One shot

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Di solito inserisco lo spazio autore (anche detto Spazio Sly) alla fine del capitolo. In questa raccolta ho deciso di inserirne uno all'inizio e alla fine.

Come sapete, ho intenzione di raccogliere in un'unica opera tutte le prove che ho dovuto affrontare l'anno scorso nel Concorso Creativo 2016. Per me si tratta di una grande opportunità che mi ha permesso di migliorare nella scrittura e di cimentarmi in generi a me nuovi.

La prima prova consisteva nella scrittura di una one shot che avesse come tema l'estate. Ho scelto il genere Fantasy. Non dovevo solo scrivere una one shot, dovevo anche inserire una sinossi e una copertina. Era la mia prima cover (e infatti faceva davvero schifo), ma dopo qualche mese @IreneSartoriWriter ha creato una fan art modificando parzialmente l'altra e lo splendido risultato è quello che vedete nell'immagine del capitolo.

Vi lascio a una breve sinossi che serve come introduzione al racconto.

Questa è un'estate da dimenticare per gli abitanti del villaggio di Hurrieth. Tutto comincia da un maremoto che sconvolge le vite di tutti.

Nei giorni successivi una strana presenza si aggira per le strade. È un anziano dagli occhi di smeraldo che aiuta le persone a risolvere situazioni di pericolo. Cosa si cela dietro il suo comportamento?

Morte, magia e segreti si intrecciano con le vite di Jack, Olivia, Ruby e Thomas fino alla sconvolgente scelta finale.

La fine di tutto è un nuovo inizio...

Buona lettura!



Qualcuno lo stava soffocando, o almeno così gli sembrava.

I suoi occhi erano chiusi e le orecchie deformavano i suoni.

Il cuore batteva troppo forte.

All'improvviso si riprese e uscì dall'acqua. Emise uno strano sospiro di libertà. Respirò a pieni polmoni. La vista annebbiata non gli permise di guardarsi intorno. I vestiti erano pesanti, zuppi d'acqua. Si strofinò gli occhi rossi e mosse le palpebre. Il paesaggio attorno a lui non era più deformato.

Cadde all'indietro.

Non poteva essere vero. Il terreno ghiaioso in cui fino a pochi minuti prima stava camminando si era trasformato in una distesa d'acqua. Solo gli alberi erano visibili da lontano. Si rialzò. Com'era possibile?

Si sforzò di ricordare: era stato travolto da un muro d'acqua. Provò a camminare, ma i muscoli erano doloranti. Forse il suo corpo aveva sbattuto contro gli alberi.

Il cielo era limpido e non c'era nessuna nuvola all'orizzonte. Era ritornato il caldo asfissiante d'inizio agosto, quel solito calore con cui gli abitanti del villaggio di Hurrieth avevano imparato a convivere.

Ora però lo scenario era diverso. Jack vedeva solo acqua intorno a sé. Alcuni alberi erano stati spezzati, altri erano ancora lì, unici testimoni di un dramma senza precedenti.

Provò di nuovo a camminare, cercando di districarsi nell'acqua. Per le strade notò ruote, tetti di case e cadaveri. Quella notte Jack aveva dormito fuori dal villaggio, ma una telefonata della moglie l'aveva costretto a ritornare indietro. Dov'era Grace, il suo dolce amore?

Questo pensiero lo spinse a correre: non poteva vivere senza di lei. Un groppo alla gola non gli permise di pensare: doveva avere sue notizie.

Camminò per mezz'ora e finalmente raggiunse il suo villaggio vicino al mare. Il cartello "Benvenuti a Hurrieth" era scomparso e le case erano semidistrutte.

Jack sentì dei lamenti in lontananza: delle donne stavano piangendo in mezzo alla strada. Si avvicinò e una di loro lo abbracciò. Era Ruby, la figlia del sindaco del villaggio. Jack cercò di consolarla, ma lei non smetteva di piangere. Accanto a loro c'era il cadavere di un uomo. Era lui, il padre di Ruby, la persona su cui tutti contavano. Ora che la colonna di Hurrieth era morta le loro vite non avevano più senso. L'altra donna incrociò lo sguardo di Jack. I due si guardarono per secondi infiniti e poi lui allungò il braccio destro per includere anche lei nell'abbraccio.

Da quel triste 2 agosto 2016 erano passate due settimane. Il cartello era stato ricostruito e gli abitanti del villaggio erano ritornati a vivere. Era la prima volta che un maremoto si abbatteva sul villaggio. Avevano sempre visto il mare come protettore e generatore di vita. Ora per loro era solo causa di morte e dolore. Il caldo era insopportabile e giorno dopo giorno il sorriso stava ritornando sui volti stanchi delle persone. Jack aveva assunto il comando della situazione. La moglie Grace era morta: l'aveva ritrovata tra le braccia della figlia Olivia. La ragazza non aveva accettato il decesso della madre e non aveva più parlato da quel giorno. Ogni parola era troppo superflua per esprimere il dolore. Perché continuare a vivere se il suo faro era stato distrutto?

Jack l'aveva coinvolta in alcune attività per aiutare i bisognosi, ma lei non aveva accettato. Lui e la moglie gestivano l'unica locanda del villaggio e l'uomo aveva deciso di mettere a disposizione le stanze per aiutare gli abitanti. L'edificio non era stato distrutto dal maremoto, aveva resistito nonostante fosse la costruzione più antica del villaggio. Com'era possibile? Nessuno si pose questa domanda. Per loro era importante essere vivi e ritornare a sorridere.

Nelle famiglie era entrata la Morte: almeno un componente aveva perso la vita. Nella casa degli Smith però il destino si era abbattuto con troppa violenza. Solo Thomas era sopravvissuto. Jack aveva trovato il ragazzo di sedici anni tra le macerie e si era subito affezionato a lui. Gli aveva proposto di vivere nella locanda, ma lui aveva rifiutato: non aveva voluto vivere con altra gente. Per questo motivo Jack aveva deciso di portarlo con sé a casa.

16 agosto 2016

Olivia si svegliò di soprassalto: era sudata. Aveva sognato ancora sua madre e le sue ultime parole prima di morire: "Tesoro, ascoltami. D'ora in avanti nulla sarà più come prima. Non fidarti di nessuno, neanche di Jack."

Perché non poteva fidarsi del padre?

Si alzò con questo dubbio e sentì come se il muro d'acqua la avvolgesse di nuovo. Si appoggiò al muro e strofinò gli occhi. Cercò di respirare e di calmare il battito accelerato del cuore. Dopo essersi tranquillizzata, si vestì e scese le scale.

"Jack non c'è. È uscito poco fa" esclamò una voce a lei familiare. Thomas era in cucina e stava bevendo un bicchiere di succo d'arancia.

Lei forzò un sorriso e si sedette vicino a lui. Il ragazzo le versò il liquido arancione e lei bevve tutto in un sorso.

"Perché sei qui?" chiese lei annoiata.

Lui strabuzzò gli occhi: "Ma allora parli!"

Lei alzò gli occhi verso il soffitto: "Sì, ma papà non lo deve sapere..."

"Perché?" chiese lui incuriosito.

Lei addentò una mela e si alzò.

"Perché non mangi con me?" lui chiese seguendola con lo sguardo.

"Non sto con gli estranei!" rispose lei secca. Thomas le afferrò un braccio e lei ringhiò: "Ti sei insinuato in casa mia, ti siedi al posto di mia madre e ora pretendi che io parli con te?"

Lui rimase senza parole e lei buttò la mela nel cestino. Non aveva fame, non ne aveva più avuta dalla morte di Grace. Mangiava solo per vivere, anche se voleva morire. Se sopravviveva, era solo per Jack, ma non sapeva ancora se fidarsi di lui.

Jack era nel suo ufficio, stava compilando dei registri. All'improvviso la porta si spalancò.

"Ciao Emily!" salutò lui andando incontro alla donna sulla soglia.

Era la madre di Ruby, nonché la moglie del sindaco morto durante il maremoto. Si abbracciarono e poi lei si sedette: "Olivia ha cominciato a parlare?"

Lui scosse la testa: "No, è distrutta per la morte di Grace. Forse mi ritiene responsabile..."

"Eri lontano da Hurrieth, non è colpa tua!" cercò di confortarlo lei.

Jack si alzò e contrasse i muscoli del volto. Non voleva piangere, ma sbottò: "Io e Grace abbiamo litigato la sera prima del maremoto. Olivia ha sentito tutto."

Emily sbiancò e si alzò: "Ha scoperto di noi?"

Jack scosse la testa: "No, ma sospettava che mi vedessi con un'altra donna. Non poteva sospettare che quella persona fossi tu... Quella notte ho dormito in un albergo a Lifekey. Quando mi sono svegliato, ho ricevuto la sua chiamata d'aiuto..." Emily gli si avvicinò e lui urlò: "Dovevo morire con lei!"

"No, non dirlo, ti prego!" esclamò lei cercando il suo sguardo "Come vivrebbe Ruby senza suo padre?"

Jack alzò lo sguardo: perché lei glielo rinfacciava ogni volta che parlavano? Lui ed Emily avevano avuto una relazione anni prima dalla quale era nata Ruby, ma poi il sindaco aveva scoperto tutto e aveva scelto di riconoscere la figlia perché era follemente innamorato di Emily.

Jack si alzò: "Ora basta. Tra di noi non c'è più niente ormai! Esci!" Puntò il dito contro la porta e lei restò scioccata.

Gli si avvicinò e sussurrò: "Me ne vado, ma non perchè lo decidi tu!"

In mattinata Thomas stava dipingendo un muro in cima a una scala. Jack gli aveva ordinato di ricostruire la casa in riva alla spiaggia. Aveva quasi finito, doveva solo dipingere le pareti. Stava fischiettando un motivo che la madre aveva usato sempre per addormentarlo da piccolo.

Qualcuno bussò alla porta.

Lui sbuffò: "È aperto!"

Ruby entrò con un cestino in mano: "Dove sei?" Appena lo trovò, cominciò a ridere: "Sei davvero buffo!" Thomas aveva i pantaloni e la maglietta bianca sporchi di vernice. "Non ti avevo mai visto faticare così tanto, tutto bene?" lo canzonò lei.

Lui scese dalla scala e posò il pennello: "Beh, ora che ci sei tu, sto meglio!"

Lei continuò a ridere: "Dove hai letto questa frase?"

Lui finse di non sentire e chiese cosa ci fosse nel cestino.

Ruby spiegò: "Ho messo solo un po' di pane e marmellata. Ho pensato che potessi avere fame..."

Lui guardò il muro: aveva quasi finito. Si girò verso Ruby: "Preferisco finire il lavoro, ti spiace?"

Lei abbassò gli occhi: credeva di poter mangiare con lui. Posò il cestino e osservò il muro: "Deve essere divertente!" Si voltò verso Thomas e lo guardò con aria di sfida: "Scommetto che io non mi sporcherei come te!"

Lui indicò il pennello: "Avanti, prova!"

Lei lo guardò stupita: "Parli sul serio?"

"Certo!" esclamò lui con tono ovvio.

Ruby prese il pennello e guardò l'oggetto. "Ti prego, non voglio fare brutte figure!" sussurrò un po' spaventata. Si era ridotta a parlare con un pennello, e tutto per Thomas, il suo amico d'infanzia.

Salì sulla scala e cominciò a dipingere incerta. Lui cominciò a ridere: "Non stai massaggiando il muro!"

A Ruby scappò una risata e salì su un altro gradino. Una goccia di vernice cadde a terra e lei si distrasse guardandola. Inclinò la testa a sinistra e perse l'equilibrio, cadendo dalla scala.

"Ruby!" esclamò Thomas andandole incontro.

La ragazza era riversa a terra. Lui le sollevò la testa, si bagnò le mani di sangue e si alzò impaurito. Ruby era svenuta, o forse... No, non poteva pensarci.

Uscì dalla casa e corse verso le scale in cui finiva la spiaggia e cominciava il terreno ghiaioso. Voleva chiedere aiuto a qualcuno, ma le strade erano deserte.

Un'ombra dietro di lui lo spaventò: "Hai bisogno di aiuto?"

Thomas si girò spaventato. A qualche metro da lui c'era un uomo anziano. Nella mano sinistra teneva un bastone e con la destra si sistemava il cilindro. Sembrava un uomo d'altri tempi: l'impermeabile nero arrivava fino ai piedi e i baffi bianchi nascondevano un piccolo ghigno. Una smorfia comparve sul volto di Thomas: perché indossava vestiti così pesanti in estate? La domanda lasciò il posto a una strana sensazione. Quell'uomo lo inquietava: era attratto da lui e sentiva di doverlo rispettare. Sembrava una persona autoritaria.

"La mia amica... è... caduta..." mormorò il ragazzo.

L'uomo non si scompose: "Dov'è?"

Il ragazzo indicò la casa. Non aveva il coraggio di guardare quell'uomo negli occhi. L'anziano camminò verso l'abitazione. Thomas rimase sconvolto: i suoi passi non scomparivano nella sabbia.

Arrivato sulla soglia, l'uomo entrò e s'inginocchiò vicino a Ruby. Thomas lo seguì da lontano: era spaventato da lui e non osava guardare la scena. L'uomo mise una mano sulla ferita alla testa di Ruby e si chinò ancora di più su di lei fino a toccarle il naso.

Dopo qualche secondo la ragazza cominciò a tossire. Thomas le si avvicinò e la abbracciò: "Mi sei mancata!"

"Anche tu!" esclamò lei un po' confusa.

L'anziano forzò un sorriso e si allontanò da loro. Thomas aiutò la ragazza ad alzarsi e ringraziò l'uomo. Lo sconosciuto si voltò e solo in quel momento il ragazzo guardò i suoi occhi: sembravano pietre di smeraldo. Erano di un verde intendo, vivido. Ruby in quello sguardo scorse una grande malinconia. Sembravano occhi in tempesta, come se lui volesse trattenersi da dire o fare qualcosa. L'anziano forzò un sorriso e uscì dalla casa. I due raggiunsero l'uscio per guardare l'uomo da lontano, ma non lo videro. Un'onda si spezzò a contatto con la spiaggia, portando con sé l'ombra dell'uomo.

Olivia si stava recando in un recinto fuori dal villaggio. Nello zaino c'era tutto l'occorrente per pulire i cavalli del signor Jones. Gli animali dell'uomo erano morti in seguito al maremoto, ma lui aveva deciso di acquistarne altri. I cavalli erano gli unici amici che aveva: gli trasmettevano serenità e pace e non poteva vivere senza di loro. Olivia si occupava di pulirli e dare loro da mangiare: anche lei li amava. Da piccola era salita sui pony e la madre l'aveva accompagnata nel bosco vicino a Hurrieth. Ora quegli animali erano l'unica certezza della sua vita: loro non l'avrebbero mai tradita.

Il sole splendeva nel cielo e il sudore sulla sua fronte era evidente. Quell'estate era molto afosa e secondo gli anziani del villaggio non avrebbe portato niente di buono: il maremoto era solo il primo di una serie di eventi che avrebbe travolto Hurrieth.

La ragazza arrivò vicino al recinto: i cavalli erano immobili. Aprì il cancello e si avvicinò. Il più grande era scuro. La criniera nera risaltava al sole. Quel cavallo era sempre stato molto irrequieto dall'arrivo al villaggio. Era abituata a vederlo correre intorno al recinto, ma quella volta era immobile.

L'altro cavallo aveva la pelle ocra. Stava mangiando dell'erba e muoveva la criniera bianca. Era l'animale preferito di Olivia: non era irrequieto ed era riuscita subito a familiarizzare con lui.

Olivia gli si avvicinò: "Come stai oggi?"

Gli accarezzò il muso: il contatto con la pelle era morbido. Guardò i suoi occhi e lei impallidì: non erano scuri come al solito, ma assumevano una strana tonalità, un miscuglio tra castano e verde. Un improvviso nitrito portò Olivia a spaventarsi. Si allontanò e il cavallo corse verso il cancello, distruggendolo. La ragazza rimase sconvolta. Guardò il cavallo allontanarsi e si sentì morire dentro: quegli occhi erano imploranti, chiedevano aiuto.

Dopo qualche secondo l'animale era solo una macchia indistinta in lontananza. Si girò e l'altro cavallo era scomparso. Com'era possibile? Si strofinò gli occhi: non poteva essere vero. Perché non aveva fermato il cavallo? Era troppo spaventata, ma nello stesso tempo attratta da quegli occhi imploranti.

Uscì dal recinto scavalcando i pezzi rotti del cancello. Era ancora turbata dall'accaduto: non se lo aspettava, era successo tutto velocemente.

Dopo qualche minuto sentì dei nitriti in lontananza: delle macchie si stavano avvicinando. Correvano rapide, senza vincoli.

In poco tempo arrivarono accanto a lei ed entrarono nel recinto.

Dall'altra parte della recinzione Olivia vide un anziano signore. L'uomo si avvicinò passando la mano sul legno ruvido. Si fermò a pochi metri da lei: "Tutto bene?"

Olivia spostò una ciocca dalla fronte. Guardava da ogni parte, ma non nei suoi occhi. L'uomo le sollevò il mento e la ragazza incontrò il suo sguardo. Olivia aprì la bocca per parlare, ma non riusciva a emettere alcun suono. Era rimasta incantata dal suo modo gentile e raffinato.

"Come ci è riuscito?" chiese lei, intuendo che ci fosse lui dietro il ritorno degli animali. I suoi occhi erano gli stessi del cavallo dalla criniera bianca. Nei piccoli smeraldi c'era una strana irrequietezza, erano occhi in tempesta.

L'uomo spiegò con voce calma: "È stato semplice. A un certo punto della corsa si sono fermati e ho parlato con parole dolci. Mi sono avvicinato prima a uno e poi all'altro e li ho accarezzati. Sono cavalli fragili, che hanno bisogno di affetto. Lei è in grado di dargliene?"

Olivia annuì con decisione: "Sono la mia passione. M'impegnerò a fondo per aiutarli!"

L'uomo forzò un sorriso: "Ci dovrebbero essere più persone come lei al mondo..."

"Come si chiama?" chiese lei incuriosita. Lui la fissò: Olivia era pronta a giurare che i suoi occhi avessero cambiato colore. Erano più scuri, verdi come un prato bagnato dalla pioggia.

"Mi chiamo Storth... Storth..."

Olivia rimase colpita dalla sua voce. Il tono era diventato suadente e autoritario allo stesso tempo. Uno dei cavalli nitrì, lei girò lo sguardo e quando si voltò, l'uomo non c'era più.

Si appoggiò al recinto: forse aveva solo sognato?

Nel pomeriggio Olivia raggiunse l'ufficio del padre. Voleva parlargli: era decisa ad affrontarlo. Doveva sapere cosa nascondeva. La madre l'aveva avvertita di non fidarsi di lui. Aveva bisogno di scoprire i suoi segreti, ma temeva di conoscerli perché sapeva che poi sarebbe stato tutto diverso.

Un uomo le comunicò che il padre era uscito da poco per un'emergenza. Lei decise di aspettarlo lì, seduta sulle sedie vicino all'ufficio.

L'impiegato si allontanò e lei cominciò a pensare a come formulare il discorso. Non voleva essere aggressiva, ma doveva capire.

Un fruscio di vento provocò un rumore appena percettibile. La porta socchiusa dell'ufficio si aprì. Olivia si guardò intorno e poi entrò circospetta. Chiuse la porta e le finestre per non essere vista da nessuno. Forse poteva scoprire qualcosa senza parlare per forza con lui.

Cominciò a frugare nell'armadio e nei cassetti, ma trovò solo dei documenti di lavoro. Usò una mano a mo' di ventaglio a causa del caldo insopportabile.

Delle voci in lontananza attirarono la sua attenzione. Forse suo padre stava arrivando. Cercò di mantenere la calma e si nascose sotto la scrivania.

"Adesso basta, Emily! Mi hai stancato!" esclamò Jack entrando in ufficio.

La donna lo seguì: "Non ti permetto di trattarmi così! Non sono un oggetto che butti quando non usi più!"

"Sei pericolosa! Devi stare lontana da me e dalla mia famiglia!" esclamò lui deciso.

Lei mise le braccia conserte: "Credi che possa rivelare... il nostro segreto?"

Olivia sbarrò gli occhi. Le venne un crampo al piede, ma strinse i denti. Doveva sopportare e ascoltare la conversazione.

La donna si appoggiò alla sedia: "La verità è tanto più difficile da sentire quanto a lungo la si è taciuta. Prima o poi Olivia saprà che Ruby è sua sorella!"

La ragazza restò paralizzata. Voleva uscire dal nascondiglio, ma non riusciva a muoversi. Com'era possibile? Suo padre aveva tradito la mamma?

Jack si mise le mani tra i capelli: "Smettila, Emily! È stato uno stupido sbaglio. Voglio bene a Ruby, ma non alla donna con cui l'ho concepita!"

"Ora sono stanca di te!" sbraitò la donna con furore. Afferrò un tagliacarte sulla scrivania e lo minacciò: "Voglio andarmene da qui con Ruby. Mi devi aiutare: ho bisogno di soldi e solo tu puoi darmeli!"

Jack cominciò a spaventarsi. Non aveva mai visto la donna così aggressiva. Lei guardò verso il muro: "So che dietro il quadro c'è una cassaforte: dammi i soldi o rivelerò a Olivia la verità!" La ragazza non sapeva come comportarsi: non sapeva che suo padre avesse una cassaforte in ufficio.

Jack scosse la testa e si avvicinò a lei con aria minacciosa: "Non toccare la mia famiglia!"

Emily urlò: "Bastardo!" e lanciò il tagliacarte.

La finestra si spalancò di colpo. Jack protesse la testa e Olivia trattenne il fiato. Emily alzò lo sguardo e sbiancò: lo strumento era rimasto a mezz'aria.

Un'ombra comparve vicino alla finestra. Era un uomo anziano con un bastone nella mano sinistra. I suoi occhi di smeraldo paralizzarono la donna, che indietreggiò. Jack si voltò verso di lui e vide la mano destra del nuovo arrivato tesa in un pugno verso il tagliacarte.

Passarono secondi interminabili. Olivia voleva uscire dal nascondiglio per sapere cosa stava succedendo, ma non aveva il coraggio.

All'improvviso la mano dell'anziano si aprì e il tagliacarte colpì Emily alla gola. Il sangue schizzò sulle pareti e il corpo della donna cadde sul pavimento.

"Perché l'ha fatto?" chiese Jack spaventato.

L'anziano si girò verso l'uomo e si sistemò il cappello: "Dovere, signore" e scomparve.

Olivia uscì dal nascondiglio ancora spaventata e abbracciò il padre. L'uomo si stupì di vederla lì, la accolse nell'abbraccio e la baciò in fronte: avrebbe fatto di tutto per proteggerla.

Da quel giorno gli avvistamenti di Storth si susseguirono. L'anziano compariva ogni volta che qualcuno era in difficoltà. Era diventato il loro angelo custode, ma attorno alla figura dell'uomo continuava a esserci un alone di mistero. Chi era? Perché li stava aiutando? Gli anziani erano scettici, gli unici che l'uomo non aveva convinto con il suo atteggiamento. Erano certi che quella figura avrebbe portato solo guai. Chi aveva ragione?

20 agosto 2016

Quel giorno gli abitanti di Hurrieth affrontarono l'ennesima tragedia: il bosco vicino al villaggio era andato in fiamme. La siccità aveva provocato un incendio di grandi proporzioni. Gli uomini tentavano di domare le fiamme, ma il fuoco continuava ad avanzare. Jack studiò un piano per arginare il fenomeno, ma era tutto inutile: sembrava che le fiamme avessero vita propria.

Dopo poche ore gli alberi erano solo un lontano ricordo e il fuoco si avvicinava minaccioso al villaggio. Jack convocò una riunione straordinaria e stabilì che era arrivato il momento di lasciare Hurrieth. Nulla poteva fermare l'incendio e loro dovevano essere pronti a ogni evenienza. Si creò una lunga discussione: alcuni non volevano andarsene e altri desideravano scappare.

All'improvviso si sollevò una fitta nebbia. Nessuno riusciva a vedere il loro vicino. Tra di loro s'insinuò il panico. Jack ordinò a tutti di restare calmi, ma ormai il terrore stava dilagando.

Proprio com'era apparsa, la nebbia si dissolse e un uomo anziano spuntò in lontananza. La sua figura tetra era rivolta verso l'esterno del villaggio. Le fiamme si stavano avvicinando minacciose, ma gli bastò stendere le mani in avanti per acquietarle. Il fuoco si abbassò sempre di più e scomparve nel terreno.

Restarono tutti a bocca aperta.

Jack corse verso Storth: "La ringrazio a nome di tutto Hurrieth."

L'anziano si voltò e sistemò il suo cilindro: "Aspetti a ringraziarmi. Dica agli abitanti di riunirsi nella piazza principale del villaggio. Devo parlare con tutti voi!"

Il padre di Olivia annuì un po' spaventato. Il tono dell'anziano era autoritario e intravide uno strano luccichio nei suoi piccoli smeraldi.

Mezz'ora dopo gli abitanti del villaggio erano riuniti nella piazza principale. C'era una fontana al centro, con la statua di una fenice che risorgeva dalle ceneri, il simbolo di Hurrieth. Erano riusciti a ricostruirla dopo il maremoto e rappresentava lo spirito di ognuno di loro. Ruby e Thomas erano stati i primi ad arrivare e avevano aiutato Jack a riunire tutti. Avevano portato delle sedie per gli anziani, i bambini e le donne incinte. Dovevano essere tutti presenti, ma perché?

Questo interrogativo non smetteva di occupare le menti degli abitanti del villaggio.

Arrivati in piazza, si zittirono. Sul luogo aleggiava una strana atmosfera. Nessuno parlava, eppure c'erano almeno cento persone. Olivia e Jack si erano chiariti. Lei non voleva partecipare alla riunione, ma era lì perché il padre l'aveva costretta. Dopo aver visto Storth uccidere Emily, lei aveva paura dell'anziano. Sapeva che quell'uomo avrebbe portato solo brutte notizie.

All'improvviso la tetra figura comparve dall'altra parte della piazza e si avvicinò con passi lenti e decisi. Sembrava tranquillo, ma in realtà lui fremeva. Arrivò davanti agli abitanti e loro trattennero il respiro.

Storth si tolse il cilindro e il caldo sole evidenziò la testa priva di capelli: "Vi ringrazio per essere giunti qui. Vi starete chiedendo perché sono apparso all'improvviso nelle vostre vite. In questi giorni vi ho aiutato a superare molte difficoltà. Perché l'ho fatto?"

Si fermò un attimo e strinse con decisione il bastone: "Il mio intervento è scritto nel destino, in quella profezia che gli anziani conoscono molto bene. Sono Storth, ma voi mi conoscete meglio come il Druido."

Questo nome terrorizzò i presenti. Ora era tutto più chiaro. Il compito del Druido era aiutare le persone in difficoltà grazie ai suoi poteri e al suo straordinario sapere. Secondo alcuni, il suo arrivo era simbolo di sventura. Lui sentiva l'odore dell'odio, del sangue e del terrore. Doveva uccidere tutte le persone che ostacolavano la felicità e aiutare le persone in difficoltà.

"Il compito del Druido è anche un altro: cercare il suo successore. Ho vagato per anni di villaggio in villaggio e non ho mai trovato la persona adatta. Sapete perché? Nessuno aveva le caratteristiche che sto cercando. Ho bisogno di una persona saggia, uomo o donna, che abbia un grande dolore dentro e sia disposta ad aiutare gli altri. Per questo motivo vi ho messo alla prova. Dopo il maremoto, ho creato delle situazioni che vi hanno fatto vedere come siete davvero e cosa siete disposti a perdere per conquistare ciò che volete. Nessuno di voi è riuscito a superare le prove, e quindi vi ho aiutato ma... sento che la persona giusta è tra voi!"

Il brusio s'intensificò: la gente si guardava preoccupata. Olivia si era spaventata e cercava il padre tra la folla. Thomas e Ruby non parlavano: entrambi avevano paura e si stringevano la mano.

Il Druido fece un passo in avanti: "Per uno di voi questa sarà un'estate indimenticabile! Il mio successore è qui in piazza. Voglio al mio fianco una persona giovane, che abbia tutta la vita davanti. Un ragazzo o una ragazza del villaggio!"

Jack si portò una mano alla bocca e in quel momento sentì qualcuno che lo stava abbracciando: era Olivia. Le diede un bacio in fronte per tranquillizzarla, ma era inutile. Lei aveva troppa paura.

"La persona in questione sarà mia apprendista e dovrà allontanarsi dal villaggio. Lascerà la sua famiglia e nella vostra mente non ci sarà nessun ricordo di lei o lui. Ritornerete indietro nel tempo, al giorno del maremoto. Tutti voi uscirete illesi: avrete qualche taglio, ma sarete vivi. Solo le persone che ho dovuto uccidere e l'apprendista saranno morti!"

Negli occhi dei presenti c'era la paura. I genitori temevano che la persona prescelta potesse essere la loro figlia o il loro figlio e i ragazzi erano terrorizzati al pensiero. Thomas e Ruby continuarono a tenersi per mano e Olivia strinse sempre più forte il padre.

"Scusa per tutte le volte che ti ho trattato male!" esclamò la ragazza scossa.

Jack la accarezzò: "Tu starai sempre con me, non ti lascerò portare via!"

"E se qualcuno di noi si opponesse?" chiese una voce preoccupata tra la folla.

Storth rispose con tono ovvio: "Morirà."

Il terrore s'intensificò sempre di più nel cuore dei presenti. Non volevano allontanarsi dai loro figli! Il tempo non sarebbe riuscito a cancellare il loro ricordo.

"La persona scelta è..."

Tutti trattennero il respiro. I presenti chiusero gli occhi per attimi interminabili. Era tutta colpa di un fatale destino. I ricordi con i loro figli si susseguirono in pochi secondi. Non potevano rinunciare alla loro unica ragione di vita.

"...Thomas!" sentenziò il Druido con decisione.

Il suo nome riecheggiò nella piazza e piombò il silenzio. Il ragazzo guardò sconvolto Ruby e lei lo baciò all'improvviso. Non voleva lasciarlo andare, non poteva. Lui la abbracciò: era davvero il prescelto?

La sua vita sarebbe stata stravolta. Senza Ruby non sarebbe stato felice. Aveva sempre cercato di provocarla, ma teneva davvero a lei.

"Prego Thomas di avvicinarsi" esclamò l'uomo con voce calma.

Il ragazzo lasciò a malincuore la mano di Ruby. Non aveva senso opporsi. Le persone indietreggiarono per lasciarlo passare e lo guardavano come se andasse al patibolo. Ruby non poteva permettergli di andarsene.

Corse verso Thomas e si parò davanti a Storth: "La prego, scelga me! Non voglio che lui se ne vada!"

Il ragazzo rimase colpito dalla sua proposta: non se lo sarebbe mai aspettato. Jack guardò la ragazza: non poteva permettere che sua figlia finisse nelle sue mani. Anche Olivia era sconvolta. Voleva fermarla, ma il padre le consigliò di non muoversi. Avrebbe solo peggiorato la situazione.

Il Druido forzò un sorriso: "Mi dispiace, ma non è possibile. Ho già preso la mia decisione."

"Lei ha detto che ha bisogno di una persona disposta ad aiutare gli altri. Io sono pronta a sacrificarmi per amore!" esclamò Ruby tenendo i pugni chiusi. Il battito del suo cuore era accelerato. Sapeva che così l'avrebbe perso comunque, ma almeno Thomas avrebbe potuto ricostruirsi una vita.

La ragazza riuscì a reggere lo sguardo del Druido. Non aveva più paura di lui.

Storth si avvicinò ai due ragazzi e porse la mano a Thomas: "Vieni con me!" Lui guardò terrorizzato Ruby e lei cominciò a protestare. L'uomo si voltò di scatto e la schiaffeggiò. Ruby finì a terra e in quel momento cominciò a urlare dal dolore. Il terreno scottava, lingue di fuoco apparvero dalla terra e la ragazza cominciò a bruciare.

Gli uomini vollero correre verso di lei, ma non potevano muoversi. Le loro gambe erano pietrificate. Ormai il Druido aveva preso la sua decisione.

Thomas cominciò a piangere. Era straziante vedere bruciare il suo amore. Il suo cuore si stava lacerando, non sarebbe più stato quello di prima. Con le lacrime agli occhi e le urla di Ruby nelle orecchie prese la mano del Druido. Le sue pupille cambiarono colore: l'azzurro del mare lasciò il posto al bianco della nebbia. Jack e Olivia continuavano a rimanere abbracciati e a guardare la scena. Le due figure scomparvero e le menti degli abitanti di Hurrieth si offuscarono.

Cinque anni dopo...

Jack era felice. I problemi con sua moglie Grace si erano risolti. Dopo la morte di Emily e di Ruby durante il maremoto, lui aveva sentito il bisogno di raccontare tutta la verità. All'inizio la donna si era sentita tradita e umiliata, ma poi l'aveva perdonato. L'uomo aveva cercato in ogni modo di riconquistare il suo cuore e dopo due lunghi anni ci era riuscito. Si erano trasferiti a Lifekey e dal frutto del loro ritrovato amore era nato Oliver. La famiglia viveva in una villetta nella periferia della cittadina.

Una sera l'uomo scese per buttare l'immondizia. Era uscito a torso nudo a causa del caldo soffocante. Aprì un contenitore e buttò dentro il sacco. In quel momento sentì uno strano fischiettio. Quel motivo era familiare, ma dove l'aveva già sentito?

Non lo ricordava, eppure...

Due uomini camminavano per la strada. Il più anziano aveva un cilindro e impugnava un bastone con la mano sinistra. Accanto a lui c'era un giovane che camminava con sguardo risoluto.

Un flash illuminò la mente di Jack: quel ragazzo era Thomas! Come aveva potuto dimenticarsi di lui, della persona che considerava quasi un figlio?

Le due figure passarono davanti a lui. Jack non sapeva come comportarsi: bloccarlo o no? I due arrivarono fino in fondo alla strada. All'improvviso il Druido si girò. Quei piccoli smeraldi erano inconfondibili. Storth si mise una mano alla bocca, come per intimargli di stare zitto. Nelle orecchie di Jack si diffuse un sibilo: "Shhh..."

Spazio Sly
Spero che la one shot vi sia piaciuta! Come avete letto, il finale è aperto. Il significato è che nulla può distruggere un legame come quello tra Thomas e Jack, sono quasi come padre e figlio.
La prossima settimana pubblicherò un'altra prova.
A presto!

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