Capitolo 16

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Due settimane. Due lunghissime settimane durante le quali la polizia sembrava essere scomparsa nel nulla. Nessuna notizia, nessuna visita, nessuna chiamata. Niente di niente. 

Durante quelle settimane persino Edward sembrava strano, o per meglio dire sembrava in un qualche modo diverso, più distante. Era costantemente immerso nei suoi pensieri, nel suo mondo, rimuginando su qualcosa che non mi era dato sapere. 

In famiglia, poi, la tensione era palpabile. Infatti la maggior parte delle volte stavamo in silenzio, in salotto, aspettando disperatamente che qualcuno bussasse alla porta di casa. Ma niente. Le nostre attese venivano puntualmente vanificate e le nostre speranza crollavano una dopo l'altra, proprio come se fossero flebili tessere del domino in balia del vento.

Intanto le minacce dello Stalker si erano intensificate. Lui era ovunque. Spesso infatti dalla finestra della mia camera si poteva distinguere chiaramente la figura di un uomo vestito di nero che puntava la mia casa. Con lui sembrava perfino che anche coprire le finestre con delle tende fosse inutile. Ma d'altronde.. come non poteva esserlo? Come potevo difendermi con delle stupidi tende?

Ogni tanto, poi, ricordo bene che lasciava qualche messaggio nella buca delle lettere. 

'Non riuscirai a sfuggirmi. Credi davvero che loro potranno salvarti? No. Non ci riusciranno.'

'Manca poco.'

'Il tuo destino ti attende, tesoro.'

Questi tre ovviamente sono solo alcuni dei messaggi indirizzati a me. 

Altre volte invece si divertiva a scrivere, usando pennarelli o gessetti colorati, minacce sui muri adiacenti al cancello di casa. 

Un giorno poi, ad un tratto, un bussare abbastanza violentemente alla porta d'ingresso ci colse di sorpresa, realizzando finalmente i nostri desideri. Lo avevano già arrestato?

Comunque, caro, sappi che non starò qui a raccontarti dettagliatamente il modo in cui la polizia entrò in casa, sorprendendoci. Non ti racconterò nemmeno delle loro parole, né del lungo processo giudiziario. No, no. Questo non è importante: se ti raccontassi tutto nei minimi dettagli sono sicura che ti annoieresti e, ahimè, sarebbe troppo lungo da raccontare. 

L'unica cosa che vuoi e che ti serve sapere è che lo Stalker era in realtà mio zio. So che adesso ti sembrerà abbastanza scontato: sei un ragazzo intelligente, forse te lo aspettavi già, giusto? 

Beh, per me e mia madre fu davvero un duro colpo. Okay, non lo fu chissà quanto per me, ma per mia madre.. 

Oh, diamine. Per mia madre quello fu un colpo al cuore. 

Ricordo bene le sue labbra leggermente dischiuse a causa dello stupore, il modo in cui, prima scuoteva il capo - non poteva crederci, e come darle torto? Chi si aspetterebbe qualcosa del genere dal proprio fratello? - e poi il modo in cui lo fissava. Era irata. 

"Perché?" Chiese solo questo. Usò un tono intriso di rabbia, odio, ma chiese solo questo. 

La sua risposta fu che, dato che anni prima sua figlia era stata uccisa da una sottospecie di Stalker - storia che, ovviamente, noi in famiglia conoscevamo benissimo - anche io avrei dovuto fare la sua stessa fine.

"Non è giusto." Disse lui, scuotendo il capo. "Perché Blaire è ancora in vita? Eh? Perché Madison e non lei?" Sputò. 

In pratica, desiderava che fossi morta io al posto di sua figlia. O almeno che morissi e basta. 

Al ché, mia madre, ferita e irata, in tutta risposta gli tirò un sonoro schiaffo in pieno volto. La polizia le intimò che avrebbe dovuto calmarsi, ma lei non poteva farlo. No diamine! Era appena stata tradita dalla persona di cui si fidava di più al mondo!

Per quel che riguarda me posso dirti che il suo odio verso i miei confronti mi stupì parecchio. Cioè, diamine, ero pur sempre sua nipote, sangue del suo sangue! 

Comunque, se te lo stai chiedendo, mio zio, ovviamente, fu arrestato e dopo un lungo processo giudiziario fu condannato a dodici anni di carcere.

Solo dodici stupidissimi anni, ti rendi conto? Ero davvero indignata. Ugh, per quel che mi riguardava a quell'uomo potevano pure dare un ergastolo. 

Mia madre, comunque, non si riprese piuttosto in fretta. Era sconvolta e per i due giorni successivi non fece altro che chiedermi scusa. 

"Sta' tranquilla." Le dicevo. Diamine, non era mica colpa sua! Non poteva di certo sapere che in realtà suo fratello era un sociopatico. 

Mia madre chiese anche scusa a Edward per averlo incriminato ingiustamente e, due anni dopo, lei e mio padre ci diedero la loro benedizione. Io amavo lui e lui amava me, così il 24 maggio 1996 ci sposammo. Fu il secondo giorno più felice della nostra vita insieme. Il primo ovviamente fu due anni più tardi, quando nacque Allison, tua madre. 

Di quegli otto anni insieme ricordo soprattutto la nostra felicità. Sì, sì. Eravamo felici. Io, la mia anima gemella ed il frutto del nostro amore. Diamine, era tutto fottu- perfettamente perfetto, volevo dire. 

Ma la felicità purtroppo non è eterna. Chi la vive, purtroppo, deve aspettarsi un evento pronto a devastare tutta la sua vita. 

O almeno questo è accaduto a me, a noi, una coppia che ne aveva già passate tante.

Un po-

Oh, diamine, non ce la faccio. Mi dispiace, tesoro, ma dovrò raccontarti tutto la prossima volta, okay? Mi dispiace tante, ma è davvero troppo difficile per me. 

Raccontarlo sarebbe come riviverlo in prima persona nuovamente e, nonostante non esista notte in cui io non sogni quel dannatissimo giorno, non riesco nemmeno ad accennarti quel che è successo senza scoppiare in un pianto disperato.

Adesso va' ti prego. Il dolore è troppo forte e non voglio che tu veda la nonna in lacrime. 


*Spazio Autrice*

Scusate scusate scusate se non aggiorno da un sacco di tempo! 

Eh sì, era lo Stalker era lo zio! :P

Come probabilmente avrete già capito questo è il penultimo capitolo. :C Il prossimo lo posterò a breve, entro un paio di giorni.. o almeno spero. 

Alla prossima!

-Gsxx



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