24•capitolo -Come si supera-

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Gonçalo

Ho superato l'esame che il prof Ortega pretendeva che superassi. Spero che non troverà altre cose da propormi per cercare di sabotarmi. Sembra che goda nel mettere in difficoltà i suoi alunni.

Qualcosa di importante è successo in questi giorni: io ed Ester non ci siamo mai staccati, almeno a letto; lei ha trovato scuse per non venire a scuola, non riesce ad affrontare la realtà, io ho trovato scuse per rimanerle vicino e non lasciarla. È faticoso per me dover ammettere che senza di lei non immagino nulla, nessun futuro. Ho solo diciotto anni, lo so, ma il sentimento che nutro per lei non è paragonabile a nessun altro amore, neppure quello per lo sport. Al risveglio, la osservo, ma è il suono di voci che urlano che ridesta anche lei. Apre gli occhi e si alza dal letto in affanno, e scendiamo giù per le scale. Esperanza, la madre di Ester, sta urlando contro Felix le peggior ingiurie, inoltre gli tira ogni oggetto a portata di mano.

«Sei un vile!» dice, gli occhi di Ester si riempiono di lacrime, perché sa che è arrivata la resa dei conti. «Sei il peggior uomo sulla faccia della terra, perché pensavo fossi diverso. Mi fai schifo, ti odio.» E le accuse proseguono.

«Mi dispiace, tesoro!»

«Nessun tesoro, risparmiati questi nomignoli sdolcinati!»

Mi viene istintivo cercare di proteggere Ester, le do la mano e solo in quel momento Felix ed Esperanza si accorgono della presenza della figlia.

«Piccola, è meglio che ci lasci soli!» afferma Felix, in direzione di sua figlia.

«No, nostra figlia deve sapere che razza di persona è suo padre!»

«Lo so già!» esclama lei, trema vistosamente e le accarezzo il dorso della mano con il pollice. Cerco in qualche modo di tranquillizzarla, anche se a questo punto posso fare poco.

«Lo sai?» Chiede allibita Esperanza.

«No, lei...» tenta di proteggerla Felix, non vuole che anche lei sia preda degli attacchi della madre.

«Lo so, non devi proteggermi, papà. Lo so! Li ho visti!»

Esperanza cade nello sconforto, gli occhi le si riempiono di lacrime e non riesce più a gestire il dolore.

«Hai messo nostra figlia in questa situazione? È per questo che me lo hai detto? Non sei pentito neanche un po'!»

«Tesoro, asc...» ma non c'è modo di placare l'ira funesta di sua moglie, gli va incontro e gli dà uno schiaffo. Anche se poi si pente un attimo dopo di aver fatto un gesto tanto avventato.

«Mi dispiace...» si limita a dire Felix, anche perché c'è poco da dire.

«Prendi le tue cose e vattene da questa casa!»

Lui non fiata e sale su per le scale, probabilmente a raccattare le sue cose per andare via. Ester trattiene le lacrime, anche se non le viene facile. Lei e Felix hanno sempre avuto un rapporto speciale, più importante di quello con la madre, dunque le fa male sapere che tutto da oggi in poi è distrutto. Inoltre, si sente in colpa perché sa che, se Felix ha parlato, è stato per lei, per non farle tenere un segreto così grande, anche se lei per lui lo avrebbe fatto.

È un dolore troppo grande quando Felix varca la porta d'ingresso, Ester si accascia e lo supplica di non andare, ma lui rassicura la figlia, le dà un bacio sulla fronte e va via.

Si getta nello sconforto, si chiude in camera sua e non fa entrare neanche me, nemmeno sotto insistenza.

A farmi compagnia vengono i miei amici, sto col pensiero fisso su di lei per tutto il tempo, poi decido di scriverle un messaggio.

- Ti va una partita alla play? Gonçalo ore: 17,50

Lei non mi risponde per almeno un'ora e io fingo di prestare attenzioni a Roman che continua a parlare della stupida festa di carnevale.

«Saremo così fighi che avremo ogni ragazza che vogliamo» dice entusiasta. «Non parlo per te, tu non ti avvicini alle ragazze!» ridacchia prendendo in giro Santiago che è sempre stato piuttosto timido con le ragazze.

«In realtà ho invitato Beatriz!» gli occhi di Roman si spalancano e sembrano diventare più grandi. Da azzurri diventano di un altro colore.

«E ti ha detto di no, immagino!» Cerca di mantenere il contegno, ma so per certo che qualcosa sta bollendo in pentola tra quei due ed ecco il perché delle sue reazioni esagerate.

«E perché avrebbe dovuto? Mi ha detto si!» sorride soddisfatto il nostro amico più silenzioso. «Le ho scritto stamattina, le ho detto che mi sarebbe piaciuto andare insieme alla festa e mi ha detto che è un'ottima idea!»

«Cioè glielo hai chiesto con un messaggio? Banale! E lei ha pure accettato!» asserisce con scherno, aggiustandosi il ciuffo ribelle.

«Che problema hai?» gli occhi chiari di Santiago si chiudono in due finissime fessure e stringe le mani in due pugni. «Dovresti essere contento per me!»

«Sono contento, figurati. Penso solo che Beatriz non sia la ragazza per te...» lo dice così convinto che riesce a convincere anche me.

«E perché no?»

«Perché sono gli opposti ad attrarsi, non i simili, Sant...» un sorriso furbo appare sulle sue labbra. «Tu staresti bene con...» esita apposta, attirando così la curiosità di Santiago. «Ana! Si lei andrebbe bene per te!» ridacchia perché lo sa che sta per ricevere un impropero.

«Sei pazzo!? Io con quella pazza mai!» si incupisce ogni volta che se ne parla, mette le mani conserte e stringe le labbra fino a nasconderle. «Quella proprio...» non prosegue, sarebbero solo offese. «Io e Beatriz abbiamo tante cose in comune e sono stronzate quelle che si dicono che sono gli opposti ad attrarsi!» Roman non gli risponde più e si concentra sul videogame, o meglio ci prova perché visto che stiamo giocando allo spara tutto, lui è talmente preso dai suoi pensieri che mi uccide.

«Mi hai ucciso!» gli faccio notare, poi un messaggio mi ridesta dal pensiero che sto macinando da giorni sul mio amico e Beatriz.

- Mi dispiace, adesso non mi va di stare con nessuno. Ti va di passare dopo da me? Ester 18,30

E quando me lo chiede non ci capisco più niente, so solo che correrei da lei anche adesso.

- Verrò da te più tardi. Gonçalo ore 18,32

«Ester?» Roman mi domanda l'ovvio, si capisce immediatamente che parlo con lei.

«Si!»

«Tra voi come va?»

«Non lo so, non so che fare sinceramente. Da una parte sono ancora innamorato, dall'altra non riesce ad andarmi giù la storia di Felipe. Quando sono con lei, però, ogni pensiero si annulla!» gli racconto a cuore aperto, come non ho fatto praticamente con nessuno.

«Lo abbiamo sempre saputo che non le importava di Felipe!» mi racconta, «dovresti passarci sopra!»

«È ancora peggio, perché lui era il mio migliore amico, Roman!» gli ricordo e lui annuisce, senza dire un'altra parola, tanto non servirebbe.

«E con Lola?» poi mi domanda, mi ero quasi dimenticato che tutti i miei amici, compresa Ester, sono convinti che io e lei stiamo insieme. Devo mantenere la copertura se non voglio farci la figura dell'imbecille.

«Lei è a Barcellona!» non aggiungo altro.

«È proprio uno schianto. Cioè se non la vuoi tu, dimmelo, ci penso io!» sposta il labbro inferiore in su, come fa sempre.

«Invece di pensare alla mia ragazza, tu, come va con Beatriz?» salta quasi dal divano in cui è seduto, e mi chiedo se Santiago sia caduto in bagno, spero solo non arrivi proprio adesso. E infatti lui pensa la stessa cosa, si gira per controllare e poi torna a guardarmi.

«È una palla al piede!» scrolla le spalle con aria disinteressata.

«Ma ti piace, non negarlo, si vede!»

«Spero lo hai visto solo tu!» non prova neppure a negare, tanto servirebbe a poco.

«Santiago di sicuro non se n'è accorto. Come stanno le cose tra voi?»

«Hmm...» mette una mano sul mento. «Lei mi odia, io in pratica la voglio da sempre!» confessa e questa rivelazione mi sconvolge. Sì, mi ero accorto che gli occhi di Roman ultimamente stessero un po' troppo su Beatriz, avevo notato il fastidio nei confronti di Santiago, ma non avevo capito che il suo interesse fosse così antecedente.

«Davvero?» gratto la nuca, «non credevo che...»

«Sono bravo a nasconderlo. Tanto a lei non interesserà mai di me, mi considera stupido e infantile. Sue precise parole. E le piacciono troppo i cervelloni. Sai com'è: non lo sono!» ridacchia, mostra che ormai è consapevole della cosa e l'ha accettato, anche se non ci credo molto. È così testardo che so che sta escogitando un piano per convincerla.

«In ogni caso, lei è già un capitolo chiuso dal momento che interessa e uscirà con Santiago. Non voglio finire come te e Felipe!» dichiara, e mi assale la malinconia. Ci provo sempre a non pensare a com'è finita tra me e Felipe, ma quando torna a galla mi ferisce quasi non fosse passato neanche un giorno. Era come un fratello e averlo perso è inaccettabile per me.

«Bravo!» gli do una pacca sulla spalla, poi finalmente torna Santiago col telefono tra le mani e un sorriso in volto.

«E tu dov'eri finito?» domanda Roman, passandosi una mano sul collo.

«Stavo parlando con Beatriz!» racconta e ora è chiaro il perché del suo sorriso sognante. «Penso che lei sia quella giusta!»

Roman stringe le labbra e la delusione aleggia nel suo viso, cerca di fingere un sorriso, mi lancia uno sguardo, poi dice: «Torniamo a giocare?»

Non appena i miei amici vanno via, torno in camera di Ester. La vedo sdraiata con la testa affondata nel cuscino. Mi si squarcia il cuore nel vederla così, so cosa significa sentirsi abbandonati e adesso in un certo senso lo sta vivendo anche lei.

«Ehi...» sussurro una volta che mi avvicino a lei, accarezzo i suoi capelli e mi viene voglia di posarle un bacio sulla testa. Nonostante sono ormai due notti che dormiamo insieme, non l'ho sfiorata con un dito, neppure l'ho abbracciata. È stato difficile, ma scoprirmi ancora così follemente innamorato di lei, nonostante ciò che mi ha fatto, mi atterrisce. Anche se sono consapevole che le cose stanno esattamente così.

L'affianco sdraiandomi vicino a lei, e finalmente scopre gli occhi chiari e mi guarda.

«Sono inguardabile, vero?» domanda, morsicandosi le labbra arse. Le accarezzo ancora il viso e mi scopro a tremare per questo gesto.

«Sei sempre bella.» Le dico perché lo penso, trattengo il respiro e affondo i denti nel labbro inferiore.

«Puoi dirmelo, lo so!»

«Tua madre? Come sta?» chiedo, cambiando discorso.

«Come vuoi che stia. È a pezzi!» tira su col naso. «È colpa mia se il matrimonio dei miei è naufragato!»

«No.» Scuoto la testa e l'accarezzo ancora. «Non sono colpe dei figli gli sbagli dei genitori!» gli occhi le si ingrandiscono e i sensi di colpa aleggiano in lei.

«Sono una cretina, tu hai una situazione peggiore ma non ti lamenti,» sbuffa, «sono proprio un'egoista!» ammette.

«Io sono ormai abituato all'assenza di mio padre, mi fa più male come si comporta mia madre. Quello è più duro da sopportare. Mio padre non lo vedo da quando avevo dieci anni...» le dico per confortarla. «Quindi capisco che per te non deve essere facile sopportare questa situazione!»

«Come si supera?» me lo chiede quasi supplicandomi.

«Non si supera, si convive con questo senso di abbandono e si cerca di andare avanti. Ma rimane lì, tra le cicatrici che non spariscono mai, quasi fossero un tatuaggio indelebile!»

«Gonçalo, se io non avessi te, adesso, non ce la farei a sopportare questa tempesta. Affonderei insieme ai miei genitori!» mi confessa piena di sentimenti inespressi. E non lo capisce che il mio cuore è sensibile a lei e non resisto. Ecco perché mi avvicino per baciarla, poi mi tiro indietro e vedo che lei ci rimane male. Tuttavia è cocciuta Ester, non accetta mai un no come risposta, si avvicina e mi bacia sulle labbra. A quel punto il mio amore per lei vince e mi lascio andare a questo bacio, la sovrasto col mio corpo e strofino il mio desiderio contro il suo. Un gemito viene fuori dalle sue labbra e mi stringe la felpa dai lati, si lascia andare a me, a questo bacio desiderato, fino a che arriva la notte e lo lasciamo andare come un desiderio che non si sa se si ripeterà.

🦋🦋🦋

E finalmente è arrivato questo maledetto bacio. Cosa succederà adesso?

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