CAPITOLO 35

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Arrivammo tranquilli in spiaggia, con tutto il necessario in due borse, una la portava Logan e una io. Come per dispetto, le tre arpie ci avevano chiesto -o meglio, ordinato- di aspettare un secondo, mentre si cambiavano per seguirci in spiaggia.
Appena attivati a destinazione, loro tentarono di sistemarsi accanto a noi, ma io le fulminai con lo sguardo, riuscendo ad ottenere la mia prima vittoria su di loro da quando eravamo giunti in vacanza.
Peccato fossero in vantaggio di chissà quanto rispetto a me.
Sistemammo gli asciugamani sulla sabbia calda, e ci togliemmo i vestiti per rimanere solo in costume.
Nonostante fosse il mio ragazzo, mi faceva ancora un po' battere il cuore e diventare rossa in viso vedere Logan a torso nudo, mostrando i muscoli ben definiti e marcati.
Anche se durante il periodo in cui eravamo lontani non fosse più andato a corsi di nuoto, era andato in palestra, per cercare di scaricare in qualche modo la frustrazione, ottenendo così un fisico da mozzare il fiato.
Per quanto riguarda il nuoto, che aveva iniziato quest'anno sotto mia incessante richiesta; non era riuscito a partecipare all'ultima gara, purtroppo, visto che era il giorno in cui Lucas era stato ricoverato e voleva stargli accanto tutto il tempo possibile. Naturalmente, la scuola aveva perso senza di lui.
Tornai indietro dai miei pensieri quando Stacy a un certo punto si avvicinò a noi, sculettando in modo irritante. Alzai gli occhi al cielo esasperata, mentre lei si chinava per strattonare per un braccio Logan.
"Vieni a giocare a Beach Volley con noi!" Sembrava più un'esclamazione che una domanda, visto che lui non aveva mai detto di avere intenzione di partecipare alla loro stupida attività.
Lui continuò a resistere, rimanendomi seduto vicino.
Si rivolse a me: "Che ne dici? Ti va di fare un po' di mov-"
"Oh, lei non può!" Si affrettò a chiarire Stacy con quella sua voce stridula, che ogni volta mi faceva correre un brivido lungo la schiena, non riuscendo a spiegarmene il motivo. "Se gioca anche lei saremo di nuovo in dispari! Non potremo giocare alla pari così." Si lamentò, tirando un'altra volta per il braccio Logan.
"Se sta così, tu mi aspetti qui o vieni a vedermi giocare, allora?" Mi domandò lui, mettendosi in piedi e cedendo alle pretese dell'altra, che mi rivolse un ghigno malefico.
A quel punto non ce la feci più.
Mi alzai da terra marciando verso la riva, spingendo con una spalla di proposito Stacy, guadagnandomi un verso acuto da parte sua. Sorrisi per un secondo per questa mia piccola conquista.
"Aspetta!" Gridò Logan dietro di me;  ma non mi voltai fin quando non mi strattonò per un braccio e mi girò verso di lui.
"Che cos'hai?"
"Niente." Sbottai immediatamente, forse un po' troppo bruscamente, e scrollando le spalle. "Perché non torni dalle tue amichette? Tanto non hai bisogno di me." E detto questo me ne andai.
Corsi via lungo la spiaggia, l'acqua salata e fredda del mare mi bagnava appena i piedi, mentre io cercavo di allontanarmi da tutto ciò che mi feriva e causava l'uscita delle mie lacrime.
Il sole batteva forte sulla mia pelle arrossata; i capelli volavano intorno al mio viso; rivoli di sudore scivolavano come lacrime lungo la schiena, le braccia e il resto del mio corpo a causa del troppo calore provocato dai raggi del sole.
I miei polmoni cominciarono a richiedere più ossigeno, a causa del cuore che pulsava dentro al mio petto aumentando il flusso di sangue nelle vene.
Non mi fermai fin quando non fui sicura di essere lontana il più possibile, solo a quel punto mi girai indietro. Non vidi nessuno che mi seguiva, che mi rincorreva cercando di consolarmi, convincermi che andava tutto bene e che non dovevo preoccuparmi di nessuno.
Non c'era chi mi aspettavo ci sarebbe sempre stato.
Un dolore mi trafisse il cuore peggio di una pugnalata, perché quel tipo di ferita ti lacerava solo i tessuti, i tendini, i muscoli, e la carne; ma quel tipo di ferita ti arrivava a lacerare addirittura l'anima.
Mi voltai di scatto, pronta a correre per chissà quanto tempo ancora per scaricare tutta la rabbia e la delusione, ma appena girata mi scontrati contro qualcosa di duro e compatto.
O meglio, qualcuno.
Caddi a terra, ma non era stato per l'impatto, ma perché la stanchezza mi aveva pervaso il corpo all'improvviso, prosciugandomi tutte quelle poche forze che mi erano rimaste addosso.
"Cazzo! Stai attenta a cosa cazzo f-" La persona contro cui ero andata a finire addosso smise di urlarmi contro, rendendosi conto che avevo cominciato a piangere. "Hey, scusa, non volevo farti piangere." La voce di quella persona era diventata stranamente più dolce, mentre la sua mano si era andata ad appoggiare delicatamente sulla mia spalla, nonostante non ci conoscessimo neanche.
Non l'avevo ancora guardato in faccia, ma a giudicare dalla sua voce maschile e non molto profonda, doveva essere un ragazzo piú o meno della mia età, se non piú grande.
Il fatto é che non stavo piangendo perché mi era venuto addosso, o per gli insulti che mi aveva gridato contro; ma l'elaborazione di ciò che stava accadendo tra me e Logan.
Alzai lo sguardo, notando per la prima volta l'aspetto del ragazzo di fronte a me, la figura un po' appannata dalle lacrime.
La carnagione olivastra era in netto contrasto con i capelli nero pece, che invece erano coordinati benissimo con gli occhi che sembravano un buco nero pronto a risucchiarti al suo interno.
La fronte era ampia, messa in risalto ancor di più dai capelli tirati all'insù dal ciuffo.
Il fisico non era ben formato come quello di Logan, ma comunque faceva la sua bella figura in costume da bagno.
"Ehm, no, non è colpa tua, tranquillo." Risposi, passandomi il dorso della mano sugli occhi, provando a cancellare i segni del pianto da essi.
"Allora perché sei scoppiata a piangere così all'improvviso? Ci dev'essere un motivo." Mi offrì una mano per potermi alzare, che io accettai volentieri.
"Niente, tranquillo." Risposi, indietreggiando di qualche passo.
Non saprei dire il motivo del quale si stava preoccupando tanto, ma era la prima persona quel giorno che si interessava per come stavo veramente.
"Okay, se proprio non vuoi dirmelo." Si arrese il ragazzo, allungandomi la mano. "Io sono Matthew, tu invece?" Gli strinsi la mano impacciamente, rispondendo: "Io sono Vanessa, piacere."
Un brivido mi percorse la schiena per la seconda volta quel giorno, solo che questo -oltre che essere provocato dalla stretta di Matthew- mi attorcigliava anche lo stomaco.
"Scusa se ti sono venuta addosso." Dissi, stringendomi le braccia al petto, quasi per diventare più piccola per l'imbarazzo.
"Tranquilla, scusa per averti urlato contro." Scossi la testa, in segno che non doveva preoccuparsene.
"Ascolta, per farmi perdonare, che ne dici se ti offro il pranzo?"
"Oh!" Mi aveva preso alla sprovvista con quella proposta. "Non devi spendere soldi per questa stupidaggine."
"Insisto." Non cedette lui, con un sorriso stampato sulle labbra.
Il modo in cui stava sorridendo contagiò anche me, infatti un angolo della mia bocca si alzò involontariamente.
"Va bene, accetto." Mi arresi alla fine, non potendo più resistere a quell'invito allettante.
"Perfetto, allora ci vediamo a mezzogiorno al ristorante 'The Waves'?"
Annuii, dondolandomi sui piedi.
"Bene, allora a dopo Vanessa, ciao!" Gridò mentre si allontanava correndo. "Ciao! Matthew." Il suo nome lo sussurrai, non sapendo per l'ennesima volta quel giorno il perché delle mie azioni.
Mi incamminai verso il mio asciugamano, pensando a ciò che era appena successo.
Come avevo potuto accettare l'offerta di un ragazzo qualunque? Una vocina dentro la mia testa aveva urlato di acconsentire a rivederci per pranzo, ma io lo volevo veramente?
Certo, era stata l'unica persona che si era interessato realmente a me, che si era preoccupato di sapere il motivo per cui stavo male, a differenza di Logan.
Logan.
Era ancora a giocare con le tre ochette quando tornai alle nostre cose. Sembrava si divertisse da matti.
Rimasi a guardarlo per una manciata di minuti, ma potendo constatare che era come se io non esistessi più nella sua vita.
Rideva, sorrideva, urlava di gioia e abbracciava Stacy ogni volta che segnavano, e imprecava quando il punto era di Tracy e Jessie; insomma, in poche parole non gliene fregava assolutamente niente di me; motivo in più per uscire a pranzo con Matthew.
Raccolsi la mia roba, rivestendomi con gli indumenti con cui ero arrivata in spiaggia.

'Caro Logan,
Sono uscita per pranzo con una persona; non so per che ora tornerò, se per cena o prima.
Con affetto,
Vanessa ♡'

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