Capitolo 2 - L'Infanzia

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

L'infanzia...

L'infanzia è quel periodo che non si dimentica tanto facilmente, per una moltitudine di motivi. È un periodo magico, irripetibile. È l'età in cui entriamo in contatto con il mondo che ci circonda e impariamo a conoscerlo, anche se non pienamente. È l'età in cui è impossibile mettere un freno alla nostra felicità e alla nostra voglia di vivere, se affiancati ovviamente da persone a noi speciali. Ma soprattutto... è l'età della spensieratezza.

Durante l'infanzia, noi viviamo in un mondo infantile. Esso può essere visto come un paradiso perduto, nel quale non possiamo fare più ritorno, arricchito di gioia e di innocenza. È il periodo in cui abbiamo un rapporto immediato con tutte le cose... e in cui i nostri sogni, come anche la nostra immaginazione, sostituiscono allo squallido mondo in cui noi viviamo adesso una realtà molto più confortevole, quasi paradisiaca.

Eravamo così ingenui, da piccoli... eppure così felici.

E voi?

La pensate come me?

Vorreste anche voi ritornare in quel periodo, abbandonando questa terribile realtà in cui stiamo vivendo e tornando ad essere davvero allegri e sereni?

Vi avevo anticipato che vi avrei parlato più nel dettaglio di una persona che ha segnato particolarmente la mia infanzia. Sto parlando ovviamente di Henry Bell, un ragazzo con il quale, come vi ho già detto prima, ho passato gli anni della scuola materna.

Era il 12 Agosto del 2002, quando io, mia sorella Amelie e il mio amico d'infanzia Henry stavamo passando un pomeriggio a casa nostra, dopo essere stati al parco.
Quella fu l'ultima estate prima dell'inizio della scuola elementare. In realtà, praticamente tutti i giorni di quell'estate li passammo insieme. Henry è stato l'amico con cui ho legato di più durante gli anni della scuola materna, diventando per me una persona molto speciale. Fin da quando l'ho conosciuto, è sempre stata una persona sorridente e costantemente felice. Nulla poteva togliere il sorriso dal suo volto. Ma quel giorno in particolare, sembrava che qualcosa stesse cominciando a cambiare in Henry.

Ricordo perfettamente quel pomeriggio. Verso le 15:00 mi diressi insieme a mia sorella e a mia madre al parco, dove ci stava già aspettando Henry in compagnia di suo padre. Passammo circa un'ora lì a divertirci e dopo proposi a Henry di venire a casa nostra e rimanere a cena. La sua risposta?

- Certo, Jacob! Devo solo convincere mio padre.
- Farai bene a convincerlo, non ho voglia di passare l'intero pomeriggio solo con Amelie! - risposi a Henry.
-Grazie, Jacob! - si intromise Amelie facendomi scherzosamente le linguacce.
- Dai, sto scherzando! Sai che ti voglio un mondo di bene, mia cara sister! - mi giustificai.
- Ahahah! Stai tranquillo Jacob, ci penso io. Papà, papà! Posso andare a casa di Jacob e Amelie e restare lì a cena? Ti prego, ti prego! Mi hanno invitato loro!
- Ehi, calmo, calmo figliolo. Certo che puoi andarci, se dici che sei stato invitato. - rispose il padre al proprio figlio.
- Caspita Jacob, è proprio vero che i genitori si convincono subito se gli dici che sei stato invitato! - mi disse Amelie, scoppiando a ridere.
- Te l'ho detto, sorellina!

Subito dopo, mia madre ci riportò a casa, con un ospite speciale. Beh, in realtà ormai passavamo quasi ogni giorno insieme. Sembrava ormai che Henry facesse parte della nostra cara famiglia.
Neanche il momento di entrare a casa che corremmo filati in camera mia e di Amelie, ma mentre stavamo salendo le scale mia madre ci fermò.

- Ehi voi, aspettate, che premura avete? - ci disse ridendo.
- Non vorreste mica rinunciare ad una gustosissima merenda, vero?
- Scusate miei cari amici, ma le crêpes della signora Clarke mi stanno chiamando! - disse Henry scendendo le scale con una velocità superiore a quella con cui le aveva salite, avendo capito a cosa si riferiva mia madre.

Diamine, quel ragazzo era davvero inarrestabile. Era impossibile levargli la gioia che era visibile persino nei suoi occhi.
Ah... quanta nostalgia che mi sta salendo. Comunque, non perdiamoci in sciocchezze e andiamo avanti.

Quando finimmo di fare merenda, salimmo subito in camera e decidemmo di realizzare dei disegni a nostro piacere. Ciascuno di noi tre poteva disegnare qualcosa a piacere e quindi ci mettemmo subito all'opera. Dopo avere fatto una parte del mio disegno, mi misi a sbirciare nei disegni di Amelie e di Henry. Mentre Amelie stava disegnando, lei aveva un grandissimo sorriso stampato in faccia. Ma fu appena vidi il volto di Henry che cominciai a preoccuparmi. Mi sembrava fin troppo serio e silenzioso e aveva uno sguardo triste. Non lo avevo mai visto così da quando ci eravamo conosciuti. Decisi comunque di lasciarlo stare e mi apprestai a finire il disegno.

Appena Henry terminò il disegno, egli prese per le mani il suo foglio e cominciò a fissarlo profondamente. Le sue mani stavano tremando e inizialmente non riuscivo a capirne il motivo. Fu appena vidi il suo disegno, che capii che c'era in lui qualcosa che non andava. Qualcosa che lo turbava continuamente. Qualcosa che, per la prima volta nella sua vita, era riuscito a togliergli quel suo sorriso fisso.

Jacob, Jacob, Jacob...
.odnecaf iats ehc olleuq aippas ut ehc olos orepS

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro