Capitolo 10 - Meissa

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Capitolo 10 – Meissa
(punto bianco, splendente)

Ci sono momenti che ricorderemo per sempre, come se la nostra vita fosse il cielo buio di una notte molto lunga e su di esso brillassero miriadi di piccoli puntini luminosi. Gli astri. Ognuno di noi ha tra le proprie mani milioni di stelle, più o meno brillanti, che presto o tardi si spegneranno. Perché le stelle, tutte le stelle, vanno a fuoco prima o poi. Non c'è una scappatoia, né nulla che tenga. Ma esiste la speranza, i sogni e la forza di inseguirli sempre. Anche se siamo nel mezzo di uno degli ultimi capitoli della nostra storia, della nostra vita, noi possiamo cambiare il finale.

E questo, più di ogni altra cosa, è quello che ci rende invincibili.
Questo è quello che ci rende umani.

Ho gli occhi lucidi ed il viso bagnato dalle lacrime mentre chiudo la lettera, tenendola tra le mani come fosse la cosa più preziosa e fragile al mondo, e la rimetto nella busta. Rimango immobile e fisso il vuoto nella stanza, pensando a tutte le parole meravigliose che ho appena letto. Sono troppo stanca e sconvolta per chiedermi come questa lettera abbia fatto ad arrivare a Ros, perché mio nonno non me l'abbia mai fatta avere, perché sembri tanto appropriata alla mia vita com'è adesso. Rimango qui, occupando meno di un quarto di letto, e continuo a piangere senza motivo. È passato molto tempo dall'ultima volta in cui mi sono fermata a pensare, chiedendomi che significato avesse la mia vita come avessi deciso di viverla. Da quando sono a Bonn sono diventata un'altra persona, ancor più razionale di prima e che lavora ogni giorno alimentata da caffeina e dal desiderio di non pensare a nulla. E così sono passati quattro anni maledettamente uguali tra loro.

Vuoti.

Per tanto tempo sono stata rintanata nelle mie convinzioni, senza accorgermi di quanto mi stessero strette. Ho lasciato che le cose, le persone e gli eventi mi spingessero a diventare qualcosa che non ho mai voluto essere. E, ora me ne rendo conto, sono cresciuta dicendomi che avrei affrontato i problemi quando si sarebbero presentati, aggirando in questo modo ogni ostacolo. Sono stata un'altra persona, per paura di non essere idonea. Non ero bella, non sapevo fare battute, non mi trovavo interessante. Ed ho creduto tanto a lungo che le cose potessero cambiare, da cambiare io stessa. Ho aspettato troppo e per troppo tempo qualcosa che non sarebbe mai arrivato ed ora sono stanca, sconfitta. Ma la verità è che io rimango me stessa, la solita me stessa. Quella che ha sbagliato innumerevoli volte e sta sbagliando ancora. La ragazzina sfortunata a cui è sfuggita la vita di mano, più di qualche volta, ma che si è inseguita la coda in silenzio. Sono stata invisibile, un personaggio secondario persino nella vita delle persone a cui ho tenuto di più.

Ma adesso basta.

La mia vita si è rovesciata. Tutto è andato in fumo, i punti di vista si sono invertiti e, per stare tanto a testa in giù, a me è andato il sangue alla testa. Ora voglio impegnarmi. Voglio impedire agli altri di condizionarmi, ai sentimenti di travolgermi. Perché ho capito che, per quanto io aspetti, nessuno verrà a salvarmi. E Mat è stato bravo, così profondo e nuovo da riuscire ad ingannarmi. Mi sono invaghita di qualcosa che, semplicemente, ha smesso di esistere un mucchio di tempo fa. Monica è perfetta per lui, una bellezza unica ed una furbizia intelligente. Stanno bene insieme, attirano l'attenzione e sembra quasi che brillino.

Io non c'entro.

Non faccio parte di questo quadro. Sono più che altro una bozza, una prova riuscita male, che si ha preferito buttar via. Ed è stato così facile mettermi da parte, che mi chiedo quanto valore io abbia avuto veramente. Mi piace pensare che tutto sia stato dettato dalle circostanze, ma so che non è così. Le cose non sono mai dettate completamente dalle circostanze. C'è sempre un pizzico di lascività, o di esuberanza. Nulla che teniamo abbastanza stretto può mai venirci strappato. Ma se allentiamo la presa, anche solo per un istante, le cose più preziose che abbiamo possono scivolare. Per sempre. In modo irrimediabile. Senza che ci venga più concessa l'opportunità di recuperarle.

Sono stanca di provarci. Sono stanca di aspettare. Mi arrendo, vivrò la mia vita senza più pensare a Mat. E sarò finalmente la persona che sono, senza filtri o timori. Perché, qualunque cosa accada, ho smesso di aspettare. Rovescerò anche quest'ultima convinzione.

E le cose cambieranno.
Per sempre.

***

Stop trying to be so ordinary
Be strong and be brave
and begin your story

Smetti di provare ad essere tanto ordinaria
Sii forte e sii coraggiosa
e comincia la tua storia

Le parole di "So ordinary" di Ryan Star rimbalzano nella stanza, rendendola meno silenziosa del solito. Ho acceso il camino e lasciato aperte le tende, guardando la pioggia cadere con occhi diversi. Odiavo la pioggia. Mi ha sempre messo tristezza, malinconia, perché mi ricorda l'Inghilterra. Ma ora capisco quanto possa essere meravigliosa la pioggia quando la si guarda con attenzione, quanto possa catturarci il cuore ed allagarlo di sentimenti. Ispirazione. Un fuoco che ti brucia dentro e non si spegne mai, un fuoco che la pioggia e la vita non fanno che alimentare. Ho riletto la lettera di mio nonno per quasi tutto il giorno, approfittando della tempesta che imperversa per barricarmi in casa.

Quelle parole hanno fanno nascere in me fiumi di domande, desideri a cui non riesco a mettere una diga. Ho dormito e pensato moltissimo, prima di prendere la decisione che cambierà per sempre la mia vita. Mi sono accertata che non fosse l'emozione di leggere le parole di nonno Albert a persuadermi, ma esse mi hanno solo aperto gli occhi. Sorrido e riporto alla memoria un ricordo lontano, qualcosa che credevo aver perso per sempre: la speranza.

And you'll forget, just how to be
And you'll regret, cause now I'm free
All that you need
Is all that you are

E dimenticherai proprio come essere te stessa
E te ne pentirai, perché io ora sono libero
Tutto ciò di cui hai bisogno
È tutto ciò che sei

Faccio un respiro profondo e sospiro, mi lascio trasportare dal ricordo più bello del mondo e dopo tanti anni mi sembra di sentirmi finalmente felice. Mio nonno mi ha sempre coinvolta nello studio delle stelle, mi ha insegnato ad amarle, ma non ha mai voluto che facessi qualcosa che non mi piace veramente. E mia madre, la famosa astrofisica Anne Moore, sarebbe stata d'accordo con lui. Lei mi avrebbe cresciuto come una bambina e donna qualunque, ciò che io ho sempre rifiutato di essere, ed avrebbe voluto che fossi felice. Forse è tardi, ma ho finalmente capito che il mio futuro appartiene soltanto a me. Qualsiasi cosa dicano gli altri, quali che siano le proteste del mio cervello, d'ora in poi io darò ascolto solo al mio cuore. Lo stesso cuore che ho lasciato imbavagliato per troppo tempo.

Sorrido e sistemo alcuni libri nell'ennesimo scatolone, uno dei pochi ancora vuoti. Sono al lavoro da due ore e non mi sento stanca, ho finalmente preso una decisione e non potrei essere più spaventata e felice. Ho imparato che quando distruggi qualcosa sei ad un passo dal ricostruirla, ma è un passo davvero grande. Ed io manderò tutto a monte, per ricominciare daccapo.

Dico sul serio.
Addio Bonn, addio lavoro, addio Germania.

Quella lettera mi ha stravolto il cuore e mi ha fatto finalmente capire cosa stessi cercando: approvazione. Volevo che tutti fossero fieri di me, che avevo coronato il sogno di mia madre, e volevo che mio padre si sentisse meno in colpa per aver fatto sì che rimanesse a Staithes. Desideravo la loro approvazione, poi ho desiderato quella del professor Flick; e solo all'ultimo momento mi sono resa conto che l'unica approvazione che conta davvero è la mia. C'è voluta una semplice lettera, le parole della persona che più ho amato nella mia vita, a farmelo capire. Se non avessi buttato all'aria quattro anni della mia vita mi verrebbe da ridere.

Guardandomi intorno mi rendo conto di essere ancora in alto mare, sto cercando di raccogliere tutti i libri da rispedire in biblioteca negli scatoloni recuperati al piano di sotto; in più ci sono una miriade di cose da fare, persone da avvisare, valige da preparare. Da sola non posso farcela. Afferro il telefono e digito un numero che ormai conosco a memoria.

-Tesoro, dimmi.

-Will, hey!- dico, felice di sentire la sua voce –Luna è con te?

-Emh... perché?

-Perché ho bisogno di voi.

Lo sento ridacchiare.

-Tesoro, ormai ti conosco.- dice divertito –Cosa bolle in pentola?

-Bolle un passaggio.- rispondo –Me lo dai un passaggio al Centro? Devo andare da Flick.

Will sbuffa, facendomi notare quanto sconclusionato e folle sia presentarsi al Centro una volta tanto che siamo liberi, ma alla fine cede e dice che mi passerà a prendere. Sorrido, chiudendo la conversazione e sentendomi soddisfatta e triste al tempo stesso: come farò a dirlo a Will e Luna?

Come gli dirò che ho intenzione di lasciare il mio lavoro e tornare a Staithes?

***

Credo di aver capito una cosa fondamentale, in tutto questo tempo. Quando nasciamo, fin da piccoli, ci lasciamo influenzare da ciò che ci circonda ed impariamo a capire il mondo in modo prettamente schematico. Come se un filtro fosse stato applicato al nostro sguardo, qualcosa che l'ambiente ed il modo in cui siamo cresciuti riconosce come naturale. Eppure, prima o poi, arriva il momento di capire e capirci. Di osservare le cose secondo quello che sentiamo, con una prospettiva tutta nostra. E solo a quel punto capiremo di essere noi a decidere, perché è questo il potere più grande di ognuno di noi: scegliere cosa combinare di buono in questo passeggero attimo chiamato vita. E solo ora capisco che mia madre si sbagliava quando mi diceva che sarei diventata una donna forte, razionale e sicura di sé . Si sbagliava perché, semplicemente, questa è lei. Ed io sono diversa. Io non sono sicura di me stessa, o coraggiosa, o professionale. Per anni ho cercato di esserlo, convinta che l'unica cosa da fare fosse cercare ininterrottamente una parte inesistente del mio carattere. Ma ora capisco che la cosa giusta da fare è solo smettere di cercare qualcosa che, più che stare nascosto, semplicemente non esiste. Mi piace scrivere, odio stare al chiuso ed adoro leggere poesie. E mi sono stancata di lasciare da parte me stessa, perché voglio essere libera da questo momento in poi. Io voglio tornare a casa.

Spalanco la porta dell'ufficio del professor Flick con una furia che non mi appartiene, arrossendo dall'imbarazzo alla vista di una donna sulla cinquantina che mi fissa, costernata. Mi scuso frettolosamente, ma lei non mi degna neanche di uno sguardo, uscendo.

-Mi scusi, professore, io-

-Non preoccuparti.- Flick blocca le mie scuse con un sorriso, facendomi segno di accomodarmi.

-Immagino sarai qui per parlarmi del progetto... come procede?- è così entusiasta che mi si spezza il cuore al pensiero di quello che sto per dirgli. Ma non posso tirarmi indietro proprio adesso, ormai ho deciso. E questa è la mia vita, è arrivato il momento di prendere in mano la situazione e dire di no a tutte le persone che sembrano volersi impadronire del mio futuro.

-Il progetto è finito.- sorrido, porgendogli la tesi a cui ho lavorato negli ultimi giorni: non potevo andarmene senza aver portato a termine il mio compito, lo dovevo al professor Flick.

-Già finito?!- esclama incredulo, sfogliando le pagine con curiosità –Ellison, tu sei una maga!

-Spero vada bene, ma non mi offenderò se vorrà affidarlo a qualcuno per degli accorgimenti.

-Perché mai dovrei chiedere a qualcun altro?- mi chiede, sfogliando distrattamente il fascicolo –Verrei da te per comunicarti l'opportuno da correggere.

Il cuore accelera i battiti, ma io cerco di calmarlo e prendo un respiro profondo.

-Temo che non sarà possibile.- rispondo –Ho intenzione di lasciare il posto.

La sua reazione è totalmente inaspettata. Mi aspettavo che rimanesse sorpreso, deluso magari, ma di certo non così tanto. Il professore balza in piedi, accigliato; io faccio lo stesso, intimorita dal suo scatto.

-Vuoi andartene?- mi chiede, sembra sbalordito.

Annuisco, accingendomi a spiegare, ma vengo interrotta.

-I colleghi ti danno fastidio? Il lavoro è troppo pesante o preferisci cambiare settore?- comincia a riempirmi di domande, tanto da lasciarmi un attimo confusa –Ti ho messo troppa pressione?!

-No!- mi affretto a precisare –No, certo che no! Lei è... davvero fantastico, dico sul serio.

-E allora cosa c'è che non va?- torna a sedersi, ma ha una strana espressione. Sembra che la domanda che mi ha appena posto abbia già una sua, prefissata risposta. Nella sua testa ne è a conoscenza, nonostante io mi chieda come ci sia arrivato.

-Ricordi.- rispondo in un semplice sussurro.

-Belli o brutti?- mi fa sorridere il suo stare al gioco senza chiedere spiegazioni, per farmi sentire a mio agio.

-Questo non è il mio posto, professore.- confesso, schietta –Perché è tutto perfetto, e mi annoia.

Lo vedo annuire, pensieroso. Poi, inaspettatamente, sorride.

-Potrei dirti che te lo avevo detto, ma mi sembrerebbe scontato.- mi fa un occhiolino –Tu rappresenti un'eccezione, Ellison. Sai perché? Perché hai saputo fare la scelta sbagliata ed ora sei qui, a dirmelo con tutta la tranquillità che solo tu potresti ostentare.- sospira –Ed è magnifico vedere quanto tu stia perdendo una grandissima occasione, ma non riuscire a fermarti. Perché, nel tuo caso, so che sbaglierei. Tu non sei fatta per le grandi occasioni, a te piace sfaccendarti per le cause perse. La tua causa persa l'hai lasciata indietro, ma mi sono sempre chiesto quale fosse...

-Qualcosa di totalmente diverso da questo.- dico prontamente, ma ho già gli occhi lucidi.

-Ricordi cosa ti ho detto, quando la commissione ti ha scelta?

-Sì.

Flick mi disse che era una strada difficile, che forse non mi apparteneva e che avrei potuto non farcela. Non potrei mai dimenticare quella conversazione, perché mi fece tentennare ulteriormente, al momento della partenza, ma mi diede anche una spinta in più per continuare. Volevo dimostrare di esserne capace, ma ho solo capito che, all'altezza oppure no, non si tratta di quello che voglio fare nella mia vita.

-Ho commesso l'errore, quella volta, di chiederti se davvero si trattasse della tua strada.- dice il professor Flick –Ma tu mi hai insegnato che qualsiasi strada ci appartiene, finché abbiamo il coraggio di percorrerla. Sei coraggiosa, ma hai anche molto talento. E sono sicuro che sia venuto da tanto lavoro.

-Sta forse ammettendo di aver sbagliato risultato?- chiedo con un sorriso malizioso.

-Come volevasi dimostrare...- annuisce, sorridendo e scuotendo il capo.

-Professore...

-Non posso non rivelarti che avevo riposto grande fiducia in te, Ellison. E che sono certo che, restando, potresti arrivare molto in alto.

-Ottimo parere professionale.- esclamo divertita, come se quelli non fossero i complimenti che ho sempre sognato di ricevere.

-E se le chiedessi cosa ne pensa come Flick? Flick e basta.- chiedo titubante.

Lui sorride, inclinando la testa di lato e scrutandomi complice.

-Ti direi di tornare a casa.

Sorrido, stringendo la mano del professore. Mi ha aiutata molto, e mi sento quasi in colpa ad andarmene adesso. Ma so che, proprio perché è una persona tanto fantastica, è riuscito a capire come mi sento. Sto per uscire dalla porta, il mio addio definitivo a questo lavoro, quando la sua voce mi richiama. Sembra divertito, ma anche malinconico.

-In matematica esistono delle cose chiamate paradossi, si tratta di teoremi mai dimostrati. Regole che esistono... e basta. Tu sei un paradosso, Ellison Moore. Il più interessante che io abbia mai potuto studiare. Buona fortuna.

Nel momento esatto in cui finisce di parlare, capisco che non dimenticherò mai queste sue parole.

Spazio Autrice:
Buonaseraaa *-*
Allora, sarò velocissima perché sto aggiornando praticamente mentre mi asciugo i capelli e sono in super ritardo per uscire (sono sempre in super ritardo, ma vabbé...).

Ennesimo capitolo di passaggio che spero non vi abbia annoiati, le cose sono un po' piatte perché ci avviciniamo sempre più alla fine di On fire. A proposito di ciò... è giunto il momento della domanda tanto attesa, quella che vi pongo verso la fine di ogni storia, ovvero...
Che finale vi aspettate?

Ovviamente la fine è già scritta, immutabile e che ci fissa minacciosa più o meno dalla metà della prima parte, ma sono comunque curiosa di leggere le vostre risposte *-* ! Se vi va di lasciare un commmentino sapete che mi fa sempre piacere, anche e soprattutto se avete qualche critica o consiglio.
Grazie di cuore per ogni commento, stellina e visualizzazione. Incredibile a dirsi e vedersi, ma siamo quasi a 1K voti  *-* ed è solo merito vostro. Grazie, grazie, grazie <3 .
Un abbraccio, a prestissimo!

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