20.5

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Ero ancora ferma sul divano, il povero Damon cercava di attirare la mia attenzione invano, ma ero troppo impegnata a leggere ancora il nostro scambio di messaggi.

Sarebbe stato capace di tutto pur di ottenere ciò che voleva, lo aveva sempre fatto.

Non era abituato a perdere, aveva sempre avuto la meglio con me.

Mi avrebbe fatta uscire fuori di testa un giorno, un giorno non molto lontano, ne ero certa.

Era ormai ora di cena, mamma e papà reclamavano me e mio fratello Seth a tavola.

«Tutto bene oggi a lavoro Sandy caro?» Sento mamma chiedere gentilmente a papà, che deve esser rientrato a casa tardi dopo aver fatto il turno pomeridiano.

«Tutto bene.» Sento rispondergli mentre il telefono dentro la tasca dei miei pantaloni comincia a squillare.

«Riley quante volte devo dirti che quando siamo seduti a tavola, non apprezzo che voi usiate quell'aggeggio infernale.» Mi rimprovera affranta e senza speranze mia madre.

«Lo so mami, ma é importante.» Le mando un bacio volante e corro a rispondere al mio interlocutore ancora in attesa.

«Pronto?» Chiedo senza nemmeno aver guardato il mittente della chiamata.

«Sei pronta? Perché sto quasi per venire a prenderti.» Katy stravagante come al solito, ignora il mio rifiuto imponendomi di accettare i loro programmi per la serata.

«Cosa? E la mia serata tranquilla che fine ha fatto? Ho anche mal di testa.» Sbuffo sconfitta.

«Hai tanti altri giorni per fare nulla chiusa in casa.

Te lo faccio passare io il mal di testa, tempo dieci minuti e son fuori casa tua. Datti una sistemata.» Detto questo riaggancia, senza darmi possibilità di replica.

Corro come una matta alla ricerca di qualcosa di carino da mettermi per la serata.

Decido di indossare il mio paio di jeans preferito, un top scuro e le mie sneakers basse.

Piastro un po' le punte dei miei lunghi capelli, un filo di eyeliner, avverto del cambio di programma i miei genitori e sono pronta a raggiungere la mia amica in macchina, già parcheggiata difronte casa.

«Finalmente!» Esclama Katy una volta salita in auto.

«Non potevo sbrigarmi prima di così.» Confesso facendole una linguaccia.

La vedo sorridere per la piccola vittoria appena ottenuta.

«Dove andiamo?» Chiedo curiosa.

«A prendere Jess.» Mi informa, ed il mio cuore sussulta.

«Prendi la scorciatoia sarà meglio non passare difronte casa di Ben.» La avverto nervosamente.

«Perché?» Chiede lei curiosa.

«Tu dammi ascolto.» Taglio corto.

«Si è fatto sentire ancora?» Domanda ignorando la mia voglia di non parlarne.

«Già, e vuole anche vedermi.» Le confesso sconfortata.

Continuiamo a parlare di Ben, stiamo quasi per giungere allo svincolo quando sento la ragazza di fianco a me chiedermi:

«Che faccio?»

Alzo lo sguardo dal parabrezza, visto che da quando abbiamo intrapreso l'argomento Ben, non ho staccato gli occhi da quel punto, e l'immagine di Ben in tutto il suo splendore si palesa difronte ai miei occhi.

Lo vedo uscire dal cancello di casa sua, indossa dei larghi pantaloni di tuta grigi, felpa altrettanto larga, mani in tasca e il cappuccio alzato a coprir la testa.

Guarda le sue scarpe mentre cammina.

«Ci vedrà comunque Riley, mi dispiace.» Tenta di consolarmi Katy invano.

Rallenta l'auto, per non farci notare.

Ma come se fosse richiamato dal mio sguardo su di lui, alza i suoi occhi scuri dell'asfalto.

Lo vedo sgranare gli occhi alla vista della mia immagine nitida difronte a sé.

«Che faccio?» Continua a sussurrare Katy al mio fianco, ma io son paralizzata a tener fissi i miei occhi nei suoi.

Passiamo quasi di fianco a lui con la macchina.

Ed è non appena i nostri sguardi non son più legati che Ben realizza che ero proprio io la ragazza dentro quella macchina.

«Ehi!» Lo sento urlare, alzando le braccia all'insù per richiamare la nostra attenzione.

«Che faccio Riley?» Chiede nuovamente Katy, per l'ennesima volta, al mio fianco.

«Fermati.» Sussurro, pentendomi già della mia scelta.  

To be continued

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