CAPITOLO 11

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Madelaine's Pov

Sono seduta sul divano bevendo una cioccolata calda, tra poco sarà natale e la mia casa è completamente illuminata.

Renne, folletti, giochi di luce, un grande albero al centro della stanza il  tutto accompagnato dal profumo di biscotti allo zenzero che mi fanno venire l'acquolina in bocca. Sono felice ma c'e qualcosa di strano come se questa scena l'avessi già vissuta.
Guardo Ryan giocare con la sua vecchia console ed è strano ero certa che non funzionasse più da anni...
Mia madre entra nella stanza e prende dalla culla Charlie che stava piagnucolando, minuscolo ecco come appare ma  dopotutto è nato da poco ha solo qualche mese, lo stringe a se mentre lui si riaddormenta pacificamente.

Si dirige verso di me e mi fa uno dei suoi sorrisi, sorride sempre lei anche quando motivi per sorridere non ce ne sono.

"Ottimo lavoro tesoro" dice guardando i dolcetti che ho sfornato poco fa "sono usciti veramente bene".

"Grazie mamma, pensavo che potevamo mangiarli dopo cena" dico sorridendo anche io, dopotutto è una tradizione.

"Certo non vedo l'ora di assaggiarli" dice posandomi un bacio sulla testa e prendendo il giubotto dall'attaccapanni.

Dalle scale scende anche mio padre, a differenza di mia madre ha un viso fortemente segnato, con la barba di qualche giorno non lo avevo mai visto così, penso sia colpa del lavoro insomma sono persone importanti i miei genitori per questa città...
Va verso mia madre e anche lui inizia a vestirsi.

"Uscite?" dico un po' preoccupata, di solito non escono mai così tardi è quasi ora di cena.

I miei genitori si guardano forse indecisi su cosa dire, uno sguardo non colmo d'amore come quelli che si scambiano normalmente questa volta posso vedere la rabbia, la preoccupazione dentro i loro occhi, che non ricordavo di avere mai visto.

La donna che mi ha dato alla luce si avvicina, guardo il nostro riflesso alla finestra ed è vero ci somigliamo proprio tanto..

"Si tesoro, sai... questioni di lavoro" cerca di spiegare in poche parole ignorando le occhiate di mio padre "ma tranquilla per cena saremo qui a mangiare i tuoi dolcetti".

La guardo poco convinta e annuisco, lei mi sfiora la mano e si allontana ladciando poi un piccolo bacio sulla testa a Ryan che continua a smanettare con quella dannata cosa, quanto a me se prima ero felice dell'imminente arrivo del natale ora sento un enorme peso dentro, che quasi mi fa sprofondare.

"A dopo ragazzi" mio padre prende una valigetta marrone che non avevo mai visto prima ed esce seguito da mia madre che  si chiude la porta alle spalle.

Raggiungo la piccola cuina per posare la tazza della mia cioccolata ormai finita senza mai scrollarmi di dosso quell'orribile sensazione, e non posso fare a meno di notare il mio riflesso, sono troppo alta per avere solo 12 anni e paragonando la me che sto guardando a quella delle foto sulle mensole c'e qualcosa che non torna...
Sto per prendere la foto in mano quando succede.

Uno scoppio o meglio dire un'esplosione si propaga per tutto il quartiere facendo rinbomabare la casa e le mie stesse ossa.
Ryan balza in piedi spaventato esattamente quanto me mentre Charlie inizia a urlare ma non ho tempo di badare a lui, nel mio cuore so già cosa è successo.

Mi precipito fuori di casa con Ryan alle mie spalle e la vedo, una macchina che conosco bene e di cui c'è rimasto ben poco, e va a fuoco bruciando il poco che ancora era riconoscibile. Mio fratello urla ma io nemmeno lo sento, mi precipito verso le fiamme mentre la gente esce dalle sue tranquille case e guarda la scena scioccata, forse sto urlando anche io non lo so ma proprio quando sto per entrare tra le fiamme vengo bloccata da qualcuno che mi prende e porta lontano, cerco di liberarmi ma la sua presa è troppo forte, mi giro e lo riconosco Elliot i suoi occhi sono scuri più che mai, cerca di dirmi qualcosa ma non lo sento, non sento nulla solo le mie urla e il dolore mentre la pioggia inizia a scendere su di noi bagnandomi i vestiti, cado sulle ginocchia e vedo il mio riflesso sull'acqua stagnante ma non sono io, è mia madre non ha più il suo sorriso e mi guarda con occhi spenti irriconoscibili mentre mi dice.

"Questo è  solo l'inizio.

Spalanco gli occhi non ho urlato stranamente non ne ho avuto nemmeno il tempo, mi precipito ad accendere la luce e mi rendo conto di essere in un bagno di sudore.

Vorrei tanto bere dell'acqua ma non ho il coraggio di muovermi da camera mia e nonostante sia completamente sudata sto tremando... era da molto che non facevo incubi su quel maledetto giorno e a differenza di tutte le altre volte era come se fossi già a conoscenza di quel che succedeva.

Mi siedo ai piedi del letto portandomi le gambe al petto, devo assolutamente calmarmi..
Ma la vedo, la vedo più chiara che mai la luce, il caldo soffocante del fuoco che si innalza nel cielo nuvoloso di quella sera e poi lui, Elliot che nei miei sogni non c'era mai stato mi ha preso e portata via, mi ha stretto tra le sue braccia e io per un attimo sono stata bene ma ovviamente questo era solo un sogno non la realtà, probabilmente se fosse stato li veramente mi avrebbe buttata dentro le fiamme per scongiurare il rischio che io parli della sua attività lavorativa non proprio legale.

Guardo l'ora, sono le 5:00 del mattino, mi alzo dirigendomi nel mio piccolo bagno penso che farò una  doccia visto che di provare a dormire non ci penso proprio, mi spoglio e mi volto indugiando sullo specchio posto davanti al lavandino, e se vedessi dinuovo lei? Un'altra cosa che non mi era mai successa, vedere mia madre in quel riflesso mi ha sconvolta più di tutto, i suoi occhi così tristi la sua espressione piena di dolore "Questo è solo l'inizio" ha detto ma io non ho idea di che cosa voglia dire, o forse non vuol dire proprio un bel niente e sono io che sto impazzendo piano piano.

Osservo io mio riflesso aspettandomi quasi che si trasformi veramente in lei, ma nonostante l'evidente somiglianza sono comunque io.
Mi allontano e regolo l'acqua sperando che porti via almeno un po' del dolore causato da quell'incubo.

                                      ......

Sono seduta nella cafetteria vicino alla scuola aspettando il mio migliore amico.

Sono rimasta sotto la doccia per un ora a pensare a cosa potesse significare la frase detta da mia madre, e alla fine sono giunta alla conclusione che non vuol dire assolutamente niente era solo un sogno non li controlliamo noi e non hanno nessun senso, stop.

Nonostante tutto ho deciso che parlarne con Sim mi avrebbe fatto bene quindi lo ho chiamato e lui ha accettato senza pensarci due volte.

Prendo il telefono per distrarmi un po' visto che non lo ho ancora guardato e vedo una notifica instagram.

'ElliotJohnson ha iniziato a seguirti'.

Ah beh ora chi è che stalkera chi? Falso, prima mi accusa poi però fa esattamente la stessa cosa.
Entro nel suo profilo e non mi stupisco nel vedere che non ci sono foto, ma insomma se non carichi foto instagram a che ti serve, non che mi aspettassi una miriade di selfie da parte sua in stile Lucas ma comunque....

Sisi ora scusati in questa maniera dillo che sei delusa di non poter vedere le sue foto a petto nudo con in mostra i suoi bei muscoli e chissà cos'altro.

Ma a che sto pensando?

Mi succede sempre così quando penso a lui, vado totalmente fuori ma non posso continuare così santo cielo Elliot non rientra nelle persone da me gradite stop  e cosi'deve rimanere sopratutto dopo tutta la faccenda di Ryan.

"Eccomi" dice Simon riscuotendomi dai miei pensieri  "cosa è successo" chiede osservandomi.

Gli sorrido, prendo un bel respiro e inizio a raccontare il terribile incubo che mi ha perseguitato per anni ma che non si presentava ormai da tempo, tralasciando ovviamente il dettaglio sulla presenza di Elliot poiché non  voglio sia in alcun modo legato a Simon, ma raccontando precisamente la questione del riflesso e di ciò che mi ha riferito mia madre.

Simon ascolta tutto con massima comprensione ma sembra ancora più confuso di me.

"Caspita Mad, ecco perché eri così sconvolta" dice finendo di bere il suo cappuccino.

"Si, non mi era mai successo, insomma di rivivere l'incidente secondo per secondo fin troppe volte ma che mi parlasse.... mai Sim poi quello che ha detto mi ha abbastanza spaventata"  dico girando compulsivamente il cucchiaino nella tazza ormai vuota.

"Non ho idea di cosa voglia dire Mad, ma magari era semplicemente un sogno insomma io una volta in un sogno parlavo con una giraffa" dice sorridendo.

Anche io abbozzo un lieve sorriso e vedendomi aggiunge "insomma non per forza deve essere una cosa negativa, magari è l'inizio di qualcosa di bello no?".

"Si può essere" dico anche se non ne sono molto convinta ma apprezzo l'aiuto del mio migliore amico.

"Andiamo ora prima di fare tardi" dice Sim andano verao il bancone per pagare.

Io annuisco e prendo lo zaino cercando di ignorare la sensazione delle braccia possenti di Elliot intorno a me quasi a volermi proteggere da mia madre stessa.





****Capitolo 11 ragazzi.
Come promesso non mi sono fatta aspettare troppo,  spero vi piaccia e in caso se vi va fatemelo sapere con qualche commento❤.
Mi raccomando le🌟🌟🌟🌟.
A presto 🥰.

-Lostshadow.

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