CAPITOLO 61

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Ci riposammo solo un altro giorno, giusto il tempo per recuperare le forze e lo stretto necessario prima della partenza.

Indubbiamente Gideon era quello che ne aveva più bisogno. Cercava di non farlo vedere, forse per orgoglio o forse per non mostrarsi debole, ma era affaticato.

Come biasimarlo.

Mi ero offerta di aiutarlo con le ferite ma si era rifiutato, dicendo che era un Kelpie, e quindi che guariva più in fretta.

Ma lo sapevo bene. In realtà, ciò che davvero mi preoccupava, era quell'unica ferita non visibile.

Dal vicolo non avevamo più ripreso l'argomento e Gideon si comportava come se nulla fosse, ma una sua cara amica era appena morta, e non poteva far finta di nulla. Non ancora per molto almeno. Così come con il dolore. Alla lunga, non solo sarebbe stato impossibile tenersi tutto dentro, ma le conseguenze sarebbero state deleterie.

Ed io lo sapevo bene.

Ero ancora piccola quando, prima mia madre e poi mio padre, morirono, ma ciò non mi impedì di risentirne: improvvisamente mi sentii abbandonata, spaesata, come se ogni cosa mi fosse stata privata in un attimo.

Perfino il respiro. Provavo solo tristezza e nostalgia. E un incolmabile vuoto.

Forse non mi sarei mai ripresa da quel torpore se Markus non avesse iniziato a minacciarmi e torturarmi.

Questa è l'unica cosa per cui gli ero grata.

«Ci siamo.»

Il commento di Gideon mi fece ritornare alla realtà.

Eravamo arrivati al mare.

Avevamo deciso di raggiungere Erling sfruttando i poteri di Gideon. La distanza era breve e, in questo modo, senza una nave, saremmo stati molto più rapidi e discreti.

Strofinai sul camoscio dei pantaloni i palmi sudati.

«Nervosa?» Rubyo mi guardò.

Annuii.

Non mi piaceva ammetterlo così facilmente e apertamente, ma non aveva senso mentire, soprattutto a Rubyo.

«Non mi sento esattamente a mio agio...» Dissi rigida.

«Non eri tu quella con ottime doti natatorie?» Gideon era già con i piedi sulla sabbia.

«È diverso... ho sempre avuto la terra ferma a vista d'occhio.» Dissi quasi come scusante, seguendolo sulla sabbia.

Era la seconda volta che viaggiavo nel mare con Gideon, ma la prima non ero stata in grado di godermela perché qualcuno aveva pensato bene di tramortirmi.

«Che c'è?» Rubyo si accorse del peso del mio sguardo.

Scossi la testa e mi concentrai sul mare luccicante davanti ai miei occhi.

Feci un sospiro profondo.

«Lyra.» Gideon mi chiamò, facendomi sussultare. «So che sei già abbastanza nervosa così, ma devi saperlo: nel mare non è raro trovare esseri dell'Altro Sole. La maggior parte ti ignorerà, qualcun altro sarà più curioso e ti si avvicinerà guardandoti, ma pochi ti attaccheranno di loro iniziativa. Tu fai quello che ti dico e non succederà nulla. Ma soprattutto ricorda: non staccarti mai da me. Se perdessimo il contatto, anche per un solo istante, non riusciresti più a respirare e improvvisamente inizieresti a sentire tutta la pressione dell'acqua. Sarebbe davvero difficile salvarti in quell'eventualità.»

Annuii e, giusto il tempo di controllare la reazione di Rubyo, Gideon si era già trasformato.

«Sali

Non me lo feci ripetere due volte e obbedii. Rubyo, invece, si limitò ad avvicinarsi a Gideon, poggiandogli la mano sul ventre.

«Abbiamo viaggiato così anche la volta scorsa?» Chiesi.

«No. La volta scorsa anche io ero in sella. Eravamo di fretta e tu eri svenuta, dovevo reggerti.» Rispose Rubyo.

«Non ero svenuta, mi avevi tramortita!» Specificai.

«Va bene, va bene. Scusa. In ogni caso è stato sufficientemente spiacevole la prima volta. Non ho intenzione di ritornare in groppa al Kelpie.»

Quel suo commento mi strappò una risata e riuscì, anche se solo per qualche istante, ad alleviare la tensione.

Poi, senza che nessuno disse più nulla, Gideon iniziò ad immergersi.

Man mano che si addentrava nel mare, il livello dell'acqua aumentava fino a sovrastare le nostre teste. Stare a contatto con Gideon ci permetteva non solo di respirare, ma anche di rimanere ancorati al fondale.

Iniziai a sentirmi veramente a disagio così in profondità, così finii con il ricordare le sue parole e rafforzare la presa attorno alla criniera.

«Ti ricordo che quelli sono i miei capelli

Feci per scusarmi ma dalla mia bocca uscirono sono bolle.

«Anche se ora puoi respirare, è comunque impossibile parlare sott'acqua. È per questo che i Kelpie e le Ayrae possono comunicare attraverso il pensiero. In ogni caso reggiti forte e non mollare mai la presa

Anche se la sua voce era solo un eco nella mia mente, riuscii ugualmente a percepire la sua serietà. Presi una ciocca più grande con due mani e la strinsi, ripromettendomi di scusarmi una volta in superficie.

Rapidamente raggiungemmo il mare aperto.

Lo spettacolo era meraviglioso: rocce e coralli si intersecavano tra loro, creando delle meravigliose strutture, tra le quali nuotavano svariate tipologie di pesci.

Improvvisamente un grosso pesce mi passò affianco, interrompendo bruscamente la visuale.

Solo il suo corpo era più grande del mio volto. Sussultai e poco dopo sentii Gideon ridere nella mia testa.

Rimasi con lo sguardo sulla coda di quel pesce, finché non fu troppo distante per vederlo.

Ripresi a guardare il paesaggio e mi stupii di quanto chiaro risultasse, nonostante la pochissima luce del sole che ancora riusciva a filtrare dalla superficie.

Proprio seguendo con lo sguardo uno di questi coni luminosi, mi accorsi che, sopra di noi, volteggiava una figura. Era lontana e risultava in controluce, ma il profilo era simile a quello umano.

Rabbrividii.

Mi scambiai uno sguardo veloce con Rubyo, che mi fece cenno di non preoccuparmi.

Stava procedendo tutto normalmente, finché Gideon non si fermò di colpo.

«Più avanti c'è una corrente. Reggiti.»

Pochi attimi dopo vidi Rubyo sbruffare, seppure in modo buffo per le bolle che gli uscivano da bocca, e salire in groppa a Gideon.

Doveva avergli riferito la stessa cosa, dicendogli che sarebbe stato più sicuro stare in sella.

Lasciai la criniera e mi avvinghiai al collo di Gideon. Per un attimo mi parve di sentire i suoi muscoli irrigidirsi.

Come di rimando, anche Rubyo rafforzò la stretta, allungandosi verso la criniera di Gideon e chiudendomi tra le sue braccia.

Entrare nella corrente fu facile, in quanto venimmo quasi risucchiati, uscire invece, fu tutt'altro che semplice.

Gideon cercava di contrastare con tutte le sue forze la potente pressione, il che gli gonfiò spaventosamente i muscoli degli arti e del collo, mentre gli zoccoli scavavano nella sabbia.

Come se non fosse sufficiente, l'aria che respiravamo si fece più rarefatta e sia io che Rubyo iniziammo a boccheggiare, preoccupando Gideon, fin troppo occupato con la corrente per avere abbastanza energia da concentrare sulla bolla di ossigeno.

Stavamo iniziando a temere il peggio, quando un'enorme serpente marino ci passò accanto, deviando per un attimo la corrente, giusto il tempo necessario per liberarci dal getto.

«Erling!» Disse Gideon facendo riferimento al primo abbozzo di terra ferma davanti a sé.

Poi, accadde l'unica cosa che mai avremmo potuto desiderare: lentamente e senza alcun suono per l'acqua che attutiva i movimenti, Gideon crollò al suolo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro