It's (almost) over

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Era una giornata grigia, in tutti i sensi. 

Non solo perché la pioggia bagnava il campo di Quidditch e dei nuvoloni impedivano il passaggio dei caldi raggi solari; non solo perché pressoché la totalità dei professori erano arrabbiati – o quanto meno turbati – con gli alunni dell'ultimo anno; non solo perché Piton, in cima alla lista dei docenti più alterati, aveva elargito delle D (desolante), come una nonna affettuosa avrebbe fatto con le caramelle, o perché la successiva partita di Quidditch era stata brutalmente annullata.

I motivi principali che avevano causato un muso lungo di massa furono essenzialmente due: come punizione universale, per dare un colpo al cerchio e una alla botte, i punti di tutte e quattro le case vennero azzerati, e ogni genere di baldanzosa riunione studentesca bandita.

« Sì è superato ogni limite. D'ora in avanti, chiunque verrà sorpreso a intrattenere feste non contemplate nel regolamento scolastico verrà severamente punito. » aveva annunciato iraconda la Mcgranitt in sala grande, poco dopo il risveglio dei due caposcuola. 

Silente, seduto al tavolo dei professori alle spalle della donna, osservava gli alunni insolitamente silenziosi da dietro i suoi occhiali a mezzaluna.

Per assicurarsi che nessuno sgattaiolasse verso la stanza delle necessità, si decise di cambiare ogni modalità precedentemente adottata per le ronde. Tanto per cominciare, non sarebbe stato permesso a nessuno di accoppiarsi a qualcuno della propria casa. Il caposcuola Serpeverde, per esempio, non avrebbe potuto controllare i corridoi in compagnia di altri prefetti Serpeverde; avrebbe dovuto pescare un bigliettino da un cappello, dove si sarebbe letto il nome del suo compagno. E non era tutto.

Onde evitare scambi tattici di foglietti per capitare con chi più si desiderava, sarebbe stato presente un professore per annotare le varie coppie. Inoltre, ci sarebbero stati anche gli insegnanti a perlustrare il castello.

Probabilmente nemmeno se Voldemort in persona avesse cercato di sfondare l'ingresso con un ariete sarebbero state prese misure così drastiche.

Ma Hermione avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di redimersi agli occhi della Mcgranitt. Per quanto riguardava il rispetto di Piton, invece, se ne infischiava altamente: tanto non l'aveva mai potuta sopportare.

Quando era stata svegliata dal rumore dei ganci di una tenta che scorrevano sul metallo, non solo si era sentita morire alla vista dei suoi insegnanti arrabbiati; non solo aveva notato, con orrore, Malfoy deturpato nel letto accanto al suo; non solo aveva provato vergogna al  pensiero che quest'ultimo le fosse apparso più volte in sogno durante il suo lungo sonno; non solo aveva dovuto rispondere ad un'infinità di domande su una festa al quale, come aveva sottolineato più volte inutilmente, non voleva nemmeno prendere parte; le era toccato anche assistere ai battibecchi tra i due adulti riguardo alla più giusta punizione per i due malati, applicabile sin dal primo disgraziato giorno in cui avrebbero lasciato il letto d'infermeria.

Erano stati avvelenati e venivano anche puniti. Oltre al danno, anche la beffa.

Hermione rimpianse di non averci lasciato le penne.

E se la Mcgranitt aveva tentato di rimanere imparziale azzerando semplicemente i punti fin'ora guadagnati da tutte e quattro le case, Piton si dimostrò decisamente più di parte, accusando la Grifondoro di aver voluto coprire il misfatto non avvisando alcun professore, e trovando giusto che le venisse inflitta una pena maggiore, come le pulizie senza l'ausilio della bacchetta. Draco Malfoy, udendo quelle parole, si mise comodo nel suo letto per gustarsi meglio quanto proposto, Hermione invece si rizzò a sedere indignata.

« Non può punire solo me per una cosa che non ha fatto nessuno! »

« No, infatti, non può. » concordò la Mcgranitt, voltandosi verso il collega.

« Severus, per quanto io trovi deplorevole e omertoso il comportamento adottato dalla signorina Granger... » e qui lanciò un'occhiataccia alla caposcuola, che cercò di sprofondare nel sottile materasso della branda. « Penso anche che la punizione, per essere corretta, debba venir data anche al signorino Malfoy. A tutti gli altri daremo un metro e mezzo di temi in più. »

A quel punto, per non dilungarsi in ulteriori discussioni (già iniziate non appena vennero scoperti i nomi dei due avvelenati, terminate senza concludere su chi avesse maggiormente la colpa e da che alunno di quale casata provenisse il filtro d'amore), Severus Piton accettò con riluttanza di dover estendere il castigo anche al suo pupillo.



Una serie di notizie che indispose non poco il rampollo di casa Malfoy.
La successiva partita di Quidditch, nonché quella tra Serpeverde e Corvonero, era stata annullata; tutti i preziosi smeraldi guadagnati dalla sua casa annullati; le spassose feste al quale partecipava e, Pansy permettendo, sfruttava per trovare più facilmente carne fresca, proibite; le sue eleganti e delicate dita si sarebbero rovinate nel compiere un atto volgare come quello di pulire. Insomma, era un purosangue, un mago dal pedigree di tutto rispetto, come osavano costringerlo ai lavori forzati come uno sporco elfo domestico? Come osavano, poi, affibbiargli una fastidiosa calamità quale la Granger? Merlino, lì sì che sarebbe diventato matto.

Forse, l'unica nota positiva di tutta quella faccenda, consisteva nel metodo delle coppie per le ronde: così facendo non avrebbe più dovuto sopportare la sua ex ragazza e le sue preghiere di riflettere sulla loro situazione. Certo, però, se si fosse ritrovato come compagna la Granger, la questione ritornava ad essere tragica.

« Spero tu sia contenta, Granger. » l'accusò.

« E di che cosa, Malfoy? Sono in punizione almeno quanto te. » gli fece notare lei indispettita.

« Eh no, mia fastidiosissima sangue marcio. » la contraddisse lui. « Sono io l'unico, tra i due, a dover sopportare la tua saccenteria. »

Hermione guardò indignata il Serpeverde portarsi alla fronte una mano in modo teatrale.

« Un Malfoy ridotto a fare le pulizie! » singhiozzò avvilito. « Ridotto a fare uno sporco lavoro da plebaglia. Con una sangue sporco, tra l'altro. »

E riecco l'insulto. Cosa pretendeva Hermione? che la sorte fosse abbastanza clemente con lei da far sì che il veleno gli bruciasse l'area del cervello destinata al linguaggio? Oh, sarebbe stato un sogno. Avrebbe bevuto quella pozione altre cento volte, se ciò fosse servito a cucire la bocca per sempre a Malfoy.

« Deve essere tutto molto esilarante per te, nevvero? » gli domandò torvo lui.

« Nemmeno nei miei sogni avrei potuto immaginarti cadere così in basso. » lo rimbeccò lei guardandolo con gli occhi ridotti a fessure.

« Per Salazaar, chissà quale misteriosa malattia mi prenderò: spolverare mensole con una... con una... una nata babbana. » si lamentò lui torturandosi le mani per l'angoscia. « Un mio parente alla lontana è morto per questo. »

Hermione sospirò profondamente e pregò che almeno, se davvero ciò rappresentasse una condanna a morte per il biondo, decidesse di spirare lontano da lei, o altrimenti il suo buon cuore da Grifondoro l'avrebbe costretta a salvarlo.
Un mondo senza Draco Malfoy, la caposcuola sorrise al solo pensiero.

« E tutto questo per colpa tua. »

« Scusami? »

Le andava bene che si fosse convinto che lei godesse delle sue disgrazie, che – secondo qualche prodigiosa logica sconosciuta ad ogni mago con un briciolo di buon senso – gli avrebbe attaccato qualche malanno mortale o che qualche suo imparentato fosse andato al creatore proprio per quel motivo, ma addirittura asserire che fosse successo tutto a causa sua era un insulto bello e buono. Hermione alzò un sopracciglio offesa.

« Se tu non ti fossi presentata a rovinare la festa, a quest'ora io probabilmente non sarei qui, mi starei preparando per la partita e non dovrei fare la casalinga disperata in chissà quale aula abbandonata. »

Draco le posò gli occhi grigi addosso, osservando il suo viso color mirtillo.

« E non sarei costretto a vedere tutti i giorni la tua faccia viola. Santo cielo, Granger, guarda come sei conciata. »

Le aveva dato così tanto su cui prendersela, da non sapere nemmeno da dove cominciare a rispondergli; era talmente sbalordita da impiegare qualche secondo, durante i quali aveva guardato il ragazzo con le labbra schiuse, per realizzare quanti insulti effettivi avesse sputato.

« È colpa mia se voi avete voluto infrangere le regole? O se mi è stato dato per sbaglio un filtro destinato solo a te e chissà chi altro? E piantala, Malfoy, non ho alcuna intenzione di sentirmi dispiaciuta solo perché tu non vuoi spezzarti un'unghia. Inoltre, con quale diritto ti prendi gioco del mio aspetto, ora che hai la pelle di un rosp-. »

« Ragazzi! »

L'arrivo di Madama Chips zittì entrambi i ragazzi, facendoli desistere dal continuare il loro scambio di battibecchi.

« Insomma, nemmeno l'avvelenamento riesce a cucirvi la bocca? » si avvicinò arrabbiata la donna. 

Hermione si sentì sprofondare per una seconda volta. Madama Chips ora era tra le due brande, con il viso solcato da profonde rughe messe in risalto da un broncio torvo.

« È per persone come voi che ogni tanto mi viene voglia di dare le dimissioni e partire per Honolulu. » brontolò tra sé e sé, allungando la mano affusolata verso la tenda di lino. 

I due caposcuola, prima che quest'ultima li separasse, fecero in tempo a scambiarsi l'ennesimo sguardo belligerante.



Non appena era circolata la voce che i due ragazzi avessero riaperto gli occhi – ergo non li stavano osservando tutti dall'alto dei cieli – un gran trambusto dilagò per le mura del castello. Come al solito le speculazioni non mancarono. C'era chi parlava di un risveglio traumatico, dove Hermione era balzata in piedi ed era saltata addosso a Malfoy, ancora innamorata di lui, chi diceva che entrambi accusavano un'amnesia e chi ancora affermava invece – per non fare una figura di cioccolato in seguito alla precedente affermazione di una tragica morte prematura – che fossero stati strappati dalla tomba per un pelo.
Insomma, c'era una versione per pressoché ogni più strampalata teoria; ma la parte più bella consisteva nel fatto che, nessuno di tutti quelli che avevano tirato il sasso, fosse stato presente ad assistere.

Pertanto, tutti gli occhi dei curiosi più vicini, si erano puntati su Ron non appena questo buttò giù l'idea di andare a trovare la povera Hermione, e l'avevano seguito fino a quando non era uscito dalla sala grande.

Ron si sforzò di non dar troppo peso alle attenzioni che gli vennero rivolte, anche se in cuor suo temeva di non essere a conoscenza di qualcosa di molto grosso. Magari l'effetto del filtro non era ancora terminato e, esattamente come si vociferava, Hermione credeva ancora che Draco Malfoy fosse la sua anima gemella. Ma ora che ci pensava, questa prospettiva gli faceva provare più compassione per la ragazza, che fastidio e ira per il tradimento, seppur non voluto.


Quando giunse davanti l'uscio dell'infermeria e non riconobbe la voce di Hermione, o anche solamente quella di Malfoy, cominciò a preoccuparsi del fatto di essere all'oscuro di una ricaduta che avesse costretto nuovamente gli insegnanti a tenerli buoni con l'ausilio di sonniferi. Procedette con molta fretta, camminando con estrema sicurezza in direzione della tenda dietro al quale si nascondeva la caposcuola; la scostò con violenza, quasi volesse sorprendere una bestia potenzialmente pericolosa, più che la sua – fino ad allora – fidanzata. Anzi, volendo rifletterci su bene, le due creature coincidevano tranquillamente.
Hermione, dall'altra parte, sobbalzò dallo spavento.

« Ronald! Mi hai fatta spaventare. » protestò lei.

« Scusami, è che non ho sentito nessuno parlare e ho pensato fossi ancora addormentata. » si giustificò il rosso.

Non era più senza sensi, ma il suo viso era ancora di un raccapricciante color viola.

Hermione chiuse "Salazaar Serpeverde: un inetto a selezionare maghi, o genio incompreso?", un nuovo libro che, fino a qualche istante prima, stava tranquillamente leggendo.
La ragazza, ritrovandosi di nuovo sotto gli occhi tale domanda, così elegantemente decorata e minuziosamente ricopiata a mano da un amanuense del lontano XIV secolo, e ripensando alla piaga che le dormiva accanto, si ritrovò a credere come più veritiera la prima opzione.

Si creò un silenzio imbarazzante e teso, dove nessuno sapeva esattamente cosa dire o fare, per paura di muovere il passo sbagliato. 

Fu Ron il primo a prendere parola. Si schiarì la gola, e si fece un po' di posto accanto le gambe della ragazza.

« Come ti senti? »

Perchè, certamente, se la loro conversazione fosse degenerata, non avrebbe certo preso una piega migliore se quantomeno lui non avesse pensato a informarsi prima di tutto sulla sua salute.

« Meglio, molto meglio rispetto l'altra sera. Madama Chips dice che questo assurdo colore dovrebbe sparire a giorni, una settimana al massimo. » rispose Hermione, ridacchiando nervosa.

Bene, ora che l'argomento benessere personale era appena stato toccato, il dramma di dosare le parole era tornato a farsi vivo. Voleva parlarle di parecchie cose, a dirla tutta, ma era più che sicuro che ognuna di questa avrebbe causato collera o forte imbarazzo da parte di entrambi: voleva menzionare innanzitutto l'irritante comportamento da lei adottato per quasi tutta la settimana precedente, dopodiché avrebbe voluto parlare di come si fosse ingiustamente preso la colpa per i fuochi artificiali che l'avevano condotta alla festa, poi della pozione, e infine discutere a proposito della loro rovinosa relazione. 

Non era nemmeno sicuro che ci sarebbe riuscito, dal momento che la stava fissando negli occhi da qualche secondo buono e ancora non aveva espresso una singola parola.

« Vuoi parlare di quello che è successo? » gli domandò cauta Hermione. 

Ron annuì e, con sconvolgente naturalezza, scelse ciò che più l'aveva infastidito.

« Non mi è piaciuto-. »

« Lo so, nemmeno a me. » lo interruppe lei, sentendosi male al solo pensiero di lei avvinghiata a Draco Malfoy.

« ...il tuo comportamento prima della festa. »

Hermione lo guardò a bocca aperta.

« Davvero? Dopo tutto quello che ho passato, la prima cosa a cui pensi è il mio rispetto per le regole? » gli domandò con freddezza, per tentare di nascondere la rabbia. 

Ron boccheggiò.

« Beh, sì... cioè, no. » era molto incerto sul da farsi.

« Sono stata schiantata da dei ragazzi coinvolti in una rissa. » proferì lei con lentezza, nel disperato tentativo di non far fuoriuscire la collera sempre più crescente.

« Sì, certo, ma-. »

« Ho bevuto qualcosa contenente un misterioso filtro d'amore che... oh santo cielo, non voglio nemmeno dirlo! » terminò strillando istericamente.

« Hermione, calmati un attimo-. »

« Calmarmi un attimo?! Se Piton non avesse pensato al Bezoar, a quest'ora sarei al San Mungo! Sono stata avvelenata, Ron! »

« Perchè stiamo insieme? » sputò il "re" tristemente. 

Hermione si zittì, incredula a ciò che aveva appena udito.

« Cosa? »

« Oh, sì... vi prego, continuate. »

Calò il silenzio.

« Fatti gli affari tuoi, Malfoy. » abbaiò Ron.

« No, no, no, fate pure come se non ci fossi. » li esortò Draco, dall'altra parte della tenda. « Questo posto è un'autentica noia. »

Hermione fissava il copriletto della branda; certo, quella notizia non era un fulmine a ciel sereno, se l'era già chiesta lei stessa dopotutto, ma sentirla uscire dalla bocca di qualcun altro era tutt'altra cosa.

Ron sospirò.

« Senti, ne parleremo meglio quando verrai dimessa. » le disse lui calmo, piegandosi verso di lei per depositarle un bacio sulla fronte. « Ci vediamo in questi giorni. »



La sera stessa fu parecchio bizzarro riunirsi nella sala dei prefetti, in compagnia di una Mcgranitt inferocita, e senza la presenza dei due, oramai, più discussi caposcuola dell'anno.

Ron Weasley dovette rispondere a parecchie domande riguardanti la salute della povera Hermione; riguardo Draco non si potè dire molto, visto che Pansy Parkinson – ancora in stato di shock – non aveva osato andarlo a trovare e, gli unici ad averlo fatto – Theodore Nott e Daphne Greengrass – non si erano dimostrati molto inclini a fare salotto spettegolando sul loro amico.

Non appena tutti furono radunati, la Mcgranitt interruppe ogni scambio di chiacchiere schiarendosi la gola rumorosamente.

« Suppongo vi ricordiate alla perfezione quanto è stato modificato il regolamento. »

Tutti annuirono.

« Bene, allora iniziamo. Patil? »

Padma si avvicinò con apprensione al cappello di cuoio che la professoressa reggeva tra le mani rugose; con il fiato sospeso spiegò il bigliettino, e lesse ad alta voce il nome sopra scritto:

« Hannah Abbott. » era stata decisamente fortunata.

La Mcgranitt annotò la coppia su una pergamena, scarabocchiando su di essa i due nomi.

« Anthony Goldstein? »

Anthony Goldstein venne accoppiato a Auriol Montague – quinto anno, Serpeverde, sorella di Graham Montague – Ernest Mcmillan a Demelza Robins – sesto anno, Grifondoro, cacciatrice – e Ronald Weasley a Micheal Corner, e così via.
Pansy Parkinson venne, per la gioia del ragazzino, appaiata ad un prefetto del quinto anno di Tassorosso.

La donna appuntò ogni duo, dopodiché si alzò in piedi e posò gli occhi severi su tutti gli alunni.

« Bene. Sappiate che io sarò in giro per il castello, quindi non provate nemmeno a fare di testa vostra mischiandovi. »

« Certo che no, professoressa. » rispose con serietà Padma Patil.

« Anche il professor Piton sarà nei paraggi. » continuò l'insegnante, indirizzandosi verso l'uscita della stanza. « Una qualsiasi infrazione, e alla vostra casata verranno dimezzati i punti guadagnati fino a stasera. »

***

Ehilà! Non ho molto da dire, per la verità.

Volevo solo ringraziarvi per tutti i commenti e le stelline che mi avete lasciato. E' la prima volta che mi cimento in una fanfiction, e vedere che piace è una grande emozione. Spero che continuerete a seguirla :)
Inoltre, vorrei avvisarvi che il prossimo capitolo sarà molto più lungo di questo (13 pagine di Word, questo è di circa sei o sette, fate voi), e che probabilmente pubblicherò con minor frequenza. Non vi farò aspettare epoche, ma non posso più permettermi di aggiornare ogni settimana come agli inizi. Magari ogni due settimane, tre o quattro se mi manca ispirazione. Mi auguro di non perdervi. Sta diventando difficile incastrare la teen fiction principale (Write about us), le bozze del sequel, e questa fanfiction. Capitemi :(

Scusate, e al prossimo capitolo!
Baci,
la vostra Lily :*

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