17.2🖤

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Taehyung

« Kim Taehyung. Iniziavamo a pensare che non arrivassi più ormai, ma vedo che ci hai onorati della tua presenza. Hai fame? » dovevo mantenere la calma, e non solo per l'acool che scorreva nel mio corpo, ma anche per dimostrare a me stesso che potevo controllare le mie emozioni, qualsiasi esse fossero.

Non avevo mai visto la tavola apparecchiata in modo così accurato, probabilmente perché non capitava spesso di cenare a casa nostra e invitare qualcuno. Si ottava sempre per ristoranti di lusso. Lin aveva ingrandito la tavola in pochissimo tempo e aveva fatto tutto da sola, come un razzo. Si era addirittura piastrata i capelli e truccata naturalmente.

C'era il miglior servizio di piatto e bicchieri, candelabri abbinati alla tovaglia di un verde smeraldo che pendeva ai lati del tavolo e persino i fazzoletti sembravano riportare la stessa fantasia. Tutto curato nel minimo dettaglio: le posate e le bacchette per il sushi e per altro pesce che avevano acquistato, più bottiglie di vino, petali di rosa sparsi per tutto il centro tavola come decorazione. Se l'avessero avvisata prima avrebbe addirittura cucinato qualcosa di delizioso, ma non ce n'era stato il tempo, perciò ci si doveva adattare.

La quantità di cibo su quella tavola era nauseante per me, anche se gli odori che emanava era piuttosto invitante. Mio padre è Seokjin erano i capotavola, uno a destra e l'altro a sinistra. Al fianco del minore c'era l'uomo di cui ancora non sapevo il nome e poi Namjoon, mentre noi tre eravamo di fronte a loro. O meglio io, dato che Jimin e Yoongi erano chissà dove a parlare tra loro.

Menomale che dovevamo sostenerci a vicenda, fratellone.

Mio padre spostò la sedia e me la indicò, invitandomi a sedermi accanto a lui. Mi sforzai nel sorridere cordialmente e presi posto.

« Namjoon » pronunciai soltanto, versandomi del vino nel bicchiere, come se non avessi già bevuto abbastanza. Non potevo tornare sobrio se dovevo sopravvivere a quella serata. Quell'uomo – di cui non sapevo ancora il nome – mi scrutava con fare languido, mentre cercava qualcosa nella sua tasca posteriore del completo grigio scuro che indossava. Tirò fuori un pacchetto di sigarette e un accendino e si alzò leggermente dalla sedia per offrirmene una.

« Non sapevo avessi un altro figlio Chang-Hee » ad ogni respiro emanava un forte odore di menta. Me ne passò una dal pacchetto, ma non mi diede il tempo di afferrarla poichè me la mise tra le labbra e me l'accese automaticamente lui.

« Do Yoon » sospirai tra un tiro e l'altro. Mischiare fumo e alcool non era esattamente nei miei piani, ma non mi tirai indietro.

« Beh, diciamo che Taehyung non ama stare sotto i riflettori, perciò evito di esporlo troppo in giro. Due figli già bastano e avanzano, no? Ne uscirebbero solo altre chiacchiere inutili » mentre mio padre parlava e Lin sistemava la cucina Do Yoon e Namjoon non facevano altro che squadrarmi dalla testa ai piedi come detective. Seokjin si serviva da mangiare distratto, spostando il suo sguardo dal suo piatto alla porta. Come me aspettava che arrivassero i posti vuoti si riempissero.

« Seokjin, è maleducazione iniziare a mangiare da soli, hai così tanta fame da non riuscire a pazientare un po'? » mio padre lo rimproverò e lui posò le bacchette e si mise composto. Ripresi a respirare regolarmente quando vidi Jimin raggiungerci.

« Scusate per il ritardo, abbiamo avuto un piccolo contrattempo. Buonasera » si inchinò porgendo la mano a Namjoon e a quell'uomo, per poi sedersi accanto a me.

« Lui è Min Yoongi, un...amico. È stato tutto così improvviso, questa cena e il suo arrivo, dovevamo vederci fuori a dir la verità, ma eccoci qui » continuò a parlare sotto gli occhi di tutti con una maestria impeccabile. Dopotutto era questo il lavoro di un buon attore, no?

Yoongi sembrava imbarazzato e fuori posto lì, ma cercò di rilassarsi il più possibile. Condividevamo la stessa espressione sul volto alla visione di quell'uomo. Magari lui ne sapeva anche più di me.

« Oh, il cameriere della festa, certo. Mi ricordo di te. Lo hai invitato tu, Jimin, giusto? » Namjoon iniziò a rimpirsi la pancia e io mi sentii profondamente a disagio, ma fui contento di non essere la sua unica preda della serata.

« Ero un invitato come tutti gli altri in realtà ed era anche la prima volta nel locale, perciò direi proprio di no. Comunque è un piacere conoscerla, Signor Kim » mangiavano tutti in modo nervoso, tranne me. Jimin mi diede un calcio da sotto il tavolo.

« Come mai questa serata, papà? Sai, domattina devo alzarmi presto e dato che sono fuori da questo progetto è un peso restare qui con voi, per quanto il cibo sia delizioso » Seokjin sembrava disturbato e non lo nascondeva affatto. Tutto di lui emanava fastidio e disgusto verso quella cena e non potevo che concordare con lui.

« È colpa mia, mi sono autoinvitato perchè volevo conoscervi, dato che io e vostro padre organizzeremo un paio di eventi insieme. Ci sarà posto per tutti, perciò non devi preoccuparti Seokjin, avremmo bisogno anche di te » per poco non mi andò di traverso la saliva. Tossii e ripresi a bere, mischiando il vino rosso con un po' di pane. Non avrei toccato nessuno di quei manicaretti.

« Di che parla? Intendete spettacoli all'Accademia? Non credo di averla mai vista prima della festa » Jimin si intromise curioso, lancindomi occhiate interrogative, mentre Yoongi mi guardava come se volesse darmi fuoco.

« È dopo quell'evento che ci siamo accordati. Do Yoon investe soldi in soettacoli ed eventi come feste, matrimoni, sfilate di moda da anni ormai. Jungkook ha sbloccato una scintilla in entrambi e- »

« Jungkook? » non ero stato io a dirlo, ma Yoongi. Aveva alzato la voce e tutti i presenti si erano girati verso di lui, me compreso.

« È davvero bravo in effetti, ma credo non sia il caso di farlo partecipare a auesti eventi. Sono i suoi primi giorni all'Accademia dopotutto e ha bisogno di tempo per orientarsi, frequentare le lezioni e tutto il resto » l'aria iniziava a scaldarsi e a crearsi diverse tensioni. Jimin espose la sua idea con assoluta chiarezza e calma, ma non fu apprezzato.

« Posso pensarci io a farlo integrare, dato che lavoreremo insieme, e poi abbiamo tempo per fare tutto, vero Do Yoon? » Namjoon non faceva altro che guardare il mio piatto, mentre gli altri non ci facevano neanche troppo caso, troppo impegnati a discutere.

« Infatti, un talento così non possiamo farcelo scappare, non è così, Taehyung? Mi sembrava davvero affascinato, non so se dal suo aspetto o dalla musica » Jimin mi dovette posare la mano sulla gamba per farla smettere di tremare.

« Ti prego, non dire niente stupido. Non farti provocare da- » mi sussurrò a bassa voce, ma non lo ascoltai.

« Me lo dica lei, dato che ci ha parlato più di me quel giorno. Come mai non ha portato con sè sua moglie? Fosse stato un po' più intelligente si sarebbe tolto la fede prima di entrare » non ragionai sulle conseguenze delle parole che avevo appena pronunciato. Avevo appena dichiarato guerra a metà degli ospiti. Mio padre spalancò gli occhi per la sorpresa e Namjoon iniziò a punzecchiarmi con le sue solite battute ma non mi ferì neanche un po'. Ero troppo furioso con quell'uomo da non riuscire a pensare ad altro.

Entrambi risero di gusto versandosi altro vino a vicenda. La mia risposta lo aveva fatto ridere?

« Credo che ci siano stati un po' di fraintendimenti tra noi due, Taehyung. Non mi importa di chi sei figlio, perciò evita di minacciarmi ancora e chiudiamo la questione subito, per favore » disse ancora calmo, spazzolandosi i pochi capelli che aveva con una mano. Era decisamente nervoso e cercava di evitarmi a tutti i costi.

« Perchè? Ha forse qualcosa da nascondere? Beh, andare dietro a un ragazzo e offrirgli dei soldi per una notte insieme non mi sembra un comportamento da buon marito e padre di famiglia, non è d'accordo » Yoongi guardò Jimin e poi me, confuso.

« Taehyung, che stai dicendo? Do Yoon non e questo tipo di persona » toccava a me ridere di gusto. Lasciai perdere anche mio padre, tanto era inutile spiegargli l'accaduto. Ogni volta che si trattava di me era sempre scettico e aveva difficoltà a credermi.

« Conosco Jungkook da quando era alto così » indicò il bordo della sedia.
« Io e suo padre siamo grandi amici e mi ha fatto piacere rivedere suo dopo anni, dato che sono tornato in città da poco. Non è successo niente, evidentemente hai le tue paranoie e vuoi scaricarle su di me, come anche lui. Ha creato un dramma per niente » quelle parole mi fecero scattare in piedi e non so cosa mi prese. Era l'acool, la rabbia e forse un po' di gelosia, ma non riuscivo più a pensare lucidamente. Non avevo idea che quella giornata potesse peggiorare così tanto in pochi secondi, ma la mia mano si mosse senza che io riuscissi a fermarla.

Tirai un pugno a quell'uomo, facendolo sobbalzare dalla sedia. Da quel momento scoppiò il caos più totale. I miei fratelli e Yoongi si misero a cerchio per proteggermi dal trio opposto a noi, ma fu del tutto inutile. Non riuscii più a identificare mani e gambe, ma fui certo di non aver provato quel tipo di dolore.

Ero sceso per terra e sentivo i loro calci colpirmi con una forza spaventosa. Era grosso e pesava il doppio di me. Ma cosa mi era passato per la mente. Sentivo voci e urla ma non riuscivo a distinguerle tra loro. La mia vista non collaborava e il mio corpo neanche. Rimasi lì senza muovere un solo muscolo, a pensare a quanti lividi mi avrebbero lasciato.

« La prossima volta che ci vediamo non sarai così fortunato » Sentivo il suo respiro soffiarmi nell'orecchio, mentre si alzava sistemandosi la giacca come se nulla fosse. Tossii. Mio padre non si era neanche alzato. Sentii Jimin, Seokjin e Yoongi litigare con quell'uomo, assalirlo per difendermi, ma poi lo lasciarono andare. Namjoon mi guardava dall'alto verso il basso con un sorrisetto soddisfatto sul volto.

« Non lo sai che bere a stomaco vuoto non aiuta? Non serve neanche dirtelo, ma la palestra e mangiare regolarmente avrebbe aiutato molto. Almeno ti saresti potuto difendere, più o meno. È sempre un piacere vederti comunque » e poi sparirono tutti dalla mia vista.

Mi risvegliai dopo quasi diciotto ore nel mio letto, con ancora la testa pulsante. Era stato Seokjin a occuparsi di me mentre tutti discutevano tra loro. Era come se fossi stato investito da un treno, almeno era quello che il mio corpo percepiva. Fuori era già buio. Mi sollevai nell'intento di mettermi seduto e accesi la luce. Fui grato di indossare ancora quei vestiti e che nessuno mi avesse guardato in quelle condizioni.

Non volevo farlo neanche io a dirla tutta. Ignorai tutti i segnali che il mio corpo mandava e bevvi una bottiglietta d'acqua intera, per poi ritornare a dormire. Il mio cellulare aveva vibrato più volte e Jungkook mi aveva riscritto ma non avevo il coraggio di aprire quelle notifiche.

Seokjin bussò alla porta dopo una ventina di minuti.

« Ti ho portato un frullato, un bel pezzo di torta al cioccolato e anche qualcosa di salato. Prendi quello che vuoi, ma mangia. Per favore » fui sorpreso di vederlo lì, preoccupato per me. Quelle parole quasi dolci e confortevoli suonavano strane, pronunciate da lui.

« Ti manda Jimin? » era palese che glielo avesse chiesto. Non parlavamo da settimane e quando lo facevamo sembravano due sconosciuti.

« Mi crederesti, se ti dicessi di no? »

« No »

« Allora perché me lo hai chiesto se conosci già la risposta? » posò il vassoio sul letto e chiuse la porta, sedendosi accanto a me.

« Se non ti vedo mangiare almeno la metà di quella roba non esco da qui, l'ho promesso » lo guardai infastidito. Indossava ancora la divisa e sembrava esausto, con la camicia stropicciata e le scarpe mezze slacciate. Non era in ordine come sempre.

« Non Dovresti essere in Accademia? Jimin è lì? » dissi prendendo le posate. Lui mi fece segno di iniziare a mangiare. Non ne avevo voglia, ma dovevo farlo per liberarmi della sua presenza.

« Sì, ma sono tornato prima per te. Vediamo se riesco a farti un resoconto di ciò che è successo mentre dormivi. Jimin e papà hanno litigato stamattina e si evitano come la peste, Namjoon non è venuto a lezione e Jungkook non ha accettato l'invito del "Signor Kim", almeno per ora. Ha detto che ci avrebbe pensato » mi informò di ogni dettaglio della notte precedente e di come Jimin gli aveva raccontato tutto insieme a Yoongi. Ora anche lui faceva parte del club del "Devo nascondere la mia identità a Jungkook, finché posso"

Mi sentii peggio di quanto mi aspettassi, non solo a livello fisico. Cercai di mangiare in fretta per rimettermi nel letto e non pensare più a niente di tutto ciò.

« Ora puoi andare o hai altro da dirmi? » dissi freddo, mostrandogli ciò che avevo mangiato. Nel mio stomaco non ci entrava più nulla e iniziavo ad avere la nausea.

« Mi hanno anche detto che hai un appuntamento con Jungkook e che sicuramente vorrai annullarlo perciò eccomi qui, a salvarlo. È per lui che hai reagito in quel modo o sbaglio? Non sei mai stato un tipo violento, nemmeno da ubriaco » rimasi in silenzio, turbato dalle sue parole.

Sì, volevo annullare l'appuntamento. Gli avrei fatto perdere solo del tempo e poi...chi ero io contro un tipo come Namjoon? Sicuramente ci avrebbe provato con lui in futuro e lo avrebbe scelto senza esitazioni, come ogni altro studente dell'Accademia. TUTTI sognavano di frequentarlo e Jungkook ci avrebbe passato insieme il fine settimana, anche se non lo aveva ancora confermato.

Lui, mio padre e Namjoon erano sulla stessa lunghezza d'onda, destinati a vivere nel mondo dello spettacolo e della musica come ogni membro della famiglia Kim e di tutti gli studenti scelti da mio padre.

« Ti sembro dell'umore giusto per uscire? Che ti importa poi? Se stai cercando di fare le veci di Jimin non sta riuscendo bene comunque. Ora vattene » Alzai la voce e cercai di ignorarlo sperando che mi lasciasse in pace, ma non fu così. In risposta trascinò il lenzuolo per terra e iniziò a frugare tra le mie cose.

« Controlla i messaggi e vedi che ti ha scritto, io cerco qualcosa che faccia al caso tuo. Nel frattempo puoi andare a farti una bella doccia o un bagno e profumarti, io penserò a sistemarti il viso con un po' di trucco e sarai pronto » spalancai gli occhi e scattai in piedi come una molla.

« Ma sei impazzito?! Non farò niente di tutto ciò, quindi prima ti arrendi meglio è » Urlai chiudendo l'armadio provando a trascinarlo via con la forza. Non riuscii a chiudere la porta e lui rientrò, lanciandosi sul letto e prendendo il mio cellulare.

« D'accordo, li leggo io per te » mi fiondai su di lui e iniziammo a rincorrerci come due bambini.

« Seokjin, ridammelo subito. Sei davvero infantile, lo sai? » corremmo per tutto il salotto, saliamo sui divani e ci inseguimmo fino a in cucina, facendo avanti e indietro finché Seokjin non scivolò e Lin si coprì la bocca con le mani correndo in suo soccorso.

« Mi perdoni Signorino Jin, stavo lavando qui in corridoio e siete spuntato all'improvviso » lo aiutò ad alzarsi in piedi e continuò a scusarsi ignorando la mia presenza. Indossava un completo di tuta azzurro e aveva le cuffiette nelle orecchie, forse per quello non ci aveva sentiti.

« Non è niente, tranquilla » e poi mi passò finalmente il cellulare, continuando a lamentarsi. Diceva che ormai non potevo annullare, non all'ultimo minuto.

Jungkook mi aveva mandato cinque messaggi, due dei quali mi chiedevano se era tutto a posto.

Da Jungkook
Stai dormendo?

Da: Jungkook
Vieni a prendermi sotto casa o vuoi che venga da qualche parte? Ti mando lo stesso l'indirizzo in caso. Va bene per le 21?

Cliccai sull'indirizzo di google maps e notai che non corrispondeva con quello in cui lo avevo accompagnato più di un mese prima. Anche se era lo stesso quartiere, era diversi isolati prima.

Che avesse camminato un paio di kilometri per non farmi sapere dove abitasse?

« Vado in bagno a fare una doccia » annunciai a Seokjin dopo aver scritto a Jungkook un semplice "va bene, ti passo a prendere io" ignorando tutto il resto.

La doccia fu veloce, meno di cinque minuti. Evitai lo specchio, anche il minimo angolo che inquadrasse qualsiasi parte di me e di toccare i lividi sulle gambe e sull'addome. Mi risvestii come prima per tornare in camera da Jin e non feci che pensare a quella lista, al corpo perfetto di Namjoon e all'espressione di Jungkook se mi vedesse. La mia immaginazione voleva che iniziassi a piangere, ma provai a resistere.

« Trovato! Scegli tra questi. Intanto siediti » eseguii i suoi ordini, esausto.

C'erano due abbinamenti quasi opposti tra loro: uno più classico e l'altro più sportivo.

« Direi niente colori stasera, dato il mio stato d'animo » io e Jin ci scambiammo sguardi complici. Non succedeva da almeno sei anni, e non capivo se la cosa mi faceva stare bene o male.

Lasciai che mi "sistemasse" il viso e mi vestii, chiedendo la sua approvazione prima di uscire. Entrai in macchina più nervoso che mai, ancora indeciso se tornare a casa o presentarmi davvero.

Era stato lui a chiedermi di uscire.

Accesi la radio per distrarmi ma era del tutto inutile, perciò continuai a sfrecciare tra le auto immerso tra i miei pensieri. Ero ancora mezzo addormentato, era il mio post sbornia, avevo dormito tutto il giorno e creato un gran casino.

C'era parecchio traffico per essere mercoledì, e io odiavo stare in coda ad aspettare. Una volta superata la zona critica, il quartiere in cui abitava Jungkook era praticamente isolato. C'erano poche auto parcheggiate e quasi nessuno in giro.

Arrivai davanti al suo numero civico 189. Era un palazzetto a tre piani ed era stranamente colorato rispetto agli altri: ogni piano era diverso. I lampioni illuminavano poco sia la strada che l'ambiente circostante e uno di essi era persino fulminato.

« Non provare a fumare o fare qualsiasi altra cosa possa far insospettite mia madre o Sang-Mi, capito? » la sua voce. Da dove veniva? Mi guardai intorno ma non c'era nessuno. Stava parlando, o meglio bisbigliando con qualcuno.

« Ho capito Kook, rilassati. Manda un messaggio se hai bisogno di qualcosa e quando stai per tornare, provo ad aspettarti sveglio ma non ti prometto nulla » continuai a non capire, perciò aspettai ancora per un paio di minuti davanti al portone ma sembrava che non stesse scendendo nessuno. Poi sentii dei rumori e alzai gli occhi al cielo.

Jungkook stava...scavalcando il balcone dalla sua camera?

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