11 - Smartie, pergamene magiche e nuovi inizi

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Federico

La direttrice della casa famiglia ci aveva accompagnato dentro una stanza che all'apparenza sembrava una biblioteca per poi lasciarci soli con Chris: non appena avevamo varcato la soglia un paio di occhi color caramello – incorniciati da lunghi ricci castani – ci avevano fissando diffidenti, illuminati da un senso di colpa difficile da ignorare. I capelli erano più lunghi della foto che mi aveva fatto vedere Benjamin, ma lo sguardo spaventato era lo stesso.

"Ciao Chris io sono Federico, il ragazzo che hai investito." avevo iniziato sedendomi di fronte a lui, subito imitato da Ben e Jes "Loro sono mio marito Benjamin e nostro figlio Jes; prima che tu dica qualcosa ti informo che sappiamo il motivo del tuo gesto e che non ti giudichiamo, ok?"

Un lampo sorpreso aveva attraversato le iridi di quel sedicenne cresciuto troppo in fretta per la sua età, ma nessuna parola aveva lasciato le sue labbra. Solo dopo un lungo silenzio rotto solo dall'insistente rumore della pioggia contro i vetri Chris fatto un passo verso di noi. "Io... mi dispiace... mi dispiace davvero tanto; non volevo fare del male a nessuno, lo giuro. Spero che stia bene ora." aveva detto continuando a tormentarsi le maniche della felpa scura, che di certo aveva visto tempi migliori: si vedeva chiaramente quanto Chris fosse trascurato ma, allo stesso tempo, traspariva anche la sua fragilità mescolata a forza.

Tutto dentro di me voleva aiutarlo.

"Per cominciare dammi del tu e chiamami Federico ok? Ho solo dieci anni più di te, mica cinquanta!" avevo sottolineato sentendo distintamente mio figlio ridacchiare.

"Ok... Federico."

Felice di quella piccola vittoria gli avevo regalato un sorriso rassicurante. "Per quanto riguarda l'incidente per fortuna l'impatto con la tua macchina non è stato grave; a parte qualche livido sto bene, comunque il merito è anche tuo perché hai subito chiamato i soccorsi, giusto?" Un piccolo cenno affermativo era coinciso con le sue guance rosse. "Grazie Chris."

Un altro silenzio ricco di stupore si era fatto spazio tra noi fin quando il ragazzo di fronte a me non si era passato le dita tra i capelli per poi lanciarmi uno sguardo confuso. "Non capisco..."

"Credimi anch'io ho faticato a capire all'inizio." era intervenuto Benjamin per poi stringermi la mano sul tavolo "Almeno fino a quando non ho letto la tua scheda e scoperto il motivo della discussione con tuo padre."

Un lampo di dolore aveva colorato gli occhi di Chris scurendoli di qualche tacca ma non aveva distolto lo sguardo da quello di mio marito. "Quello non mi giustifica! Ho investito e messo a rischio la vita di tuo marito e tu sei qui a parlarmi come se nulla fosse? Se fosse successo alla persona che amo avrei dato di matto!"

"Oh credimi, l'ho fatto! Per il primo giorno avrei solo voluto farti diventare passata di pomodoro ma quando Federico si è ripreso ho capito che vendicarmi non mi avrebbe fatto stare meglio."

Uno scatto improvviso aveva anticipato la sedia rovesciata sul pavimento e i pugni di Chris sul tavolo. "Non voglio la vostra cazzo di pietà! Non so che farmene!" aveva esclamato con occhi lucidi cercando inutilmente di trattenere qualche lacrima dispettosa "Quel coglione di mio padre mi ha tolto l'unica cosa che mi faceva sopportare lo schifo che vivevo ogni giorno e l'indifferenza dei servizi sociali! Non sapete quante volte ho chiamato la polizia, sperando che mio padre venisse beccato con le mani nel sacco! Sapevo che prima o poi sarei finito qui ma almeno sarei stato insieme a Smartie; ci sarebbe stato qualcuno a cui importava di noi... Smartie era, è, il mio migliore amico e farò di tutto per ritrovarlo, chiaro? Quindi adesso che vi ho fatto le mie scuse e ci siamo chiariti, tornate da dove siete venuti."

Il toccante discorso di Chris mi aveva fatto cercare gli occhi verdi di Benjamin che aveva annuito impercettibilmente. "Mi dispiace Chris ma non possiamo farlo e sai perché? Prima di conoscerti non sapevamo dell'Inferno che stavi vivendo e ci dispiace di non averlo scoperto prima, credimi. La nostra non è pietà ma comprensione e se vorrai anche amicizia. Tu che ne pensi Jes?"

Nostro figlio prima ci aveva fissato intensamente e poi si era alzato diretto verso Chris. "Fermati piccoletto! Non avvicinarti." Nell'osservare quella scena mi sentivo come diviso in due: una parte di me sarebbe voluta intervenire ma l'altra sapeva che poteva fidarsi ciecamente di Jes e anche che avrebbe tenuto testa a chiunque.

"Solo perché sei alto più di me non vuol dire che tu sia più intelligente Chris: siediti." Ecco, uno a zero per Jes.

Un'espressione sorpresa si era presa tutte le sue parole. "Io..."

"Allora? Fai come ti dico così potremo parlare da persone civili." Sempre più ammirato avevo osservato mio figlio comandare a bacchetta quel ragazzo per poi scambiarmi un sorriso complice con Benjamin: da adolescente ci avrebbe dato molti grattacapi! "È vero quello che hai detto e cioè che non volevi fare del male a papà Dede?"

"Io... sì, è stato un incidente di percorso ma non ho mai fatto male a nessuno." aveva risposto Chris seduto davanti a Jes.

"Ok" aveva risposto Jes con un piccolo sorriso "E pensi che ti piacerebbe avere un fratello, magari più piccolo?"

"Un che?" Dall'espressione confusa di Chris era chiaro come il sole che non stava capendo nulla delle domande dirette di Jes.

"Fratello, non è difficile come parola; pensi che ti piacerebbe?"

Dopo aver aperto e chiuso la bocca varie volte Chris aveva annuito. "Credo di sì, non ho mai avuto nessuno da proteggere, nè che mi amasse così come sono;  a parte Smartie intendo" aveva aggiunto con un'espressione triste che mi aveva lacerato "ma non capisco il senso di questa domanda."

Un lampo furbo era passato negli occhi chiari di mio figlio. "Poi capirai non preoccuparti; ma prima c'è qualcuno che vuole vederti."

"Non credo che possa esserci una persona che..."

"Non abbiamo detto persona Chris." aveva aggiunto Zayn apparso all'improvviso sulla soglia con un sorriso birichino sulle labbra.

"Ce ne hai messo ad arrivare zio!" aveva esclamato Jes a braccia incrociate lanciandogli un'occhiata di rimprovero.

"Ehi piccoletto non usare quel tono da saputello con me! Chi era quello che ti ha visto in fasce? Quello che ti raccontava le storie degli Avengers per farti addormentare?"

"Zio..."

"Chi era che quello che ti portava regali anche se non era il tuo compleanno?"

"Zayn...!" avevamo esclamato in coro io e Benjamin esasperati da quella piccola, quanto inutile, sceneggiata.

"Ok, ok... come siete antipatici! Siete fortunati che vi amo! Comunque non sono venuto qui solo per dirvi quanto sono unico e splendido." aveva argomentato scuotendosi della polvere inesistente dal trech viola. "Ma per questo."

Due battiti di coda dopo Smartie era sbucato da dietro le sue spalle per poi abbaiare felice, "Waff!!Waff!!", e correre verso un incredulo Chris. "Smartie, oddio!" Tutti noi eravamo stati testimoni silenziosi di quell'incontro di anime - fatto di peli svolazzanti, lacrime, abbracci e leccate in faccia – ma nessuno di noi aveva osato aprire bocca per dire qualcosa; eravamo troppo emozionati per farlo.

Solo dopo essersi assicurato che Smartie stesse bene Chris si era voltato verso di noi regalandoci un'occhiata incredula: "Come... come avete fatto a ritrovarlo?" ci aveva domandato con le guance rigate di lacrime di felicità, senza smettere di accarezzarlo.

"Come ho fatto, vorrai dire." aveva risposto Zayn prima che potessimo dire qualcosa. "Sappi che non è stato facile perché quel sacco di pelo venisse..."

"Waff! Waff!"

"Adesso non mettertici anche tu, ok? Dicevo... Prima che Smartie venisse venduto: era già stato caricato su un camion diretto verso San Josè in California, ma per fortuna l'ho trovato prima che venisse spedito chissà dove e, visto che c'ero, ho liberato tutti gli altri cani. Adesso ognuno di loro ha una famiglia amorevole che li ama, ma posso assicurarvi che quando li ho liberati e hanno trovato quello che li aveva rapiti lo hanno conciato per le feste."

"Sapevo che avevi un cuore d'oro!" avevo esclamato con la voglia di abbracciarlo sotto pelle.

"Può essere biondino ma non dirlo in giro perché ho una reputazione di mago cattivo da difendere! Piuttosto..." Con un gesto plateale aveva fatto apparire dal nulla una pergamena e anche diversi documenti nuovi di zecca. "Questi vi serviranno per quello che dovrete fare: mi sono preso una piccola libertà e una volta firmato Chris diventerà automaticamente vostro figlio."

Il diretto interessato era sbiancato per poi guardarci allarmato. "Cosa?!"

"Zayn complimenti per il tatto!" aveva esclamato Benjamin fulminandolo con gli occhi "ma aspettare che ne avessimo parlato prima con lui no, eh?!"

"Psf! Dettagli!" aveva risposto prima di sedersi sullo spigolo del tavolo. "Chris non ti conosco" aveva iniziato guardando con attenzione il ragazzo accovacciato per terra con Samrtie "Ma da quello che ho visto - leggendo la tua cartella personale - hai già dovuto affrontare situazioni difficili che un ragazzo di sedici anni non dovrebbe nemmeno conoscere. Come avrai intuito possiedo qualche potere magico che mi permette di realizzare quello che la gente comune definisce miracolo; nel tuo caso il ritrovamento di Smartie." aveva sottolineato indicando il cane che sprizzava gioia da tutti i pori per aver ritrovato il suo padrone. "Ora ascoltami bene: se accetti di firmare questo contratto diventerai legalmente figlio di Federico e Benjamin, ma non solo; la memoria dei tuoi genitori verrà cancellata, così come i tuoi ricordi con loro. Per te, Benjamin e Federico, saranno le persone che ti hanno adottato da ragazzino. Per questi due posso garantire personalmente, perché li conosco da una vita, ma queste cartelle potrebbero aiutarti a decidere." aveva aggiunto indicando i documenti sul tavolo "Adesso vado ma ricordatevi che mi dovete dare una risposta entro la mezzanotte di oggi, altrimenti tutto salta."

Senza aggiungere altro Zayn era scomparso in una nuvola di polvere rosa; ma se noi eravamo abituati a quel genere di saluto Chris si alzò di scatto, "Oh cazzo!", per poi fare un passo indietro chiaramente spaventato.

"Chris tranquillo so che tutto questo ti sembra assurdo, ma posso assicurati che non hai nulla da temere."

"Ma davvero?! Io non vi conosco! Non so chi siete! A parte ringraziarvi per Smartie non so davvero nulla di voi: chi mi dice che non siate dei pazzi furiosi? Dei serial killer? Dei..."

La risata argentina di Jes ci aveva fatto voltare tutti nella sua direzione. "Ok Chris; per un momento ti aveva sopravvalutato ma credo di dover rivedere il mio giudizio."

Un silenzio pieno di domande aveva riempito la stanza. "Mi stai davvero dando dello stupido ragazzino?"

"Mh... magari proprio stupido no ma sciocco sì: andiamo! Ma hai visto quei due? Sono gli esseri più dolciosi e amorevoli che conosco e quando dico che sono fatti di zucchero non è tanto per dire!" aveva sottolineato incrociando le braccia per poi inarcare un sopracciglio e ammiccare verso di noi.

Una risata leggera era stato il segno che Jes aveva finalmente socchiuso le sue difese. "Dici... dici sul serio?"

"Oh sì! Dovresti vederli! Se stanno lontani più di mezza giornata partono le chiamate, i messaggini, i cuori, i "Mi manchi" "Anche tu amore.", e cose del genere."

"Ehi! Tu come fai a sapere queste cose?"

Con uno sguardo divertito Jes aveva fatto spallucce. "Può essere che sia un piccolo genio dell'informatica e, sempre in via teorica, che possa aver craccato i vostri telefoni, ma tranquilli: dopo aver letto i primi tre messaggi zuccherosi mi sono disconnesso. Nemmeno io voglio sapere certe cose." ci aveva confessato con disarmante sincerità.

"Tu sei davvero una piccola peste, ecco cosa sei! Ma stasera faremo un bel discorso sul craccare i telefoni dei tuoi genitori." gli avevo detto serio, senza tuttavia riuscire ad essere troppo credibile: Jes era da sempre il mio punto debole e lui lo sapeva; eccome se lo sapeva. "Per quanto riguarda te Chris ho un'idea: che ne dici di venire a fare una passeggiata con noi nel parco? Saremo solo noi quattro così potrai farci tutte le domande che vorrai e anche leggere i documenti che ti ha dato Zayn. Ci stai?"

Dopo averci pensato finalmente Chris aveva annuito per poi afferrare i fogli, la giacca consumata e dirigersi verso l'uscita seguito da Smartie che sembrava non volerlo mollare nemmeno per un secondo. "Ok, conosco io un posto; seguitemi."

Venti minuti dopo Chris aveva già letto tutta la documentazione che ci riguardava, soprattutto il mio cambio di sesso, ma quel fatto non sembrava averlo preoccupato più di tanto. "Da questi fogli sembrate davvero come vi ha descritto vostro figlio e quel tipo strano." aveva detto riferendosi a Zayn "Ma nel remoto caso che accetti la vostra proposta ci sono alcune condizioni da accettare; condizioni non trattabili." ci aveva detto alternando lo sguardo tra me e Benjamin.

"Sentiamo." l'avevo incoraggiato senza perderlo di vista: volevo che si fidasse e non solo per farlo venire a stare da noi e dargli una vita di certo migliore; volevo che trovasse in me, Benjamin e Jes la famiglia che non aveva mai avuto. Certo, l'avrei sorvegliato e anche tenuto d'occhio per evitare che si andasse a cacciare nei guai, ma qualcosa mi suggeriva che quel ragazzo così magro e alto aveva bisogno solo d'amore. E di solito il mio istinto non sbagliava.

"Smartie viene con me, voglio poter suonare la chitarra e avere una stanza tutta mia; se provate a mettermi le mani addosso urlerò così tanto che mi sentirà anche Lady Gaga, sono stato chiaro?"

"Però... Sei peggio di Federico quando minacci." aveva argomentato Benjamin beccandosi un'occhiata di fuoco. "Nel senso che hai carattere." si era subito corretto suscitando una risatina di Jes, intento a coccolare Smartie. "Ma va bene: avrai quello che hai chiesto e se vorrai anche un posto nel mio bar dove lavorare; quello che vogliamo è solo aiutarti Chris. Che tu ci creda a no esistono anche persone buone, non solo come i tuoi genitori."

"È vero Chris, non ti forzeremo a fare nulla e rispetteremo i tuoi tempo; ma anche noi abbiamo delle regole: non mentirci e se qualcosa non ti va bene parlane con noi. Nel momento stesso in cui varcherai la porta di casa nostra diventerai parte della nostra famiglia a tutti gli effetti; ti daremo fiducia ma anche tu dovrai fare la stessa cosa. Deve venire da entrambe le parti perché la cosa funzioni, sei d'accordo?"

Un piccolo cenno affermativo dopo Chris aveva impugnato la penna che Benjamin aveva posato sul tavolo di legno per poi guardarci con intensità: "Non so quello che mi succederà con voi, ma di certo sarà meglio dell'Inferno che ho passato finora; spero che quello che ha detto il vostro amico sia vero perché voglio sul serio cancellare ogni ricordo che mi lega ai miei genitori: ci sono alcune persone che prima di fare figli dovrebbero fare un test – psicologico per l'esattezza - e sinceramente non voglio ricordarmi di loro. Dove devo firmare?"

Uno scarabocchio dopo la pergamena, sotto i suoi occhi stupiti, aveva iniziato a brillare per poi scomparire; così come i tatuaggi che gli ricoprivano la pelle e i vestiti sporchi e consunti. Un vento leggero si era alzato per poi far vorticare le foglie intorno al suo corpo; Smartie allertato aveva iniziato ad abbaiare e io avevo alzato gli occhi al cielo: Zayn e la sua mania degli effetti speciali!

Un minuto e qualche imprecazione dopo quel turbine cessò improvvisamente e i miei occhi si legarono subito a quelli screziati di stupore di Chris: "Pà che ci facciamo qui?"

Una pacca sul sedere da parte di Jes mi aveva fatto abbassare lo sguardo verso mio figlio.

"Dede ora tocca a te." 

Angolo autrice:

Continuo?

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