16. 🖤

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Jungkook

Me ne stavo lì in piedi davanti a lui, più nervoso che mai. Forse non era stata una grande idea presentarsi senza preavviso e non riuscire a spieccicare una parola. Era davvero arrivato il momento in cui gli avrei chiesto un appuntamento e avuto risposte concrete?

Perlustrai ogni angolo della stanza, anche se non c'era nulla che catturò particolarmente la mia attenzione, solo scartoffie, un computer e una motagna di documenti, penne e matite.

« Come sta andando il tuo primo giorno? Sei una matricola adesso e anche al centro dell'attenzione. Ho sentito un sacco di ragazze parlare di te e dell'esibizione dell'altra sera. Quale pretesto l'ha portata qui, signorino Jeon? » aveva ancora il suo sguardo fisso su di me mentre lo diceva e un ghigno divertito era appena apparso sul suo volto.

« Finora tutto bene, anche se non ho ancora pienamente realizzato di essere qui. Dovrò farci l'abitudine. Sono una persona che si adatta facilmente ma questo è...davvero troppo. E a te come va? Il lavoro? Non sembra così male, vista così » cercavo di distrarmi dai mille pensieri che mi invadevano la mente, ma era praticamente una missione impossibile. Provavo così tanto imbarazzo dall'aver voglia di scappare via.

« Stai divagando, Jungkook. Se è per l'altra sera non devi assolutamente preoccuparti di niente. Non sto molto simpatico al tuo amico ma per il resto... » una serie di immagini mi passarono davanti come flashback. Il modo in cui lo avevo trattato, lui con le ragazze seduto al tavolo, la nostra conversazione profonda, il fatto che mi avesse visto piangere, io che lo avevo invitato a salire da me, il bigliettino che mi aveva lasciato, dell'ex collega di mio padre, la serata a casa dei Fisher. Era tutto così confuso e mi sembrava di stare impazzendo.

« Volevo solo ringraziarti per aver preso le mie difese e avermi accompagnato a casa. Sono stato davvero davvero scortese, non era colpa tua » sentii il mio viso scaldarsi e i battiti del cuore accelerare a una velocità impressionante. Stavo per chiedergli qualcosa ed ero certo me ne sarei pentito, se non avesse accettato.

« In che modo posso sdebitarmi? Ti va una cena o una passeggiata, tutto quello che vuoi » mi sarebbe preso un attacco d'asma per quanto avessi trattenuto il respiro. In risposta alle mie parole le labbra di Taehyung si curvarono in un mezzo sorriso che durò pochi istanti, giusto il tempo di mostrarmelo.

« Un appuntamento? Non posso accettare di uscire con te, Kook. Solitamente non mi presto a questo genere di cose » mi sentii talmente stupido da ritrarmi indietro e avvicinarmi alla porta. Come avevo potuto pensare che avrebbe accettato di uscire con me? Le sue intenzioni erano state chiare fin dall'inizio e l'altra sera era solo stato gentile, magari era anche tornato al locale con sue "amiche" dopo.

« Scusami se sono stato così diretto e indiscreto, pensavo solo che avremmo potuto chiacchierare un po' e ricominciare, ecco tutto » lo ammisi con tutta franchezza, passandomi una mano tra I capelli. Io e Taehyung eravamo diversi e non avevamo iniziato con il piede giusto era vero, ma c'era qualcosa in lui che mi attirava. Non sapevo spiegarlo con esattezza ma mi sembrava diverso da qualsiasi altra persona avessi incontrato. Come se avesse costruito attorno a sè un muro e si stesse proteggendo da tutti e da tutto.

Perché non voleva che lo toccassi ma c'era desiderio nei suoi occhi? Si imponeva di trattenere dentro di sè alcune emozioni e non ne capivo davvero il motivo. Inoltre quel giorno si era lasciato andare con me. Colpa dell'alcool, forse? Alla festa non sembrava neanche aver bevuto.

« È meglio così, fidati di me. Non vuoi davvero conoscermi, e dati i trascorsi... » iniziai ad avere paura dei miei stessi pensieri. Mentre lo guardavo, non riuscivo a togliermi dalla mente i baci dai Fisher e mi aveva lasciato quella sera, la sua voce calda e il modo in cui mi guardava. Volevo che lui mi baciasse ancora e anche ricambiare. Mi piegai in avanti verso di lui e gli presi una mano, per poi poggiare il suo pollice sul mio labbro inferiore.

« Puoi anche fingere che non ti interesso se vuoi, ma vorrei che fossi sincero. Qual è il problema? Ti prometto che sarà una serata tranquilla, parleremo soltanto » Taehyung ritrasse la mano ed evitò il mio sguardo per un attimo, poi si voltò di nuovo o verso il mio viso.

« Accetto il tuo invito solo se prometti di mantenere una distanza di sicurezza da me » sorrisi a quelle parole e mi avvicinai ancora di più al suo viso, malizioso.

« Hai forse paura di non riuscire a controllarti? Sarà solo un'uscita amichevole, niente di più » le mie labbra sfiorarono la sua guancia e arrivarono all'orecchio. Lo sentii trattenere il respiro, poi la sua mano si posò sulla mia vita. Era un contatto così lieve, eppure un odore intenso di caffè mi aveva appena invaso le narici e le mia labbra avrebbero continuato all'infinito. Volevo che le mie dita toccassero i punti in cui lo stavo sfiorando.

« Stai giocando sporco, Jungkook. Questo non mi sembra per niente amichevole » la sua voce era tremolante, così tanto da farmi alzare lo sguardo verso di lui. Ogni dettaglio del suo viso mi piaceva, e da vicino era ancora più bello.

« Anche tu lo hai fatto con me, o sbaglio? » alzai un sopracciglio e lo sfidai. Poi la mia bocca parlò senza riflettere.

« Voglio una lista completa di tutte le parti di te che posso toccare, baciare, sfiorare o anche solo guardare. E anche di tutto ciò che ti infastidisce » era solo un pensiero nella mia testa, ma lo sussurrai, senza riuscire a controllare ciò che dicevo. L'espressione di Taehyung mutò immediatamente. Era sorpreso, ma anchw confuso. Lo notai dal modo in cui suoi occhi si assottigliarono e le labbra si aprirono, sospirando. Avevo appena rovinato tutto.

Dio Jungkook sei così patetico. Solo tu puoi dire frasi del genere così seriamente.

Taehyung si alzò in piedi e restò in silenzio per un po', pensando alla risposta da darmi. Sembrava lo avessi messo in difficoltà.

« Non Dovresti dice certe cose a chiunque, lo sai? Farò finta di non averti sentito e ricominceremo da zero domani sera, da amici » abbassai il capo e feci qualche passo indietro per raggiungere la porta. Era meglio andarsene da lì, avevo già incasinato tutto abbastanza. Amici.

« Taehyung, sei lì? » la voce di Jimin e lo scatto della serratura mi immobizzarono all'istante. Gli sorrisi cordialmente mentre lui spostava lo sguardo da me a Taehyung, per più volte.

« Jungkook, sei qui. Ti stavo cercando » era sempre così in ordine Jimin, anche se lo vedevo affannato, probabilmente per tutte quelle scale. Sembrava aver corso parecchio.

« Facevo un giro e...cercavo il mio orario delle lezioni per i prossimi giorni. Meglio che vada. Buon pomeriggio comunque » improvvisamente un'ondata di imbarazzo mi travolse. Non ne sapevo il motivo, ma quella situazione non mi piaceva. Sembrava che Jimin mi stesse colpevolizzando di qualcosa. In effetti era un po' sospetta la situazione. Mi chiedevo che aspetto avessi e che cosa stesse pensando Taehyung. Si era seduto dietro la scrivania come se nulla fosse.

« Yoongi e tua madre ti aspettano nel parcheggio » non dissi nient altro. Semplicemente sorrisi e corsi via, il più velocemente possibile. Non mi guardai neanche intorno, ero troppo distratto per dire, pensare o fare qualsiasi cosa. Scorsi la macchina di Yoongi e aprii lo sportello anteriore senza dire una parola. Fissai il vuoto per parecchi minuti, prima che mia madre, seduta accanto al mio amico, decise di rompere il ghiaccio.

« Devi tornare a casa e scusarti con tua sorella, Jungkook. Sta passando un brutto periodo, quel video è divnetato virale ed è sulla bocca di tutti a scuola. La tua giornata è andata bene almeno? » la sfacciataggine con cui lo aveva detto mi fece salire il sangue al cervello. Lei stava passando un periodo difficile. E io? Quell'uomo mi aveva offerto dei soldi per andare a letto con lui, mi avevano visto TUTTI e nell'Accademia non facevano altro che parlare di me e di quella maledettissima festa. Inoltre avevo anche accettato dei soldi dal Signor Kim ed ero in debito con lui proprio come lo era mia madre anni prima con la banca.

« Voglio che Hoseok resti da noi per un po', e no mamma, non mi scuserò con Jang-mi neanche se mi torturi. Diamine, sono io la vittima, mi ha dato del puttaniere davanti a tutti! » alzai la voce e cercai disperatamente di controllare il mio respiro ma la collera in quei momenti prendeva il sopravvento. Non sopportavo questo genere di conversazioni, soprattutto se le persone con cui discutevo erano testarde e volevano averla vista a tutti i costi.

« Ritira immediatamente quello che hai detto! » mia madre girò la testa e mi fulminò con lo sguardo, ma io non cedetti.

« Ma se è la verità! Riguardati il video, basta un po' di comprensione del testo per capirlo, anche se non lo ha espresso esplicitamente il suo messaggio è stato chiarissimo. Vorrei non continuare questa conversazione, per favore » la supplicai mentre Yoongi cercava parcheggio. Ero stanco di sentire parlare e volevo solamente chiudermi in camera mia.

« Che tipo di persona pensavi di incontrare a quella festa, eh? Tu non sei così Kook, ti conosco. Il signor Kim può pensare quello che tu sia taletuoso e offrirti tutti i soldi del mondo, ma non posso permettere che frequentare quell'Accademia mi porti via la mia famiglia » aveva i postumi del turno di notte addosso, le occhiaie sotto gli occhi e l'aspetto stanco, esausto. Voleva restituire tutti i soldi a quell'uomo, ma le sarebbe costato molto. Troppo. Avrebbe dovuto lavorare giorno e notte per anni, e non era giusto.

Per me avrebbe fatto di tutto, ma non ero disposto ad accettare il suo aiuto. Non di nuovo. I sensi di colpa mi assalirono. Scendendo dalla macchina sentii la testa svuotarsi e i battiti del cuore accelerare.

« Io non cambierò mamma, lo sai che è così. Sono sempre io, solo...in un ambiente diverso. Non mi farò trascinare in nessun guaio, nessun altra festa, ma ti prego, non farmi parlare con quella vipera » ovviamente mi riferivo a mia sorella. Yoongi mi fece un cenno con la mano di avvicinarmi al finestrino. Non aveva spiaccicato una sola parola, probabilmente perché si era ritrovato il terzo incomodo in un litigio familiare. Non mi sentivo a disagio con lui, dopotutto eravamo molto legati e non lo consideravo un estraneo o qualcuno che mi avrebbe potuto giudicare male.

« Devo vedermi con Jimin più tardi. Non essere precipitoso con le tue donne di casa, d'accordo? Chiamami quando puoi, così parliamo della tua giornata? Qualche novità? » a parte la colazione con il signor Kim, la conversazione con Namjoon e l'appuntamento con Taehyung. Ma niente, una mattinata tranquillissima.

« Ti aggiorno appena posso ma...a dirla tutta sì, c'è una novità » mi scorsi in avanti mentre mia madre entrava in casa. Non avevo tempo per parlarne, perciò fui diretto.

« Beh, ecco...ho chiesto a Taehyung di uscire. Ne ho parlato di più con Hoseok di lui in effetti. È una storia complicata, era anche alla festa e- » Yoongi mi interruppe, come sconvolto dalla notizia.

« Taehyung? Non mi sembra lentamente il tuo tipo, nè qualcuno che possa portarti sulla giusta strada. Dov'è finita la tua morale? » sentii mia madre chiamarmi dalla porta, perciò evitai di continuare la conversazione a lungo.

« E la tua invece? Non sono io quello che sta con il figlio maggiore dei Kim. Bello, ricco, famoso...devo elencarne altre? Anche lui potrebbe prenderti in giro, che ne sai » tirai fuori l'argomento Jimin. Aveva senso in effetti. Essendo gente potente Jimin e Seokjin potevano avere tutto ciò che volevano senza il minimo sforzo. Sembravano affidabili sì, ma chi ci avrebbe una mano sul fuoco? Io stesso ho pensato di essere innamorato e di conoscere l'altro e invece mi sbagliavo.

« Conosco abbastanza Jimin, e tu? Taehyung è un'incognita e non manda delle belle vibrazioni, almeno a me. Ci tengo molto a te Kook, e non voglio che stai di nuovo male per qualcuno. Non fai parte del suo mondo, tutto qui. Basta che non fai cazzate e poi te ne penti, comunque » mi rassicurava sentire quelle parole. Era preoccupato per me, e forse un po' lo ero anch'io.

Insomma, che mi stava succedendo?

« Vorrà dire che starò attento. Ora devo proprio scappare, anche se verrei volentieri da te. Salvami da quest'inferno » gli lasciai un bacio sulla guancia e corsi dentro.

« La nostra conversazione non era finita. Devi chiedere scusa a tua sorella, su questo non ci sono dubbi o ripensamenti » disse mia madre, con la stessa espressione di poco prima. Mi guardai intorno e notai che era tutto molto in disordine, anche se erano passati solo pochi giorni mi sembrava una vita. Mia sorella comparve dalla sua stanza, scocciata. Trascinava i piedi con forza ed era serissima. Non la vedevo dalla festa.

« Sei di nuovo qui, Kook? Ritornato dalla tua vacanzina da Yoongi? Emozionante » anche lei era testarda almeno quanto me. Litigavamo spesso da piccoli per ogni minima cosa, perché entrambi volevamo avere ragione e alla fine essendo la minore, vinceva sempre lei.

« Te l'ho già detto prima mamma, è lei che deve chiedere scusa a me » mi impuntai deciso a non lasciar correre. Non ero io quello che doveva sentirsi in colpa, eppure lo facevo lo stesso.

« Kook, per favore »

« Non voglio fare l'ipocrita. Sinceramente non mi va neanche di parlarle, scusate » provai ad allontani ma mia madre mi tirò per un braccio, trascinandomi verso di lei.

« Le tue scuse non le accetterei comunque, perciò risprarmiatele. Torna pure nella zona vip dell'Accademia, non mi importa » mia madre rimproverò anche lei, ma non ci furono ulteriori parole. Eravamo in guerra e avevamo bisogno del nostro tempo per far sì che le acque si calmassero.

« Sei in punizione, Jungkook. Ti accompagnerò io in Accademia e subito dopo tornerai a casa fino alle vacanze di Natale. Decidi tu: questo o le chiedi scusa » era tutto così assurdo. Mi rinchiusi in camera mia in pre dal panico. Mi spogliai con rabbia e gettai la divisa per terra. Cercai immediatamente qualcosa da mettere a causa del freddo che mi provocava i brividi.

Mancavano poche settimane al nuovo anno ormai. Gli alberi iniziavano a seccarsi e il freddo ad aumentare giorno per giorno. L'anno scorso aveva nevicato spesso. A quest'ora frequentavo il corso al conservatorio ed ero felicemente fidanzato con un ragazzo che credevo di amare alla follia, più della mia stessa vita. Come avevo potuto pensare che sarebbe durata per sempre? Gli avevo anche dedicato una canzone! Ripensandoci mi rattristii un po', guardando i colori del cielo mischiarsi e il sole scendere.

« Eccolo qui, il tuo nuovo coinquilino. Non mi avrai mica sostuito con quel nanetto di Yoongi, vero? » Hoseok. Corsi ad abbracciarlo. Erano i miei momenti preferiti quelli. Confidarmi con lui. C'era sempre per qualsiasi mio problema, piccolo o grande che fosse. Mi ascoltava sempre e io ascoltavo lui, anche se nell'ultimo periodo era stato un po' assente.

Poggiai la spalla sulla sua e iniziammo a chiacchierare. Gli parlai di tutti gli ultimi avvenimenti, soffermandomi sulla festa, la mia giornata e tutti i dettagli su Taehyung. Lui mi raccontò di aver trovato un lavoretto come barista e di voler provare a smettere di fumare per un po', anche se non era un percorso facile da intraprendere.

« Finché starai qui da me farò tutto il possibile per far sì che tu stia meglio. » avrei davvero voluto che si riguardasse prima che fosse troppo tardi, ma non potevo aiutarlo molto. Era lui che doveva mettersi d'impegno, trovare quel barlume entro di sè che gli avrebbe permesso di fare il primo passo verso la terapia. Continuammo a parlare per ore, suonai anche qualche pezzo al pianoforte e mangiammo dei toast, delle patatine fritte.

« Dai Kook, nemmeno un goccio di birra? » rifiutai categoricamente e luo si sdraiò accanto a me.

« Vediamo se ho capito bene: ti sei fatto sedurre da Taehyung, per non dire un'altra parola, ela cosa doveva finire lì ma alla festa si è complrtanto da gentiluomo e ora tu gli hai chiesto di uscire da amici dopo aver cercato di baciarlo e detto una frase sdolcinata? Sei senza speranze, te lo dico » non aveva tutti i torti, perciò annuii silenziosamente, nascondendomi tra le coperte. Volevo sparire dalla faccia della terra.

« Credo di volerlo conoscerlo meglio, insomma...mi ha portato in quella casa ed è successo quello che è successo e mi è piaciuto, tralasciando quando mi ha cacciato via. Non sentivo così preso da qualcuno da mesi ormai » dissi tra un sorso e l'altro dal mio bicchiere. Era terapeutico parlare con qualcuno e non sentirsi giudicati o il peso di dire qualcosa di sbagliato. Hoseok era da sempre il mio porto sicuro.

« Propongo una rinvicita domani sera. Dubito che riesca a resisterti ancora a lungo. Vorrei proprio conoscerlo questo ragazzo » mi venne in mente della punizione, che forse avrei dovuto annullare l'uscita, litigare con mia madre o fare tutto di nascosto. Non era da me, comunque. Ci rilassammo ancora parlando e accesi la TV, anche se non c'era nulla che ci interessasse davvero. Si era fatto tardi, perciò mi feci una doccia e mi infilai il pigiama. Hoseok si era accasciato e dormiva già profondamente.

Mi distesi sul letto e afferrai il cellullare.

Da: Sconosciuto
Mi dispiace per l'altra sera Jungkook. Ti scrivo solo perché conosco bene il Signor Kim e le sue intenzioni verso di te. Dovrai ridargli tutta la somma indietro se non vuoi immischiarti in qualche casino. La mia proposta è ancora valida. Mi piacerebbe vederti con qualche altro vestito di Hyun-Woo.

Lo lessi con disgusto. Come aveva avuto il mio numero? Le mie dita iniziarono a tremare. Lo bloccai all'istante, ma poi ci ripensai e risposi.

Da: Jungkook
Quali sono le intenzioni del Signor Kim?

Attesi risposta con ansia, senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Era vero o mi stava solo prendendo in giro?

Da: Sconosciuto
Se vai a fare colazione con lui domani ti chiederà di passare il week end a casa sua con Namjoon e da lì la tua vita sarà un inferno. Diventerai la sua persona preferita, ti elogierà e sarai sempre in debito con lui. Suonare diventerà il tuo peggior incubo, fidati di me. Provare per credere.

A quel punto chiusi il cellulare e sospirai. Non potevo affidarmi davvero alle parole di quell'uomo, ma avesse avuto ragione? Il signor Kim aveva un potere immenso su di me, su ogni aspirante artista a dirla tutta. Avrebbe potuto rovinarmi la carriera prima ancora di costruirmela.

Venni travolto da una serie di emozioni contrastanti: ansia, paura, tristezza e confusione mi assalirono. Tutte insieme. Mi odiai, per essere entrato in un bel casino.

Non riuscii a chiudere occhio. Guardavo l'ora nella speranza di riuscire a rilassarmi ma era tutto inutile. Si fecero le sette ed ero più stanco che mai.

Avrei dovuto raggiungere Signor Kim e poi andare a lezione, ma il solo pensiero mi faceva rabbrividire. Bevvi un paio di caffè nel tentativo di iniziare la giornata col piede giusto, ma non funzionarono. Arrivai in Accademia col pullman e un'ansia terribile addosso.

Provare per credere, aveva scritto. Inutile dire che aveva ragione.

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