5•capitolo -Tu che scendi bella come non mai-

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Santiago

Okay, so di aver sbagliato e mi sento in colpa per come mi sono comportato nei confronti di Ana. Lei non mi sta per niente simpatica, anzi, proprio non la reggo ma so che non è stato giusto il mio comportamento. Non volevo mi sentisse, pensavo fosse uscita ma non credo che per questo motivo sia giusto che Felipe non mi parli quasi più. Si è completamente schierato dalla sua parte e so anche il motivo, vanno a letto insieme tutte le sere. Quei due sembrano non stancarsi mai, a questo punto mi chiedo se stiano insieme visto quello che ho visto. Il pensiero mi tormenta, tutte le volte che so che sono insieme, non riesco a prendere sonno e mettiamoci pure che spesso fanno molto rumore. Sbuffo frustrato ed esco da camera mia, vado in cucina per farmi qualcosa da mangiare, ma come se il destino si volesse accanire contro di me, trovo Ana. È appoggiata al tavolo ed è mezza nuda, ha solo una maglietta di Felipe ma le sue gambe sono perfettamente scoperte.
Ma non si vergogna nemmeno un po'?

No, si tratta di Ana, quella non ha pudore. Come faccia a piacere al mio amico è un vero mistero.

La guardo per salutarla, ma lei continua a farsi i fatti suoi, pure se mi ha visto. Dalla scorsa settimana, quando ho dette quelle cose poco carine su di lei, quando mi vede fa finta che non esista.
Che comportamento infantile!

«Buongiorno» allora dico io, non ha senso ignorarsi, magari se inizio a salutarla lei capirà che il suo comportamento non è normale. Ho sbagliato, sì, ma non è che lei ci sia sempre andata leggera verso di me.

Lei, come volevasi dimostrare, non mi risponde, mi ignora al punto che neppure alza la testa dal cibo che sta preparando.

«Non credi di stare esagerando con questo mutismo?» digrigno i denti ma lei continua a tenere le labbra sigillate. «È infantile il tuo atteggiamento»

Le dico questo e lei finalmente alza gli occhi verso di me, mi fulmina proprio con lo sguardo, poi addolcisce i suoi lineamenti e mi oltrepassa col vassoio in mano. Si ferma solo quando i nostri visi si allineano.

«Poco di buono, infantile... vuoi aggiungere qualcos'altro alla tua lista del disprezzo?»

Tento di risponderle a tono visto che finalmente si è degnata di parlarmi, ma non le frega niente della mia risposta e se ne va via.

Uno sbuffo profondo viene fuori dalle mie labbra e mi rendo conto che mi è passato pure l'appetito, così, vado a farmi una doccia veloce e quando torno in camera mia, guardando il telefono, mi rendo conto che ho diverse chiamate perse, mi manca il battito quando mi accorgo che sono di Nieves. La mia Nieves che non sentivo da quel giorno. O meglio, ci ho provato a scriverle ma non mi ha mai risposto.

Impugno il telefono, faccio partire la chiamata e quando sento la sua voce, dopo tutto questo tempo, il mio cuore si rasserena da tutto quello che ultimamente sta succedendo. Quella ragazza, Ana, mi ha messo in agitazione e dover sopportare che tutti i giorni venga qui per scoparsi il mio amico, ammetto che mi ha letteralmente tolto il sonno.

«Santiago...» sento il mio nome pronunciato dalla sua bocca e mi sembra di non ricevere astio da parte sua. Forse ha capito che ha sbagliato.

«Credevo di non sentirti più. Ho provato così tante volte a scriverti»

Attimi di silenzio che però sembrano interminabili.

«Mi dispiace» quasi lo sussurra per fortuna lo sento lo stesso. Sapevo che avrebbe capito la cavolata che aveva fatto nel mettermi in pausa, insomma, non ci sono motivi per separarci.

«Come stai?» mugugno, mi manca l'aria nel parlare con lei, come se ancora non lo realizzassi.

«Così, così. Senti...» lascia la frase in sospeso e l'ansia mi attanaglia lo stomaco. «Sto venendo da te se non è un problema. Dobbiamo parlare, faccia a faccia, ti va bene?»

Sorrido, certo che mi va bene. Ho bisogno di vederla, di baciarla, di farci l'amore. E di tutte quelle cose che non abbiamo fatto dovute alla lontananza. So che la nostra storia è difficile, non è mai stata facile dal principio visto che viviamo lontani, ma noi due sembriamo fatti apposta per stare insieme. L'ho pensato sin dalla prima volta che l'ho conosciuta.

«E me lo chiedi? Certo!» dico, entusiasta, questo fa ridere Nieves. Forse è un sorriso di sollievo, magari pensava che non volessi più vederla. E sì, ci ho pensato pure parecchie volte di chiamarla e chiudere la questione, ma il mio amore nei suoi confronti mi ha sempre fermato. Il tempo mi ha dato ragione: io e Nieves dobbiamo stare insieme, siamo fatti per questo.

«Potresti venirmi a prendere all'aeroporto? Ci vorrà un'oretta»

Un'ora dopo sono davanti all'aeroporto che aspetto con la macchina che la mia ragazza mi raggiunga. Le ho mandato un messaggio per dirle che la sto aspettando, tuttavia ancora non mi ha risposto, probabilmente ancora il telefono non le prende. Poi la vedo da dietro lo specchio della macchina, è bellissima fasciata da un jeans e una camicetta. È il suo stile, l'unica cosa che mancano sono i suoi occhiali spessi e neri. Quelli sembra averli tolti dal suo outfit. Mi precipito fuori dalla macchina e le vado incontro per aiutarla. Mi sento un po' a disagio quando mi avvicino perché non so se salutarla con un bacio, quindi mi limito a toglierle il borsone di mano e accompagnarla alla mia auto. Il tragitto verso casa lo passiamo per lo più in silenzio, c'è freddezza e questo mi fa stare parecchio male. Ho mandato un messaggio a Felipe per avvisarlo dell'arrivo di Nieves, questo perché non vorrei trovare Ana mezza nuda, sicuramente non farebbe piacere alla mia ragazza.

«Com'è andato il viaggio?» cerco di rompere il ghiaccio che non mi piace avere con lei.

«Non male. Un po' di turbolenze alla fine, però tutto sommato bene.» Giro di poco il viso e vedo che sta sorridendo. Sembra diversa da quando l'ho lasciata.

«È strano vederti senza occhiali» constato.

«Spero che sto bene anche senza. Mi avevano stancato»

«Sei sempre bellissima» confesso e un po' mi intimidisco. Ammetto che fare complimenti non è mai stato il mio forte, mi mette soggezione.

«Grazie»

Entriamo in casa mia e per fortuna non sembra ci sia nessuno. Voglio rimanere da solo con la mia ragazza, non chiedo altro. Dobbiamo parlare di quello che è successo e poi voglio fare altro, che è ormai mesi che non lo facciamo.

«Vuoi qualcosa da mangiare? Da bere?» le domando. Mi guarda per un attimo di troppo, sembra che abbia difficoltà nel parlare con me e questo mi demoralizza un po'. Devo pensare che non voglia stare più con me? Che la sua stupida idea di metterci in pausa abbia senso?

«Hai del vino?»

Strabuzzo gli occhi perché anche questo mi stranisce. Lei non beve, è sempre stata astemia, da quando beve vino?

«Vuoi... vuoi del vino?» un sorriso di circostanza contorna le mie labbra, decido di non farle pesare i miei pensieri. Non voglio indisporla. Se ha deciso di bere vino non è un problema. «Vado a controllare se Felipe ne ha lasciato in frigo. Sai, lui e la sua nuova...» non so come definire Ana e il solo pensiero mi fa stringere i pugni. Perché quella ragazza riesce sempre a innervosirmi anche quando non c'è.

«Felipe ha una nuova fidanzata?» investiga Nieves, sorridendo compiaciuta.

«Oh no, non credo si possa definire così... lei è più una...»

«Scopaamica?» ma non è la voce di Nieves ad intervenire, ma il mio peggior incubo. Ana che sembrava non ci fosse, ormai è sempre in casa mia, è sempre mezza nuda, e ora è davanti alla mia ragazza in questa veste. Nieves strabuzza gli occhi quando si accorge di lei e non mi sfugge il modo in cui la sta osservando da capo a piedi. Di sicuro non le farà piacere vederla conciata così davanti a me.

«Ana?» Nieves si alza e le va incontro. «È un piacere rivederti!» la mia ragazza l'abbraccia, quasi fossero vecchie amiche, non ho mai capito perché le stia simpatica. Forse Nieves è troppo buona, ma in ogni caso Ana sembra che stia simpatica a tutti, tranne a me. Non credo sia un problema mio, penso più che altro che ci vedo meglio di loro e ho capito bene com'è Ana.

«Anche per me è un piacere vederti. Speravo che nel frattempo avessi lasciato Santiago, capendo che sei troppo per lui, ma evidentemente non è così.»

Pungente afferma e invece di intervenire, Nieves se la ride, mi prende proprio in giro. Che cavolo c'è da ridere? Non è divertente per niente.

«Simpatica...» amaramente affermo. «Ti sei ormai trasferita in questa casa? Perché non mi pare ci sia Felipe, allora che diavolo ci fai qui?» sbotto, frustrato. Perché è così che mi rende Ana, frustrato. Dio, la detesto con tutto me stesso. La sua presenza mi indispone e vorrei solo cancellarla dalla mia vita. E invece è onnipresente dall'adolescenza.

«Santiago...» mi riprende Nieves scocciata, «smettila di fare l'idiota.»

«Ah lo fa sempre» fa spallucce Ana, «non ce la fa proprio ad essere carino. L'altro giorno mi ha pure detto che sono portatrice di malattie veneree» ride mentre lo racconta, eppure nel suo sguardo ci vedo una nota stonata, so che le ho fatto male con quelle parole e me ne rammarico. Ho esagerato, dannazione, ma non c'è bisogno di farne un dramma. Giusto?

«Santiago» mi rimbecca ancora la mia ragazza, che anche lei, come gli altri, sembra ammaliata da Ana e la difende. Mi pare assurdo che tutti siano sempre dalla sua parte, pure la mia ragazza.

«Adesso che hai spiegato alla mia ragazza vita morte e miracoli, potresti lasciarci soli?» sbotto, stringendomi i capelli biondi che quasi si spezzano tra le mie mani.

Ana ridacchia, Nieves continua a guardarmi come se fossi una persona orribile e la cosa mi fa innervosire parecchio. Non sopporto che quello che vedo di Ana, sembra che lo veda solo io. Non è una santa!

«Mi annoio a stare sola, Felipe è uscito. Non vedo perché non dovrei passare un po' di tempo con voi.»

Sto per aprir bocca e dirle che noi abbiamo cose di cui parlare, ma la mia ragazza mi anticipa.

«Allora rimani con noi. Ci vediamo un film, che ne pensi?»

Non dirà sul serio! È assurdo che la mia ragazza non abbia voglia di stare sola con me visto che non ci vediamo da tre mesi, visto che abbiamo avuto problemi e dovremmo risolverli. Sta scappando dal dialogo? No, non è da Nieves. È quella ragazza che ammalia tutti.

«Sono super felice di stare con voi» guarda me, a dimostrazione che mi sta semplicemente facendo un dispetto e Nieves glielo sta permettendo.

Comunque, non posso far altro che accontentarla e cerco qualche film da vedere su Netflix.

«Capitan America, va bene?» ovviamente lo chiedo a Nieves che invece di guardare me, si accerta che ad Ana vada bene. Si è innamorata anche lei di Ana?

«Non esiste!» afferma con una nota di melodrammaticità Ana. «Vediamoci il diavolo veste prada» lo dice con gli occhi che brillano, mi guarda in quel modo, come se fosse il suo modus operandi per convincere la gente a fare ciò che dice. Peccato che con me non ha alcun effetto.

«Non vedrò mai quel film, sappilo!» alzo il tono di voce e al solito Nieves mi guarda come se fossi io quello sbagliato.

«Allora vediamoci Remember me. È bellissimo, lei perde la memoria e lascia il suo fidanzato per tornare dall'ex. Poi lui la riconquista facendola innamorare di nuovo di lui. Oh, sono così dolci...»

La guardo sconcertata.

«Non vedrò mai questi film, Ana.»

Lei sbuffa, esasperata.

«Non capisci nulla di film, Bonachera.» poi riprende a parlare. «Come farsi lasciare in dieci giorni?»

«Ana» sbotto, «le tue proposte non sono accettabili.» Poi mi volto verso la mia ragazza, «tu hai proposte?»

Alla fine vediamo un film degli Avengers, anche se Ana è decisamente annoiata, dunque mi chiedo perché diavolo non se ne torni a letto così mi lascia con la mia ragazza. Ma lei no, imperterrita rimane e mi toglie il tempo con Nieves, poi, vorrei capire perché è qui anche se Felipe non è in casa.

Quando il film finisce, finalmente Ana si alza, stiracchia le braccia e guarda solo Nieves.

«Buonanotte. La prossima volta scegliamo noi il film» si rivolge a lei che sorride. Poi si allontana e ovviamente, come ormai succede da un po', neppure mi saluta. Finalmente però rimango con la mia ragazza.

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