Era un pomeriggio di inizio primavera quando, dopo che mi avevi accompagnato a casa, ricevetti la videochiamata dai miei genitori.

Risposi con un po' di stupore: ci eravamo già sentiti nella mattinata e ricevere quella telefonata era stato alquanto inaspettato. Non nascosi affatto la mia enorme preoccupazione, ma il fiume delle mie parole venne presto interrotto dalla voce di mio padre.

«Misun, abbiamo ricevuto una notizia importante, soprattutto per te» spiegò, rendendomi un po' confusa.

«Ricordi quando qualche anno fa, conosciuta la storia della tua famiglia biologica, ci chiedesti dove fossero seppelliti i tuoi genitori?» mi chiese mia madre, ponendo una certa cura nello scegliere le parole.

«Sì... ma voi avevate detto di non saperlo» constatai sempre più smarrita.

«Infatti era così, però, da allora, ci siamo rivolti a tutte le persone che potessero saperlo, arrivando a contattare anche la casa famiglia dove eri stata ospitata quando ti abbiamo adottato» disse la donna continuando con quelle spiegazioni.

«Ora sappiamo finalmente dove si trovano» concluse mio padre e io schiusi le labbra. Avrei voluto dire qualsiasi cosa; i sentimenti però si accavallavano dentro di me e nessuna parola sembrava più avere un senso.

I miei genitori aspettarono anche la più misera delle reazioni per continuare, ma il mio corpo sembrava avesse smesso di rispondere ai miei comandi perché rimasi immobile a fissare quello schermo, anche se nella mia testa sembrava stesse passando un uragano.

«Trovarli è stato difficile perché sono stati sepolti in Corea, tuo padre era coreano quindi ha lasciato queste disposizioni» affermò mia madre, avendo ormai capito che non sarei riuscita a fare o dire qualcosa finché non mi avessero detto ogni cosa.

Con quella frase tutta la confusione che avevo nella mente si fermò di colpo, permettendomi finalmente di formulare un unico, preciso pensiero: «Dove si trova questo cimitero?»

Angolo me

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