Prologo: La leggenda del musicista assassino

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" Ecco, vedi; questa che sentirai è la storia di colui che ammazzò un famoso compositore amato dal popolo, che ascoltava le sue melodie, e da Dio, che faceva in modo che queste si diffondessero in tutto il suo regno.
Lo uccise e ne trasse piacere, ma sai come?
Non volle sporcarsi le mani, volle passare per innocente e così scelse un metodo subdolo, adatto ad una domestica o ad una donna di casa: lo avvelenò.
Prese una boccetta d'acqua tofana comprandola per qualche soldo e con la scusa d'esser suo amico la porse al musicista malato, spacciandolo per antibiotico. Ed egli si fidò.
Lo assunse per quindici giorni e sembrava fare effetto. La sua malattia, per qualche scherzo del destino, sembrava essersi calmata, seppure avesse sempre più spesso la febbre e forti mal di stomaco. S'era convinto addirittura, per non pensare male della cura, che avesse contratto in qualche modo una febbre molto forte da fuori. Era plausibile, in quei anni ammalarsi era facile, ed essere un genio di certo non lo avrebbe messo al sicuro.
Ma al quattordicesimo giorno lo capì, Mozart capì d'esser stato avvelenato dall'acqua mortale. Lo disse apertamente e ne parlò con la moglie, che era preoccupata per la salute del marito.
Al quindicesimo giorno non si svegliò. Rimase a occhi chiusi sul letto, impossibilitato nel riaprirli; Mozart, il genio nella musica, era morto.
E chi mai potrebbe esser stato se non lui, l'uomo che somministrò lui il rimedio, Salieri.
Finse di preoccuparsi per il rivale, per un giorno non si presentò ed al funerale ammise d'aver " pianto per tutto il tempo per la morte dell'amico ".
Ma chi mai poteva credere a quelle lacrime disoneste?
Capì anche lui che continuare quella messa in scena sarebbe stato inutile. Dopo tempo che le voci sul suo omicidio si spargevano e dopo che il Signore, che tutto sa, lo punì rendendolo cieco, egli cominciò a delirare di come fu colpevole della morte di Mozart e di come lo avvelenò.
È la verità, poiché egli vuole confessarsene; così tutto si paga. "

Non è forse poetico? Un uomo comune, invidioso dal prediletto del Signore, si servì di metodi meschini e strappò via la vita dell'amico... Amico, come poterlo chiamare tale?
Quando il mondo si interroga sulla morte di qualcuno spesso vuole correre a dare spiegazioni. Alcune vengono ignorante e spronano gli altri a far di meglio, altre invece si spargono così velocemente che vengono spacciate come fonti reali.
Oh, ed un uomo cos'altro può fare se non credervi?
Salieri era un uomo semplice. Fu arrogante, negarlo è impossibile, ma fu dotato d'un talento insuperabile. Fu questo a spingerlo a conoscere Mozart, anche lui nato com'egli.
Era forse stato destino che li spinse ad essere amici, o fu invece volontà dell'Altissimo? Misericordioso, volle che due Suoi sudditi dotati d'un forte talento donato da lui stesso s'incontrassero? Come poter negarlo, come poter confermarlo!
Fu arrogante ma fu anche leale. Amava pochi, quei pochi erano fortunati e della sua arroganza potevano dimenticarsene.
Rivalità, astio, odio... No, niente di tutto questo. Salieri non provava niente di tutto ciò per il suo compagno. Era felice quando lo era anche lui, e mai avrebbe potuto copiare o complottare contro.
Quando Mozart morì egli pianse, si disperò e non riuscì ad accettarlo. Non volle veder nessuno per giorni fino al suo funerale, alla quale si presentò ben vestito e chiese di far suonare il Requiem.
Ed allora, quando perse il dono della vista, per quale motivo delirò e disse d'averlo ucciso lui?
Le voci sul conto del musicista assassino s'erano sparse ovunque in tutto il mondo che anche i suoi allievi ed i suoi amici cominciarono ad allontanarsi da lui. Tutti, nessuno escluso, lo consideravano colpevole. Un mostro... ma come può una persona essere un mostro s'egli non ha fatto nulla? " Mostro innocente ", quale strana combinazione per un soprannome! Come possono due parole del genere essere affiancate?
Con nessuno accanto Salieri si sentì vuoto. Il mondo lo accusava, allora perché provare ad essere qualcos altro?
Se loro ti vogliono come un assassino allora diventa un assassino, il loro peggior incubo!
" L'ho ucciso, l'ho ucciso, l'ho ucciso. L'ho fatto, ho ucciso Mozart. L'ho avvelenato, sì, ed ora me ne pento. Come posso averlo fatto? Oh, Dio santissimo! Mi consegno a te, che tu possa perdonarmi! L'ho ucciso, avevano ragione, ma come posso essere perdonato? Come può un uomo farsi perdonare per aver ucciso un genio? Come può farsi perdonare d'aver ammazzato un fratello? "
Oh, quante volte lo ripeté. Era come un obbligo morale, il mio... No, cosa dico? Il suo animo s'era convinto ormai d'averlo davvero avvelenato!
E quando morì, come festeggiarono i maledetti quando morì! Ne fu solo uno dispiaciuto, Liszt.
" Riposa in pace! Non coperta di polvere l'eternità ti è riservata. Riposa in pace! In eterne armonie si è dissolto il tuo spirito. Egli ha espresso sé stesso in note incantevoli, ora è salpato verso l'eterna bellezza. "
Ma non bastò qualche parola per calmare un animo in pezzi. No, come potevano? L'avevano già ferito così a fondo che ricucire la cicatrice era impossibile! Era morto, ma la convinzione che in me, che in lui risiedesse un mostro... no, quella non era di certo sparita!
E quando i loro nomi scavalcarono le generazioni fino ad arrivare al presente tutti ricordavano le perfette sonate di Mozart, ma nessuno ricordava ciò che scrisse Salieri. Chi mai potrebbe interessarsi nelle sue opere? Potevano solo ricordare quel nome per il delitto! Poco importa chi era e cosa fece, basta sapere di cosa s'era sporcato le mani!
Ed è qui che sorgo io... Io, chi sono io?
Salieri è morto da tempo, allora io chi sono? Qual è il mio nome?
No... Poco importa. Non è importante il mio nome, basta sapere cosa sono.
Sono il mostro che loro hanno creato, che ogni uomo, sparlando, ha creato. Sono ciò che volevano e che so che volete. Qualcuno in grado d'uccidere per davvero un fratello.
Ma sta volta non c'è bisogno di veleni, no...
Sta volta ci sarà un concerto! Una favolosa opera, il suono d'un violino che accompagnerà un urlo. Morirà una seconda volta, sta volta per davvero. Non sarà una febbre né un virus, non sarà niente di tutto questo.
Questa volta... Mozart perirà, morirà!
E la leggenda finalmente s'avvererà. Andrò all'inferno, Dio non mi perdonerà sta volta. Ma non importa... l'importante è che lui muoia.

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