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15 marzo 1552


Malmö, la mia cittadina natia, ove mi fu insegnato a leggere e scrivere, lo stesso piccolo borgo laddove mossi i primi passi poco più di vent'anni fa, cela un segreto che farebbe raccapricciare il più metodico e scettico degli intellettuali. Così icastico e reale, ma così occultato alla vista, ch'è solo oggi che persino io, ch'i miei occhi guardinghi riescono a discernere alla prima occhiata addirittura il mignolo mancante di un ratto che fruga tra l'immondizia della plebaglia, vengo a conoscenza sol'ora di questo tempio, ergo recondito anche a chi vanta la più aguzza veduta.

Anni or sono che il riguardevole sapere dilaga silenziosamente tra le vie di codesta città, nascosto agli occhi dei più. Flussi arcani che spirano sotto al chiarore della luna; urla strazianti forse atte a soddisfare la sete di sangue di un'entità superiore; strascicate parole pronunciate in una lingua ignota, la quale, talvolta, pareva chiamarmi, così oscura e funesta, eppure, al contempo, così armoniosa e intrigante.

E, maestosa e solenne, la Somma Sacerdotessa muove le redini di questo carro i cui trascinanti sembrano essere morte e sofferenza, rituali diretti a entità a me oscure, o, ancor peggio, a qualche belzebù. Ma il sapere; c'è del sapere esoterico celato in quel tempio sotterraneo, nascondiglio di tomi alti che narreranno chissà quale empietà, raccontando forse di nozioni, incantesimi o malefatte ch'i comuni mortali non possono nemmeno concepire.

La Somma Sacerdotessa appare come un'entità tra la vita e la morte, vanta di una giovinezza che allude all'essere sempiterna, la saggezza che custodisce è commisurata alla pelle candida del suo viso, che nessuna ruga ha mai osato marcare. Non mi è stato dato il privilegio di savere il nome suo, ma riesco a percepire la magia nera e oscura effusa dal suo niveo corpo, suppongo incanalata senz'altri intermediari da qualch'essere ultraterreno, che trascende i limiti dell'umano o addirittura del sacro e del divino, a cui lei appartiene e sottostà: il despota e sovrano di quel tempio sotterraneo, sconosciuto al grezzo popolo.

E lì, tra centenaria sapienza e rituali ch'el popolo ignora, da Colei che indirizza gli ignoranti ma assetati di occulto, sfamandoli con il sapere, sono stato richiamato.

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