Insomnia

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Ma se stanotte
facessimo finta
di esistere ancora,
nelle narici e sotto le dita
che s'attardano a disegnare
zigomi e ciglia come non ci fossimo
mai perduti.
Stanotte solo,
facciamo tregua
con questo oblio che picchia alla porta.
In una soffitta di libri e di cielo,
spogliamo le ore pigre e odorose
di pelle madida e spettri sopiti.

Guardami.
Sono sempre io
a cacciare all'angolo freddo e follia
in quest'autunno durato un secolo,
questo addio che si trascina
e scardina il ricordo
d'un aprile che ci rese al mondo.
Ché mai più esisteremo,
mai più griderai
sfinito il mio nome come una preghiera,
e un sonno d'inchiostro greve ci sfiora.
Al mattino rinasco io sola.
Ma stanotte,
stanotte no.

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