Biblioteca

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Heilà signori!
Aggiornamento ad un orario indecente e fra interrogazioni e verifiche, però c'è.. ma dovete ringraziare zorobin_delirium che mi spinge a non procrastinare come un cane :')
Anyway, buon ritorno a scuola per chi rientra l'1 febbraio e amen a chi è già rientrato.
Enjoy

~Età edoardiana, primi '900~
Rey amava quel lavoro: stare ore e ore nella biblioteca, perdersi fra gli scaffali alti e stracolmi di libri e atlanti (anche se conosceva le corsie a memoria), vegliare silenziosamente sullo studio di alcuni giovani che spargevano sempre tutto il materiale sui tavoli, consigliare titoli ai lettori più affamati che setacciavano la biblioteca con aria attenta.. sì, le piaceva davvero.
L'odore di carta vecchia, di pelle e legno le entrava nelle narici e la accompagnava fino all'imbrunire, restano impresso nei suoi vestiti.

Al fine di ogni giornata, passava a setaccio tutto il suo piano (il secondo, per essere precisi), scaffale per scaffale, mensola per mensola, tavolo per tavolo, riordinando i libri fuori dai loro posti e accostando le sedie il più possibile ai tavoli, portando via i ceri di candele ormai inutilizzabili e sciogliendo infine i grossi nodi dei cordoni che tenevano aperte le tende, facendo così sparire ogni traccia della fioca luce dei lampioni appena accesi che entrava dalle ampie vetrate; fatto ciò, prendeva velocemente il suo cappotto e trottava allegra sulle prime rampe della scala a chiocciola, rallentando quando arrivava a vedere la luce del primo piano. Si fermava sempre sulla piazzola dell'ultima rampa e si sedeva, guardando con un sorriso silenzioso il suo collega, Ben.

Aveva tratti nobili, un pallore che faceva a pugni con i capelli e capi scuri, e si aggirava aggraziato fra gli scaffali, con grandi pile di pesanti tomi fra le braccia, ma non sembrava facesse nemmeno il minimo sforzo: dizionari, grandi atlanti geografici e romanzi storici sembravano leggeri come piume. Ogni tanto doveva sistemarsi gli occhiali sul naso con movimenti decisamente imporbabili, ma questo lo rendeva solo più carino.
"Non sarà guardare come l'opera di Puccini, ma spero sia interessante per te, mia cara". Rey rideva, guardandolo dalle ampie sbarre della scala, appoggiando la testa ad una di esse. "Sei meglio di ogni opera" replicò, con un sorriso sincero mentre lo guardava smistare tascabili e libricini sottili con metodica precisione. L'uomo parlava, mentre inseriva i testi nei loro scaffali "Meglio persino della Tosca?" mossa meschina: per quanto relativamente nuova, era in assoluto la sua opera preferita. "Assolutamente.. meglio di ogni opera mai creata, o solo anche pensata". Ben le si avvicinava, con un romanzo fra le mani, Orgoglio e Pregiudizio, e glielo porgeva "Vuoi avere l'onore di sistemare l'ultimo libro della giornata?". Appena lo avuto fra le mani, vide un piccolo rialzamento fra le pagine e, pensando ad un segnalibro, aprì il volume: era evidenziato il tratto "You have bewitched me body and soul, and I love, I love, I love you. And wish from this day forth never to be parted from you."
(Mi hai stregato anima e corpo, e ti amo, ti amo, ti amo.  E auguro da oggi in poi di non essere più separato da te ") e, sulla pagina accanto era appoggiato un anello, che notò subito abbinarsi al ciondolo di ametista, regalatole per il fidanzamento dall'uomo che adesso le stava chiedendo di sposarlo.

Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi scuri e sfocati a causa delle piccole lacrime che le di erano formate agli angoli degli occhi. Rey annuiva, sussurando tanti sì, mentre si gettava fra le braccia dell'altro, che la stringeva a se, felice più di quanto potesse mai immaginare.

Spezzarono l'abbraccio solo per creare un dolce bacio, nella quiete della loro biblioteca: il mondo era silenzioso ora, c'erano solo loro e i loro respiri rarefatti. Si guardarono negli occhi per qualche secondo, prima di scoppiare a ridere: erano così tante le emozioni, in quel momento, che il miglior modo per esternarle era ridere.
La donna scese quell'ultima rampa di scale, saltando gli ultimi due gradini e volando al fianco di Ben, che dopo aver assicurato di  aver spento le candele sul grosso lampadario al centro della sala, si sistemava i bottoni del cappotto. "Andiamo?" le chiese, aprendo le pesanti porte per lei, lasciandola uscire nelle fredde strade serali inglesi. Chiuse la biblioteca, accompagnandola alla pensione dove lei alloggiava (anche se ancora per poco) con un braccio attorno alla sua vita.

Sì salutarono con un altro bacio, più discreto e leggero, che passò inosservato ai passanti: non erano altro che un'altra coppietta innamorata.

E lo erano, lo erano davvero: erano come in un romanzo, e quello era solo l'inizio di un nuovo e luminoso capitolo.

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