Il primo Natale insieme

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Jingle bell, jingle bell, jingle bell rock
Jingle bell swing and jingle bell ring

La radio gracchia la solita canzone natalizia dal mobile del soggiorno, portando un po' di calore in queste giornate così fredde. Le candele rosse e le decorazioni dorate stonano con il freddo delle ante color pietra. Le hai scelte tu.

"Si adattano bene al bianco e al grigio scuro delle pareti" mi avevi detto. Mi guardo intorno e ti do ragione ancora una volta.

Mi chiedo se l'atmosfera sarebbe diversa se avessimo scelto degli arredamenti in legno e dei colori brillanti, probabilmente mi sentirei più viva.

Scusa.
Pessima scelta di parole.

Ritorno in cucina: ormai l'impasto è pronto. Prendo la glassa e le formine e inizio a trasformare la pasta in tanti piccoli biscotti natalizi. Con la glassa verde ricopro dei graziosi alberelli di Natale che decoro con degli zuccherini colorati. Poi prendo quella rossa e riempio dei piccoli Babbi Natale con il colore della passione. E del sangue.

Mi lampa in testa di nuovo quell'immagine, la tua immagine. L'ultima che ho di te. Non riesco a togliermela dalla mente, ricordo tutto, ogni singolo particolare: il lenzuolo bianco sulla strada, l'ambulanza silenziosa, la volante della polizia e quella macchia rossa che si estendeva sotto di te. Quella è l'ultima volta che ti ho visto.

I tuoi sono stati così gentili e coraggiosi da fare il riconoscimento dal coroner al mio posto. Non penso avrei retto la vista del tuo volto esangue, silenzioso e freddo. Non eri tu quello.

Il mio Filippo era solare, tu rischiaravi le mie giornate con la tua risata fragorosa, come quando il sole filtra tra le nuvole e mi illumina il viso. Sono certa che sei tu a muoverlo da lassù perché mi colpisca. Sorrido ogni volta che mi capita e ti ringrazio.

Inforno i biscotti natalizi e una lacrima mi scivola su un alberello.

I don't want a lot for Christmas

Ho imparato a farli per te, perché era uno dei ricordi più belli che avevi di tua nonna. Ero così orgogliosa di esserci riuscita.

I don't care about the presents
underneath the Christmas tree.

Poco dopo mi hai chiesto di sposarti. Questo doveva essere il nostro primo Natale insieme da marito e moglie. E invece non lo sarà.

Make my wish come true.
All I want for Christmas is you.

La canzone aumenta il ritmo e quando partono le campanelle e tutte quelle altre smancerie del cazzo, mi accorgo di odiarla profondamente.

Quella stronza di Mariah Carey non sa nemmeno cosa vuol dire quello che canta. Se solo provasse cosa significa sul serio, non muoverebbe così tanto quel suo poderoso culone di silicone mentre canta. Lei cerca un toy boy con cui passare le feste. Io voglio il mio Filippo per Natale, questo sì che sarebbe un Regalo degno di tale nome.

Spengo la radio incazzata e mi fiondo in corridoio, diretta verso la camera. Mi sdraio sul letto con gli occhi gonfi di lacrime e mi lascio andare alle emozioni.

***

All my friends tell me I should move on
I'm lying in the ocean singing your song.

Apro gli occhi e guardo il soffitto. Devo essermi addormentata senza accorgermene. Sto congelando. La temperatura sarà scesa di almeno dieci gradi.

Loving you forever can't be wrong
Even though you're not here
I won't move on.

Da dove provengono queste note? Mi alzo e seguo i suoni fino alla sala. Fuori il paesaggio è cambiato: il sole ha lasciato spazio a una fitta nebbia, che ha appannato i vetri delle finestre.

Mi accorgo che la musica proviene dalla radio. Non l'avevo spenta prima? mi chiedo. Un brivido mi percorre la schiena e non capisco se è il freddo o qualcos'altro. Mi avvicino all'apparecchio per spegnerlo.

There's no remedy for memory
Your face is like a melody
It won't leave my head.

Mi blocco. Queste parole mi ricordano troppo Filippo. Ho bisogno di sedermi. Avvicino una sedia del tavolo. I miei occhi cadono sul vaso al centro della tovaglia: la rosa bianca che ho messo stamattina è tutta appassita e un petalo cade lentamente a terra, come nella scena iniziale della Bella e la Bestia.

Una nuvoletta di vapore ghiacciato esce dalla mia bocca spalancata, incredula per quello che sta succedendo.

I'm scared that you
won't be waiting on the other side.

Mi sento osservata. Ruoto lentamente la testa per guardare dietro di me e urlo. Filippo è seduto sul divano e mi fissa. La sua pelle è bianca come non l'avevo mai vista e sembra evanescente. Riesco quasi a vedergli attraverso.

"Ma tu sei ... sei ..."
"Morto" risponde lui. La sua voce sembra così lontana, come se provenisse da un altro mondo.

"Linda."
Era da troppo tempo che non sentivo il mio nome pronunciato dalla sua voce.
Non riesco a resistere e gli corro incontro, nonostante lui cerchi di fermarmi, dicendo qualcosa che non capisco. Quando finisco la mia corsa, però, mi ritrovo sui cuscini del divano. Ma cosa?

"Sono un fantasma, Linda."
Lo guardo esterrefatta e mi arrendo alla cruda realtà. "Ma com'è possibile?"
"Non lo so. Mi ricordo di essere morto e di aver vagato per alcune ore in un'atmosfera grigia. Quando finalmente ho riconosciuto le prime forme ho capito di essere arrivato alla nostra città."

Io mi avvicino mentre ascolto il suo racconto e mi siedo il più vicina possibile a lui.
"Riesco a superare i muri se mi concentro, ma nessuno mi aveva mai visto prima di oggi" continua.

"Solo io?"

Lui fa un cenno affermativo con la testa, poi annusa l'aria: "Cos'è questo profumo?"

I biscotti! Corro in cucina e li tolgo dal forno. Li porto in sala e ne mangio uno. Sto per offrirli a Filippo, ma poi mi rendo conto e mi fermo.
"Sono come quelli di mia nonna!" esclama, mentre una lacrima gli colora la guancia.

Impegnati a guardarci negli occhi, nessuno dei due nota la rosa bianca nel vaso, che adesso è di nuovo rigogliosa e piena di vita.

Lo guardo, gli mando un bacio e con il groppo in gola gli auguro "Buon Natale!"

Non so se tutto questo è un sogno, ma di sicuro adesso non voglio svegliarmi.

I don't wanna wake up from this tonight.

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