Capitolo 43

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《Maurizio Cristaldi 》osservò Marco Valente, seduto di fronte al proprietario delle Seterie Silkway, nel suo ufficio, la mattina dopo.
《Marco Valente》rispose Maurizio. 《Dicono che lei sia il re della pubblicità 》aggiunse.
《Re... Diciamo che cavalco l'onda dei nuovi mezzi di comunicazione 》spiegò Valente.
《Non avrei mai pensato che accettasse di collaborare con la Silkway... Insomma, non avrà a che fare spesso con sete e tessuti pregiati》commentò il giovane Cristaldi.
《Non me lo sarei mai aspettato neanche io, ma il signor Mercalli e la splendida signorina Dondi sono stati molto convincenti. E poi mi piacciono le sfide 》replicò Marco.
《Allora sarà ben felice se sarà proprio la signorina Dondi ad accompagnarla nel suo ufficio 》rispose Maurizio.

                                   ***

Chiamò Cecilia, che guidò il pubblicitario fino ad uno studio ampio e luminoso, con una scrivania, qualche poltrona e una lavagna con dei gessetti.
《Le piace?》domandò Cecilia.
《È perfetto. Credo che qui mi verranno le migliori ispirazioni...》osservò Marco.
《Gliene vengono molte al giorno?》chiese la Dondi.
《Un pubblicitario vive d'ispirazioni che devono essere persuasive e convincenti, proprio come lei e il suo collega ieri sera》rispose Valente.
《Non è un mio collega, è il mio capo》spiegò la ragazza.
《Non sembra una alle dipendenze di qualcun altro》osservò l'uomo.
《E invece sono una semplice segretaria alle dipendenze del "numero due" della Silkway, e in questo momento ho molto da fare》replicò la seriatese, percependo come il giovane ci stesse provando.
《Capisco. Non le faccio perdere un minuto di più 》la lasciò andare il pubblicitario. 《Mi venga a trovare quando vuole, la mia porta è sempre aperta!》le gridò dietro mentre andava via.
《Ci conti!》fece lei, neanche girandosi a guardarlo.

                                  ***

Due piani più sotto, al reparto dei confezionamenti, Ilaria aveva deciso di socializzare con il nuovo arrivato, Andrea Esposito, il quale attaccò bottone di buon grado.
《Ma la tua amica è sempre così antipatica?》domandò lui riferendosi a Maria, che impacchettava le stoffe senza distrarsi.
《Nient 'affatto. È solo una maschera, la sua. Non ha mai avuto una vita facile》spiegò Ilaria.
《Neanche io e posso capirla. Qual è la sua storia, se posso chiedere?》fece Andrea.
《Non ha mai conosciuto suo padre e la madre, Virginia De Sanctis, è la caporeparto ai telai ed è una donna molto rigida》rispose la Del Vecchio.
《Ha praticamente un marchio addosso. Come me》commentò Esposito.
《I marchi tuttavia possono essere un vantaggio a volte. Per esempio, si è da poco scoperto che Elena Bassi, una ragazza dei telai, è mia cugina》raccontò lei.
《Tua cugina?》chiese curioso lui.
《Sì, è la figlia illegittima di mio zio Lorenzo. Anche se ti devo dire la verità, non gli somiglia per niente, neanche da lontano...》ammise l'una.
《Chissà se è la verità...》rispose l'altro.
《Me lo sono sempre chiesto anche io》fece Ilaria, che fu subito distratta da uno strano vociare proveniente da fuori.
Uscì subito in cortile, imitata da Andrea e poi anche da Maria, e notarono che effettivamente molta gente stava abbandonando i reparti e si stava affollando verso l'atrio, mentre un cognome riecheggiava di bocca in bocca: Bianchini.

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