Capitolo 5 _ 23 gennaio 2007

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Martedì, 23 gennaio 2007, h. 22.43

'La vita ha sempre qualcosa da regalarci.' Dicono così, vero?
Be', peccato che ho sempre letto o sentito questa frase con un'accezione positiva, e non negativa. Eppure.

Non ho più scritto dopo sabato, perché ho avuto poco tempo. Non tanto in senso fisico, quello purtroppo ora ne ho in abbondanza, ma ero distratta mentalmente.

Domenica mattina sono uscita a correre, come di consueto, ma ho esagerato. Ho sforzato troppo, dovevo smaltire i 'mille mila' carboidrati mangiati la sera precedente.
Non ho ascoltato il mio corpo... ed ora eccomi qui, bloccata.

Quella maledetta pizza mi ha fatto aggiungere ottocento grammi al mio peso standard, e dovevo trovare un modo veloce per perderli subito. Questo, però, mi è costato un'infiammazione del nervo plantare laterale, e con questo anche gli allenamenti di tutta la settimana.

Liliana è felice di quanto mi è accaduto, quindi ieri non ho fatto altro che urlarle addosso.
Continuava a ripetermi che avrei dovuto utilizzare la stessa energia con la quale dimostravo la mia rabbia anche su altri eventi, portando quindi alla luce nuove emozioni. Lei, però, non capisce il danno che ho fatto.
Una settimana di tempo, per la preparazione della gara, è tantissimo. Rischio che Giada mi soffi il titolo, e non posso permetterlo.

Sto cercando di allenarmi facendo esercizi statici, come addominali, planch, flessioni e, per quel che posso, salti e passi di danza.
Non so quanto siano utili.

Ieri ho litigato anche con mio padre, perché non ha voluto portarmi al palazzetto.
Pensava di averla avuta vinta, ma alla fine sono sgattaiolata fuori dalla finestra della mia cameretta e mi sono fatta passare a prendere con il motorino da Mattia. L'ho chiamato dicendo che mio padre aveva avuto un imprevisto, perciò avevo bisogno di un passaggio. Inizialmente mi ha chiesto se fossi sicura, se fosse tutto vero. Mi aveva vista con il piede fasciato e con le stampelle, ma non ha più detto niente una volta che l'ho zittito.

Non ho solo guardato le altre pattinare, ma ho fatto gli esercizi di preparazione con loro (con le scarpe da ginnastica, sia chiaro, non con i pattini). Almeno quelli sono riuscita a farli.

Giada godeva della mia situazione, quasi come una gatta in calore.
Si è fatta beffe di me durante l'allenamento, soprattutto nel momento in cui mio padre è entrato al palazzetto a cercarmi e urlando come un pazzo, trascinandomi poi a casa con la forza.
Assomigliavo a un sacco di patate sulla spalla di un grande uomo.

Oggi mi sono data malata, e non sono andata a scuola.
Ho convinto Tia a saltare le lezioni, ed è venuto a farmi compagnia. Forse è stato un errore.

Credo che lui provi qualcosa per me, perché mi guarda sempre con degli occhi profondi, come se volesse dirmi qualcosa di implicito e che non potrebbe fare parlando apertamente.
Per me lui è solo il mio migliore amico, nulla di più.

Oltre l'aspetto fisico, molto distante dal mio ideale di uomo, anche caratterialmente è troppo 'molle'.
Dico una cosa, e tac è fatta.
Lo insulto, e tac si scusa.
E via così.

Prima o poi troverà una ragazza che si affezioni a lui, che lo faccia divertire e che lo soddisfi in tutto e per tutto.

Ho visto quanto ci è rimasto male quando gli ho detto che, ad ogni modo, una vittoria me la porterò a casa da Forte dei Marmi.
Sì, perché comunque andrà, riuscirò a stare con il fratello di Giada, Roberto.

È da un po' che lo stuzzico, e lui stuzzica me.
È la prima volta che viene in trasferta per il campionato, e sono certa che un po' lo faccia per concludere l'impasse in cui viviamo.

Lui è un figo spaziale e bacia da dio.
Non provo nulla nei suoi confronti, solo una forte attrazione fisica.
Quelle poche volte che ci becchiamo al palazzetto cerchiamo di soddisfare le nostre voglie, per quel che ci è concesso.

Sono certa che a Forte dei Marmi avremo il nostro momento di piacere. Un momento solo nostro, senza paura di esser scoperti, dove a parlare non sarà la nostra voce, ma le nostre mani, le nostre lingue, i nostri corpi che entrano in contatto.
Immagino già le sue mani sui miei fianchi nudi, le sue braccia che mi attirano a sé, le mie gambe avvinghiate alla sua vita.
Comunque...

Cazzo, ancora una volta ho perso il focus!
Maledetta psicanalista che vuole farmi allontanare dalla rabbia.

Non dovrei pensare a queste frivolezze, dovrei pensare a come rimettermi in careggiata e rimanere in forma, nel giusto peso e con il giusto tono muscolare.

Fanculo a me e ai miei pensieri di merda, che mi offuscano gli obiettivi.

A non so quando, bella me!

Ciao, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao, ciao...

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