4- Non mi conosci

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«Cos'hai sul viso?» neanche faccio in tempo a chiudere la portiera che Blivius ha già visto il rossore sul mio viso. Titubante provo ad inventarmi qualcosa. Se fossimo da soli gli direi ogni cosa ma c'è anche Resie.

«Siccome ero di fretta ho messo la crema sbagliata, quella che mi fa irritazione» la mia voce esce insicura e so che è una pessima bugia e me ne rendo conto ancora di più, quando Bliv mi guarda con sguardo duro e non mi rivolge la parola per tutto il tragitto. Mentre il biondo annuisce e si concentra sulla radio.

L'agitazione inizia ad invadermi, perché sono uscita? Ora chiunque mi guarderà il viso capirà che qualcosa non va. Potevo anche salire di sopra e coprirlo con del fondotinta ma sinceramente volevo solo scappare da quella casa il prima possibile.

Dopo quindici minuti arriviamo al locale fuori da Resie, mi chiedo perché diamine sia venuto anche lui a prendermi, quando poteva aspettarci a casa sua, abita poco più avanti. Ma decido di restare in silenzio.

Quando scendiamo dalla macchina, Resie cammina qualche passo avanti a noi, mentre Blivius mi affianca. «È stato tuo padre vero?» la sua voce esce dura.

Annuisco senza parlare, non voglio mettermi a parlare di lui. «Questa sera vieni a dormire da me» sentenzia per poi salutare Ermes e Davor che ci stanno aspettando all'ingresso. Non ribatto, non avevo intenzione di tornare a casa per questa sera.

La piccola insegna a neon rossa con scritto 'Overdose' mi mette agitazione ma lo tengo per me. Non appena entro delle luci bianche quasi mi accecano gli occhi, la musica è altissima e temo possa rompermi i timpani. Tutti si fermano davanti ad alcuni divanetti neri di pelle, si siedono e Bliv mi attira a sé lasciandomi sedere al suo fianco, più nella penombra del locale.

«Cosa ordinate ragazzi?» è Ermes a parlare, il solito sorriso sul viso che lascia spazio ad alcune fossette e i suoi occhi sembrano quasi brillare. I capelli sono buttati all'indietro e la camicia bianca che indossa è aperta nei primi due bottoni.

«Io non bevo, quindi prendo una succo» sorrido ma tutti mi guardano strana. Ho detto qualcosa di strano?

«Va bene, vado ad ordinare io per tutti» il riccio si alza e si avvia al bancone mentre io come attratta punto i miei occhi sul moro. I suoi capelli rispetto al cugino, sono spettinati e buttati a caso, ha una maglia bordeaux a ricoprirgli il torace ma sopra di essa un giubbotto di pelle nero, i jeans sono dello stesso colore e stretti. Riconcentro la mia attenzione sul suo viso e vengo catturata dalla sua mano destra che si appoggia sulle labbra e da un piccolo tatuaggio che ha su di essa. Sono delle lettere, ognuna di esse poste su un dito, stringo gli occhi per capire meglio ma la voce di Ermes che annuncia il suo ritorno mi fa sobbalzare e quando alzo lo sguardo mi rendo conto che Davor ha gli occhi scuri puntati su di me.

Mi sento imbarazzata, peggio di quando da bambina venivo presa con le mani nel sacco mentre mangiavo la torta che la mamma diceva di non toccare. Ma nonostante tutto non distolgo il mio sguardo da lui, i suoi occhi scendono su tutta la mia figura e poi sul mio viso, lo vedo soffermarsi di più su di esso, per la precisione sulla mia guancia sinistra. Subito mi torna in mente lo schiaffo di mio padre, porto una mano sulla guancia e sposto la mia attenzione da lui, ancora più imbarazzata di prima.

La serata procede tranquilla, proprio come pensavo, Ermes si rivela un bravissimo ragazzo, divertente e anche molto gentile. Diverse volte si è preoccupato di andarmi a prendere da bere ma ho sempre rifiutato, ho ancora il bicchiere di fanta intero davanti -alla fine mi ha preso una fanta, questo posto non vende succhi.-

Resie si trova a suo agio col riccio mentre Blivius è stato per tutto il tempo sovrappensiero «Cos'hai?» lo spintono sorridendogli.

«Nulla» sorride appena e poi prende una mia mano tra le sue «Stavo pensando ad una cosa a dire il vero.»

«Cosa?» sono curiosa.

«Perché non vieni a vivere da me?» quasi mi strozzo con la mia stessa saliva, ma è impazzito?

«Cosa?» ripeto.

«Aly non puoi continuare a vivere in quella casa... Con lui» digrigna i denti.

Gli sfioro i capelli rosa e sorrido «Pantera rosa, sei il migliore amico in assoluto -accenna un sorriso per il nomignolo affibbiatogli- ma non posso venire a vivere da te» Blivius non vive con i suoi genitori da un po' di tempo. Divide l'appartamento con due ragazzi del college, due anni più grandi di lui. Li conosco, sono simpatici, gentili, ma non posso andare a vivere con loro. Non è il posto adatto per me.

Stringe le labbra ma annuisce, sa che non è esattamente la cosa più giusta da fare «Va bene, hai ragione» tira un sospiro e affonda sui divanetti.

«Bionda» Ermes mi richiama, è seduto davanti a me. Gli occhi sono leggermente arrossati e credo sia già un po' sbronzo.

«Si?»

«Perché non mi racconti qualcosa di te?»

«Ehm... Non ho molto da raccontare a dire il vero» non ho praticamente nulla da raccontare.

«Be', sei fidanzata?» sorride sghembo ed io avvampo, sento le mie guance prendere fuoco.

«No» la mia voce esce a stento.

«Questa sì che è una bella notizia» sorride ancora mentre Resie ride «Ci stai provando con la mia migliore amica?» chiede alzando un sopracciglio.

«Forse» Ermes risponde a Resie ma continua ad avere il suo sguardo su di me.

«Vacci piano amico» sorrido alle parole del biondino, da quando si preoccupa così tanto per me?

Come se mi avesse letto nel pensiero aggiunge «Lei è come una sorella per me, quindi bada bene» Blivius sbuffa e mi attira a sé.

«Bro chiudi il becco» gli intima ma Resie ride.

Ho mai detto quanto io gli voglia bene? Sono unici... Nel loro genere.

🌷

Prima di uscire dal bagno mi soffermo davanti allo specchio, il rossore sul viso si è trasformato in un vero e proprio livido. Dannazione. Ci passo la mano sopra ma mi tocca scostarla per via del dolore.

Ora si spiega perché mezzo locale mi guarda in modo strano, compresa la ragazza con la quale mi sono scontrata entrando qui dentro.

Vorrei piangere, sfogarmi, urlare, ma so che non servirà a nulla, appoggio le mani sul lavello e chiudo gli occhi facendo dei lunghi respiri.

Lavo le mani e le asciugo con alcune salviette, mi guardo un'ultima volta, scrollo le spalle e mi dirigo fuori. Ma nel tragitto per ritornare al tavolo incontro Davor.

Ci guardiamo per una frazione di secondi, subito abbasso il viso e sono pronta a scappare per ritornare dai miei amici ma la sua voce roca mi blocca.

«Cosa hai fatto al viso?» sono meravigliata, lo guardo e boccheggio non sapendo cosa dire.

«Eh?» chiedo infine, la mia voce esce così bassa che non sono sicura mi abbia sentita.

«Al viso -fa segno alla mia faccia- cosa hai fatto?»

«Io... Be' ecco, ho usato la crema sbagliata e mi ha portato irritazione» ovviamente, la mia voce che trema mi tradisce. Sono una pessima bugiarda.

Sento i suoi occhi bruciarmi la pelle, non parla più, resta fermo con lo sguardo su di me. Mi schiarisco la voce e senza aggiungere altro mi allontano da lui ritornando dagli altri.

Quando arrivo al tavolo non ci trovo nessuno, ma dove sono andati? Mi guardo in giro e subito intravedo la testa riccioluta di Ermes, sta ballando, anzi, si sta scatenando come un forsennato. Resie è al suo fianco ma davanti a lui c'è una ragazza, si struscia sul mio amico e rido nel vedere il viso del biondino diventare peggio di un peperone. Ma mi sorprendo nel non vedere Bliv accanto a loro.

Guardo l'ora sul cellulare e noto che sono già quasi l'una. Ma da quanto tempo siamo qui? Eppure, devo ammettere che il tempo è volato.

Non so cosa fare, a me non piace ballare quindi non lo farò mai, non trovo Blivius e mi sento un tantino sola in questo momento. Almeno fino a quando non vedo Davor avvicinarsi al tavolo, butta un'occhiata verso me ma non si ferma, prosegue per la sua strada fino ad uscire fuori dal locale. Perfetto, sono davvero sola adesso.

Guardo di nuovo tra la folla di persone che ballano ma Resie e Ermes sono spariti, l'agitazione mi invade. Mi alzo e cammino tra le persone cercandoli, ma niente. Neanche Blivius si vede. Così faccio l'unica cosa plausibile, mi dirigo fuori dal locale nella speranza di trovarvici Davor.

Per una volta la fortuna decide di stare dalla mia parte, come esco fuori lo vedo. È seduto su un muretto con i piedi a penzoloni, anche se le sue gambe sono abbastanza lunghe da toccare terra con le punte. Ha qualcosa tra le mani ma non capisco di cosa si tratti. Faccio un lungo respiro e mi avvicino a lui.

Ora da vicino capisco che si sta preparando una sigaretta, lo vedo arrotolare la cartina, punta i suoi occhi nei miei e senza distoglierli porta la cartina alle labbra e la lecca lentamente. D'un tratto mi sento in imbarazzo. Lui si accende la sigaretta e una nuvola di fumo si espande nell'aria.

«Ti serve qualcosa?» non mi guarda più mentre giocherella con le punte delle sue scarpe, le fa scontrare provocando un minimo suono nell'aria.

«Mi sentivo sola, dentro» ammetto affondando le mani nelle tasche dei jeans.

«Dove sono i tuoi amici?» ogni parola che esce dalla sua bocca, esce in modo freddo, quasi scocciato. Come se si annoiasse di parlare con me.

«Non lo so. Per questo sono qui con te» salgo sul muretto al suo fianco e lui mi guarda con la coda dell'occhio. Sposto il mio sguardo sui miei piedi e quasi rido nel vedere che a differenza dei suoi, i miei sono abbastanza lontani dal terreno.

«Cosa vuoi da me?» prorompe con voce grave.

«Niente, solo... Non conosco nessuno.»

«Non conosci neanche me» fa un ultimo tiro dalla sigaretta e poi la getta per terra, spegnendola con la suola delle vans nere consumate che porta ai piedi. Con un piccolo balzo scende dal muretto e si aggiusta il giubbotto.

«So che ti chiami Davor e conosco tuo cugino» ribatto senza mai togliere i miei occhi dalla sua figura. Non ci riesco, sono come attratti.

«In ogni modo non posso aiutarti. Stavo per andarmene» senza aspettare che io risponda mi da le spalle.

Scendo dal muretto e lo seguo «Non aspetti tuo cugino?»

«Conosce la strada» decido di non ribattere più, mi fermo e lo guardo incamminarsi. Le spalle larghe e possenti, le gambe toniche. Va via dal locale e neanche una volta si volta indietro per assicurarsi che io sia rientrata. D'altronde, a lui cosa importa di me? Neanche ci conosciamo.

🚽🚽🚽

SCIAO!

Ho messo un water perché devo fare pipì ma mi annoia alzarmi. Troppo.

Comunque sto aggiornando più spesso perché per ora i capitoli ci sono, ho pronto anche il 5 ma lo pubblicherò appena ho tempo.

Davor e Allyson hanno avuto la loro prima conversazione -se così vogliamo chiamarla- Davor ha notato il livido -non è stupido- e ha chiesto. Per ora solo ciò lol.

Mentre io amo Blivius, mi piace il suo essere protettivo e dai piccoli gesti che fa si capisce quanto tenga ad Aly. Mentre Resie e Ermes sono stupidi -di più Resie.-

Allora penso che il libro stia iniziando a prendere forma anche se quattro capitoli sono davvero pochi per capire. Ma spero vi stia attirando e che vi piaccia. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate.

Come sempre, grazie mille perché leggete le mie storie e per esserci anche qui. Siete speciali, vi abbraccio tutte.

Instagram: iamsaravincenti

I love you girls❤

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