#3 Occhi di strega

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Le fiamme iniziano ad appiccarsi sulla legna accatastata nella piazza. Lingue di fuoco rosse e gialle avvolgono i primi tronchi, mentre il crepitio del legno copre il vociare sommesso dei cittadini. Ho sempre adorato la vista di quelle fiammelle sinuose che danzano armoniosamente, come guidate da un misterioso flauto magico. Forse è anche per questo che ho accettato la chiamata di Dio, quando mi ha chiesto di essere un inquisitore. Aggiusto il mio cappello sulla fronte, per poter ammirare meglio il fuoco che inizia a divampare.

La strega, legata al palo, sta per essere divorata dalle fiamme della religione e rispedita direttamente a Belzebù, il suo malefico amante. Di questi ultimi tempi le streghe sono in aumento e sempre più spesso viene richiesta l'opinione di noi inquisitori in casi di sospetta stregoneria.

Quel demonio - una strega non si può definire donna - abitava al limitare della foresta ed era stata vista spesso vagare da sola, di notte, insieme a un cane di grossa taglia, probabilmente un lupo. Il tutto senza l'aiuto di nessuna luce. Spesso passeggiava tra le case osservando con attenzione finestre e stipiti delle porte e guardava all'interno delle abitazioni, sorridendo. Cosa del tutto normale, se non fosse che il suo sorriso solare aveva la straordinaria abilità di congelarti il cuore.

Adesso si regge in piedi a fatica, appoggiata al palo, mentre le lacrime le solcano le guance, macchiandole il viso. I suoi occhi, nonostante il pianto, sono di un verde acceso e si appoggiano su di me, speranzosi. Io però non posso fare niente per aiutarla, nessuno può: lei è una strega, Dio me lo ha confermato.

Le sue iridi brillano sopra il crepitio del fuoco, danzando insieme alle mille fiammelle, e catturano i miei occhi come due magneti. Opposti, ma perfetti l'uno per l'altra. Quegli occhi... non possono appartenere a una strega. Anche Dio si può sbagliare, giusto? Lei può non essere una strega? Dopotutto, posso essermi sbagliato. Lei potrebbe essere una povera donna accusata ingiustamente.

Qualcuno deve fare qualcosa. Io devo fare qualcosa. Devo salvarla.

Ma come?

Le fiamme mi affascinano, mi hanno sempre affascinato. Catturano il mio sguardo per un secondo e mi chiamano. Adesso so cosa fare.

Mi lancio contro la pira bruciante e raggiungo la donna con un salto. Cerco di liberarle le braccia mentre il fuoco avanza attorno a noi. I nodi sono troppo stretti e non riesco a romperli a causa del caldo. La raggiungo per rassicurarla, ma quando mi metto davanti a lei, le sue labbra si storcono in un ghigno. Improvvisamente cambia aspetto e la sua pelle diventa grigia come la fuliggine, mentre gli occhi e i denti si tingono completamente di nero.

"Se io muoio, tu verrai con me!" gracchia, prima di aprire la mascella e azzannarmi il collo.

L'istante successivo il fuoco ci divora avvolgendo le nostre urla di dolore.


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