In quel preciso istante comprese
che nulla potesse interessarle
se non quello per cui aveva da tempo lottato: la sua voglia di evadere.

Se ci pensava bene non sapeva esattamente da cosa.
Era come se il suo essere volesse svuotarsi, fino a rendersi trasparente agli occhi di chi non capiva quali fossero le sue sensazioni, il suo stato d'animo.
L'unico posto in cui riuscisse ad isolarsi da tutto e da tutti, era il mare.

Mostrava un certo fascino ai suoi occhi.
Quell'altalenante movimento delle onde aveva la capacitá di risucchiare le sue angosce.

In fondo perché non credere a tutto questo?

Non era niente e nessuno senza il mare.
Solo lui capiva, ascoltava, non giudicava, non abbandonava.

Da diversi giorni si recava in quel posto, ripetendo quel rituale fino ad esaurire i suoi pensieri.

Credette nelle proprie capacitá e nella memoria come ad una cosa strana.
Quella della mente l'aveva ingannata, ma in questo caso la cosa era diversa, era la memoria del cuore che le parlava; doveva ancora credere in quel mare.