53. LA STORIA DI ETHAN

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-Non mangi nulla?- mi chiese Izzy, guardandomi con sguardo intenso.

-Non ho fame- mormorai. Il mio piatto era ancora pieno di patate al forno e di spinaci. Il locale mi sembrava tremendamente buio. Oppure era solo il dolore pulsante che provavo che distorceva la realtà. Ero tornata dal viaggio in Oriente da appena una settimana, ma mi sembrava essere passata una vita. Ogni giorno senza sentire Ethan era come un secolo.

-Lo sai che devi mangiare- insisté Izzy.

-Certo, certo, la malattia- feci spallucce. Non m'importava, nulla aveva più importanza. E comunque anche il piatto di Izzy era ancora pieno. Notai che si sfiorava il ventre. Un gesto rapido prima di posare la mano sul tavolo.

-Si tratta di Ethan, vero?- mia cugina mi fissò con il suo sguardo azzurro. Mi parve di scorgere un bagliore. Preoccupazione? Izzy capace di preoccuparsi per me? Il mondo stava veramente per finire allora. –Si tratta di Ethan- decise mia cugina con un sospiro.

-Ethan non fa più parte della mia vita- le risposi.

-Non hai risposto alla mia domanda- giocherellò con la forchetta e notai sorpresa che aveva diverse unghie spezzate –pensi a lui?-

-Come potrei non pensare a lui?- chiesi piano. Deglutii, cercando di ricacciare indietro le lacrime e inspirai a fondo. Dovevo mantenere la calma.

-Chiamalo- mi disse.

-Non posso... lui ha un'altra- queste ultime parole mi fecero male, molto male. Dirlo era come renderlo reale. Lo avevo visto il giorno precedente parlare con una ragazza dai capelli scuri, la stessa della fotografia. Dire che il mondo intero si era fermato, beh, non descriveva il mio dolore.

-Lo sai bene che è reale- mi sussurrò Lauren all'orecchio.

-Ti riferisci a Mary?- mia cugina fece una smorfia, prima di tossire. Rapida si portò il tovagliolo davanti alle labbra.

-Suppongo di sì... non so come si chiami e sinceramente neppure m'interessa- mentii.

Izzy annuì, scossa dalla tosse. Aggrottai la fronte.

-Ti senti bene?- le chiesi. Con la fortuna che avevo sarebbe finito con Izzy che moriva soffocata davanti a me.

Mia cugina annuì ancora, le palpebre contratte, il tovagliolo premuto contro la bocca. Quando finalmente la tosse terminò lo allontanò. Notai che era macchiato di rosso. –Stupido rossetto- commentò Izzy.

-Stai bene?- le domandai.

-Certo che sto bene- mi sorrise e strizzò l'occhio, poi si passò la mano davanti alle labbra e fece una smorfia. -Ho un po' di nausea-

Nausea? Un pensiero mi sfiorò la mente, ma lo ricacciai subito indietro. Eppure...

-Ethan non esce con Mary, è lei che è pazza di lui- mi spiegò Izzy -a quanto pare è stata Sally a dirle che tra voi due le cose sono in crisi-

-Sally?- la fissai sorpresa e molto confusa. Certo, Sally era strana ultimamente, ma cosa c'entrava lei con Mary?

-Uffa, Victoria! Non guardi Instagram?-

Scrollai la testa e i capelli mi finirono negli occhi.

-Beh, c'è una foto di famiglia sul profilo di Sally... credo che Mary sia sua cugina o qualcosa di simile-

-Cugina?-

-Esatto... a me quella ragazza non è mai piaciuta comunque-

-Non ha importanza- risposi, evitando di dirle che le persone che piacevano a lei era poche. Soppesai per un attimo la possibilità di deviare il discorso su Michael, poi cambiai idea, Izzy mi sembrava già troppo sofferente.

-Non ti vorrai arrendere così, vero? Sally merita una punizione- insistè mia cugina.

-E che punizione posso darle?- chiesi. Ero stanca di tutta quella storia.

Izzy si fece pensierosa. –La prima cosa che dovresti fare è parlare con Ethan, cercare di riagganciare con lui-

-Non posso-

Izzy sospirò. –Se non lo farai te ne pentirai-

Non avrei avuto tempo per pentirmene. Il ticchettio dell'orologio che avevo al polso mi diede un senso di fastidio. Me lo tolsi e lo buttai in borsa. Non avevo certo bisogno che mi venisse ricordato che il tempo scorreva rapido.

-Ho fatto alcune domande in giro su Ethan- esordì Izzy.

La fissai. –Non sono certa di voler sapere-

-Invece dovresti... è una storia triste, ma penso che sia necessario che tu sappia-

Sospirai. Sapevo bene che Izzy non mi avrebbe dato pace. Se lei voleva dirmi qualcosa, beh, sarei dovuto stare ad ascoltare fino alla fine. –Dimmi-

-Sai che i suoi genitori sono morti?-

Annuii. –Sì, ma non mi ha mai detto come-

-Un incendio- spiegò –è successo mentre erano nella loro casa di montagna, una sera- notai che i suoi occhi luccicavano. Si stava commuovendo? –A quanto pare quella sera Ethan litigò con i suoi, poi uscì di casa di nascosto, questo è l'unico motivo per cui si è salvato-

Sentii lo stomaco stringersi in una morsa. –Non me lo ha mai detto- ammisi. Perché aveva mantenuto il segreto su una cosa simile? Perché non si era confidato?

-Suppongo che non voglia parlarne... soprattutto per ciò che successe dopo- sembrava che le risultasse difficile proseguire –Ecco... prima di andarsene Ethan aveva lasciato una sigaretta sul letto senza rendersi conto che non era spenta-

-Vuoi dire che... - le parole mi morirono in gola. Era quella il motivo per cui era finito in riformatorio.

-La sua sigaretta ha scatenato l'incendio- dichiarò.

Sentii un forte dolore al cuore. Il mio Ethan.

-Quando arrivò trovò la polizia fuori dalla casa- continuò Izzy -questo però non è tutto... sua madre era malata... Ethan avrebbe dovuto starle vicino... non se lo è mai perdonato... è stato in riformatorio per questo... la polizia pensava che lui avesse lasciato la sigaretta accesa per dispetto-

-Perché non mi ha mai detto nulla?- ero sconvolta -Sì, mi ha detto del riformatorio e dell'incendio... ma non di tutta la storia- tremavo.

-Non vuole che tu lo accusi dell'incendio-

-Non lo farei mai!- protestai.

-Lo so, ma è normale che lui abbia paura che tu lo guardi in maniera diversa, è umano-

Sospirai. Mi sentivo stanca, tremendamente stanca.

-Si ritiene responsabile per quello che è successo... è certo che se non fosse uscito quella sera le cose sarebbero andate diversamente... lo sai come sono questi pensieri, no? Lui è convinto di sbagliare sempre- sospirò -e poi tu finisci in ospedale per un suo errore-

-Non è colpa sua, è mia-

-Non è colpa di nessuno... ma lui si da la colpa, ha paura di fare del male anche a te... dovresti parlargli-

Scossi la testa. –Non credo di potercela fare-

-Sì invece- insisté mia cugina -Ethan vuole il tuo bene e crede che John lo sia, in fondo lo pensa anche Michael- sull'ultima parola fece una smorfia.

Scossi la testa. –Si tratta anche della mia malattia... Ethan merita una ragazza sana-

-No, Ethan merita la ragazza che ama- disse Izzy, l'espressione seria –e lui ama te-

Restai in silenzio, zittita da quelle parole che avevano il doppio effetto di rendermi felice e di gettarmi nella più cupa disperazione. Certo, io amavo Ethan, ma non potevo essere sua, non senza farlo soffrire. Io non volevo farlo soffrire. Io lo amavo e dovevo avere la forza per lasciarlo andare. Chi ama pensa solo al meglio dell'altra persona. Forse però avrei dovuto pensare anche al mio di bene. Chissà, magari avrei scoperto che corrispondeva al suo stesso bene.

Lanciai uno sguardo a Izzy che si sfiorava di nuovo il ventre.

-Un bambino?- domandai, sforzandomi di sembrare noncurante.

Mia cugina contrasse la mascella, poi annuì debolmente. -Non voglio parlarne-

Annuii. Quando Izzy avesse avuto voglia di parlare lo avrebbe fatto.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa pensate del rapporto con Izzy?

A presto

Booktrailer:

https://youtu.be/uAvhgNC7eIw

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