P. V. Theresa
Tre giorni dopo c'era stato il funerale ed io ero psicologicamente distrutta.
A questa cerimonia avevano partecipato: Harold insieme a sua moglie Ruth e il figlioletto Brian di tre anni, i parenti rimasti di Rudolph e qualche soldato sopravvissuto alla guerra.
Appena avevo notato Harold il mio cuore si era riempito di gioia:
<< Ehi ciao, come ti stai? >>
<< Tutto bene, ti vorrei far conoscere mia moglie Ruth e il piccolo Brian >>
<< Non sapevo che ti eri sposato, congratulazioni! >>
Il piccolo Bri era tenerissimo: aveva dei piccoli occhi marroni, dei piccoli ciuffi neri che gli incorniciavano il volto e teneva in braccio un peluche.
Durante lo svolgimento della funzione religiosa la mia bambina stava sempre da un lato della panchina a piangere mentre il piccolo Bri le mostrava il suo peluche facendola sorridere un pochino.
Una volta terminata ci eravamo tutti riuniti a casa mia per la veglia funebre:
Ludwing:
<< Mi dispiace per la tua perdita, Rudolph era un grande soldato e soprattutto uomo, mancherà a tutti noi >>
Io:
<< A me e alla piccola Rosalba in particolar modo >>
Mentre parlavo con Ludwing avevo voltato il mio sguardo verso Ruby che giocava con Bri: " menomale che Harold ha avuto un bambino, sennò la mia Ruby sarebbe stata molto sola."
Una settimana più tardi avevo ricominciato a mandare Ruby all'asilo e lei quando tornava a casa aveva il sorriso sul volto.
La sua amicizia con Bri cresceva giorno dopo giorno ed io passavo sempre più tempo con Harold e Ruth diventando inseparabili.
Con la fine dell'asilo lei mi aveva chiesto di frequentare le elementari insieme a Bri:
<< Mamma potrei frequentare le elementari insieme a Bri? >>
<< Dipende, se sono troppo lontane da casa no >>
<< Bri mi ha detto che sono vicine e poi potremo prendere lo scuolabus insieme, per favore! >>
<< Con quegli occhietti dolci non ti si può negare niente, d'accordo andrai con Bri >>
<< Grazie mamma, grazie, ti voglio bene >>
<< Anch'io amore mio >>
Il 5 settembre 1952 erano cominciate le elementari e Bri era venuto a casa nostra per accompagnarla alla fermata dello scuolabus.
Mentre lei era a scuola io mi dedicavo alla mia biblioteca.
I giorni passavano veloci e diventavano mesi, i mesi anni.
Durante il suo ultimo anno di elementari io e lei avevamo cominciato a manifestare gli stessi sintomi di cui aveva sofferto Rudolph.
Il 10 gennaio 1956 Rosalba era tornata a casa e aveva la febbre molto alta:
<< Mamma non mi sento molto bene >>
<< Tesoro sarà soltanto un po' di raffreddore, vai a letto così ti misuro la febbre >>
Lei si era sdraiata nel letto e le avevo messo il termometro sotto l'ascella.
Dopo un paio di minuti avevo notato che la sua febbre era di 40°: " non era normale una cosa del genere! Era meglio portarla da un medico specializzato".
<< Tesoro è meglio se ti accompagno all'ospedale >>
<< Perché, che succede? >>
<< Hai una febbre fuori dalla norma >>
L'avevo presa in braccio e mentre cercavo di caricarla in macchina ero svenuta.
Mi ero svegliata poche ore dopo in un lettino dell'ospedale con un forte mal di testa e dei brividi che mi percorrevano tutto il corpo:
<< Dov'è Rosalba? >>
Harold:
<< Vedo che ti sei svegliata, tua figlia è nel reparto di terapia intensiva per dei controlli >>
<< Ma sta bene? >>
<< Questo non te lo so dire. Ma anche tu hai la febbre >>
<< Sì, ed è strano. Spero che non sia la stessa malattia di Rudolph >>
<< Anche lui aveva gli stessi sintomi? >>
<< Sì >>
I giorni passavano e non avevo nessuna notizia di Rosalba.
Ero inchiodata al letto 24 h su 24 con controlli medici frequenti.
I mesi passavano e non avevo notizie di mia figlia e di quello che potevamo avere.
Le mie condizioni peggioravano giorno dopo giorno e sapevo che stavo per lasciare mia figlia per sempre.
Il 1° dicembre 1960 ero morta.
Mia figlia però continuava a combattere.
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