CAPITOLO 39 - RICOMINCIO DA ME

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AVVISO: Ormai lo sapete tutti che esiste un sequel di questa storia. Per chi volesse delle delucidazioni, su questo primo finale, può leggere il Commento-Avviso seguente. Buona lettura dell'ultimo capitolo!

 «Non verrà, vero?»

Incredibilmente la domanda non l'avevo posta io, ma la mia amica Meghan seduta al mio fianco, mentre mi teneva la mano nella sala di attesa dell'aeroporto, attendendo che aprissero il mio gate per l'imbarco.

«No», risposi sconfitta.

Sentii il braccio di Henry, posizionato sull'altro lato rispetto a Meg, stendersi sopra le mie spalle e iniziare ad accarezzarmi placidamente.

Erano passati 6 giorni da quando avevo detto a Luke che lo amavo... erano passati 6 giorni da quando mi ero spezzata... erano passati 6 giorni da quando il tempo aveva smesso di scorrere per me.

In questi fantomatici 6 giorni non avevo fatto altro che piangere. Sì, lo ammettevo, ero stata decisamente patetica, ma non potevo farci nulla.

Avevo pianto fino a quando le lacrime non erano terminate; penso che il mio serbatoio personale si fosse del tutto svuotato. E mentre io mi struggevo nella mia stanza come una sciocca ragazzina, questi due esseri fantastici al mio fianco si erano presi cura di me. Appena avevo raccontato dell'accaduto a Meg lei ovviamente era già pronta a raggiungermi, ma aveva già pagato un biglietto del treno per venire a salutarmi il giorno della mia partenza e così, con non poche difficoltà, grazie soprattutto all'aiuto di Henry, ero riuscita a convincerla a non venire subito in mio soccorso.

Questo santo e caro ragazzo alla mia destra era rimasto in camera mia tutto il tempo a tenermi stretta tra le sue braccia e a consolarmi quando Meg aveva da fare, invece, quando Henry era impegnato, la mia amica gli dava il cambio restando per lungo tempo con me al telefono o su Skype.

Avrei dovuto erigere una statua in onore di questi due! Erano stati degli angeli nei miei confronti. Fortunatamente, pian piano, avevo riacquistato il mio autocontrollo. Ed ora eccomi qui: in aeroporto, pronta a partire, ma con il cuore non ancora sereno e rivolto solo a lui.

«Io credevo davvero che sarebbe venuto oggi!»

«Tu guardi troppo commedie romantiche, Henry, non ci sarà la scena del bacio in aeroporto, fidati!» commentai ironica per stemperare un po' la tristezza che aleggiava nell'aria. Avevano già fatto troppo entrambi in questo periodo, ero stanca che mi vedessero ancora a pezzi. Non volevo farli preoccupare ulteriormente, soprattutto nel giorno in cui ci saremmo dovuti salutare.

Avevo combattuto la mia battaglia e l'avevo persa miseramente. Non potevo farci nulla! Io ci avevo provato, ora, mano a mano, era tempo di rialzarsi. Lui non sarebbe venuto, lo sapevo, me ne ero fatta una ragione, ma non per questo faceva meno male, ma sapevo anche che il tempo mi avrebbe dato modo di riprendermi e di allontanare il dolore mi stava ammantando come un vestito cucito su misura e che sembrava impossibile da dismettere.

"Un passo alla volta... come sempre."

«È davvero un idiota, fidati, dolcezza, non sa cosa si sta perdendo. Se vuoi per te sono anche disposto a diventare etero per davvero, oppure possiamo fare che stiamo insieme ma ognuno va con chi vuole. Però ti garantisco che il mio cuore apparterrebbe unicamente a te, con gli altri sarebbe solo una scopata!»

«Henry, arrivi tardi, a questa idea abbiamo già pensato io e Ollie molto tempo fa. Ovvero, come dici tu, amarci platonicamente e appagare ciascuna i propri appetiti sessuali con qualche bel ragazzo di tanto in tanto», controbatté, la mia amica, tirandomi un buffetto sulla guancia.

«Ah, ma allora è perfetto, dolcezze! Possiamo essere un trio d'amore e, per di più, andremmo tutti insieme a caccia di uomini la sera per soddisfare le nostre tendenze sessuali! È fantastico! Io ci sto!»

Risi, anche se non con il solito entusiasmo, per lo scambio di battute dei miei amici; stavano facendo davvero di tutto per risollevarmi il morale, oltre ad essere poi dei grandissimi idioti.

Finalmente sentii annunciare il mio volo dalla voce registrata e emessa dagli altoparlanti.

Mi alzai con non poche difficoltà dalla mia sedia in plastica grigia, afferrando la mia valigia, pronta per salutare i miei salvatori e a iniziare questa nuova avventura, quando udii qualcuno urlare il mio nome alle mie spalle.

«Ollie!»

E per un attimo avevo creduto che forse Henry non guardasse poi così tanti film d'amore senza senso, che forse c'era speranza anche per me.

Ma, voltandomi, capii che non era così, anche se i tre volti che vidi correre nella mia direzione mi scaldarono profondamente il cuore.

Matt, Andrew e Ry erano lì! Erano lì per me! E per quanto non ci fosse tra loro chi avrei voluto in segreto, la loro presenza e il fatto che fossero venuti senza dirmi nulla per salutarmi, era una di quelle cose che mi faceva ritrovare la serenità dopo quei giorni bui.

Matt ovviamente fu il primo a farsi avanti e a stringermi in uno dei suoi abbracci da togliere il fiato.

«Sta tranquilla principessa, ci penserò io a fargliela pagare a suon di pugni. Vedrai, sarai vendicata!» sorrisi divertita tra le braccia di quel ragazzone che, per quanto facesse il cretino per la maggior parte del tempo, era in grado di gesti che a modo suo erano di una dolcezza infinita.

Mi staccai riluttante dal petto di quello che si era proclamato mio cavaliere sin dal nostro primo incontro, per passare a quello di colui che mi aveva permesso di incontrare questa splendida e strampalata combriccola di ragazzi. «Tranquilla, alla prossima festa gli avveleno il drink. Tu parti serena e divertiti!» minacciò, Ry, accarezzandomi la schiena, prima di lasciarmi andare.

Mi stavo quasi per commuovere quando anche Andrew completò il triangolo della vendetta dicendomi: «Sai che so realizzare un sacco di cose in laboratorio, vero? Aiuterò Ry nel suo piano preparando con le mie stesse mani il veleno. Ci vediamo al tuo ritorno, ricorda di scrivere tutto sul diario!»

Accidenti, quei ragazzi erano fantastici. Anche se si trovavano tra l'incudine ed il martello, essendo amici di entrambe le parti, erano riusciti a dimostrarmi la loro vicinanza con un piccolo gesto e facendomi dono dell'unica cosa di cui avessi realmente bisogno in quel momento: un sorriso.

Quando mi voltai verso Meg per salutarla ormai avevo gli occhi lucidi. Strinsi forte tra le braccia la mia migliore amica, mia sorella, la mia compagnia di vita e di avventure. Lei era tutto per me. Era la mia casa e l'unica costante nella mia vita da quando l'avevo incontrata.

«Mi mancherai da morire, Meg!» bofonchiai, con le labbra premute tra i suoi capelli, inspirando forte a pieni polmoni il suo profumo che conoscevo così bene e per poterlo portare via con me.

«Lo so, Ollie, anche tu! Ma ricorda: ovunque saremo nel mondo tu sarei sempre al mio fianco. Tu sei un pezzo di me, dove vai tu vado io e viceversa. Stai tranquilla e goditi il viaggio, la rotta verso casa non la perderai mai, ci sarò io ad indicartela», così dicendo mi toccò la collana che portavo al collo, per sottolineare le sue parole. Strinsi forte tra le mani la rosa devi venti, che mi infuse la sicurezza e la calma di cui avevo bisogno in quel momento.

Asciugai rapida con il dorso della mano una lacrima che stava per fuggire dal luogo in cui avevo deciso di segregarle, prima di voltarmi in direzione del dolce Henry e farmi cullare tra le sue braccia. «Ti voglio bene, dolcezza, sei entrata come un uragano nella mia vita e ora ne fai parte. Ci sarò sempre se avrai bisogno di me. E poi se vengo a Londra avrò la scusa per fare shopping su Oxford Street o su Carnaby Street, ho l'imbarazzo della scelta, quindi non esitare a chiamarmi!»

Quel ragazzo aveva fatto il suo ingresso solo recentemente nel mio mondo, ma sentivo che si era creato un legame profondo tra di noi da quella sera in cui avevo apprezzato la scritta sulla sua maglietta e lo avevo maledetto per non essere etero, visto che lo avevo trovato estremamente attraente.

Sorrisi a tutti loro, a quei ragazzi che ormai erano diventati una seconda famiglia per me, che facevano parte della mia quotidianità e che mi sarebbero mancati terribilmente. Afferrai la macchina fotografica che tenevo appesa al collo, puntando il mirino nella loro direzione, che si misero prontamente in posa, regalandomi uno splendido sorriso di gruppo. Immortalai quel momento per portarlo via con me e tenerlo stretto per sempre tra i miei ricordi più preziosi.

Ero pronta a dirigermi verso gli imbarchi, ma la voce di Henry mi richiamò, bloccandomi con il trolley in mano.

«Ollie, aspetta!» si fece avanti, porgendomi un qualcosa che credevo non avrei mai più visto in vita mia: un aeroplanino di carta.

Alzai i miei occhi terrorizzati verso quelli del mio amico che erano velati dal rammarico, attendendo una spiegazione.

«Non te l'ho dato prima perché credevo davvero che sarebbe arrivato all'ultimo momento, ma a quanto pare mi sbagliavo. Mi ha chiesto di dartelo ieri sera quando io e Meg siamo passati a casa sua per fargli un cazziatone, anche se i ragazzi ci avevano già pensato al posto nostro.»

Sposati lo sguardo sulla mia amica, la quale mi stava rivolgendo un mesto sorriso.

Ci avevano provato anche loro... ci avevano provato tutti a convincerlo, ma non era servito a nulla.

Inspirai e espirai più volte, prima di afferrare con mani tremanti quell'oggetto che ormai temevo più di ogni altra cosa al mondo. Me lo rigirai per qualche secondo tra le mani, prima di trovare il coraggio di aprirlo e leggere le ultime parole del ragazzo che aveva messo a soqquadro la mia vita, riempiendola di un sentimento che credevo ormai disperso per poi raderla al suolo di nuovo.

"Ollie, so che probabilmente sarai ancora incazzata con me per la mia scelta, e so anche di meritarmelo. Ho riflettuto molto sulle tue parole, quando mi hai detto che ero un vigliacco. Forse hai ragione, forse lo sono davvero.

Ma ora come ora per me non vedo altra soluzione che lasciarti andare, topino. Ho trascorso con te i sei mesi più belli della mia vita, anche se è un po' banale come frase da dire, ma è così! Con te ho potuto essere me stesso, con te ho potuto lasciare che qualcuno mi vedesse davvero per come sono, con te mi sono sentito accettato, con te mi sono sentito amato, con te ho riso fino allo sfinimento.

Mi mancheranno da morire le scemenze che farnetichi e il tuo chiamarmi "scimmietta". Mi mancheranno i tuoi pigiami con gli animali che trovo dannatamente sexy e il tuo sorriso la mattina quando mi davi il buongiorno a letto. Mi mancheranno i versi di apprezzamento che emettevi mentre addentavi il tuo amato cornetto alla crema e l'attendere tutto il giorno per poterti vedere mentre ti arrampichi sulla scala che tanto odi la notte. Mi mancherà guardarti mentre punti il mirino della tua macchina fotografica verso ciò che stai per catturare e fermare quell'attimo preciso in cui i tuoi occhi hanno colto qualcosa che i miei non sono in grado.

Mi mancheranno tante cose di te, topino, ma più semplicemente... mi mancherai tu.

So che non hai creduto alle mie parole, ma io posso giurarti su tutto ciò che ho di più caro al mondo che sono sincere, Ollie.

Ti amo.

Ti amo davvero.

Non avevo mai creduto all'amore che narravano i libri che leggo, eppure tu me lo hai fatto scoprire in una versione del tutto rivisitata e, direi, decisamente migliore e più reale.

Io mi sono innamorato di te molto tempo prima che tu me lo dicessi. Già... ma sono stato un codardo, come hai detto tu, giustamente. Però non voglio che tu parta con l'idea che queste mie tre parole non siano vere, quindi ho deciso di lasciarti una cosa che scrissi dopo il nostro primo bacio o, per l'esattezza, che mi vennero in mente la notte in cui decidemmo di stare insieme proprio mentre ti osservavo in silenzio rimirare la neve con gli occhi puntati verso il cielo e il viso solcato dal tuo sorriso... il tuo unico e vero sorriso.

"Due parole ... Tre sillabe ...

Non ci riesco ...

Non ci riesco a lasciarti andare...

Non ci riesco a non amare...

Forse non le penso davvero... o semplicemente sono troppo codardo per dirtele ...

Te le dico la notte mentre dormi...

Te le dico nella mia mente quando ti racconti...

Non lasciar andare la mia mano...

Due parole Tre sillabe... non scappare...

Due parole Tre sillabe... ascoltami...

Due parole Tre sillabe... ho paura...

Due parole Tre sillabe...

Voglio dirtele... in fondono sono solo... Due parole e Tre sillabe...

Già... solo due semplici parole...

Ma tu...

Tu sei tutte le parole che non ho mai detto!" (*)

Già... tu sei stata tutte le parole che non credevo avrei mai pronunciato in vita mia... tutte le emozioni che non credevo di poter provare... tutto quello che credevo di non meritare!

Ed è perché ti amo che lascio su questo aeroplano il mio desiderio per te: desidero che tu sia felice. Desidero che tu sia te stessa ogni giorno della tua vita, perché, ai miei occhi, sei la cosa più bella che esista a questo mondo. Ogni elemento che ti caratterizza, e che tu puoi reputare un tuo difetto, per me invece è il gesto più perfetto. Sii sempre te stessa.

Fai buon buon viaggio topino, mi mancherai.

Ti amo.

Luke"
                                           
L

e lacrime erano iniziate a scorrere di nuovo, e pensare che credevo di non averne più da versare. Ma a quanto pare mi sbagliavo, come ogni cosa in cui era coinvolto lui, proprio lui che distruggeva le mie certezza e amava le mie incertezze.

Stille di rimpianto e malinconia caddero da mio viso sotto il peso di un sentimento che mi stava soffocando, scolorendo le sue parole che ancora tenevo tra le mani.

"Amo questo ragazzo talmente nel profondo che il sentimento mi consuma."

Cercai di ricompormi, asciugandomi gli occhi come meglio potevo, prima di alzarli verso i miei amici che erano rimasti in silenzio a osservarmi con sguardi gravi e pieni di apprensione.

E gli sorrisi! Gli sorrisi perché loro erano lì per me!

Gli sorrisi perché loro mi sarebbero mancati, ma avevano deciso di aspettarmi e sapevo che al mio ritorno avrei trovato come sempre Matt che ci proverà con me, Ry dietro il bancone a preparare drink con il suo grembiulino rosa, Andrew a tenere a bada quegli scalmanati dei suoi coinquilini, Henry che mi avrebbe portata in giro per negozi e Meg con le sue video chiamate e le nostre battute sconce sul mondo maschile. Ma, soprattutto, io ci sarei stata per tutti loro al mio rientro.

Riafferrai la valigia, cominciandomi a dirigermi verso il mio gate. Ma dopo pochi metri, sentendo ancora la consistenza del foglio di carta che tenevo stretto in pugno, mi sovvenne un ricordo. La notte della neve avevo lanciato anche io un desiderio nel cielo: avevo chiesto di poter vedere posti nuovi e di non tornare mai più a nascondermi dietro un'immagine fittizia che non mi apparteneva. Mi resi conto in quel momento che non appena avessi messo piede in Inghilterra anche quel desiderio si sarebbe avverato e, con quella nuova consapevolezza, mi fermai di scatto.

Ruotai su me stessa, iniziando a correre nuovamente a perdi fiato verso i miei amici, che stavano guardando quella scena sconcertati.

Presi la mano di Henry e vi poggiai sopra l'aereoplanino. «Digli che il suo desiderio si è avverato, o meglio, che si sta avverando proprio ora, lui capirà!» affermai con il fiato corto, rivolgendo un ultimo sorriso di gratitudine a tutti quanti loro, prima di tornare sui miei passi.

Lui aveva desiderato che io fossi me stessa sempre e anche quel desiderio si stava per esaudirsi, perché ormai per me era giunto il tempo di scrivere un nuovo capitolo della mia vita.

Lui non mi aveva voluta!

Lui non mi aveva scelta!

Ma questa volta sarei stata io a scegliere me stessa! Amandomi è accettandomi per come ero.

Questa volta avrei ricominciato in un altro paese dove avrei potuto mettermi in gioco e riscoprirmi.

E con un sorriso stampato in volto, mentre rimiravo il mio riflesso sul vetro dell'oblò, che si perdeva nell'immagine della città che pian piano si stava allontanando sempre di più, pensai che questa volta avrei ricominciato davvero, anche se in modo del tutto inaspettato, perché sarebbe stato un nuovo inizio da qualcosa che non credevo sarei mai riuscita ad apprezzare davvero: me stessa.

Abbassai le palpebre, continuando a sorridere alla mia immagine.
"Sì... questa volta... ricomincio da me!"

(*)Il primo che si azzarda a dire che è bella subirà la mia ira funesta! Purtroppo non ho trovato di meglio tra quello che ho scritto in passato e siccome non ho più la capacità né tanto meno la voglia di scrivere una poesia d'amore, ci accontentiamo.

CI VEDIAMO SULL'AVVISO PER I SALUTI FINALI! ;)

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