Capitolo 6: Oenomel

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Oenomel: Che combina forza e dolcezza.

Crowley non era un abituale frequentatore di librerie e biblioteche. Ci andava solo per comprare i libri per l'università e nulla di più, solitamente.

Quindi, nel girare a caso tra gli scaffali a sbirciare copertine si sentiva abbastanza a disagio. Aziraphale, pensò, si sarebbe destreggiato in quella massa di pagine molto meglio di lui.

Era proprio un posto da Aziraphale, pieno di colori di caldi, dall'odore di carta e soprattutto tranquillo, silenzioso. Poteva immaginare benissimo quel ragazzo davanti a uno scaffale, occupato a sfogliare le prime pagine di un libro, chiedendosi se fosse il caso di comprarlo.

Forse avrebbe dovuto chiedere a un commesso dove si trovava il libro che stava cercando, ma da un certo punto di vista temeva che tale commesso lo avrebbe guardato storto per dirgli che era palese dove il libro si trovasse e che se si fosse tolto quegli stupidissimi occhiali da sole forse sarebbe riuscito a trovarlo.

Crowley aveva qualche piccolo problema riguardo la comunicazione con gli sconosciuti.

"Io di tutta 'sta cazzata delle polveri celestiali, comunque, non capisco nulla." Crowley sentì una voce alzarsi dalla parte opposta dello scaffale che stava cercando e, almeno in quel momento, ci fece ben poco caso.

"Certo, sei un dentista." rispose un'altra voce, e Crowley quasi si sentì mancare. La conosceva quella voce. In quel momento sì che fece caso alla conversazione.

"Non sono un dentista."

"Lo diventerai."

"Certo, e tu sei la Regina."

"Mi hai scoperto, tesoro!"

Crowley sentì chiaramente una risata.

Più sentiva quei due parlare più si convinceva di aver già sentito quella voce lì. Non era per caso possibile che...?

Crowley si alzò sulle punte dei piedi, aggrappandosi con le mani allo scaffale appena più alto di lui.

Il batterista e il cantante dei Queen discutevano davanti a lui, occupati a osservare un libro di astrofisica.

Crowley puntò in particolare lo sguardo sul ragazzo dai capelli corvini, dopodiché si riabbassò subito. L'ultima volta che aveva visto quei due era stato perché era ubriaco e aveva lanciato occhiolini al cantante.

"Secondo te lui lo ha già questo libro? Brian ne avrà a decine così, magari è banale." disse il batterista, sbuffando.

"Secondo me - rispose l'altro - Preferirebbe un libro a circa qualsiasi altra cosa. Forse dobbiamo cercarne uno più sconosciuto, che forse lui non ha..."

Crowley cercò di allontanarsi a passetti veloci e silenziosi, con l'imbarazzo nel cuore. E lui che era solo venuto lì per cercare il libro che Aziraphale gli aveva consigliato! Non si sarebbe certo aspettato di incontrare quei due! Chissà se vedendolo lo avrebbero riconosciuto... Crowley sentiva pesare su di sé la figura di merda di qualche giorno prima. Perché non si poteva negare in alcun modo che fosse stata una figura di merda.

Meglio tornare a cercare un commesso, forse, sì. O anzi, meglio iniziare a cercare da solo tra le varie sezioni e trovare il libro senza l'aiuto di nessuno. Quanto ci sarebbe voluto? Dieci minuti? Mezz'ora? Un anno?

"Tesoro?"

Crowley continuò a camminare, cercando di smettere di ascoltare la voce del cantante.

"Ehi, scusa, caro?"

Non stava parlando con lui, vero? Il cantante poteva starsi rivolgendo a chiunque, probabilmente non stava affatto parlando con lui. Meglio continuare a fuggire, sì.

"Ehi!"

Quando Crowley sentì una mano sulla propria spalla per poco non si prese un infarto. Il cantante era proprio davanti a lui, un po' più in basso, con i suoi lineamenti più spigolosi che mai e denti grandi e sporgenti che davano qualcosa di particolare alla forma del suo viso.

"Ti è caduto questo." disse il ragazzo, porgendogli un foglietto stropicciato su cui stava scritto in stampatello "YASUNARI KAWABATA. IL PAESE DELLE NEVI."

"Oh, ah, grazie - Crowley prese il biglietto dalle sue mani ed evitò il suo sguardo scuro - Se solo quel dannato libro si facesse trovare..."

"Non potevi chiedere a un commesso? Comunque prima l'ho visto, era nel primo scaffale all'ingresso... aspetta, tu per caso eri al Greyhound Sabato sera?"

Beccato. Crowley si sentì colto sul fatto. Si passò una mano dietro la nuca, nervoso come non mai "Oh, sì. I miei commenti stupidi... Non farci caso... è stato molto stupido. Dimenticalo ti prego, ero molto ubriaco."

Il cantante rise, coprendosi subito la bocca, come vergognandosi dei propri denti "Sarai stato ubriaco, ma almeno eri divertente. Secondo Roger diventerai la nostra prima groupie."

Crowley percepì il rossore salirgli fino agli zigomi e ci mise un po' a trovare le parole "Beh, sono stato un po' osceno..."

"Mi piacciono le persone che non si vergognano, in realtà. Ora perdonami, Roger mi starà aspettando, dobbiamo fare un regalo a un amico. Ah, e dimenticavo. Io sono Freddie Mercury. Ricordatelo, il mio nome un giorno sarà sulla bocca di tutti."

Il ragazzo se ne andò veloce, camminando nei suoi pantaloni a zampa e nella sua camicia dalla fantasia multicolore, svanendo all'improvviso.

Crowley si sentiva senza parole. Quell'incontro lo aveva un po' frastornato. Non solo perché si era reso conto di non aver sentito quella sensazione di ansia mista a gioia che provava, in quei giorni, con Aziraphale, ma anche per ciò che il ragazzo aveva detto.

A Crowley sarebbe davvero piaciuto diventare e essere chi voleva senza vergognarsi. Ma Crowley aveva appena il coraggio di continuare gli studi che probabilmente lo avrebbero portato alla povertà, non poteva impiegare il suo tempo anche a... sentirsi orgoglioso di essere qualcosa che tutti chiamavano sbagliato. Non aveva il coraggio di guardare l'odio che gli altri provavano per quelli come lui, quindi forse, se avesse evitato di farsi notare, se avesse sacrificato un pezzo della sua felicità, sarebbe stato ignorato.

Era gay, e la gente lo sapeva, ma se se ne stava sulle sue non rischiava di essere preso di mira, no?

Sospirando, si diresse verso il primo scaffale all'entrata. Il libro che cercava era in bella vista, c'era da chiedersi come fosse stato possibile non vederlo.

Da come Aziraphale gli aveva spiegato, doveva aspettarsi un libro diverso da quello che poteva immaginarsi da una semplice storia d'amore ambientata in Giappone. Sorrise pensando al luccichio che aveva visto nei suoi occhi mentre gliene parlava. Un luccichio che avrebbe voluto catturare e imprimere con forza sulla carta.

°°°

Aziraphale amava le librerie. E quando ne usciva con un nuovo acquisto si sentiva più completo e sereno che mai. Il libro che però stava stringendo al proprio petto era ben diverso dai soliti romanzi o raccolte di poesie che comprava piuttosto spesso.

Si stava infatti dirigendo verso la cassa con un libro su Cabanel tra le mani. Crowley ne aveva parlato come uno dei suoi artisti preferiti, qualche giorno prima. Quindi... Aziraphale aveva pensato che potesse essere interessante.

Certo, non si immaginava di vedere proprio Crowley tra gli scaffali, a sfogliare un libro. Eppure era lui, con i suoi abiti neri e la chioma rossa.

"Non credevo che le librerie fossero il tuo ambiente."

Il ragazzo alzò immediatamente la testa dalle pagine "Oh, Aziraphale! Io... non credevo che in libreria si potessero fare tanti incontri..."

"Che cosa leggi?"

Aziraphale vide chiaramente Crowley diventare paonazzo, nel porgergli il libro "Ecco, sì, me ne avevi parlato così bene..."

Aziraphale lesse chiaramente il titolo del libro che gli aveva consigliato qualche giorno prima e istintivamente sorrise. Gli faceva piacere averlo interessato.

Crowley, invece, sembrava sul punto di esplodere.

Aziraphale si stava convincendo di poter piacere a Crowley, almeno un po'. E non sapeva esattamente come reagire.

"E tu stai comprando...?"

Aziraphale gli fece vedere il libro ed entrambi, dopo qualche secondo, scoppiarono a ridere. Sembrava una situazione talmente assurda.

"Sto andando alla cassa, mi segui?" chiese Aziraphale.

"Ma certo. Arrivo. Comunque... ti piacerà, Cabanel. Crea delle cose tanto delicate, ha fatto una nascita di Venere che è... wow."

Crowley lo diceva guardandolo in viso, con un sorriso naturale e quasi trattenuto.

I due camminarono spalla contro spalla verso gli scaffali, mentre Aziraphale si chiedeva se davvero fosse possibile che Crowley sentisse qualcosa per lui. Aziraphale non era molto abituato a essere quello dietro cui si sbava, eppure Crowley sembrava così tanto interessato a lui.

E anche Aziraphale, a pensarci, sentiva di guardarlo in un certo modo. Crowley era bello, ed era gentile. Aveva comprato il libro che gli aveva consigliato e aveva sempre quell'aria un po' confusa e persa che lo faceva sorridere.

Certo non era innamorato, ma non voleva dire nulla. Insomma, perché non provarci? Non ogni singola storia doveva iniziare dopo seimila anni di conoscenza, no?

Aziraphale si fermò, e Crowley si voltò verso di lui "Che cosa fai?"

Non avevano nessuno attorno, in quel momento. E poteva essere pericoloso farlo proprio lì, qualcuno sarebbe potuto sbucare da un momento all'altro. Però Aziraphale non sapeva in quale altro momento avrebbe trovato il coraggio.

Era una cosa affrettata, certo, ma necessaria. Forse, se non in quel momento, non l'avrebbe fatto mai più.

Prese il colletto della camicia di Crowley, tirandolo verso di sé e lasciandogli un bacio sulle labbra. Ci fu un attimo che sembrò dilatarsi all'infinito.

Poi, Crowley, si ritirò all'improvviso, con una faccia confusa e gli occhiali leggermente storti.

"Cosa... - sussurrò - Tu... cosa..."

"Ho fatto male? - chiese subito Aziraphale - Lo sapevo, è stato avventato, scusami. Non dovevo, devo aver frainteso tutto..."

"No, no. È che non credevo che tu..."

Le mani di Aziraphale erano ancora strette al colletto di Crowley, indugiandoci sopra.

Si guardarono in silenzio per un attimo.

Poi si baciarono ancora.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro