L'onore

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

«Gaeta'... ci si rivede!»

«Eh cumpa... qua stammo. Brutta cosa. Ti salutano i vecchi tuoi, diceno che la vigna già spara».

L'altro fa un gestaccio.

«Troppo presto. Ancora una gelata e brucia tutto. Ma tanto chi l'accatta lu miero quest'anno? Gli ho detto che pensassero a piantare fave e fogghie».

Gaetano arrotola una cartina su una miseria di tabacco, con religiosa lentezza.

«Giuva'», dice poi senza guardare l'amico in faccia.

«Io forse t'avrei a dicere 'na cosa. Ma 'na cosa seria».

Giovanni si irrigidisce .

«Dici».

«Io l'aggia salutata a mugliereta, l'ho trovata bene».

«Eh».

«Però...»

«Eh?»

Gaetano si gratta i capelli ricci, folti come sterpi inselvatichiti.

«Si dicono cose».

«Chi dice?»

«La gente, Giuva'. Che mugliereta da che stai soldato s'è fatta ancora cchiù bella. Rifiorita, elegante. Tutti si moreno di fame, al paese, tranne lei e quell'infame colla cammisa nera, che se la porta a letto pure la notte. La cammisa».

Giovanni non fuma, ma ha strappato un rametto d'erba e se lo sta sminuzzando tra le dita, con sistematica calma.

«Aggio capito», dice.

«Giuva'... io no vvulia che lo scoprivi doppo... Song'amico tuo, lo ssa. Nun te parlo alle spalle».

Giovanni continua in silenzio a fare il rametto a pezzi.

«Domani parti?»

«Sissì. Domani», conferma Gaetano triste.

È la guerra. Sono stati insieme i primi mesi, ed è stato un conforto; un paesano, quasi un fratello accanto, li aveva fatti sentire entrambi più sicuri. Ma ora li separavano, quello partiva l'indomani, Giovanni aveva altri tre giorni.

Il compare s'alza spazzandosi via dalle cosce i frammenti del rametto.

«Attento a te, Gaeta'. Nun te fa fottere».

Poco dopo, è dall'ufficiale.

«Tre giorni. Poi si parte. Datemeli liberi, mi vado a togliere gli ultimi sfizi. A casa non ci arrivo, troppo lontano... ma se mi compatisce, m'arrangio qua vicino. Simmo ommini, Capita', se devo finire all'inferno ci voglio andare soddisfatto».

Il Capitano è un buon diavolo, le donne ci piacciono e gli firma il foglio.

«Se non sei qui a partire con noi, sei morto. I disertori sono degli infami», gli ricorda.

«Ci sto sicuro, Capita'. Ma sta' voglia di donna me l'aggi a togliere e pace a muglierema, le donne non la capiscono l'esigenza nostra».

È calmo e sorridente, Giovanni. Saluta l'ufficiale e parte all'istante. Che fino a casa non possa arrivare non è vero. Certo, arrivarci ci vuole più di un giorno. L'ultimo tratto deve farselo a piedi, quindici chilometri praticamente al buio, in piena notte. Ma è giovane e allenato. Arriva a casa sua inaspettato. Per le stradine di periferia nessuno, tranne qualche randagio che lo fiuta e gira al largo. Chissà che odore ha, di demonio. Entra senza far rumore e casa è vuota, come pensava.

Va a prendersi il fucile da caccia, vecchissima arma ereditata. Non ce ne sono più di così rudimentali, ma spara ancora, lo sa. Esce con quello, ancora in assoluto silenzio, e torna verso i campi.

L'infame c'ha una masseria 'fuori', bianca e ricca, colle stalle, porcili e pollai. Giovanni s'apposta a metà strada e aspetta. Quasi all'alba vede una figura andar svelta, verso il paese. Riconosce i lunghi capelli, l'altezza, la sagoma fiorente. Bella assai, avevano sempre detto gli amici, con invidia.

Il fragore dei colpi echeggia nel silenzio, ma in fondo a quell'ora i cacciatori già stanno alla posta. Poi altri quindici chilometri, alla bersagliera, in tempo per prendere una corriera semivuota. Prima di salire, butta la canna di fucile in un pozzo, in un campo inselvatichito, e il calcio in legno in un canale che va verso il mare.

Un altro giorno di viaggio ed è col suo Capitano alla stazione, coll'aria sfatta ma contenta.

Al paese non si parla che della donna sparata ma è un mistero che non trova soluzione. Tutti chiedono che ci facesse in strada così presto, e lo chiedono con la risposta ben chiara in mente. Ma nonostante le certezze, o proprio per quelle, la morte, ufficialmente, non trova colpevoli.

Giovanni appartiene a un gruppo che tornerà decimato. Tanti, tanti ragazzi morti in una guerra che resterà la 'grande', per le genti di tanti posti.

Giovanni no, tornerà, forse perché spara bene. Tornerà vedovo, quando saranno passati quasi tre anni. Gli faranno le condoglianze, ma è così giovane, ancora, che non si stupiscono quando si ammoglia di nuovo, con una giovinetta di un paese lì vicino. Giovane, orfana e povera. Se la sposa e una cosa sola le raccomanda: «Attenta a te, io non sono uomo da farmi sputare in faccia».

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro