CAPITOLO 22

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Elliot's Pov

"Come le vuoi le uova?" chiedo a mia madre intenta a sistemare un vaso di fiori che a quanto ho capito ha comprato con Amelia al mercato cittadino.

"Oh indifferente caro, fai tu" mi liquida velocemente tornando ad osservare i fiori.

Sbuffo e decido di fare una semplice frittata, sono tornato da poco da scuola e a breve avrò gli allenamenti serali della squandra. Perché si alla fine ho deciso di tornare in squadra.
L'altro giorno quando ho riaccompagnato la ragazzina a casa sono tornato da Matt per spiegargli alcune cose e rassicurlo sul fatto che Madelaine non sia un pericolo e che non dirà nulla, ho inoltre dovuto raccontargli del nostro primo incontro nel bosco e di come lei sia venuta a conoscenza di tutto questo casino in cui siamo immischiati.
Ha dato un po' di matto all'inizio esattamente come avevo previsto ma alla fine nonostante sia ancora risentito che gli abbia mentito per tutto questo tempo è giunto alla conclusione che se non ha parlato fino ad ora vuol dire che non lo farà affatto, anche se non potrei biasimarla visto che ha rischiato di morire per colpa mia.

Ho bisogno di una borsa di studio per continuare a studiare, i miei risparmi non dureranno in eterno.
Certo mia madre usufruisce di una piccola pensione ma viene usata per le sue cure.
Quindi se questa borsa si studio arrivasse dallo sport perché no.

Ad ogni modo quando sono rientrato nella mia camera ho trovato la mia maglia sopra il letto, piegata tra l'altro abbastanza male, e con un biglietto che diceva 'non fare l'idiota e torna a giocare'. Il che mi ha stupito, visto il trattamento che le abbiamo riservato la mattina ha comunque pensato di lasciarmela, nonostante le avessi detto che non sarei mai tornato.
Sorrido involontariamente e metto la frittata nel piatto finendo poi di apparecchiare con le ultime cose.

"Sono proprio belli questi fiori non trovi caro? Poi per quello che gli ho pagati" dice mia madre convinta e io annuisco solamente con un leggero sorriso.

"Vieni a mangiare o si sfredda" dico sedendomi e iniziando a mangiare, ho poco tempo e devo ancora preparare la borsa.
Probabilmente ci sarà anche lei a vederci dal momento che quel suo amichetto sfigato è ancora in squadra sarebbe così bello se buttassero fuori anche lui.

"Ottima questa frittata tesoro, ma il tuo viso peggiora sempre di più" dice mia madre con tono apprensivo, peccato che per tutto questo tempo non sia stata in grado nemmeno di pensare a sé stessa figuriamoci a me.
Il pugno che mi hanno dato l'altra sera è ancora ben visibile sul viso, e nonostante sia decisamente meno gonfio è ancora abbastanza viola e con un taglio pronunciato, non me ne curo particolarmente visto che sono abituato e sono anni che rientro con ogni genere di ematoma o ferita ma sembra che mia madre le noti tutte solo ora.
Il dottore dice che è un buon segno ma sta facendo troppe domande e non mi piace.

"Lo ho medicato, stà tranquilla" mi sforzo di essere gentile nonostante non sia vero, ho applicato un po' di disinfettante il giorno dopo per trascurarlo totalmente in seguito.

"Non starai facendo delle risse" mi guarda spaventata e vedo tutta l'insicurezza celata dietro quel lieve velo di forza che aveva un tempo.

"No mamma sta tranquilla" mi alzo per sparecchiare e lei sorride tornando ad occuparsi dei fiori.

Finito di sistemare mi reco nella mia camera e prendo tutto il necessario infilando tutto nel borsone nero da palestra, un asciugamano,un cambio di intimo, deodorante e la maglia. Mi levo quella dannata divisa e infilo dei pantaloncini appositi neri ed una canottiera dello stesso colore che lascia scoperti ancora più tatuaggi, stacco il telefono dalla corrente e sono praticamente pronto.

Saluto mia madre intimandole come sempre di chiamarmi per ogni cosa ed esco, in poco tempo sono già al campo dove numerosi ragazzi sono già pronti fuori dagli spogliatoi.
Mi avvicino lentamente finendo di fumare quando tutti si voltano stupiti, che non sapessero del mio rientro in squadra?
Entro ignorando gli sguardi di tutti e mi siedo in una panchina tra le varie voci dei presenti fa il suo ingresso il coach e tutti si zittiscono. Posa il suo sguardo su di me e sorride "Johnson sei tornato allora, ben fatto" dice dandomi una pacca sulla spalle ed io annuisco, lo sguardo truce di Lucas su di me.

"Allora ragazzi, sapete tutti cosa è successo alla festa sulla spiagga e del perché io abbia dovuto togliere seppur a malincuore il ruolo al vostro vecchio capitano, ma la squadra ha bisogno nonostante tutto di qualcuno che la guidi e io ho deciso valutando le ottime capacità di assegnare questo importante compito ad Elliot Johnson. Ancora non vi conoscete bene ma sono sicuro che mi rendete orgoglioso come ogni anno.
Forza THS! Forsa Tigers!" Urla il coach e tutti urlano di rimando.
Noto lo sguardo sempre più incazzato del biondo e credo che ancora non abbia capito un cazzo, la prossima volta glielo spezzo direttamente il collo poi vediamo se avrà ancora voglia di guardare male.

"E ora muovete il culo e scendete in campo signorine!"ci incita il coach " in bocca al lupo figliolo" dice dandomi una pacca sulla spalla.

"Grazie coach" rispondo ed infilo finalmente la maglia da capitano.
Vengo inondato da una serie di congratulazioni anche da parte di Ryan e dell'amichetto fedele della sorella, ma una cosa è certa ora mi dovrò impegnare al massimo.

Sul campo batte forte il sole del pieno pomeriggio ed inizio a sudare ancora prima di iniziare a correre, facciamo un veloce allenamento tra flessioni e addominali quando poi la vedo, con la sua amica bionda e il ragazzino gay del mio corso prendere posto su uno degli spalti più alti.
Porta un paio di semplici jeans blu larghi con sopra il cappotto nero sbottonato che lascia intravedere un lupetto bianco aderente che le sta da dio, sta sorridendo e una volta seduta lancia uno sguardo al campo, i suoi occhi si posano su di me e mi chiedo cosa ne pensi del fatto che sono veramente tornato in squadra.
Rimaniamo a guardarci per qualche secondo con tutta l'intensità di cui ogni volta siamo carichi e poi si volta tornando a parlare di chissà cosa.

"Bel bocconcino eh Johnson" dice quello che dovrebbe essere Nate e io lo guardo male "diciamo che mi piacciono le bionde ma preferisco di gran lunga le more" continua visto il mio silenzio.
Riprendo a correre perché onestamente del colore di capelli che lo eccita di più me me frego altamente e solo ora noto che anche le cheerleader stanno eseguendo poco più in là le loro coreografie.
Il coach fischia ed iniziamo la partitella, non consoco ancora bene il modo di giocare di questi ragazzi ma vedo che in poco tempo ci troviamo in sintonia, capendo le mosse l'uno dell'altro e questo è molto importante.
Dopo un paio di punti per la mia squadra sono totalmente sudato nonostante il freddo che ha iniziato a scendere sulla città a causa dell'inizio dell' inverno, il coach fischia la fine della partita e tutti ci fermiamo, batto il cinque ai miei compagni abbastanza soddisfatto del nostro gioco e anche il coach ci fa i complimenti, la prima partita è alle porte e noi dobbiamo essere pronti.

Mi libero della maglietta ed entro nella doccia scambiando anche qualche parola con gli altri e per me è già una gran cosa.
Sono tutti abbastanza soddisfatti dell'allenamento e devo dire che il clima di squadra inizia a piacermi, Ryan tira fuori l'asciugamano dalla borsa e una piccola scatola cade a terra rivelando un contenuto verde che mi è ben noto.
Erba.
Rimette tutto apposto tra gli applausi dei ragazzi "eddai Barrow offrici qualcosa" urla Nate mentre Ryan ride, allora Madelaine ha ragione suo fratello si fa di droghe, tuttavia non sono fatti miei quindi una volta vestito saluto tutti ed esco.

Non faccio a tempo ad uscire ancora con i capelli bagnati che accendo la mia sigaretta di rito, l'unica cosa che mi manca quando gioco è poter fumare spero inoltre che il coach non tiri fuori qualche lamentela per il fatto che fumo così tanto perché non ho nessuna intenzione di smettere.

"Allora mi hai dato retta" una voce, la sua voce riecheggia leggermente e io mi giro, è appoggiata al muro aspettando probabilmente il suo amico ancora sotto la doccia, tiene le mani incrociate e mi osserva con un sorrisino furbo pienamente cosciente che se non fosse stato per lei io questa squadra non l'avrei più vista nemmeno in fotografia.

Si è alzato il vento costringendola a chiudere il cappotto, dove si stringe leggermente in preda a lievi brividi.

"No, ho pensato che la squadra sarebbe stata un fallimento senza di me quindi ho deciso di tornare" mi pavoneggio sapendo di essere abbastanza bravo in questo sport.

"Il solito sbruffone, non muore nessuno se per una volta sei riconoscente con qualcuno" dice alzando gli occhi al cielo, sono più luminosi quando discutiamo.

"E con chi dovrei essere riconoscente? Con te bambolina?" Mi guarda male, so che odia quel soprannome e che probabilmente dovrei veramente ringraziarla per avermi dato questa possibilità ma sono troppo orgoglioso per farlo.

"Si con me, per non averti ancora preso a calci in quel culo da presuntoso, capitano" rimarca l'ultima parola come presa in giro, lo sguardo fisso nel mio e le labbra incurvate in un piccolo sorriso.

Una forte folata di vento la fa' nuovamente rabbrividire, mentre poco distante da noi qualche foglia caduta viene suo malgrado trasportata.
Fissa lo sguardo su di me e si avvicina cauta, non so cosa voglia fare ma una volta davanti a me vengo inondato dal suo profumo.
Allunga le mani oltre le mie spalle e mi alza il cappuccio sulla testa in modo da coprire i capelli bagnati, rimango sbalordito dalla dolcezza del suo gesto.

"Ecco altrimenti rischi di ammalarti, non è una buona pubblicità ammalarsi e perdersi la prima partita di campionato" dice tranquilla.

Sto per rispondere quando il suo sguardo vaga oltre di me e lei si allontana di qualche passo, mi volto e il deficiente ci affianca sorridendo "hey bella partita e complimenti per la nomina da capitano" dice dandomi una pacca sulla spalla mentre io lo guardo strano mormorando un 'grazie' mentre Mad mi guarda male.
Come se mi importasse a me non interessa di certo andare d'accordo con il suo amichetto.

"Elliot!" la voce squillante di Daniela o Drusilla o come si chiama rimbomba per mezzo campo e lei si avvicina.
I capelli freschi di tinta bionda e il trucco pesante contornano la sua figura, mentre la divisa estremamente ridotta delle cheerleader lascia poco all'immaginazione "complimenti per la nomina da capitano! Sarò la tua fan numero uno!" muove avanti e indietro il PomPom con enfasi.

"Eh capirai" mormora Mad alzando gli occhi al cielo mentre l'amico le dà un colpo e la cheerleader la incenerisce con lo sguardo.
Scorre proprio dell'odio tra le due questo è palese.

"Vabbè noi andiamo, buona serata" tuona portandosi dietro Simon e dandoci le spalle, mentre la bionda mi osserva felice.
E ora cosa vuole? Non sono in vena di fare conversazione.

Abbozzo un leggero sorriso ed il mio telefono squilla, lo tiro fuori e leggo il nome di Matt rispondo subito "Dimmi" dico secco mentre lei cerca visibilmente di sentire la conversazione.

"Elliot devi venire subito qui, sono al solito bar" dice di fretta il che non è un buon sengno.

"È successo qualcosa?" Chiedo.

"Lo vedrai appena sarai qui" risponde il mio amico e riaggancia.
Odio quando fa il misterioso, che c'entri qualcosa con l'aggressione?

"Pensavo che potremo andare a prendere qualcosa" propone lei, ma ormai il mio pensiero è a cosa deve dirmi Matt.

"Ehm no ho da fare" la liquido e salgo velocemente in macchina, mi ci vorranno venti minuti per raggiungere quel dannato bar.
Si trova a pochi isolati dal nostro appartamento, non è frequentato da bella gente ma forse io e lui ci torviamo bene per quello.
Accendo una sigaretta e schiaccio l'acceleratore, giuro che se mi sta facendo arrivare fino alla periferia per nulla lo ammazzo, la spia della benzina si accende e questo vuol dire che dovrò fermarmi anche a mettere il pieno. I parcheggi come sempre sono inesistenti qui davanti e opto per il posto dove la ho parcheggiata la scorsa sera che è abastanza tranquillo e almeno non dovrò picchiare nessuno che prova a fregarmela, scendo dalla macchina e percorro il resto della strada a piedi è incredibile come la notte non ci sia un anima e di giorno questo luogo si popoli di lavoratori, donne intente nelle loro faccende e bambini che giocano felici.
Raggiungo il bar e spalanco la porta, il "white sugar" si trova in una via abbastanza nascosta dalla strada ed è frequentato soprattutto da drogati e ubriaconi infatti gira talmente tanta droga da poterne vendere a tutta Toronto, e ovviamente non mancano mai le risse, spesso io e Matt abbiamo spacciato qui dentro ma ultimamente lo usiamo solo come ritrovo o diversivo.
L'ambiente puzza di alcool ed erba come al solito e il pavimento si mostra abbastanza sudicio e con numerosi vetri, segno che ci sono già state buone dosi di scazzottamenti, non me ne curo e vedo Matt seduto ad un tavolino abbastanza appartato alla fine del locale.

"Dio amico ti sei appena perso una rissa da paura" dice ridendo.

"Matt non mi frega un cazzo della rissa dimmi perché mi hai fatto venire qui così di fretta" dico annoiato, la cameriera si avvicina e ordino una vodka liscia.
Il mio amico si assicura che la donna si allontani per poi passarmi un giornale, lo osservo perplesso è di oggi e la notizia sulla prima pagina è la cronaca di un omicidio, non capisco dove voglia andare a parare quando noto la foto della vittima: un uomo sulla quarantina con pochi capelli e qualche chilo di troppo ma con un viso gentile, l'uomo della consegna a York.

"Porca puttana" sbraito allito, la cameriera torna con il mio ordine che scolo in un sorso ordinandone subito un un'altro giro.

"Te lo avevo detto che dovevi venire" dice Matt che beve la sua birra.

Continuo a leggere l'articolo parla del ritrovamento del corpo stanotte sul tardi in un vecchio magazzino che è stato perlustrato ma apparentemente vuoto tranne che per qualche strumento da lavoro nei bassifondi di York, l'uomo era un camionista e si è trattato di un tragico incidente sul lavoro, schiacciato dal suo stesso mezzo in azione non c'e stato nulla da fare.
"Incidente sul lavoro un cazzo" dico scolandomi il secondo bicchiere "è stato ucciso".

Il mio amico annuisce "effettivamente è troppo sospetto, poi noi sappiamo bene che non era un fottuto camionista" dice.

"Porca puttana, se è stato ucciso per la merce aperta quella notte siamo nella merda più totale" dico ricordando quando il pacco è caduto rivelando il contenuto che deve rimanere segreto, avevo promesso a quell'uomo che non avrei detto nulla ed è stato cosi e lo stesso vale per Matt, ma allora perché è stato ucciso?

"Io non ho detto un cazzo Elliot, ma le cose non vanno quest'uomo morto e tu che vieni aggredito in strada" osservo gli occhi chiari del mio amico e so che ha ragione, qualcuno ha provato ad uccidermi la scorsa notte, che fossero gli stessi aguzzini?.

"Dubito che anche gli altri abbiano detto qualcosa, ci sarebbero passati anche loro, gli avrebbero uccisi" dico pensando a come abbiano potuto scoprirlo.
Ma sarebbe una coincidenza troppo grossa che quest'uomo sia stato ucciso e noi aggrediti.

"Dobbiamo scoprire qualcosa, ha detto che aveva figli no? Andiamo a fargli una visitina" dice Matt offrendomi una sigaretta della sue che ovviamente accetto volentieri.

"Si aveva figli ma piccoli, dubito sappiano qualcosa del suo lavoro, forse sarebbe meglio chiedere ai vicini o che cazzo ne so" sto perdendo la pazienza, prima quella ragazzina mi spia nel bosco poi è in mezzo ad ogni mio problema e ora probabilmente qualcuno sta cercando di farci tutti fuori.
Mi sono trasferito solo da qualche mese e ho già tutti sti problemi porca la puttana.
Alcune urla si diffondono nel bar segno di un'imminente rissa, accendo la sigaretta e onestamente non vedo l'ora di andarmene.

"Cercheremo qualcosa, intando dobbiamo avere sempre gli occhi aperti, per quanto riguarda la ragazzina?" Chiede e io sbuffo.

"Ti ho già detto che non creerà problemi Matt" alzo gli occhi al cielo.

"No dico, e se andassero a cercarla dopo averla vista con te?" Dice leggermente insicuro.
Alle sue parole un brivido mi passa sulla schiena ed effettivamente non avevo pensato che questa situazione potesse diventare un pericolo anche per lei, forse dovrei parlargliene ma la metterei al corrente di ancora più nozioni ed è meglio di no.

"La osserveró io,  e nel mentre cercheremo di capire" dico esasperato e le urla nella saletta crescono.
Scolo un altro bicchiere di vodka e decido di tornare a casa, non voglio che mia madre stia sola dopo questa notizia.

"Io vado Matt, per qualsiasi cosa chiama" gli faccio un cenno.

"D'accordo amico, mi raccomando occhi aperti" ricambia il saluto lui.

Pago il conto ed esco finalmente dal locale, la calma della sera mi investe e ormai anche le ultime persone in strada stanno facendo ritorno in casa, lasciandomi solo con i miei pensieri.
Guido senza nemmeno accendere la musica, solo con la mia sigaretta a farmi sentire vivo, decido di passare al J&J a prendere la cena che non ho assolutamente voglia di cucinare e come sempre è pieno di gente.
Mi metto davanti al bancone e dopo poco tempo la gentile proprietaria prende le mie ordinazioni assicurandomi che non ci metteranno molto, ne approfitto per chiedere anche un'altro goccio di alcol quando la vedo qualche tavolo più in là seduta con i suoi amici.
Inizialmente non mi nota ma all'improvviso si alza per raggiungere il bancone fermandosi accanto a me.

"Posso avere le bacchette per il biliardo?" Chiede cortesemente al proprietario.

"Certo cara" annuisce lui passandogliele.

"Grazie" risponde con un sorriso sincero.

Fà per andarsene ma si ferma indecisa se rivolgermi o no la parola, devo avere un'espressione veramente pessima perché la sua faccia non è privocatoria come sempre ma quasi preoccupata.

"Stai bene?" Chiede osservandomi.

La guardo ed è bella come sempre, le labbra leggermente arrossate quasi avesse passato tutto il tempo a mordicchiarsele perfette e tentatrici, dovrei dirle che probabilmente succederà un casino  ma che non voglio che le accada nulla, ma dalle mie labbra esce solo un "fatti i cazzi tuoi".
Non posso permettere che si avvicini troppo ai miei casini.
Lei mi guarda male e gira i tacchi ma la fermo prima, non voglio che se ne vada così, lei si volta aspettando probabilmente una spiegazione ma dico solo "controlla tuo fratello Barrow".
Mi sembra di vederla trattenere il fiato per poi tirare dritta dai suoi amici senza guardarsi indietro.


*** Un nuovo capitolo dedicato ad Elliot🤵
Fatemi sapere cosa ne pensate 😯📚
Mi raccomando le 🌟🌟🌟
A presto ❤.

-Lostshadow.

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