Ipertimia

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Ché un portone non basta a custodire
i tuoi cortili di resina e vento,
e sabbia dorata che i fiati colma
e piove e penetra e pulsa e avvicina.
Come sei bella, amore mio, con gli occhi
allagati d'alba sulle ferite
aperte, ché il mondo ti amò poco e tu
in risposta l'amasti da impazzire.

Un cristo brinda al suo amore perduto.
Barcolla tra il fiume, la pietra e il vino
col passato alle calcagna e l'anima
accartocciata, bestemmia alla luna.
Ma lei con garbo guarda e non ricambia
e s'alza al cielo, e i lampioni di strada
son mappa; le stelle non ci servono
quaggiù, a berci la notte ubriachi di noi.

Suoni d'orchestra risalgono il fiume, 
nell'aria liquida e densa di febbre.
T'amerei anche adesso, dentro un vicolo
contro un muro, con la città che osserva
ride e ci nasconde. T'amerei come
si sugge il giorno, gli attimi e i minuti,
a svegliarci dal sonno come fosse
il primo barlume che squarcia il nero.

Ti amerò come solo si ama quello
che è perduto e poi ritrovato, senza
fiato né tempo, qui in questo silenzio
ch'è metà sacro e metà terreno. Qui,
in questo momento noi esistiamo,
a sgranare baci come rosari
dove non c'è frastuono e non arriva
dolore, noi sazi di vita e d'amore. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro