One hundred gold-galleons

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Pansy Parkinson non si era mai sentita tanto oltraggiata.

Lei aveva amato Draco, si era sempre premurata di assicurarsi che nessuna si intromettesse tra loro, aveva continuato a cercarlo nonostante la loro rottura, aveva conservato tutte le loro fotografie, e veniva ripagata così: con uno schiantesimo lanciato in un momento di distrazione ed era stata abbandonata in mezzo ad un corridoio umido.

Ma la questione non si era certo limitata lì. 

Era stata brutalmente evitata durante tutta la giornata di venerdì e, durante la ronda notturna, lui si era rifiutato categoricamente di "discutere", finendo quindi per parlare da sola.
Alla fine di essa si era vista costretta a non rivolgergli più la parola, evitando di mettere in scena il solito spettacolino in cui lo seguiva fino all'uscio della sua stanza, implorandolo di ragionare. Non gli aveva nemmeno dato il buongiorno quotidiano, né aveva cercato di capire al volo cosa avesse intenzione di mangiare a colazione, per quindi porgerglielo nel piatto. Tutto ciò nella speranza che gli venissero i sensi di colpa e che si rendesse conto di aver perso il suo unico grande amore; ma lui non aveva battuto ciglio. Anzi, a tratti le era sembrato addirittura compiaciuto.

Quella situazione sarebbe dovuta mutare, e in fretta.

Non aveva rivelato a nessuno la sua vera meta, aveva solo accennato vagamente di voler fare un salto da mielandia per comperare qualche zuccotto di zucca per la festa. Aveva mantenuto la calma mentre salutava Millicent Bulstrode, impaziente di andare a comperare l'ultima pozione snellente dell'erboristeria Green Earth. Badando bene di non essere seguita affrettò il passo verso il vicolo isolato più vicino, lontano da occhi indiscreti.

Incrociò Tiger e Goyle e si guardò subito attorno: non erano mai troppo distanti da Malfoy, sebbene quest'ultimo prediligesse la compagnia di esseri più intelligenti come Nott, Zabini e la Greengrass.

Tiger si irrigidì come la vide arrivare spedita nella loro direzione. Si bloccò sul posto, sgranò gli occhi e spalancò la bocca in una comica "O" delle dimensioni di un affusolato calice da champagne.

« Ciao Pansy. » disse trattenendo il respiro.

« Idioti. » li apostrofò lei superandoli.

Continuò per la sua strada, gettandosi occhiate alle spalle per assicurarsi che nessuno la stesse seguendo. Le voci degli altri ragazzi si fecero sempre più lontane man mano che imboccava viuzze sempre più buie e strette, allontanandosi da High Street. Quando raggiunse un vicolo cieco malamente illuminato da una lampada ad olio si fermò, si sistemò il cappuccio nero del mantello sul capo, si assicurò di aver il viso sufficientemente coperto, e si smaterializzò.



« Ho già detto di no! » ripetè la ragazza collerica. 

Hermione camminava tenendo il naso all'insù per lo sdegno; davvero non poteva credere alle sue orecchie.

« Ma cosa vuoi che sia una festicciola tra studenti? » le domandò Harry Potter, che a quanto pareva cercava rogne.

« Hermione, ci andranno tutti! » protestò Ron come un bambino capriccioso.

« E' proprio questo il problema, Ron. » disse la ragazza con impazienza. « Come ho già detto, il compito di un prefetto o di un caposcuola è quello di dare il buon esempio, assicurarsi che nessuno trasgredisca alle regole e punire chiunque lo faccia. »

« Ma è solo una serata innocente! » ribadì Ron spingendo la porta de I Tre Manici di Scopa, facendo passare Harry, e premurandosi di lasciare indietro la sua ragazza. 

Hermione sembrò infastidirsi parecchio per quel gesto.

« Ronald! » lo chiamò inviperita. 

Ma il ragazzo si era già allontanato con il suo migliore amico, facendosi strada tra i clienti del famoso locale.

« Miseriaccia, io davvero non capisco come mai sia così reticente a partecipare ad una festa. » si stava lamentando il "re".

« Ronald. »

« E' sempre stata molto ligia alle regole. » spiegò Harry.

« Lo è fino a che non le conviene il contrario. » ribattè sbuffando Ron.

« Ronald! » urlò Hermione, che cercava in tutti i modi di non rimanere indietro.

« Ehi, Weasley! » lo salutò Anthony Goldstein, avvicinandosi con un boccale di burrobirra. « Harry. » salutò sempre lui con un gesto reverente del capo.

Hermione cominciò a sentirsi ferita dall'atteggiamento del suo fidanzato: non solo si era incaponito di voler partecipare al circo orchestrato dai Corvonero, ma in più si azzardava anche a fuggire da lei e tutte le sue raccomandazioni. Per un istante si domandò anche perchè ci stesse insieme, prima di pentirsene e sentirsi in colpa per aver dubitato della loro storia.

« Lunedì c'è la partita contro i Tassorosso, eh? »

« Ronald! » strillò furibonda Hermione, bloccata dietro ad una lunga fila per il bancone.

« Sempre che la cara Hermione non ti accoppi prima. Ciao Granger! » la salutò felice Anthony da lontano.

« Non gli lascerò segnare neanche mezzo punto e Harry come al solito prenderà per primo il boccino. Resta solo da vedere se quest'anno batterà il suo record. » esclamò fiero lui, ignorando il commento del Corvonero.

« Non ne dubito. Senti, ma che cos'ha Hermione? La vedo piuttosto... indisposta. » Anthony si sentì pungere dalla curiosità e non resistette a fare la domanda.

« Oh, niente. E' solo arrabbiata per quella storia della festa e non vuole che io venga. Ne abbiamo già parlato prima della ronda di ieri, ricordi? »

Effettivamente, la sera precedente sia lui, che la povera Padma, si erano ritrovati a fronteggiare una Granger a dir poco inferocita, che finì successivamente per discutere anche con Ernie Mcmillan e i prefetti di Tassorosso.
E la situazione non era certo migliorata quando Malfoy e la Parkinson si erano fatti vivi. La grifona, infatti, accusando lo stress di non poter fronteggiare apertamente il Serpeverde senza far intendere di aver assistito sia allo schiantesimo, che all'invito accettato, non aveva potuto far altro che inveire maggiormente contro il suo ragazzo.

« Oh, sì, mi pare di ricordare... » rispose vago Anthony, ripensando al modo in cui i due Grifondoro si fossero allontanati per controllare l'ala nord e a quante volte Hermione avesse ripetuto al ragazzo di non pensare nemmeno a parteciparvi.



Draco non era mai stato tanto soddisfatto di un giro di ronda.

« Avrebbe voluto ammazzarlo. » stava raccontando il biondo Serpeverde, seduto attorno ad un tavolo de La Testa di Porco, in compagnia dei suoi soliti amici.

« Non saprei dire chi compatisco più dei due. » commentò Blaise.

« Ardua impresa. » replicò Draco mandando giù un sorso di Whisky incendiario.

« E aspetta che venga a sapere che hai tolto dieci punti a Grifondoro perchè Dennis Canon ti ha calpestato l'orlo del mantello. » disse Theodore.

« O che sei stato tu a impastoiare Demelza Robins. » continuò Blaise.

Draco ghignò al solo pensiero. Si sarebbe precipitata dinnanzi al muro dove si trovava la porta segreta per i sotterranei, battendo i pugni contro la parete e urlando il suo nome? O piuttosto avrebbe fatto altrettanto con un piccolo Serpeverde? No, la Granger non era capace di maturare sete di vendetta – il suo stupido buon cuore da Grifondoro glielo proibiva categoricamente.

La mezzosangue si sarebbe presentata al suo cospetto, con le braccia incrociate al petto, l'espressione infastidita, e tanta voglia di cominciare una guerra. La attendeva quasi con ansia.

« Guardiamo il lato positivo di tutta questa storia, invece di pensare alla Granger. » esordì sempre Nott. 

I due ragazzi si misero in ascolto.

« Alla festa ci saranno tante ragazze bramose di divertimento, tanto alcol, e – Pansy permettendo – potresti spassartela anche tu, Draco, senza doverti nascondere o ricorrere ad incantesimi strani per non farti scoprire dalla tua ex psicopatica. »

« Mi vedrò costretto a schiantarla di nuovo, me lo sento... » esordì Draco, ingollando l'ultimo sorso di Whisky.

« Però guarda ancora il lato positivo: ieri sera, una volta tornati ai sotterranei, avete preso due strade diverse senza che lei si facesse prendere dall'isteria, e stamattina non ti ha nemmeno rivolto la parola. » gli disse Blaise.

« Ha ragione. » valutò Theo. « Sai, forse sta finalmente andando oltre. Forse potrai finalmente abbordare una ragazza senza che intervenga lei per lanciarle maledizioni. »



L'insegna consunta era appesa davanti a lei e la guardava con forte interesse. Ignorò un mago tarchiato dall'aspetto poco rassicurante, che le fischiò compiaciuto, e strinse le dita attorno alla bacchetta, pronta ad attaccarlo nell'eventualità che questo decidesse di avvicinarsi troppo.

Spinse la pesante porta del negozio, facendo suonare un campanello.

Non sapeva nemmeno lei cosa stesse cercando nello specifico.

Si guardò attorno nel locale debolmente illuminato, in attesa che qualcuno la accogliesse.
In un teca c'era un pugnale dalla lama argentata e splendente come appena lucidata dalle manine avvizzite di un elfo domestico; la sua attenzione venne poi catturata da un portagioie vellutato, poggiato su uno scaffale vicino. Sotto di esso, un cartello con lettere dorate raccomandava di non toccarlo a mani nude.

« Posso esserle utile, signorina? » un uomo gobbo, il signor Sinister, apparve da dietro il bancone.

« Cerco qualcosa che mi aiuti a conquistare un uomo. » disse Pansy senza staccare gli occhi scuri da una boccetta contenente un liquido che emanava vapore.

« Questo cos'è? » gli domandò allungando il dito in direzione dell'oggetto.

« Non lo tocchi! » strepitò il signor Sinister. « E' un potente veleno, usato per mandare l'ultima di una lunga serie di lettere minatorie. »

Pansy ritirò subito la mano come scottata. Rimase un attimo in silenzio, prima di estrarre due guanti di pizzo dalla borsa – non che l'avrebbero protetta più di tanto.

« Ho una vasta gamma di mercanzia che potrebbe fare al caso suo. » proseguì poi l'uomo con voce untuosa. 

Si diresse verso una delle due teche di vetro con un'andatura da serpente, la toccò con la punta della bacchetta, e armeggiò con qualcosa che Pansy non riuscì a scorgere.

« Collana dell'amore struggente: basterà solo un semplice tocco e il vostro uomo sarà disposto addirittura a morire per voi. » spiegò il mago, facendo levitare in aria il gioiello. 

Pansy lo guardò attentamente e valutò ogni cosa nei minimi dettagli, decidendo che no, non era quello che cercava. Scosse la testa in senso di diniego, e il signor Sinister la fece poggiare con delicatezza su un supporto di velluto.

« Questo anello... » ricominciò reggendo tra le dita un'altro oggetto maledetto. « ...Farà cadere ai suoi piedi tutti i maghi a cui stringerà la mano – bella forte, mi raccomando – ma non potrà più toglierselo per il resto della vita. »

Pansy lo guardò inorridita e rifiutò nuovamente. L'uomo ripose anche quello con pazienza.

Gli occhi della ragazza caddero su un'ampolla che aveva l'impressione di essere lì da un po': il vetro era scuro, il liquido al suo interno completamente incolore, ed era ricoperta da uno spesso strato di polvere.

« Cos'è quella? » domandò avvicinandosi allo scaffale su cui era riposta. 

Quella volta non allungò nessun dito, per paura di sfiorare involontariamente la merce avvelenata. Il signor Sinister gnignò appagato.

« Oh, quello è il rimedio ad ogni struggimento d'amore, signorina. » la tentò. 

La prese in mano, la ripulì dalla sporcizia, e la sollevò verso la debole luce della lampada ad olio per farla risplendere.

« E' una potente pozione d'amore. »

Una pozione d'amore. Come aveva fatto a non pensarci prima.

« Diversamente da quelle in commercio e acquistabili per pochi galeoni, con questa è necessario che entrambe le persone la ingeriscano. »

Doveva solo trovare il modo e il momento giusto per fargliela bere. Le sarebbe risultato difficile riuscire nel suo intento durante un pasto, Draco non avrebbe mai accettato un bicchiere da lei senza fiutare l'inghippo.

« Bisogna badare bene a non esagerare, più di due gocce potrebbero dar luogo ad effetti collaterali. In grosse quantità potrebbe addirittura mandarla al San Mungo. » continuò il signor Sinister. 

Ma Pansy non lo stava nemmeno ascoltando. Udì solo la frase peggiore che qualcuno le avrebbe mai potuto dire in un momento simile:

« I suoi effetti potrebbero durare anche una vita intera. »

Un sogno. Quella pozione era la manna dal cielo e Pansy la voleva a tutti i costi. L'avrebbe comperata anche se l'avesse mandata sul lastrico.
Tanto, pensò senza riuscire a trattenere un sorrisino, Draco l'avrebbe follemente amata e avrebbe accantonato anche i suoi problemi finanziari.

« Infatti, dopo le prime ventiquattro ore dove si agisce come dopo aver assunto dell'amortentia, si è soggetti ad avere dei frequenti... sogni. »

Pansy cominciò a frugare nella borsetta, alla ricerca del denaro. Gliela avrebbe versata in un bicchiere durante la festa, quando sarebbe stato troppo ubriaco per rifiutarla.

« E dal momento che le suddette visioni sono difficilmente riconducibili alla pozione, le vittime – o la vittima – tendono a non assumere antidoti di alcun tipo. » andò avanti il signor Sinister, che avendo compreso di aver appena trovato un acquirente, si diresse verso il bancone. « Non bisogna però mischiarla ad alcolici, o si rischia l'avvelenamen-. »

« Sì, sì, certo, certo. Mi dica quanto costa. » tagliò corto la ragazza, stanca di tutte quelle chiacchiere. 

Il signor Sinister non cercò di avvertirla degli altri effetti collaterali della pozione, si limitò solo a leggere il cartellino incollato sul fondo. Dopotutto non erano problemi suoi se quella ragazzina avesse finito per intossicarsi, né tanto meno se avesse spedito su un letto di ospedale qualche povero ingenuo.

« Cento galeoni. »

***

Ta-daaaa! Alla velocità della luce un altro capitolo! 

Questo era già stato scritto, quindi in un certo senso è arrivato così presto proprio per questo. Tuttavia ho scoperto che scrivere ff è cento volte più semplice che scrivere una storia a sè (o almeno per ora). 

Con questo capitolo si comincia a toccare il fulcro della storia, e mi auguro che vi stia piacendo :) Fatemelo sapere lasciando una piccola stellina o un commento con dei pareri ;)

Per tutti quelli che mi seguono anche su "WAU": per qualche strana ragione sono più ispirata a scrivere questa storiella, decisamente meno impegnativa, ma non temete: non manca tanto all'uscita del prossimo capitolo! :)

Un bacione a tutti, 
la vostra Lily :*

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