2.Un milkshake al caramello

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Arrivati al circuito, scendiamo dalla macchina e raggiungiamo John, che ci aspetta vicino all'auto che uso per gareggiare, una Dodge Charger 70 rt nera, sapientemente modificata.
"Finalmente siete arrivati! Shadow ho bisogno che provi la macchina, abbiamo fatto qualche modifica" esclama John guardandomi.
"Subito capo". Entro nell'abitacolo e mi allaccio la cintura.

Appena schiaccio l'acceleratore, l'adrenalina prende possesso del mio corpo.

I primi giri li utilizzo per testare le marce, in modo da vedere che ingranino tutte correttamente, poi è il turno dell'acceleratore, i ragazzi sono riusciti ad aumentare la potenza, grazie ad una piccola modifica nel motore. Infine provo i freni e testo l'aderenza nelle curve.

John si avvicina a me e mi da una pacca sulla spalla. "Ci hai dato dentro ragazzo! Cerca di non distruggerla prima della corsa di giovedì"
"Ci proverò".
"John c'è un ragazzino che chiede di te" dichiara Lenny, l'uomo che si occupa delle modifiche e della sicurezza della mia auto.
"Fallo entrare" urla John
L'uomo gira verso di me con un grosso sorriso sulle labbra. "È arrivato mio nipote!".
Io annuisco per poi dirigermi verso il bagno, in modo da lasciargli un po' di privacy e anche per sciacquarmi il viso, visto che sotto il casco ci saranno come minimo quaranta gradi.

Al mio ritorno, trovo una macchina blu metallizzata in pista.
"È tuo nipote quello?". Osservo rapita la macchina che sfreccia a tutta velocità sulla pista. Senza staccare gli occhi dal percorso mi risponde:"Sì, appena finisce il giro te lo presento"

Non pensavo suo nipote sapesse correre, però effettivamente con un nonno del genere sarebbe stato strano se non ne fosse capace.

Appena il ragazzo scende dall'auto mi si ferma il respiro.
"Jaydan lui è Shadow, Shadow lui è Jaydan".
Non mi sembra possibile che lui sia qui davanti a me, e che sia il nipote di John.
"Ciao". Mi fa un cenno con la testa.
"Ciao".
"Bene ora che vi siete presentati, Shadow devi finire il tuo allenamento, mi raccomando cerca di non spingere troppo, questo è già il terzo paio di gomme che cambiamo in due settimane". Trascina Jaydan verso gli spalti e attende la mia partenza.

Mentre corro perdo la cognizione del tempo, ma per fortuna, non essendo una delle prime volte che mi alleno, ho preso qualche provvedimento, mettendo una sveglia verso l'orario in cui devo andare.
Mi ricordo di una volta in cui ho dovuto pregare Trent perché lasciasse guidare me, in modo da arrivare in tempo a casa.
Fortunatamente sono molto convincente e mi ha lasciato il posto in pochi minuti, sono stata altrettanto fortunata nel non incontrare nessun agente. Se mi avessero fermato probabilmente non sarei più qui, ma in un collegio di alta sicurezza in mezzo alle montagne, sicuramente sarebbe stata questa la decisione dei miei genitori.

"Dov'è Trent?". Mi guardò intorno ma non vedo il suo viso da nessuna parte.
"È tornato a casa prima. Non non ti ha avvisato?" Chiede Lenny.
"No".
Perfetto ora dovrò trovare un modo per ritornare a casa, nel cuore della notte, da sola.
Sento una voce dietro di me. "Dai sali"
Mi giro e trovo l'auto blu metallizzata di Jaydan.
"Allora lo vuoi un passaggio o no?". Mi guarda e poi guarda davanti a sé come se stesse pensando di partire.
Annuisco e in pochi secondi sono seduta nella sua macchina. Gli interni sono neri con i bordi rossi, al tatto sono lisci e morbidi.

"Dove abiti?" Chiede senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"Puoi lasciarmi al parco giochi vicino alla chiesa". Con un gesto automatico mi tolgo i guantini e mi sgranchisco le dita.

Lungo il viaggio non scambiamo né una parola né uno sguardo, ma è meglio così perché non credo di riuscire a intrattenere una conversazione, vista la stanchezza.

Appena arriviamo, lo ringrazio e poi mi avvio verso casa, accertandomi che non mi veda.
Non so se si ricordi la mia casa, ma non ci tengo a scoprirlo.

Dopo essermi messa il pigiama, mi butto nel letto e aspetto che il sonno mi prenda tra le sue braccia.

Appena arrivo all'entrata della scuola, noto Jaydan insieme ad un gruppetto di persone.

Io sono qui da sempre e non sono riuscita a farmi una sola amicizia, a parte Lena, e lui, in un solo giorno ha già un gruppo di amici?!
Ottimo direi.
Dopo aver ricevuto uno sguardo curioso da una delle ragazze del gruppo, decido di andare in classe.

Appena mi siedo, tiro fuori dalla cartella il libro e il quaderno per la lezione. Pochi secondi dopo Austin mi passa di fianco.
Sono già pronta al suo solito "saluto", ma stranamente non dice e non fa niente, semplicemente mi sorpassa e va a sedersi al suo posto.
Che centri qualcosa la discussione che ha avuto ieri con Jay?
Non metterti in testa strane idee, Baylee, figurati se Jaydan si sia messo a fare a botte per te.

Appena Jaydan entra in mensa, tutti gli sguardi degli studenti vengono come catturati dalla sua presenza. Alcuni sono sguardi di ammirazione, mentre altri di ostilità, ma lui non sembra farci caso, anzi come se niente fosse prende il suo pranzo e si dirige verso il tavolo dei suoi amici.

Stranamente i suoi occhi puntano i miei, ma per l'imbarazzo, in un nano secondo, distolgo lo sguardo, posandolo sul mio pranzo.

Alzo la testa, solamente quando ho finito di mangiare e con piacevole sorpresa, lo trovo che guarda nella mia direzione, ma dopo poco, uno dei suoi amici richiama la sua attenzione, e il suo sguardo si sposta da me al ragazzo che gli è seduto di fianco.

Ad accogliermi appena entro casa c'è la voce di mia madre."Tesoro, sabato abbiamo una cena, quindi tieniti libera"
"Da chi?"
"Ma come da chi?! Dalla famiglia di Jaydan". Mi guarda sorridendo.
"Cosa? Non avevi detto che ci andavi solo a parlare?"
"Si, infatti sono andata là per parlare, ma poi sua madre mi ha invitato e ovviamente non potevo rifiutare. Comunque ho visto alcune sue foto, è diventato veramente carino". Mi fa l'occhiolino e un sorriso ammiccante si fa strada sul suo viso.
"Non eri tu quella che diceva niente ragazzi fino al college?"
"Sono abbastanza sicura che sia tuo padre a dirlo"
"Va beh, comunque vado di sopra" mormoro per poi avviarmi verso camera mia.

Visto che questa sera non devo andare da nessuna parte, mi concedo un lungo e rilassante bagno, e dopo essermi il pigiama raggiungo i miei sul divano.
Nonostante sia una ragazza prevalentemente solitaria, non mi annoio mai, anzi mi sono imposta di fare sempre qualcosa, che sia una passeggiata, un puzzle o semplicemente leggere un libro, odio sapere di star sprecando il mio tempo e poi così cerco di mantenermi attiva, anche se non sempre ci riesco.

Prima di andare a dormire mi arriva un messaggio da John.

Sabato verso le undici c'è una corsa, non puoi mancare.

Ho una cena di famiglia, non so se faccio in tempo.

Devi esserci, ci sono molti soldi in palio.

Vedrò cosa posso fare, ma non ti assicuro niente.

Ok.

Mi sveglio stanca, non ho dormito molto, visto che la mia testa continuava a elaborare piani per saltare o lasciare la cena di sabato. Mi sono arresa al sonno solo quando l'unica idea sensata che il mio cervello produceva era quella di dare fuoco alla casa.

Appena arrivo a scuola, oltre alla stanchezza, si abbatte su di me anche un terribile mal di testa.

Per fortuna la mattinata di oggi non è particolarmente intensa, abbiamo guardato due documentari e poi abbiamo fatto un test è una piccola ricerca su di essi.
All'ora di pranzo inizio ad avere delle forti fitte e quindi mi avvio verso l'infermeria, saltando il pranzo.
"Ciao tesoro, cosa ti senti?" chiede l'infermiera della scuola.
"Mal di testa, non ha per caso qualcosa da darmi?". Porto le mani alle tempie ed inizio a massaggiarle.
"Vado a prenderlo, intanto siediti". Velocemente si allontana per poi sparire dietro una porta.

"Tutto bene?". Una voce maschile si fa strada nelle mie orecchie.
Smetto di massaggiarmi le tempie, ed alzo lo sguardo.
Davanti a me c'è Jaydan e poco distante da lui uno del suo gruppo, che credo si chiami Ben, con un labbro rotto.

"Solo mal di testa, tu?".
"Il mio amico si è fatto pestare". Indica il ragazzo con il labbro rotto.
"Non è vero" sussurra Ben guardandolo male.
Nel frattempo torna l'infermiera e mi porge un antidolorifico."Prendi questa e vedrai che il mal di testa sparirà"
Velocemente la sua attenzione si distoglie da me e va a posarsi sui due ragazzi. "Com'è successo?"
"È caduto" afferma il moro.
"E si è rotto un labbro?". Un'espressione dubbiosa appare sul suo viso.
"Si".
"Farò finta di crederci, vieni con me" Dice indicando Ben.
Indicando Jaydan afferma: "Tu puoi aspettarlo qui".

Finite le lezioni, visto che è una bella giornata, decido di allungare la strada e di fermarmi in una tavola calda.
"Ciao dolcezza, siediti pure che arrivo a servirti" Afferma la cameriera, per poi andare verso la cucina.
I capelli leggermente mossi, le arrivano fino a metà schiena e possiede due meravigliosi occhi azzurri, messi in risalto dal mascara blu.

Visto che non penso di fermarmi molto, mi siedo al bancone, su uno sgabello girevole, dalla seduta imbottita.
Fin da piccola ho sempre adorato questo tipo di sgabelli, ci passavo le ore, giravo e giravo finché non mi sentivo male, dopo di che mi fermavo per qualche minuto e poi riprendevo girando nell'altro verso.

"Allora cosa posso portarti?".
Osservo il menù, fino a trovare una delle miei bevande preferite. "Un milkshake al caramello, grazie".
"Arriva subito". Velocemente si sposta verso un signore seduto poco più in là e dopo aver preso anche la sua ordinazione, inizia a preparare il mio ordine.

"Ecco qua". Davanti a me compaiono un milkshake e un biscotto con gocce di cioccolato.
"Grazie, ma ho ordinato solo il milkshake". Spingo dolcemente il biscotto verso di lei.
"Offre la casa, so cosa vuol dire avere una giornata no". Mi sorride e poi leggiadra si allontana verso altri clienti.
Non ero mai venuta in questo posto prima d'ora e devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso, il locale è carino e curato e la cameriera che mi ha servito è veramente carina.

Tra una pausa e l'altra scopro che la ragazza che mi serve si chiama Betty, che si è appena trasferita e che ha solo tre anni più di me.
"Ricordati di tornare a salutarmi" dice mentre prendo lo zaino.
"Certo, sai è da tanto che non faccio una chiacchierata così con qualcuno". Un sorriso mi incresca le labbra.
"Beh io sono qui, se vuoi". A sua volta mi sorride e poi inizia a pulire il bancone.

Di solito i miei discorsi si basano solo su tre argomenti principali: auto, gare e scuola.
Ma oggi, con Betty, non abbiamo parlato di nessuno dei tre, è stato un po' strano, lo ammetto, ma devo dire che è bello parlare di cose normali come film o libri.

Spazio autrice

Innanzitutto, per chi non sapesse com'è fatta una Dodge Charger rt ora vi metto una foto.

Secondo voi, come farà Baylee a partecipare alla cena e contemporaneamente gareggiare?
Cosa ne pensate di Betty?

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