Confidenze

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Capitolo cinque - Confidenze

Emma's POV

Il giorno seguente, siamo in città per delle commissioni per il matrimonio. Siamo uscite, io, Elsa e Regina. Si è unita anche mia sorella alle commissioni con la speranza di incontrare il conte Graham.
E infatti, le sue preghiere sono state esaudite. Poco dopo, mentre stiamo per uscire da un negozio di stoffe, lo vediamo avvicinarsi a noi, con il suo bel sorriso, sempre pronto a regalarlo a chiunque e forse, in particolare a mia sorella.
Mentre lui saluta affettuosamente Elsa e Regina, io mi guardo intorno, non so precisamente nemmeno io il motivo per cui lo sto cercando, forse semplicemente perché di solito i due girano sempre insieme...
Certo che è questo il motivo, non c'è altro sotto. Anzi, sono anche felice che non è venuto in città con il suo amico, così non dovrò vedere la sua faccia da schiaffi.
Ultime parole famose, poco dopo eccolo comparire alle mie spalle e chiedermi con arroganza e con quel tono maledettamente strafottente se sto cercando lui.
«Naturalmente no» rispondo prontamente, incrociando i suoi occhi celesti come il mare.
«Io invece sono felice di vederti, Swan» salutandomi con il baciamano e facendo lo stesso con Regina ed Elsa.
Graham propone di accompagnarci a casa e io sto per rifiutare prontamente, o inventarmi una scusa per rimanere in città e non dover interagire con Killian Jones, quando la mia amica, interviene al mio posto.
«Emma ed Elsa stanno proprio tornando a casa, io mi devo fermare in città per incontrarmi con Robin, ma le lascio in buone mani no?» dice prontamente rivolgersi in particolare modo a Killian, tanto che lo guarda con un cipiglio divertito. Tipico di lei. I due penso che andrebbero d'accordo, anche se non farebbero altro che punzecchiarsi tutto il tempo a parer mio.
Io naturalmente la guardo malissimo, perché so perfettamente che non deve incontrare Robin e lei mi sorride compiaciuta, visto che mi ha dato modo di interagire nuovamente con lui.
Graham e mia sorella non perdono occasione per iniziare a camminare vicini e chiacchiere tra loro animatamente. Non ho mai visto Elsa interagire con così tanto entusiasmo con qualcuno, tanto meno con me, ciò significa che questo ragazzo le piace seriamente, ma ciò significa anche che mi ha lasciata sola con Jones e io non ne avevo per niente voglia.
Camminiamo fianco a fianco, ogni tanto guardandoci con la coda dell'occhio, ma nessuno dei due dice qualcosa per rompere il silenzio imbarazzante che si è creato. Nemmeno lui che di solito ha sempre qualcosa da dire, anzi mi correggo ha sempre qualcosa da dire a sproposito.
«Sbaglio signorina Swan o voi avete ancora la mia giacca? Avete intenzione di ridarmela o la volete tenere per pensare a me nelle notti solitarie?»
Ecco qui, come previsto ha appena detto una delle sue stupidaggini. Alzo gli occhi al cielo esasperata.
«Te la puoi riprendere oggi stesso, non voglio nessun pretesto per pensare a te» rispondo prontamente per le rime a quello sfacciato, ma davvero pensa che in questo modo riesca a fare breccia nel mio cuore? Bè si sbaglia di grosso, non fa altro che irritarmi e meno lo vedo e più sono contenta, figuriamoci se voglio aver un pretesto per pensarlo. Presuntuoso e arrogante come al suo solito.
«Giusto, suppongo che mi pensi anche senza espediente per farlo»
«Credici pure Jones se questo ti fa dormire la notte»
Ride, ride e mi guarda con quei suoi occhi penetranti e non posso che ridere anch'io, se pur è un impulso incontrollato e non mi rendo conto di starlo facendo. Devo ammettere poi che ha un bel sorriso, oltre che due occhi celesti come il mare...
Ma che cosa sto facendo? Non posso pensare a lui in quel senso. Non posso pensare a lui in quel senso, mi ripeto più volte. Emma Swan, scaccia immediatamente questi pensieri dalla tua mente e torna a guardarlo come l'arrogante che è.
Non faccio in tempo a formulare nemmeno quei pensieri di auto convincimento nella mia testa, che lo sento prendermi per mano e trascinarmi chissà dove, ciò che è certo che mi sta portando dove vuole, solo io e lui.
Protesto, protesto animatamente.
«Dove diavolo mi stai portando si può sapere?» non ho avuto modo nemmeno di avvisare Elsa, ma non è solo questo il problema a dire il vero, anzi, non è proprio questo il problema, lo so perfettamente. Il problema è che io sono sola con Killian Jones.
«Che linguaggio poco consono per una signorina, non ti piacciono le sorprese Emma?»
«Non mi piaci tu!» ribatto prontamente. Ma intanto proseguiamo verso la direzione in cui stiamo andando, ormai sono qui con lui, tanto vale capire dove voglia portarmi.
«Mi ferisci profondamente così! Tu invece, mi piaci, mi piaci molto» mi dice e io incrocio nuovamente i suoi occhi, ha lo sguardo furbo, malizioso e non riesco a capire se mi stia prendendo in giro o se stia dicendo la verità. Non ribatto naturalmente e torno a puntare lo sguardo dritto davanti a me. Nemmeno lui aggiunge altro, si limita a guardarmi e sorridere, mi chiedo che cosa stia pensando. Se ancora una volta ride perché si sta prendendo il gioco di me o perché si diverte per qualcosa che solo lui sa. Magari ride di me, per il mio modo di comportarmi, sicuramente non è abituato a donne che resistono al suo fascino.
Avrà così tante donne nella sua vita e sarà stato con altrettante, che veramente non capisco perché stia qui a perdere tempo con me... Ma poi, a me che interessa delle donne di Killian Jones? Niente, perché ci sto allora pensando? Quel ragazzo mi manderà ai matti. Non lo sopporto, non tollero la sua vicinanza, ma ogni volta mi fa fare pensieri su di lui, se pur io non voglia.
Ancora una volta mi motivo mentalmente di non pensare a lui, di togliermelo dalla testa.
Ci riesco quando vedo estendersi davanti a me lo spettacolo più bello che io abbia mai visto. La città di Storybrooke, la mia città, padroneggia davanti ai miei occhi. Non avevo mai avuto modo di vederla da questa prospettiva, in cui veramente si riesce a scorgere tutto ed è ancora più bella... Io che vivo qui da sempre non sapevo nemmeno l'esistenza di un posto del genere, mentre lui che è qui da meno tempo, già lo conosce.
«L'ho scoperto per caso, mi piace passeggiare con il mio cavallo, mi rilassa e una sera sono finito qui» mi dice, senza che io gli abbia chiesto nulla, come se avesse intuito i miei pensieri.
«È bellissimo!» dico e sposto lo sguardo verso il suo, facendo si che i nostri sguardi si incrocino, facendo si che i nostri occhi entrino in contatto. E che io ancora una volta mi perdi in quell'abisso celeste che sono i suoi occhi. Sono illegali. Sono decisamente illegali.

Killian's Pov

L'ho voluta portare qui perché immaginavo che non ci fosse mai stata, nonostante sia cresciuta qui a Storybrooke. È un posto isolato, che solo girando a cavallo si può scovare, io per fortuna essendoci stato spesso ultimamente, so farlo anche a piedi. Non è vicinissimo, ma immaginavo che Emma non avesse problemi a camminare, anzi, credo che nemmeno si sia resa conto della strada che abbia fatto, troppo presa a insultarmi.
Si è meravigliata poi come una bambina quando ha visto la città da questo punto. E l'ho trovata davvero bella, più di quanto già non fosse.
I suoi occhi poi, i suoi smeraldi verdi, sono la cosa più bella che io abbia mai visto ed è così facile perdersi dentro di essi. Solo un folle non si accorgerebbe che Emma Swan è una terribile tentazione, anche per chi come me non vuole innamorarsi.
La prima a distogliere il contatto visivo, è proprio lei e abbassa la testa imbarazzata, come se avesse provato qualcosa nei miei confronti.
«Vengo qui quando voglio stare per conto mio, l'ho scoperto per caso e me ne sono innamorato. È un posto così isolato, così silenzioso che tutti i pensieri spariscono... Almeno per me è così, quando sono triste non amo la confusione, preferisco la solitudine.» le confesso e se devo essere onesto non so nemmeno perché le sto dicendo tutto ciò, perché io mi stia confidando proprio con lei.
So solo che mi posso fidare e che se pur siamo molto diversi, siamo anche molto simili. E forse anche perché voglio far sì che lei capisca che non sono uno sbruffone o almeno non solo questo.
«Non ti facevo un tipo solitario Killian Jones» e infatti prontamente lei mi risponde così, esattamente come immaginavo. Si è fatta un'opinione di me completamente sbagliata.
«Non mi conosci Emma Swan, non sono solo ciò che vedi» rispondo a mia volta e la guardo. Lei intanto si è messa seduta su una roccia, situata proprio davanti alla vista di Storybrooke, a quanto pare non ha intenzione di andarsene troppo presto, ma non posso dire che sia per me o per la vista...
Faccio lo stesso sedendomi sull'altra roccia accanto a lei.
«E tu non sai niente di me»
«So che non sei come tutte le altre ragazze. Non solo perché me l'hai detto tu, ma perché si vede, te lo assicuro! E non è una critica, al contrario... Le giovani di oggi pensano solo a sposarsi e non hanno un minimo di interesse per il mondo che le circonda, tu invece hai le tue passioni e credo proprio che tu sia una ragazza che ami vivere fuori dagli schermi. La cosa mi piace molto, con te non ci si annoia mai. E poi difficilmente qualcuno riesce a battermi a duello, è tanto solo questo»
Mi accorgo che ha voltato lo sguardo verso di me e mi guarda sorpresa questa volta. Forse perché avverte che io sia riuscito a inquadrarla.
«Andresti molto d'accordo con mia sorella» le dico prima che lei possa replicare e ancora una volta in modo spontaneo, confidandomi con lei. So che posso fidarmi.
«Hai una sorella?» mi chiede subito di rimando e io per un solo attimo mi maledico per aver tirato fuori l'argomento e mi irrigidisco, facendo sì che Emma mi guardi preoccupata per la mia reazione, ma poi mi rilasso e inizio a parlare.
«Si chiama Ruby, in realtà non la vedo da anni ormai, è stata rapita e io da allora non ho smesso di cercarla! Covo vendetta per colui che me l'ha portata via, si chiama Rumple o è chiamato anche il signore oscuro perché pratica la magia oscura... Non so dove sia. So solo che ha covato vendetta verso di me, perché mi sono innamorato della sua donna, Milah e lei è sfuggita per venire con me e i miei fratelli.» e le racconto di me, di come ho perso la mia mano, della mia passione per le navi, di Ruby, di Liam e anche di Milah il mio primo e unico vero amore. L'unico mio amore, da dopo di lei non mi sono più innamorato e nemmeno mi sono messo di impegno per farlo, anzi ho proprio evitato di farlo e spontaneamente le dico anche ciò.
Mi fido di lei, non so per quale assurdo motivo, ma è così. O forse è il luogo. No, forse è proprio lei...
Mi volto a guardarla visto che ho finito di raccontare e non dice ancora nulla, mi guarda con sguardo triste, non compassionevole, triste, come se capisse il mio dolore.
E io non so come per la prima volta nella mia vita mi sento capito, compreso. Lei non ha ancora detto nulla, ma il suo sguardo vale più di mille parole.
«Mi dispiace, davvero! Io... Scusa per non aver capito nulla di te.» mi dice e sono io a stupirmi ora, per le sue scuse che di certo non mi aspettavo.
Emma Swan mi sta guardando con quei suoi occhioni meravigliosi chiedendomi scusa.
«Spero che tu riesca a ritrovare tua sorella!» mi dice ancora prima che io possa aggiungere altro.
«Fosse l'ultima cosa che faccio ma la troverò!» rispondo io e poi per allentare la tensione che si è creata, le chiedo di lei. Sono curioso poi di sapere altro, ho voglia di conoscerla e capire di più chi sia.
«E tu, Emma Swan, sei mai stata innamorata?»

Emma's POV

Inizio a vederlo con occhi diversi, non solo come lo sbruffone che è, ma come un uomo che nella sua vita ha sofferto molto e che ora ha costruito intorno a se un muro di protezione per non dover più stare male.
Io nella mia vita non ho sofferto come lui, ho una famiglia su cui contare, le mie sorelle, ma so che cosa vuole dire soffrire per amore. Se pur il mio dolore non è paragonabile al suo. Neal non è morto, mi ha semplicemente abbandonata, il che è decisamente diverso che perdere la persona amata attraverso la morte.
Mi ha raccontato così tanto di sé e mi stupisco anche che abbia deciso di confidarsi proprio con me, ha tirato fuori l'argomento della sorella con naturalezza, senza rendersi conto di averlo fatto e quando gli ho chiesto di più ho notato immediatamente che si è irrigidito. Ma poi si è fidato e si è lasciato andare... e ora, ora mi sta chiedendo di me e io non so se lasciarmi andare a mia volta, lo guardo negli occhi e vedo attraverso di essi che aspetta solo un mio accenno, è curioso, ma anche interessato a capirne di più di me e io, inspiegabilmente a mia volta, decido di fidarmi.
«Non lo so! Neal, il papà di mio figlio, è stato l'unico uomo con cui sono stata, mi ha conquistata con il suo modo dolce e gentile di fare, i suoi modi simpatici... Ma poi quando ha scoperto di Henry mi ha abbandonato, mi ha lasciata dicendomi che non era pronto a fare il padre, che a 18 anni era ancora troppo giovane... Non so se sono stata innamorata di lui, forse si, lo sono stata, ma ho fatto l'errore più grande della mia vita.» e gli racconto anche di mia madre che quando ha appreso la notizia della mia gravidanza è andata fuori di testa, sostenendo che ora nessuno mi avrebbe più sposata e che avevo rovinato la mia vita. Henry invece mi ha resa più forte. In tutto. Sono cresciuta con lui praticamente e sono diventata quella che sono. Quando ho scoperto della gravidanza ho pensato a tutti i possibili modi per liberarmi di quel fardello che mai avrei creduto di poter gestire da sola, o anche pensato di farla finita io stessa per eliminare il "problema" e non dare un dolore alla mia famiglia con pettegolezzi indesiderati, ma poi da persona che ama troppo la vita, non sono riuscita a fare un gesto del genere. Ho partorito in casa e ho evitato di uscire da essa quando la gravidanza era ormai evidente, con l'intento poi di dare mio figlio in adozione a una famiglia che non poteva avere figli; ma quando l'ho tenuto in braccio per la prima volta, quando ho incrociato il suo sguardo, ho completamente perso la testa per lui. È stato subito amore e non potevo lasciarlo andare. Era il mio bambino e io lo amavo. Ancora oggi lo amo più della mia stessa vita e sono innamorata di lui come il primo giorno.
«Si effettivamente si, sono innamorata. Sono innamorata di mio figlio.» dico non appena realizzo ciò che gli ho raccontato. Amore più grande di questo non esiste
«E tua madre?» mi chiede, avendo capito che lei non avesse preso per niente bene la mia scelta.
«Ha avuto paura dei pettegolezzi, infatti ha evitato di uscire per parecchio tempo, fino a che essi non si sono placati... Ma anche a me ha parlato meno, il nostro rapporto dal quel giorno si è inclinato molto. Credo che mai potrà tornare quello di un tempo... Avevamo in rapporto invidiabile...» ed è così. Non ne parlo spesso, anzi posso affermare che non ne parlo mai, ma da quando le ho detto della mia gravidanza e di quello che fosse successo con Neal, non mi ha più considerata come prima e il nostro meraviglioso rapporto è venuto a mancare.
Le ho sempre raccontato tutto, ogni cosa mi passasse per la testa. Passavamo davvero tanto tempo insieme e lei stessa, oltre che mio padre, mi ha insegnato ad andare a cavallo e a tirare con la spada. Mi raccontava sempre delle sue avventure spericolate per i boschi e di come ha conosciuto mio padre tra di essi e si è innamorata di lui, come lui ha lasciato la sua futura moglie per sposare proprio lei. Di come lui pensando che fosse una ladra, l'ha fatta cadere in una trappola lasciandola appesa a un albero per ore... Ed è in quelle ore che si sono innamorati e poi hanno recuperato l'anello smarrito insieme. Era stato preso da dei ladri professionisti che volevano arricchirsi con un vecchio cimelio di famiglia. L'anello che indossa infatti mia mamma al dito, appartiene alla famiglia di mio padre da generazioni.
Fatto sta che è stata proprio lei a infondere in me lo spirito di avventura, ma poi tutto è cambiato quando io mi sono fidata di Neal. È stata lei la prima a cui ho raccontato di averlo conosciuto e che mi interessasse per i suoi modi di fare, ed è stata lei a dirmi di conoscerlo meglio e di non lasciarmelo scappare se sentivo che fosse quello giusto... Ma è ovvio che conoscerlo non intendeva il sesso. Quello solo dopo il matrimonio e con un unico uomo, il proprio marito. Come lei con papà. Io invece sono venuta a mancare a tutto ciò, probabilmente anche se non me l'ha mai detto, mi reputa una sgualdrina.
«Credo che mi odio perché ho rovinato il buon nome della famiglia, oltre che considerarmi una poco di buono»
«Mi dispiace Emma, immagino che sia orribile sentirsi abbandonati dalla propria madre, non accettati e capiti.»
Annuisco. È davvero orribile. Deluderla è stato terribile e sapere che non posso fare nulla per far tornare le cose come prima ancora di più. Ho provato a dirle come mi sento, più che altro ho provato a chiederle di stare un po' insieme come i vecchi tempi, ma lei ha rifiutato sostenendo di avere da fare e di fare un'altra volta, ma non c'è mai stata nessuna altra volta.
I nostri sguardi a quel punto si incrociano ancora una volta e avverto una strana sensazione di piacere a stare accanto a lui, come se fossimo chiusi in una sorta di mondo tutto nostro, come se stessi conoscendo per la prima volta Killian Jones e questo nuovo lui, mi piace molto. É sensibile, dolce e simpatico. Tutto al contrario dello sbruffone che era quando l'ho conosciuto. Per la prima volta lo vedo con occhi diversi e posso affermare che è anche bello da togliere il fiato e che io mi sono trovata benissimo a parlare con lui, a confidarmi.
Il suo sguardo così dolce e complice allo stesso tempo mi conferma che è così anche per lui.
Ma non posso permettermi di certo di rovinare tutto con un gesto avventato, non ne voglio più fare di gesti azzardati con gli uomini e così mi allontano, mi allontano repentinamente da lui e abbasso lo sguardo sulle mie mani per non incrociare più quei meravigliosi occhi color del mare...
«Devo andare ora, Henry deve fare il bagno e mangiare. Mi starà aspettando...» dico per giustificare il mio strano comportamento, mi sono allontanata da lui con un balzo repentino, chissà che cosa pensa di me... Henry comunque non è una scusa, veramente devo andare da lui a casa. Ho abituato mio figlio a mangiare sempre con me, non ci separiamo mai. Non voglio che si senta rifiutato da me, per nessuna ragione al mondo, al contrario voglio sempre che si fidi e mi racconti tutto. Voglio avere con lui il rapporto che io avevo con mia madre e mai far sì che questo legame speciale si spezzi. Ciò comprendere di non privarlo mai della mia presenza.
«Swan, metti la scusa di tuo figlio per scappare da me?» mi chiede a quel punto Killian e io capisco palesemente che è tornato lo sbruffone e insolente di quando l'ho conosciuto. E se poco prima ho avvertito una connessione con lui e il desiderio di qualcosa di più, come di baciarlo, ora provo solo irritazione. E mi chiedo come mi sia venuto il desiderio di baciare questo insolente. Per giunta si è avvicinato ancora una volta pericolosamente al mio viso e mi guarda come se avesse intuito i miei pensieri e ciò mi irrita ancora di più, facendomi mettere sulla difensiva.
«Sei un...» non so nemmeno io quale insulto sto per lanciargli, ma tanto lui mi precede.
«Andiamo dai, non voglio sentire con quale aggettivo carino mi stai per descrivere.» mi dice facendomi incamminare per prima, da cavaliere, ma guardandomi in fondoschiena, me ne accorgo perché mi giro per capire se lui mi sta seguendo e vedo la direzione dei suoi occhi.
«Porco e cafone. Ecco cosa sei Jones»
«Scusa Swan, ma non ho resistito, hai un fondoschiena niente male»
E se non fossi troppo lontano da casa lo schiaffeggerei e me ne andrei da sola, ma non lo faccio solo perché non so tornare sulla via principale da qui dove siamo. Lui intanto si è incamminato e se la ride di gusto.
È un maledetto e irritante pirata da strapazzo, visto la sua passione per le navi e l'uncino alla mano, mi viene da pensare a lui come un pirata. E ce lo vedo a solcare i mari.
Ed ecco che ripenso a lui come se mi piacesse...
Killian Jones non mi piace. Killian Jones è solo uno sbruffone, insolente e porco. Il fatto che io mi sia confidata con lui e lui con me non cambia le cose, al contrario, non siamo amici, ora, siamo ancora dei semplici conoscenti e tali dobbiamo rimanere.

Spazio autrice: Ciao a tutti, eccomi tornata a postare un nuovo capitolo, finalmente il nostro Killian torna protagonista, non solo, vediamo come Emma e Killian iniziano ad avvicinarsi, piacersi, conoscersi... Emma senza dubbio ha capito di averlo giudicato male, senza realmente conoscerlo fino infondo, ha guardato solo all'apparenze, ma ora ha capito che Killian non è solo arrogante e strafottente e ha compreso che ha sofferto molto. Certo, ancora non si è lasciata andare e nega di provare qualcosa per lui, tipico di lei, ma... Chissà come si evolveranno le cose ehehehe
Qui si scopre qualcosa anche sul passato di Emma e sul suo rapporto con Mary Margaret, la donna non ha accettato la gravidanza della figlia e si è allontanata, ma presto anche qui altri elementi verranno scoperti e conosceremo anche meglio Mary.
Be, che dirvi, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo, se vi è piaciuto. Vi mando un abbraccio virtuale e ci sentiamo al prossimo aggiornamento, sia con le mie storie che con le vostre. A presto.

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