Solo Un Brutto Sogno

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Aprii lentamente gli occhi.

"Dove sono...?" realizzai.

C'era odore di disinfettante e...qualcuno stava parlando, ma la voce era lontana. Quasi ottavata.

"Come ci sono arrivata?" pensai.
Ricordai solo l'odore del fumo e delle grida...
Lentamente, gli occhi iniziarono a mettere a fuoco.
La voce si fece piú distinta.

Ero in ospedale.
Una voce familiare era fuori dalla stanza.
I ricordi mi piombarono in mente con una forza tale che iniziò a girarmi la testa e fui costretta a chiudere gli occhi.

Le scintille...
L'incendio...
Micheal che cercava di trascinarmi fuori...
Il fuoco che bloccava la porta...
Gli abbaglianti della polizia...

Non c'erano ambulanze o pompieri.

Spalancai gli occhi e mi sentii come se mi fossi appena risvegliata da un incubo.
Credo anche di avere gridato, perché subito dopo la porta si spalancò facendo entrare una figura che conoscevo fin troppo bene...

William Afton.

Stavolta urlai davvero.
Credo se ne accorsero pure dalla parte opposta dell'ospedale.

"Tu sei morto!" gridai nel panico cercando di indietreggiare.
Il letto e la flebo, ovviamente, me lo impedirono.
"Michel ti ha piantato un accetta in testa!" continuai "Ti ho vis..."

William scattò in avanti, tappandomi la bocca.
Indossava una cuffia che copriva completamente la ferita alla testa...
"Come fa a non sanguinare?!" realizzai.
"Hai intenzione di far prendere un infarto ai ragazzi qua fuori?!" sibilò William levandomi la mano dalla bocca.
Solo allora notai i suoi occhi: Viola.
Gli occhi di William erano a malapena gli occhi di un vivo...
"C-cos..." balbettai.

Il suo braccio destro era abbandonato lungo il fianco, mentre il sinistro tamburellava impaziente sullo schienale di una sedia.
Quando ci stringemmo la mano, William mi diede la destra...
Quel braccio non era in una posizione naturale...

Il ricordo di Ennard senza un braccio mi esplose nella testa.

"Ennard...?" mormorai.
"Chi, scusa?...Il ricovero non ti ha fatto diventare piú sveglia, a quanto pare" ammise.
"R-ricovero?" domandai.
"Che giorno é oggi?" insistette.
"Credo...il 21 gennaio...no?" realizzai.
"Sbagliato, è il 24. Ti hanno operato per le ustioni e hai dato i numeri per tre giorni" sbuffò.

Un medico e un infermiere fecero irruzione nella stanza.
"Signore, non è orario di visite" disse secco l'infermiere.
"Va bene, va bene" ammise Ennard alzando la mano sinistra.
"Almeno io sono arrivato subito, a differenza vostra" aggiunse prima di chiudersi la porta alle spalle.

Perché aveva fatto finta di non essere lui...? Riconoscevo la voce, anche se era camuffata per sembrare vagamente piú umana.

"È suo padre?" domandò il medico.
"No!" mi affrettai a rispondere.

Mi dimisero dopo una settimana.

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"Mamma, ti ho già detto che ora sto bene!" sospirai.
"Ti ricordi di prendere le medicine che ti hanno detto i dottori?" insistette mia madre "Devi cambiare anche le garze e..."
"Lucy, ha ventiquattro anni. Sa badare a se stessa" intervenne mio padre.
"Lo so" insistette mia madre "Ma..."
"Me la caverò mamma. Tranquilla" sorrisi aprendo la sportello dell'auto.

"Va bene" sospirò mia madre "Ma voglio comunque una tua telefonata ogni giorno, chiaro?"
"Cristallino" ridacchiai alzando gli occhi al cielo.
"Rem?" mi chiamò mio padre.
"Si?"
"Chi è il ragazzo all'ingresso?"

Seguii il suo sguardo finché non vidi una figura viola appoggiata all'uscita del portone principale.

"Merda" realizzai mentalmente.
"Lui..." azzardai "Si é trasferito da poco..."
"È perché è viola?!" esclamò mia madre.
"Cosplayer..." azzardai.
"Non salutare" pregai mentalmente "Ti prego, non salutare..."

Micheal ci vide e alzò una mano in segno di saluto.
Risposi con lo stesso cenno.
"Vi conoscete?" domandò mia madre.
"A presto!" gridai fiondandomi alla porta.

Salutai un ultima volta i miei prima chi chiudermi il portone alle spalle.

"Erano i tuoi genitori?" domandò Micheal.
"Sí" ammisi.
"...perché quella faccia?" domandò.
"Niente" tagliai corto scuotendo il capo.
"OK..." ridacchiò "Sicura che i sedativi non..."
"Micheal. Fammi un favore. Stai zitto" sbuffai tentando di mascherare una risata.

Mi avviai per le scale.

"I tuoi sembravano...simpatici" ammise il ragazzo viola seguendomi.
"Sono vagamente iperprotettivi" ammisi "Quando mia madre ha scoperto che ero all'ospedale per poco non ci finiva lei, per infarto".
"Tuo padre?" chiese Michel.
"Lui é...normale. Come tutti i padri, diciamo." ammisi fermandomi davanti alla porta e prendendo le chiavi.
"Ti ricordo che il mio modello di padre era un pazzo psicopatico" mi ricordò.

"...scusa" realizzai entrando "Grazie per aver riparato la serratura. Anche se l'avevi scassata tu"
"Di che parli?" domandò il ragazzo viola.
"Ma che avete tutti?" ribattei stizzita cercando l'interruttore della luce.

Quando accesi la luce, per poco non mi presi un infarto.
Tipo mia madre.

"...avete due minuti per spiegarmi come avete trovato casa mia e come siete entrati. Poi chiamo la polizia" avvisai.
"Il ricovero ti ha anche resa piú acida?" domandò sarcastico Ennard seduto sulla sedia che una volta era appartenuta a Puppet.

"Per la casa e l'indirizzo ci ha informati Micheal" ammise Scott ridacchiando.
"Volevamo sapere come stavi..." spiegò Jeremy.
"Ne so qualcosa di queste esperienze" confessò Mike "E fidati, ti serve aiuto. Soprattutto dopo..."
"Aver visti un uomo morirmi davanti? La prima notte gli Animatronics hanno ucciso quattro ragazzi davanti ai miei occhi" gli ricordai.
"Quali Animatronics...?" domandò Fritz.

"La volete piantare?!" esplosi "Prima Ennard che fa finta di non sapere il suo nome, poi Micheal che dice di non aver mai ditrutto la serratura e ora tu che mi chiedi 'Quali Animatronics'?!"
"Rem..." intervenne Scott "Calmati"
"Perché fate finta di niente?!" insistetti.
"Perché non c'é mai stato NIENTE" tagliò corto Ennard "Non so chi sia Ennard. Io mi chiamo William, ti ho fatto da aiuto guardia nella ultime due notti e il mio braccio destro non risponde per via dello shock psicologico causato dal casino dell'ultima notte"

Sbiancai.

"M...ma ti mancava un braccio...ti serviva un corpo e volevi...Micheal ha ucciso suo padre e....hai preso il corpo di William..." mormorai.
"Mio padre era un altro William..." ammise Micheal confuso "Sí, era pazzo, ma é morto al manicomio".

Scossi la testa.

"Baby...gli Animatronics...i bambini...Puppet...gli Shadows..." balbettai sedendomi sul divano.
"L'incendio di quando ero ancora una guardia notturna ha ditrutto praticamente tutto" ammise Mike.
"I rottami sono non so dove...sai, l'asta di beneficenza?..." mi ricordò Fritz.
"Ma quei cosi si muovevano" ribattei.

Ormai lo shock se ne stava andando...c'era solo rabbia.

"Gli Animatronics sono solo robot..." tentò di tranquillizzarmi Jeremy "Non si sono mai mossi, nemmeno quando eravamo di guardia noi!"
"È allora come cazzo ci siamo conosciuti tra noi?!" esclamai.

"Noi abbiamo parlato quando hai chiesto l'assunzione" spiegò Scott "Hai chiesto a Mike e a Jeremy per le voci che giravano sul ristorante e loro ti hanno confermato che erano..."
"Vere" lo interruppi.
"False" mi corresse Mike.
"Noi ci siamo conosciuti per caso" ammise Fritz per poi aggiustarsi gli occhiali sul naso.
"Io sono il tuo coinquilino" mi ricordò Micheal "Ci siamo conosciuti qualche mese fa"

Iniziarono a tremarmi le mani...

"M-Mike ha una cicatrice sul braccio" mormorai "È stato Springtrap..."
"È stato un cane qualche anno fa" mi corresse Mike.
"Rem...ascolta" intervenne Jeremy "È normale essere confusi ma...evidentemente hai fatto dei sogni all'ospedale. Ma non sono veri"
"La verità che é gli Animatronics sono morti e sepolti da un bel pò, e quel locale é disabitato" tagliò corto William "Le cinque notti sono passate normalmente fino alla quinta"

"È stato solo un sogno..." realizzai con gli occhi umidi.
"Credo sia meglio che tu ti riposa" ammise Micheal.
Annuii per poi avviarmi verso la camera da letto.

I ragazzi parlarono ancora per qualche minuto, poi sentii la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi.

Micheal dormí sul divano, come al solito.

"Volevi che fosse solo un incubo?" mi dissi spegnendo la luce "Eccoti accontentata".

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Spero vi piaccia la nuova copertina perché, non so come, quella vecchia mi si é cancellata...

Già.

Le gioie della vita.

Comunque, come vi va?
La scuola da me sta mollando la presa...piú o meno.

E...sí.
Ultimamente vi sto facendo prendere alcuni infarti nei finali, lo ammetto.
Ma, hey!
C'est la vie!...

Ne approfitto per ringraziare chi è rimando a leggere la storie.
Vi avevo promesso di finirla, no?
Bene.
Ci vorrà un pò...

Alla prossima!

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Dopo averci pensato parecchio...ho deciso di finire qui la storia. La stavo tirando troppo per le lunghe e non piaceva più nemmeno a me.
Mi spiace per che la stesse seguendo.
Anche se so che ormai non c'è più nessuno...
Bhé, nuova vita regà.

Quí Rab, passo e chiudo

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