Capitolo 27 - Pensieri Preoccupanti

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Dopo che Amelie uscì dalla mia camera, mi ricoricai nel letto per cercare di riprendermi del tutto. Avevo molte cose che mi giravano per la testa. Troppe.

Perché ero cambiato così tanto? Perché avevo tutte quelle allucinazioni? Perché ero tormentato da quelle strane e misteriosi voci?
Mi meritavo davvero tutto questo? Tutta questa... sofferenza?

Forse io sì... ma Amelie no. Amelie no, cazzo. Anche se in quel momento della nostra vita mi odiava, per via del mio anomalo comportamento, lei continuava comunque a preoccuparsi per me. Si preoccupava perché per lei non ero una semplice persona. Non ero neanche un semplice amico. Ero il suo fratello gemello. E i fratelli, si sa... si supportano sempre a vicenda.

Affermazione corretta.
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Il problema fondamentale... ero io.

Non riuscivo a comprendere che Amelie teneva comunque a me, nonostante tutto. Io invece... continuavo a disprezzarla. Che cazzo di errore.
Sei il solito stolto, Jacob. Un cazzo di idiota.

Appena mi alzai dal letto, mi diressi verso la porta per uscire dalla mia camera. Ma una volta fuori dalla stanza, sentii Amelie parlare al telefono con qualcuno. Lei si trovava dentro la sua cameretta e dalla voce sembrava essere molto preoccupata e disperata.

Allora decisi di fermarmi davanti alla porta della sua camera e di ascoltare celatamente la sua conversazione con... chiunque lei stesse parlando.

- Pronto... pronto? Mi senti? - bisbigliò Amelie.

Fortunatamente, lei stava parlando al telefono tenendo attivo il vivavoce, quindi riuscivo a sentire e a comprendere l'intera conversazione.

Non farti assalire dalla troppa curiosità.
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- Ehi, Amelie. Sì, ci sono. Solo... aspetta un attimo...

Dal telefono si sentivano provenire delle urla, emesse probabilmente da una signora adulta.

- Ma... va tutto bene a casa tua? - chiese Amelie.
- Oh, sì... certo! Mamma, non è mia quella roba e non so dove tu l'abbia trovata.
- A me non pare...
- Ma no, fidati... madre, chiudi quella cazzo di bocca! Ti ho detto che io non ho idea di come quella roba sia qui, dentro casa nostra. Potrei adesso parlare al telefono in santa pace, per favore? Grazie.
- ... dovrei fidarmi?
- Beh, forse no... - disse l'altra persona ridendo.

Dopo aver ascoltato la sua voce con attenzione, pensai di avere capito chi fosse la persona con cui Amelie stava parlando.

- Cazzo, sei il solito... - sbuffò Amelie.
- E dai. Mi conosci, Amelie!
- Dici, Zach?

Cazzo, lo sapevo. Amelie stava parlando al telefono con quel coglione di Zach Bailey, di nuovo. Non riusciva proprio a staccarsi da lui...

- Certo, Amelie.
- Mh... io non ne sono così tanto sicura... - rispose Amelie.
- E... perché mi stai dicendo ciò? - domandò Zach.
- Beh... senti, lasciamo stare. Non è il momento...
- Se lo dici tu... un attimo, chiudo la porta di camera mia così da non avere altri... disturbi.

Ogni volta che sentivo la sua cazzo di voce arrogante mi veniva voglia di spaccare tutto quello che avevo intorno. E sapere che Amelie ci stava accanto... sapere che Amelie gli voleva bene... mi deludeva.
Mi deludeva davvero tanto.

La delusione, eh?
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- Zach, dobbiamo parlare. - disse Amelie.
- Merda. - rispose Zach a bassa voce.
- Che c'è?
- Beh, quando voi ragazze dite "dobbiamo parlare"... non è mai un buon segno!
- Zach, stai tranquillo. Tu non c'entri niente. O quasi...

Amelie era davvero preoccupata, lo si capiva dalla voce. Se l'era successo qualcosa... perché non ne parlava con me, invece che con quello stronzo?
Ma presto, riuscii a capire...

- E cosa riguarda? Oppure... chi riguarda? - domandò Zach.
- Riguarda... mio fratello. Jacob.

Non riuscivo a comprendere. Amelie voleva parlare con Zach... di me? Senza neanche dirmi niente?

- Ah, quello lì...
- Sì, "quello lì".
- Dannazione, ma dobbiamo proprio per forza parlare di lui? Che ti importa?
- Cosa vorresti dire, Zach? Jacob è mio fratello.
- Jacob è uno stronzo arrogante, Amelie. Scusami se te lo dico... però, sii onesta, tu come lo giudicheresti?

Amelie si fermò e si alzò dalla sedia, così, per sicurezza, mi allontanai leggermente dalla porta della sua camera. Tuttavia, dopo pochi istanti si sedette nuovamente e, dopo aver fatto un respiro profondo, riattaccò a parlare.

- Zach, so dove vuoi arrivare. Jacob è uno stronzo, va bene. Fa sempre litigi, guarda male a tutti, ma...
- "Ma" cosa, Amelie? Come vorresti giustificarlo?
- Ma non è sempre stato così. Zach, fidati di me. Prima lui era sempre felice, faceva amicizia con tutti... era l'opposto di com'è adesso.
- Se fosse davvero così, Amelie, allora perché non lo è anche adesso? Voglio dire, che cosa dev'essere successo di importante nel giro di così poco tempo?

Avevo voglia di sfondare la porta della camera di Amelie e di urlare contro Zach riempiendolo di insulti.
Ma... a cosa avrebbe portato? Avrei soltanto peggiorato la situazione. Così, riuscii a contenermi e rimasi lì fuori per continuare ad ascoltare la loro chiacchierata.

- Zach, il nostro passato è un po'... particolare, diciamo. C'è stato un preciso momento che ci ha sconvolti. Da quel giorno... Jacob è totalmente cambiato. - spiegò Amelie.

Mentre parlava, sentivo Amelie singhiozzare, forse per i ricordi che le venivano in mente risalenti a... quella sera.

- Cazzo, Amelie. Senti... a me dispiace per quello che vi è successo. Ma devi capire che tutto ha un limite. E il comportamento di Jacob sta diventando insopportabile... e non solo per me, sappilo.
- Lo so, Zach. Lo so...
- A questo punto però mi viene un dubbio... perché lui è cambiato così tanto, se è vero quello che dici, mentre tu sei rimasta felice e spensierata com'eri anche prima? Non hai detto che anche tu sei rimasta sconvolta da quell'evento, insieme a lui?
- Zach, io sono felice e spensierata perché sono riuscita a lasciarmi il passato alle spalle. Ma sappi che in realtà dentro di me... non c'è solo felicità. C'è anche tristezza, dolore, sofferenza. Ci penso spesso a quel momento... ma riesco comunque a non pensarci costantemente. Jacob invece... cazzo, lui è rimasto completamente traumatizzato quel giorno. Abbiamo perso un amico quella sera... ma per Jacob, lui era qualcosa di più.
- Aspetta, fammi indovinare. Erano migliori amici, vero?
- Sì, lo erano. Anche se, in realtà, nell'ultimo anno di vita del nostro amico ormai morto... il loro rapporto si stava lentamente spezzando. Purtroppo non sono mai riuscita a comprendere i motivi di tutto ciò...
- Cazzo... Amelie, mi dispiace veramente tanto, credimi. Tuttavia... mi viene difficile giustificare il comportamento di Jacob nei confronti di tutti.

Non potevi "giustificare" tutto ciò, Zach? Sul serio?
Avrei tanto voluto vedere te nei miei panni...

Cazzo, no... non di nuovo. Mi trema di nuovo la mano... la rabbia sta risalendo in me.

Controllati, Jacob... controllati.

Non perdere il controllo.
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- Cazzo... non riesco a capire perché non è capace di lasciarsi il passato alle spalle, come sono riuscita a fare io... - disse Amelie.
- Già. Non lo capisco neanche io. Comunque... perché stiamo parlando di Jacob? - chiese Zach.
- Sto pensando a lui...
- Beh, mi sembra ovvio, no?
- Sì, ma... Jacob mi sta preoccupando molto, Zach.
- E perché mai? Dopotutto, non sei ormai abituata al suo comportamento?
- Non mi preoccupa per quello. Cioè, anche per quello. Ma non solo...
- E per cos'altro, allora? - domandò Zach.
- È... molto strano. Non te l'ho mai detto prima, ma Jacob ha molto spesso delle allucinazioni.
- Allucinazioni? Ma che cazzo... che intendi dire? - chiese Zach non riuscendo a comprendere.
- Mi ha detto che vede persone che non ci sono più. Ma soprattutto, afferma di vedere continuamente il nostro amico che è morto tre anni fa...
- Sei seria, Amelie? Non mi stai prendendo in giro, giusto?
- Zach, ma stai scherzando? Perché mai dovrei dirti delle cazzate?! - urlò Amelie sbattendo un pugno sulla scrivania che aveva davanti - Dice di vederlo molte volte e di essere tormentato dal suo fantasma...
- Amelie, i-io... non so che dire, davvero...
- E non è tutto. Mi sembra di aver capito che vede spesso anche una nostra vecchia amica che non vediamo pure da circa tre anni...
- Scusa se te lo chiedo, ma... è morta anche lei, per caso?
- No, no! Lei è ancora viva... penso. Non abbiamo sue notizie da quando abbiamo finito di frequentare la scuola elementare...
- Cazzo. Amelie, non offenderti se te lo dico, ma... la situazione di Jacob mi sembra abbastanza preoccupante. - affermò Zach allarmato.

Oh, Zach. Ti preoccupavi davvero di me? Ti dispiaceva per la mia situazione? Ti importava davvero della mia sanità mentale, tutto ad un tratto?

No. Non te ne fregava un cazzo di me. Facevi finta di fare il bravo ragazzo, di preoccuparti per me... e tutto questo solo per accaparrarti la fiducia di mia sorella Amelie. Seriamente?

Zach Bailey, sei solo un ipocrita di merda. Sì, hai sentito bene. Ipocrita.

Parli come se lui fosse l'unico ad esserlo.
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- Sì, Zach. Anche a me, come ti ho detto prima, Jacob preoccupa molto. - disse Amelie.
- Amelie... so che sei sua sorella, ma dimmi quello che pensi davvero. Pensi che Jacob... stia impazzendo? - chiese Zach.
- Zach, io... oh, merda...
- Ehi, ehi, ehi! Piangere non serve a niente, ricordalo.
- Io... sì, Zach. Penso che... Jacob abbia seriamente bisogno di aiuto.

Che cosa voleva dire Amelie?
"Jacob ha seriamente bisogno di aiuto"...

Ma in quel momento, non riuscii a riflettere accuratamente su ciò che lei aveva appena detto. Ero rimasto deluso dal fatto che Amelie avesse risposto sinceramente alla domanda fatta da Zach che era identica a quella che le avevo fatto, mentre non aveva risposto completamente alla domanda quando gliel'avevo chiesta io.
Voleva forse nascondermi il suo pensiero? Aveva paura che mi potessi offendere?

Fatto sta che, appena sentii la risposta di Amelie, spalancai prepotentemente la porta della camera di mia sorella e cominciai ad urlarle contro come un disperato.

- Quindi è vero. Pensavo bene, cazzo. Tu pensi che io stia impazzendo! - la sgridai.
- Jacob, hai sentito tutta la conversazione?! Zach, ascolta, devo staccare la chiamata. Poi ti richiamo...
- Rispondimi, cazzo, Amelie! Sono tuo fratello. Sono Jacob, porca puttana!
- Jacob, io... cazzo...
- Perché non me l'hai detto in faccia? Rispondimi, cazzo, perché?!
- Ti prego, Jacob, calmati...
- Io non mi calmo per un cazzo, Amelie! "Jacob ha seriamente bisogno di aiuto"? Che cosa intendi dire, Amelie?
- Jacob, possiamo parlarne pacificamente e con tranquillità, fammi un attimo spiegare...
- Cosa cazzo volevi dire, Amelie? Di che cazzo di aiuto avrei bisogno io?!

Amelie, ormai in lacrime, perse la pazienza e, dopo aver spinto la sedia sul letto per l'irritazione che si stava accendendo dentro di lei, urlò severamente contro di me.

- Vaffanculo, Jacob! È impossibile avere un discorso sensato con te, maledizione! Sei sempre incazzato, sei sempre tormentato da queste cazzo di allucinazioni, stai sempre male! Non c'è verso di farti stare sereno e pacato! L'unica persona con la quale fai il bravo e buon ragazzo è Beatriz, cazzo! Io sono tua sorella, dovrei essere più importante di lei!
- ... più importante di lei? - le chiesi a bassa voce.
- Penso proprio di sì. Sai com'è, lei ti conosce da alcuni giorni, io ti conosco invece dalla nascita, da quattordici cazzo di anni! - continuò ad urlare mia sorella.
- Questo non nega che Beatriz è una meravigliosa ragazza, Amelie.
- Assolutamente no. Anzi, io la stimo molto. Ma tu, Jacob... tu stai veramente superando ogni limite. Stai cominciando a stancarmi.

Diventai rosso per la collera e, avvicinandomi a lei, le diedi un potente schiaffo.

- Prova a ripeterlo, Amelie.
- Tu... tu sei pazzo, cazzo!

Pensai a quello che avevo appena fatto e cominciarono a scendermi alcune lacrime dagli occhi. Cercai di scusarmi, ma... senza successo.

- Porca troia, Amelie. Ti prego, scusami, non ero in me... - le dissi disperato.
- Vattene via! Esci dalla mia camera e non farti più vedere! - mi sgridò Amelie.
- E va bene... me ne vado. Anzi, esco proprio fuori di casa. Ciao...
- Non devi neanche salutarmi, Jacob. Sparisci dalla mia vista.

Cazzo... adesso che ci penso, Amelie in quel momento era davvero tanto, tanto incazzata, come non lo era mai stata.

Non solo non la facevo parlare, mi comportavo da stronzo con lei e la disturbavo per le mie strane allucinazioni... ero riuscito pure a farle del male fisicamente, a causa del mio attacco di rabbia violento.

Complimenti, Jacob Johnson. Hai appena vinto il premio come "peggior fratello dell'anno". Anzi, direi come "peggior fratello di sempre".

Perché tutta questa malvagità?
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Quindi sì... a quanto pare, Amelie pensava davvero che io stessi per impazzire. Solo... avrei preferito che me lo avesse detto in faccia, e non che lo andasse a riferire ad altre persone. E poi, doveva parlarne proprio con quella testa di cazzo di Zach...

Dopo che uscii dalla camera di Amelie, scesi le scale e me ne andai fuori di casa, cercando di controllare la grande ira che mi stava dominando in quel momento.

Ma purtroppo, non tutto andò come speravo... in quanto non riuscii nell'intento di contenere la mastodontica rabbia che in quel momento era dentro di me.

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