Che guerra sia

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Sento qualcosa solleticarmi l'orecchio che mi fa svegliare.

Apro gli occhi ma c'è qualquadra che non cosa.

Non sapevo che il mio letto avesse dei muscoli e dei tatuaggi.

Vicino a me c'è Caden che sta ancora dormendo, più precisamente sotto di me c'è lui visto che stavo dormendo sul suo petto.

Mi soffermo un attimo ad osservarlo.

Ha il viso rilassato sembra quasi un angioletto, sembra ma non lo è.

Ha un braccio intorno alla mia vita mentre l'altro è sotto la sua testa.

I capelli scompigliati sono la cosa che mi piace di più, potrebbe tenerli sempre così.

Ammettiamolo, è davvero bello, molto bello.

-Stevenson! Cosa cavolo ci fai nel mio letto?!- strillo facendolo svegliare.

-Non sapevo fossimo passati ai cognomi cara Ikeda-

-Perchè sei qui?-

-Volevo dormire con te-

-Ma io ti ho detto di no-

-Ma io lo volevo comunque-

-Qui non facciamo tutto quello che vuoi tu bello mio-

-Quindi ora sono tuo?- chiede ridacchiando.

-E' un modo di dire testa di capra- con tutto il rispetto per le capre.

-Oggi abbiamo visite Sophie, mio fratello starà qui per tutta la settimana, dovrebbe arrivare a momenti-

-E dove dormirà?- spero con suo fratello, non penso il divano sia un'ottima scelta.

-In camera tua-

-Cosa?! E io?-

-Tu dormirai con me-

-Assolutamente no. Perchè lui non può dormire con te? Tanto siete fratelli-

-Perchè no. Abbiamo già deciso con i ragazzi che saresti venuta a dormire in camera mia-

-Se vuoi la guerra Stevenson, allora guerra sia-

-E dai piccola, so che non mi resisti-

-Certo, come no-

-Facciamo così, in questa settimana ti dimostrerò che non riesci a starmi lontana, se ci riuscirò farai tutto quello che voglio io, altrimenti io farò quello che vuoi tu, per un giorno. Ci stai?-

E adesso che cavolo faccio?

-Accetto-  gli stringo la mano il più forte possibile facendolo ridere e scendo di sotto infuriata.

Quando vengono prese delle decisioni in questa casa che riguardano anche me, vorrei sapere di cosa si tratta e poter dire la mia.
Vivo anche io qui dentro carissimi coinquilini.

Lucas e Jeremy stanno facendo colazione in silenzio.

-Posso sapere perchè nessuno mi ha detto che sarebbe arrivato il fratello di Caden?-

-Buongiorno anche a te Sophie- ridacchia Jeremy.

-Non ci abbiamo pensato molto, ormai è abitudine che lui venga qui- mi risponde Lucas.

-E perchè io dovrei dormire con Caden? Non possono dormire insieme i due fratellini?!-

-Rilassati Sophie, lui ha detto che ne avevate parlato e che per te andava bene-

Bene bene, però con me non ne ha assolutamente parlato.

Perfetto, preparati Caden, sarà una settimana davvero interessante.

Ritorno in camera per prendere un po' dei miei vestiti e trasferirli nell'altra stanza.

Poi mi vesto e mi sistemo un attimo prima di andare a lezione.

-Sophie, vieni con noi?- domanda Lucas dal piano di sotto.

-Arrivo!- grido correndo verso la macchina.

Devo creare il mio piano di vendetta contro il signorino, belloccio, Caden Stevenson. 

Quando arrivo in classe c'è Clara seduta al solito posto, da sola.

-Buongiorno!- la saluto con un bacio sulla guancia.

-Ciao. Come stai?-

-Tutto bene mia carissima amica, tu? Hai finito tutti i compiti?-

Mi risponde annuendo, proprio quello che volevo almeno ora non avrà più scuse per non uscire.

-Perfetto! Oggi pomeriggio si esce e non accetto un no come risposta-

La lezione è di una noia mortale e sembra non finire mai.

Mi guardo un po' intorno e mi rendo conto che non conosco quasi nessuno dei miei compagni.

Che vita triste, dovrei fare amicizia un po' di più.

Quando sto raccogliendo le mie cose per andare alla lezione successiva una ragazza mi si avvicina sorridendo.

-Ciao! Sophie giusto?- mi domanda gentile.

-Si, posso esserti utile?-

-Io sono Mia, questo fine settimana si terrà una festa a casa mia, sei ufficialmente invitata, porta chi vuoi. Anche tu sei invitata- si gira mostrando il suo sorriso perfetto a Clara.

-Ci andremo alla festa?- domando alla mia amica entrando in mensa.

-Io no, tu puoi andarci tranquillamente-

-Perchè non vuoi venire Clara?-

-Le feste non sono una cosa da me-

-Le feste sono una cosa da tutti bella mia e non puoi lasciarmi sola- le faccio il labbruccio e vedo che funziona perchè alla fine sbuffa annuendo.

-Dopo scuola subito a casa mia- la informo riempiendo il mio vassoio con delle patatine fritte e un panino.

Vedo i ragazzi che sono al tavolo con il resto della squadra di basket, Lucas si sta sbracciando invitandoci a mangiare con loro.

Dopo un saluto generale, da parte mia perchè la mia amica è diventata rossa come un pomodoro ed è rimasta in silenzio, ci sediamo.

-Che ci fai tu qui?!- la voce di Sarah fa girare tutta la mensa nella sua direzione, lei però sta guardando solo me.

-Mangio, respiro, bevo, provaci anche tu ogni tanto- le rispondo addentando in mio panino.

-Come osi sederti vicino al mio ragazzo?!- continua a strillare indicando Caden.

-Frena con l'immaginazione Sarah, io e te non stiamo insieme e lo sai- risponde quest'ultimo guardandola male.

-Ma io pensavo che dopo stamattina..-

-Era solo sesso-

Non so perchè, ma ci rimango male nel sapere che loro due hanno appena fatto cose.

Sarà perchè forse mi aspettavo un po' più di cervello da parte di Caden, probabilmente è solo per questo.

-Allora, sei ancora qui?- insiste l'oca giuliva guardandomi.

-Sarah, tesoro, vedo che non hai preso in considerazione la proposta che ti ho fatto qualche giorno fa con l'oculista. Continui a non vedere quanto tu sia ridicola- le rispondo ridacchiando.

Indignata, si siede vicino al suo "ragazzo", spostando la sua attenzione sugli addominali di lui.

-Sophie raccontaci qualcosa di te- propone un ragazzo di cui non so il nome, ma ha un volto estremamente familiare. Magari ci siamo incrociati nei corridoi.

-Non c'è molto da dire, sono al primo anno, ho diverse passioni, mi piacciono gli animali, tranne le oche, vengo da una città non molto lontana da qui dove vivevo con mio padre, ho una vita abbastanza noiosa-

-Che lavoro fa tuo padre?- mi domanda un altro.

-L'avvocato- rispondo sorseggiando un goccio della mia bevanda.

-Come si chiama?- mi domanda il ragazzo di prima.

-Albert, Albert Ikeda-

-Lo sapevo! Il tuo mi sembrava un viso troppo conosciuto, non so se ti ricordi di me. Tuo padre è stato l'avvocato del mio quando i miei hanno divorziato, io e te ci siamo incontrati quando venivate a casa nostra-

Che memoria del cavolo che ho, avevo praticamente rimosso la scena, adesso mi ricordo tutto.

Quando i suoi genitori avevano divorziati Ethan, perchè è questo il suo nome, era ancora minorenne e c'era stato un gran casino perchè la madre voleva l'affidamento esclusivo, stessa cosa suo padre.
Il problema era che sua madre facesse uso di droga, soprattutto in quantià eccessiva e il padre non voleva far vivere suo figlio in quel modo losco. Alla fine fu lui a vincere la causa, fortunatamente direi.

-Ethan, mi ero completamente dimenticata, anche a me sembrava di conoscerti-

-Come sta tuo padre?- domanda dicendomi di salutarglielo.

-Sempre al lavoro, ormai lo sai-

-E tua madre, che lavoro fa?- chiede Sarah.

-Mia madre non lavora più- rispondo provando a chiudere il discorso.

-Perchè? Vuole fare la mantenuta?- ridacchia.

Datemi una corta, almeno posso strangolarla.

-No, semplicemente non può più lavorare-

-Allora è vecchia. Povera, come sta? Dopo una certa età uno non ce la fa più- continua a ridacchiare, se non la smette la mia mano entrerà in contatto con la sua guancia.

-Mi ricorderò di chiederglielo quando andrò a trovarla-

-Mi dispiace quasi per quella donna che deve sopportare una figlia come te-

-Sarah!- la fulmina con lo sguardo Jeremy.

-Invece io credo che sarebbe molto fiera di me, però non lo so e non lo saprò mai cara Sarah, perchè mia madre è morta-

-Meglio così, sarebbe comunque delusa da te- sto per alzarmi e tirarle uno schiaffio, ma qualcuno mi anticipa.

Una piccola mano si posa sulla guancia dell'oca regina facendole girare la testa.

-Tu, brutta troia. Non ci provare mai più a parlare così con la mia amica altrimenti la prossima volta ti stacco direttamente tutti i capelli! Capito?!- strilla Clara davanti a lei.

E' furiosa, non l'ho mai vista così. Sono proprio fiera della mia amica, oltre a sentirmi lusingata del fatto che , probabilmente il suo primo schiaffo, l'ha dato a qualcuno per difendermi.

-Credo di essermi innamorato...- sussurra Jeremy facendoci ridere.

Per fortuna la campanella ci riporta alla realtà e dobbiamo tornare in classe per le ultime due ore di lezione.

-Clara grazie, davvero- le sorrido abbracciandola.

-Non devi ringraziarmi Sophie, sei mia amica, la mia unica amica e non permetterò che quella gallina in calora si comporti così con te-

Il professore inizia a parlare e cerco di prendere appunti di tutto quello che dice e finalmente dopo due ore e una mano dolorante, ci fa andare a casa.

Insieme alla mia amica saliamo in macchina di Lucas dove c'è una ragazza.

-Mia?- chiedo osservandola meglio.

-Ciao Sophie, vi dispiace se vengo con voi, Lucas si è offerto di darmi un passaggio, ma noto che probabilemte non ci entriamo tutti, semmai me la faccio a piedi- si gratta la testa imbarazzata.

-Piccola Sophie, vieni, mettiti in braccio a me così stiamo tutti più comodi- ridacchia Caden, spero si strozzi con la saliva.

Mia è seduta vicino a Lucas che guida.

Dietro ci sono Jeremy e Clara e stranamente stanno parlando, e poi io in braccio a Caden.

Quest'ultimo mette un braccio intorno alla mia vita che tiene stretta e con una mano mi accarezza il ginocchio.

Quando infila la sua mano fredda sotto la mia maglietta sussulto.

Mi accarezza la schiena nuda che a contatto con i suoi polpastrelli viene percorsa da un brivido.

-Cosa pensi di fare?- gli sussurro nell'orecchio per non farmi sentire dagli altri.

-Non so di cosa stai parlando- risponde baciandomi il collo.

Un sospiro lascia le mie labbra facendomi chieudere gli occhi per qualche secondo.

Per fortuna sono tutti troppo impegnati a fare altre cose per accorgersi di noi.

-Cad, basta- in realtà nemmeno io sono troppo convinta di quello che sto dicendo.

-Non sto facendo nulla Soph- risponde mordicchiandomi il lobo.

Dopo aver accompagniato Mia, mi sono seduta davanti almeno sono riuscita a sottrarmi alle torture di Caden.

Uno a zero per te Stevenson. 

Appena metto piede in casa mi blocco sulla soglia, stessa cosa fa la mia amica.

Davanti a noi c'è un ragazzo mezzo nudo che sta ballando.

E' bello, ma di una bellezza che non mi fa particolarmente impazzire.

E' il classico biondo e occhi azzurri di turno con gli addominali talmente tanto scolpiti da sembrare marmo e le braccia muscolose.

-Cosa cavolo sta succedendo qui?!- inizio a strillare coprendomi gli occhi con una mano.

A volte sembro una psicopatica, lo so.

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