Rincontro

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Hello people! Sono tornata, circa.. sono un po' incasinata, in vita privata, un po' di roba che mi è successa ecc ecc..ma penso di essere tornata, quindi yei!

preparatevi, ci sono tanti feels :')

"Leia, ne sei sicura?" chiese di nuovo Poe, con una nota di grande preoccupazione nella voce. "Qualcun'altro può prendere il tuo posto, Holdo, magari? O qualunque altro-" venne fermato, con uno sguardo di fuoco scoccato attraverso uno specchio.
"Mi dispiace, Poe, ma è una cosa che devo fare da sola.- si girò verso di lui, con un sospiro grave- Non devi preoccuparti, so cosa sto facendo, e sappiamo entrambi che non saremo soli nella sala: molti altri senatori e figure politiche saranno presenti... non può succedere nulla che non sia visto da qualcuno."
Il capitano marciava nervosamente nella stanza, mordendosi le labbra. "Sai che non te lo posso lasciare fare, Leia.. insisto che tu abbia qualcuno per coprirti le spalle..!"
Leia si massaggiò le tempie, seccata di riavere quella conversazione per la terza volta della mattinata "Poe. Non ti sto chiedendo nessuna approvazione, è una riunione politica a cui ho l'obbligo di partecipare, e non mi tirerò indietro." Lo puntò con l'indice, accusatoria "E solo perché sono anziana, non significa che non mi sappia difendere da sola.- sospirò- Sei congedato."
"Ma Leia-" provò a ribattere l'altro. "Sei. Congedato." Ci rinunciò, sconfitto "Sì, generale.." ed uscì, a testa bassa.
Entrambi sapevano che era una enorme bugia: Leia sarebbe stata sola con Lui, con guardie all'esterno, sì, ma era dato loro l'ordine di non lasciar entrare nessuno se non loro.

La donna si prese ancora un attimo per guardarsi allo specchio: tutto era in ordine, ma nulla era giusto.

La guerra, Snoke, suo figlio come Leader Supremo.. il suo Ben, che aveva fatto nascere, ma che raramente aveva visto crescere, ora era il nemico.
Le spezzava il cuore ammetterlo, anche solo pensarlo: il suo bambino che sporcava le mani nel sangue, e non più nella pittura come faceva ormai trent'anni prima.
Ma doveva continuare ad essere forte, per tutti, sapeva che doveva rimanere il Generale Organa per il bene della Resistenza, ma voleva solo essere una signora anziana, e dedicarsi a tutto quello che negli anni ha dovuto trascurare per la politica e la rinascita della nuova Repubblica.

Arrivò in sede del Senato, più sfarzoso e grande di quanto ricordasse, e vide due figure ammantate di nero sulla soglia: imponenti e ferme come statue, si mossero dietro di lei appena entrò, facendo segno ad un altro di scortarli nella sala. Si mossero silenziosi, l'unico rumore era il loro respiro attraverso le maschere.
Entrarono in nella stanza designata per l'incontro, e suo figlio era già lì: girato di spalle, guardava fuori dalla vetrata. I tre cavalieri erano fermi sulla porta, aspettando un suo cenno che li potesse congedare, il che non tardò.
Appena la porta fu chiusa, l'uomo si girò verso Leia, che dovette reprimere l'istinto di accarezzargli il volto.
Era terribilmente bello, ed entrambi lo sapevano: non faceva nulla per sminuire la sua figura, anzi, usava tutto quello che aveva per accentuarla, per farla sembrare ancora più cupa, alta e minacciosa.
E somigliava ad Han, e questo le straziava il cuore: gli occhi, il naso e le labbra erano uguali, fotocopiati sul suo viso.
Emanava potere, sicurezza, stabilità, ma sotto sotto, sapeva che il suo bambino aveva paura, terrore per il futuro.

Se solo fosse stata abbastanza forte, in modo da esserci, per lui..

"Generale Organa, si sieda, abbiamo molto di cui parlare". La sua voce era ferma, atona.. ma voleva solo concludere alla svelta, per non dover guardare in faccia dove portavano le conseguenze delle sue azioni, che cosa portavano i suoi scatti d'ira su quelli a cui aveva voluto bene.
La donna prese un respiro profondo, sedendosi distante, per il bene di entrambi. "Lo penso anch'io.. - deglutì a vuoto, quasi per mandar giù un boccone indigesto- Leader Supremo."

Parlarono, parlarono a lungo, per ore, senza mai fare una pausa: in tutto quel tempo, notarono come l'altro fosse stanco, spossato, si sentisse tradito nel profondo, come volesse l'altro dalla sua parte, ma come allo stesso modo non volesse ferirlo più di quanto non avesse già fatto.
Il tono usato da entrambi non cambiò mai: distaccato, politico.. non più caldo e gioioso, come ci si aspetta fra madre e figlio.
Anche il linguaggio del corpo era molto diverso: Ren stava fermo, rigido, composto, mentre sua madre si inclinava spesso verso di lui, quasi cercando anche il minimo contatto.
Dopo ore vennero a capo della discussione, sancendo su documento una tregua momentanea fra Primo Ordine e Resistenza, finché qualcuno non avesse fatto il primo attacco che avrebbe ridato inizio a tutta quella faida.
Si salutarono nel modo più distaccato e freddo, separandosi velocemente l'uno dall'altra.

Leia marciò fino alla sua stanza,non facendo parola con nessuno, e si chiuse la porta dietro le spalle, esausta. Si tolse i gioielli, che sentiva così pesanti sulle sue mani e orecchie; si tolse il vestito, con metodica attenzione, soffermandosi sul ricordo che lo legava a lei: era il preferito di suo figlio. "Ti dona, fa risaltare i tuoi occhi, mamma", così aveva detto, con quel tono non da bambino ma non ancora da adolescente, il suo Ben.
Trattenne le lacrime mentre si cambiava con una tenuta più comoda, sedendosi davanti allo specchio, disfacendo la capigliatura intricata. Guardò l'immagine riflessa, e si vide stanca, con gli occhi arrossati e i capelli grigi sulle spalle.
Ne prese una ciocca fra le dita, accarezzandone la lunghezza. Le affiorò un ricordo alla mente, uno di quelli che conservava gelosamente.. Era mattina, e Han non c'era, come al solito. C'erano solo lei e Ben in casa, e lei presto avrebbe dovuto andare ad assistere ad una seduta un senato; suo figlio era tornato a casa per qualche giorno, giusto il tempo per una pausa dall'Accademia Jedi, che lui sembrava detestare tanto. Lei era ferma, vestita, cercando un modo per acconciare i capelli, fu il ragazzo a scegliere per lei: senza una parola, si posizionò alle sue spalle, e iniziò ad intrecciare le sue ciocche elegantemente. "Come hai fatto..?" gli chiese, incredula della sua bravura: una corona fatta di treccine, che si raggruppavano in una treccia più grande che cadeva lunga sulla schiena. "Dove hai imparato, bimbo mio?" domandò accarezzandogli la guancia. Lui si scostò, allontanandosi dal suo tocco, quasi spaventato. "Da solo, da nessuno." disse, e si dileguò in fretta.

Le guance di Leia si bagnarono senza che lei lo potesse impedire, o almeno controllare. Era un pianto liberatorio, sfogava tutta la malinconia, la tristezza, lo stress.. lasciava andare tutti i pensieri che la opprimevano, e desiderava solo buttarsi fra le braccia di suo figlio, un giorno o l'altro.

Ben non era da meno.
Nella sua stanza, piangeva anche lui, sommessamente, rigido: non voleva che qualcuno vedesse il novello Leader Supremo piangere. Ma c'era chi lo consolava, piano, con parole dolci, che gli ricordava che non era solo.

Piansero entrambi, in luoghi diversi, condividendo il dolore, le lacrime, il sollievo dopo aver scaricato tutti quei sentimenti.

Leia ritornò alla realtà quando una mano leggera bussò alla sua porta: sussurrò appena un "Entra", che dalla porta fece capolino Rey, con un piccolo sorriso.
La donna più anziana si asciugò le lacrime, invitandola a sedersi sul letto, dove ora era anche lei. Si sedettero fianco a fianco, senza dire nulla: la Jedi prese le mani dell'altra fra le sue, con tenerezza. "Lui non ti odia, lo sia? Ti vuole bene, sotto le corazze e le maschere che ha.. e non è contento che tu sia in lacrime.. lo so, lo sento" disse al generale, cercando di scorgere le emozioni sul suo viso, cercando di non farla piangere ancora. "Ragazza mia, non sai quanto significhino per me queste parole.." fece un tremolante sorriso, accarezzandone il viso, incorniciato da quelle treccine che avrebbe riconosciuto ovunque.
Leia la strinse fra le braccia, confortando entrambe. Le sussurrò, dolcemente "Rey, prenditi cura di mio figlio, anche se è un ragazzo testardo e impulsivo.. ti prego, non farlo cadere". Rey le rispose, sicura "Non lo farò, non è solo in tutto quello che sta vivendo."

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