Prima Prova - L'inizio del Mondo

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Anael

Un leggero fruscio proruppe nello sconfinato deserto nero. Il nulla si aprì improvvisamente e una piuma d'argento cominciò a volteggiare in quell'abisso oscuro.

Come se eseguisse una danza aleggiava sinuosa creando spirali di luce intorno a sé. Si fermò al centro di quell'inesistente anfratto nero.

Un alito di vento leggero scosse la piuma così fragile riducendola in granelli minuscoli di luce, questi, come se dalla distruzione della loro madre prendessero vita, cominciarono a correre in quell'angusto spazio sconfinato, puntellando la notte senza fine di lievi bagliori.

Lì dove la piuma si era infranta l'abisso nero si era addensato creando uno scudo intorno a quel niente improvvisamente importante. La sfera cominciò a ruotare su se stessa. I frammenti di luce nelle vicinanze accorsero come una scia di polvere luminescente intorno alla pupilla, richiamati dal suo movimento.

Anael che assisteva, insieme al suo Dio a quello spettacolo prodigioso, si commosse e lasciò che una lacrima scivolasse senza controllo verso l'infinita voragine nera sotto di loro.

La scia luminosa si scostò lasciando che la lacrima arrivasse fin sulla landa scura. Nel punto in cui avevano avuto vita, i frammenti di luce si riunirono in un unico ed enorme corpo luminescente, in modo da poter rischiarare la notte infinita. Una nuova luce vibrava e riscaldava il corpo nero solido e imperfetto.

La lacrima cadde silenziosa bagnando la sfera scura. Il globo colto alla sprovvista da quell'improvviso liquido freddo cominciò a scuotersi violentemente. Da quella goccia salata, iridescenti venature azzurre, cominciarono a disegnare spirali e vortici sulla sua superficie ruvida e spigolosa. La sfera assunse un nuovo aspetto, si lasciò bagnare adattandosi al suo nuovo ospite. Accolse la goccia salata rendendola parte di sé, cambiò il suo colore e la sua consistenza, rendendosi simile a essa.

La sfera di luce si avvicinò per ammirarla, ma si sporse troppo e parte della sua luce si riversò a specchio sul globo. L'azzurro oceano si ritrasse, scoprendo la parte scottata dalla luce, sotto di esso vi era uno strato di terriccio in cui il nero si era schiarito diventando marrone. L'oceano provò a lambire il dolore della sfera che lo aveva accolto, creando insenature e spiagge chiare per accarezzarne la terra.

Anael sorrise, voltandosi verso il suo Dio, Lui ricambiò con il suo sguardo d'immenso amore.

Il suono del sorriso dell'arcangelo smosse la superficie morbida e docile dalla sfera terrestre, spuma biancastra decorò la cresta delle onde come corone.

Dio guardò soddisfatto ciò appena creato. Da una piuma e una lacrima del suo fedele arcangelo avevano avuto vita il Sole la Terra e le altre piccole stelle.

Chiese ad Anael allora di sbattere un po' le sue ali. L'angelo obbedì e una pioggia luminosa di frammenti di piume e polvere precipitò verso quell'immenso spazio nero non più vuoto. Da quel semplice gioco ebbero vita altri piccoli corpi celesti e l'universo si riempì dell'amore e dell'essenza del suo Dio. Ogni corpo celeste rivestito da quel sentimento di gratitudine non riusciva a star fermo, ma danzava in circolo per il suo Creatore.

Dio guardò l'universo intero, e il suo occhio ricadde sulla piccola sfera bruciata e bagnata: la Terra, la sua preferita.

Piccole stelle un po' gelose si avvicinarono al pianeta nato per primo e ci si fiondarono, volendo diventare parte di esso.

Dio soffiò intorno alla Terra e un velo protettivo avvolse il piccolo pianeta azzurro. Le stelle si ridussero in parti piccolissime ed entrarono nel mare sottoforma di pesci. Altri frammenti invece si riversarono sulla terra sottoforma di uccelli, animali e insetti, ad alcuni di essi donò le ali come quelle del suo angelo, in modo che potessero sentirsi liberi di percorrere in lungo e in largo quella vasta superficie.

Anael era ammirato da quell'immensità e dalla vita che il suo Dio aveva regalato a quel minuscolo ammasso blu, fatto di terra e lacrime. L'angelo si avvicinò e si strofinò gli occhi per vedere meglio quella piccola bolla di Dio. La terrà per l'emozione cominciò a fiorire e a rivestirsi di enormi alberi verdi nei quali piccoli e preziosi frutti punteggiavano le fronde.

Dio si compiacque e decise di fare un ultimo regalo a quel piccolo puntino blu: volle creare qualcuno con cui condividere tutto ciò, come il suo angelo, però senza le ali. Un compagno che potesse apprezzare ciò che di bello si celava in quel vasto spazio costellato di stelle e corpi celesti. Qualcuno che avrebbe potuto amare e ricolmare d'affetto paterno.

Prese parte di quel terreno rimasto scottato, aggiunse l'essenza della lacrima del suo angelo, perché soltanto attraverso la sofferenza si può arrivare a capire quanto sia sconfinato l'amore, e poi con un profondo respiro gli donò la vita.

Nota_Autrice

Questa è il primo racconto dedicato al concorso indetto da WritinwithyouProject

Per la prima volta ho deciso di aderire e partecipare a qualcosa del genere, mi sono lasciata ispirare dal loro simbolo e dalla piuma che hanno scelto a rappresentanza del movimento, ci hanno presentato il tutto come degli angeli e io ho sempre avuto un debole per queste creature, ho deciso di colorare il tutto con una massiccia dose di fantasia e con una rivisitazione del più classico dei classici racconti sulla creazione.

Un abbraccio,

vostra Angela!


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