché aveva solo due cuori e la capacità di guarirsi e far scomparire anche le ferite di ogni essere vivente.


Siccome avevo già perso troppe persone appartenenti alla mia famiglia le comunicai di restare con Donna nel TARDIS; inoltre non volevo perderla per sempre come era successo con Jenny. Avevo ancora difficoltà a parlare di lei, perché era stato un duro colpo perderla quel giorno: era così forte e determinata, ma soprattutto mi salvò la vita; stavo per piangere di fronte a Jo, perché lei era tutto per me, per il semplice motivo che fino a quel momento non avevo mai pensato di poter rivivere per la seconda volta la paternità. Il ricordo dei suoi occhi che si chiudevano mi ripiombò sui cuori, era per questo che non volevo perdere Johanna. Volevo essere padre ancora una volta.


«No papà, ho il dovere di salvare la Terra non di certo usando le armi, le odio, preferisco usare la mia astuzia.» Affermò impuntandosi con le braccia incrociate sotto il petto e l'espressione decisa.

«E' così che ho perso Jenny, lei era come te.»

«Se mia madre mi ha portata con sé un motivo ci sarà. Sa che anch'io sono abile a combattere e ho un cervello niente male. Una domanda, chi era questa Jenny?»

A quella domanda un velo di tristezza solcò il mio volto.

«Era mia figlia e venne generata da una macchina che prese un campione attraverso la mia mano quando io, Donna e Martha eravamo sul pianeta Messalina in cui era in corso una guerra, ma le hanno sparato ed è morta. Comunque tu non verrai.» Annunciai deciso ricordando i terribili momenti.

Ma lei sempre più caparbiamente, mi disse:

«Sì invece! Mi fa male sapere che moltissime persone possono morire a causa dei Daleks, quindi verrò con voi.»

Oltre al fatto di aver ereditato i due cuori e la capacità di guarirsi da sola aveva anche la mia stessa testardaggine: "Fantastico! Veramente fantastico!" Pensai tra me e me.

A un certo punto Rose prese la parola e disse che sarebbe stato inutile farle cambiare idea, così mi arresi e lei mi saltò in braccio.


JOHANNA'SPOV


Combattei duramente e alla fine la Terra fu salva.

Al ritorno a casa mio padre prese una decisione che mi avrebbe cambiato la vita.

«Senti Jo, siccome ci siamo appena ritrovati ti andrebbe di accompagnarmi nei miei viaggi?»

«Se mi va? Ho sempre sognato di viaggiare con te sul TARDIS.» Gli risposi allegra da quel suggerimento e con i cuori che ballavano la samba.

Lui non mi era stato vicino per tutta la mia giovinezza ma non lo potevo certo biasimare: io e mia madre eravamo state separate da lui da una breccia e cademmo in un mondo parallelo, ma ora avevo tutto il tempo a mia disposizione per conoscerlo più a fondo e poter passare del tempo insieme.

Prima di salire sulla navicella mio padre e mia madre si dichiararono il loro amore anche se lei baciò la copia nata dalla metà-crisi, la copia nata dalla sua mano tagliata. Durante la guerra, infatti, il barattolo si era rotto e Donna, che sembrava stranamente legata a mio padre, la toccò e il suo legame genetico venne trasferito ad essa. 

I viaggi con mio padre furono bellissimi, ma purtroppo dovetti assistere anche alla sua rigenerazione.

Da tempo girava una profezia riguardo al fatto che una persona avrebbe bussato quattro volte e ciò avrebbe segnato la sua morte.

In un certo senso andò così: Wilfred (il nonno di Donna) e io venimmo rinchiusi dentro una cabina antiradiazioni da mio padre per evitare che ci trasformassimo in una copia del Maestro. Ci salvò la vita ma condannò la sua.

Quando l'attacco finì, mio padre arrabbiato e rassegnato, prima di entrare dentro al suo posto nella cabina, mi disse mentre ero in lacrime.

«Lo devo fare figlia mia, ti ricordi la profezia? Purtroppo deve andare così, io mi rigenerò e cambierò aspetto ma non mi dimenticherò di te.»

«Papà ti prego no! Non voglio che tu cambi aspetto, per favore!»

«Mi dispiace figlia mia, ti voglio bene.»

Detto ciò ci liberò ma lui si prese tutte le radiazioni gridando di dolore e io mi rintanai tra le braccia di Wilfred per non assistere a quell'orribile spettacolo.

https://youtu.be/dSK1APQu6K4


Alla fine lui uscì e io corsi da lui notando come le ferite di mio padre  stavano guarendo e sapevo che in lui avrebbe avuto così inizio il processo di rigenerazione.

Mio padre volle dire addio a tutti i suoi compagni e una volta tornati a Capodanno 2005, lui volle salutare per l'ultima volta mia madre.

Quello che successe dopo mi spezzò il cuore: lui, dolorante e sofferente, si diresse verso il TARDIS rammentando le parole di Ood Sigma in cui gli diceva che la sua canzone sarebbe finita di lì a poco ma che la sua storia sarebbe andata avanti.

Una volta all'interno si tolse il cappotto, mentre in un angolo io piansi finché non notai il suo sguardo rammaricato: " I don't wanna go" disse per poi sussurrare: " Ti voglio bene".

Infine una grande luce gialla invase il TARDIS mentre lui gridava di dolore.

Mi ricordo che fu tragico guardare quella scena perché restai inerme: il TARDIS in fiamme, le sue urla, tutto troppo insopportabile per me; mio padre stava diventando un'altra persona e io non potevo fare niente, ero solo una spettatrice degli eventi.


https://youtu.be/_68Vyc24i1s


Dopo qualche minuto il Decimo Dottore si rigenerò e io non ebbi il coraggio di guardarlo: sapevo che era sempre lui ma fu diverso.

Il mio vero padre non c'era più e al suo posto c'era uno sconosciuto.

«Papà, sei sempre tu?» chiesi titubante e insicura.

«Sì, Jo sono sempre io. Ho un aspetto diverso ma sono io, guardami.» Mi disse quello che poteva sembrare ancora mio padre, con una voce completamente diversa e una sicurezza che prima non possedeva.

Lo feci e nel suo sguardo rividi il vecchio padre.

«Ok, sei tu ma ora non dovremo far atterrare in modo sicuro il TARDIS?»

«Hai ragione, tieniti forte che si ballerà un po'... Geronimoooo!!!»

Alla fine atterrammo in un piccolo giardino di una bambina. Dopo il volo il TARDIS era ancora in fiamme e mio padre non ne fu sconvolto:

«Non è andato male dopotutto.» Disse sicuro di sé.

«Non è andato male?! La cabina va a fuoco.» Ero frastornata.

«Tranquilla, adesso sistemerò tutto.»

Mentre parlavamo una bambina ci fissava.

«Voi chi siete?»

«Io sono il Dottore e lei è mia figlia Johanna.»

«Un Dottore in una cabina della polizia?»

«Sì, è una storia lunga: in realtà questa cabina è una macchina del tempo e dello spazio più grande all'interno e noi, o per lo meno mio padre, siamo Signori del Tempo. Io lo sono per metà.» Le spiegai.

La bambina sembrò confusa ma la capii perfettamente: chiunque lo sarebbe stato se gli fosse caduta nel proprio giardino una cabina telefonica.

Dopo un attimo di silenzio la piccola domandò.

«Siete venuti per la mia crepa nel muro?»

«Dev'essere davvero tanto spaventosa per fidarti di noi.» Disse seriamente mio padre.

La bambina dai capelli rossi annuì.

Una volta all'interno della sua abitazione iniziò a preparare del cibo per mio padre che a causa della nuova rigenerazione non riusciva a trovare niente che gli piacesse.

Dopo non so quanti tentativi falliti finalmente riuscì a trovare qualcosa che fu in grado di soddisfarlo:

«Bastoncini di pesce con la crema, sei serio papà?!» affermai sconvolta dal piatto che aveva davanti.

«Nuovo corpo nuovi gusti.»

Lo assaggiai anch'io e scoprii che non era niente male.

Mentre mangiavamo la bambina si presentò: si chiamava Amy Pond aveva sette anni e abitava sola con la zia.

Non sapevo che con Amy ci sarebbero state nuove avventure.







https://youtu.be/WHN4DhCa-oE

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