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8 mesi dopo

Il tempo non guarisce le ferite. Per quello ci sono le persone e io ne ho due meravigliose accanto. Stella e Bryce. Ma alla fine ho fatto pace anche con i miei genitori, hanno capito. Stella è partita per San Diego due giorni fa e sul viso di Bryce vedo quanto gli manca. Lui ora sta prendendo le nostre valige al gate. «Posso portarla da sola.» Mi lancia un'occhiata divertita perché sa quanto pesa la mia borsa, in effetti dentro c'è troppa roba. «Porta la mia, è più leggera.» Mi passa la sua valigia nera e il mio zaino. Alcune cose le abbiamo spedite ieri e arriveranno tra qualche giorno. Usciamo dall'aeroporto e io mi fermo un secondo a respirare l'aria calda. «Ehi Bryce.» Lui si gira. «Siamo a Los Angeles.» Sorride e mi indica con il capo un uomo che ci sta salutando con la mano. È lo zio di Bryce, Anthony0. Abbiamo deciso di mandare solo la macchina di Bryce e la mia arriverà tra due settimane. Si salutano con un abbraccio e io mi presento. Ci dà le chiavi e se ne va. «Forza, andiamo.» Lo seguo fino alla sua auto bianca e lui mette in moto.

Alla fine abbiamo deciso di non stare ai dormitori oppure di entrare in una confraternita o sorellanza. Sia Stella che i miei genitori sono più tranquilli sapendo che abbiamo preso un appartamento poco lontano dall'università con due camere da letto matrimoniali, un bagno, una cucina e un salotto. È all'ultimo piano di un palazzo davvero altissimo e ha anche un terrazzo abbastanza grande. Spero che non fosse così bello solo dalle foto. Prima di partire Stella mi ha detto di controllare Bryce, si fida di lui e anche io, la ama troppo per tradirla. In realtà lei ha usato questa scusa per farci vivere insieme, ma in realtà so che è lui quello che deve controllare me. Io invece sto bene. Cioè ho fatto un po' di casini negli ultimi mesi, ma è ok. Sono io ad aprire il portone della nostra nuova casa. Il pavimento è in legno e i muri dell'entrata bianchi. Lascio le valige lì e faccio un giro con Bryce alle calcagna. Il salotto ha un divano nero e una televisione molto grande. C'è una porta finestra che dà su un terrazzo da cui riesco a vedere l'università. La UCLA. Sorrido nel vedere il mio futuro e torno indietro. La cucina è piccola, con un bancone in legno e una finestra oltre alle solite cose. Almeno abbiamo la lavastoviglie. Il bagno invece è spazioso. La doccia è davvero enorme e il lavandino in marmo è alto ma non troppo. C'è uno specchio che occupa mezza parete e credo che dovremo comparare un tappeto. Le due stanze sono straordinarie. Entrambe con un letto matrimoniale, così Stella potrà dormire qui se verrà a trovarci, e un armadio gigante. Le finestre sono davvero grandi con delle tende bianche. Hanno due comodini con un cassetto e una lampada sopra. «Quale vuoi?» domanda Bryce. Per scegliere guardo la vista da entrambi i lati. «Prendo l'altra.» Annuisce e va a rendere le mie cose per poi portarle nella mia nuova camera che guardo con ammirazione. «Bryce.» Stava uscendo. «Grazie, per tutto. So che avresti preferito stare in una confraternita a divertirti e invece sei finito a fare da babysitter alla sorella della tua ragazza.» Scuote la testa, «Skyler tu non sei la sorella della mia ragazza. Sei la mia migliore amica.» Vado ad abbracciarlo perché anche per me lui è lo stesso, solo che non riesco a dirglielo perché ogni volta penso a Georgia. «Andiamo a far are un giro della casa a Prada?» domanda. Io mi ricordo e subito vado nell'atrio. Apro la gabbietta rossa e prendo la gattina in braccio. Ha sei mesi ed è bellissima. Bryce e Stella me l'hanno regalata per il diploma e non avrei mai potuto ricevere un regalo migliore. Prada mi ha tenuto compagnia mentre piangevo Georgia. Nicolas è guarito dal cancro. Ce l'ha fatta. Quando gli hanno annunciato che ce l'aveva fatta sono stata la prima persona a cui l'ha detto. Mi ha chiamato al telefono e mi ha detto che lui gliel'aveva promesso, che era guarito per lei. Ora è andato a San Diego con Stella e spero che riesca a superare tutto, lo spero anche per me. Non ho più visto Andrew, se devo essere sincera è meglio così. Un po' di tempo dopo il funerale sono tornata a scuola e, dopo aver superato i test, ho iniziato a frequentare le lezioni dell'ultimo anno ed ero sempre o con Stella o con Bryce. «Sistemo le sue cose in cucina?» annuisco e porto Prada sul divano con me. Si mette a fare gli attacchi al mio braccio facendomi ridere per quanto è buffa. Non mi fa pensare. «Deve mangiare», la prendo tra le braccia e la porto in cucina. «Ordino delle pizze o facciamo la spesa?» apro il frigo ed è completamente vuoto. «Pizza. Sono stanchissima, mangiamo mentre guardiamo un film?» senza rispondere prende il telefono e cerchiamo su Google il numero di una pizzeria. Mentre lui chiama io vado a sfare la valigia, non mi va di dormire. «Se io ti aiuto poi tu aiuti me?» sorrido e annuisco. Così passiamo fino all'ora di cena a sistemare le mie cose. Quando il fattorino suona io sto mettendo il portapenne sulla scrivania bianca. «Serve uno scaffale per i libri» dico a Bryce mentre paga il fattorino che saluto con la mano. Chiude il portone «Domani facciamo qualche giro», lo seguo in salotto e scegliamo un film. Verso le undici mi arriva un messaggio da Stella che mi chiede se possono chiamarci su Skype. Metto in pausa il film e prendo il pc. «Ciao ragazzi!» Stella e Nicolas sono seduti al tavolo della loro cucina, Stella ci ha mandato un video l'altro giorno in cui ci facevano il tour della casa. È straordinaria. «Vogliamo vedere la casa.» Mi alzo e anche Prada scatta in piedi. Le faccio una carezza sulla testa per farle capire che può dormire, ma lei decide di seguirci. «Kade butta i cartoni delle pizze.» Lui sbuffa ma esegue. «Questo è il salotto.» E vado avanti così per tutta la casa con Bryce che fa facce buffe per far ridere tutti. Finiamo seduti sul divano in modo che Prada possa riposare visti che anche lei è stanca dal viaggio. Spengo la tv e parliamo un po' con loro. «Mio fratello sta poco distante da voi.» Deglutisco e improvvisamente l'aria si fa testa. «Scusa Skyler.» Scuoto la testa «Non importa. Dovrò affrontarlo prima o poi no?» Nicolas si gratta la testa con i capelli molto corti, anche lui li ha persi per la chemio, ma ora stanno ricrescendo. «Allora domani che fate?» Ci chiede Stella per cambiare discorso. «Andiamo a fare la spesa, il frigo è completamente vuoto e compriamo qualcosa per la casa» risponde Bryce. «E le lezioni?» rientro nel discorso « Il 20 settembre.» Mancano ancora più di due settimane ma non posso fare a meno di essere emozionata, sono un anno più piccola e vado al college. È una cosa meravigliosa. «Da voi?» chiedo interessata «Il 18.» Nicolas, dopo aver superato il momento di imbarazzo risponde. Parliamo ancora fin quando non si fa tardi e loro domattina devono svegliarsi presto per andare a compilare dei moduli per non so bene cosa. Ci salutiamo promettendo di sentirci il prima possibile e spengo il computer. «Finiamo il film?» propone Bryce, io annuisco e prendo Prada in braccio e le accarezzo la testa mentre lei si accoccola tra le mie gambe e fa le fusa. Mezz'ora dopo finiamo e andiamo a dormire. «Comunque serve dell'alcol» urla Bryce dalla sua camera «Se riesci a procurarlo...» fa capolino nella mia stanza e si sdraia accanto a me che sto accarezzando il gatto. «Posso dormire qui?» indossa già i pantaloncini della tuta e la t-shirt che usa per dormire. «Detestavo sentire mio padre rientrare ad orari indicibili e sbattere contro i mobili per poi dover scendere e portarlo in camera, dove puntualmente vomitava e io dovevo pulire, ma mi manca. Questo silenzio mi irrita e aspetto con ansia che lui arrivi sbronzo, ma non succederà.» Poso Prada ai piedi del letto e accarezzo il braccio a Bryce. «Potrai dormire con me quando vorrai, e pulirai il mio vomito quando sarà sbronza» dico l'ultima frase con finto entusiasmo alzando anche le braccia al cielo e lui ride divertito. Fa caldo, quindi non ci mettiamo sotto le coperte. Mi appoggio sul suo petto «Bryce?» lo richiamo «Mh» mugola «Anche tu sei il mio migliore amico.» Aumenta la presa su di me e io sono fiera di me stessa perché ho affrontato una delle mie tante paure: sostituire Georgia. Ci addormentiamo poco dopo felici perché sappiamo che ci saremo, in ogni caso, l'uno per l'altro.

Spazio autrice

Ciao a tutti, vi prego perdonatemi! Questa settimana è stata fin troppo caotica tra verifiche, interrogazioni e alla sera ero troppo stanca. Grazie a Dio è venerdì e da lunedì farò due settimane di videolezioni per farci girare visto che siamo in troppi. Com'è la situazione della vostra scuola? Pubblicherò altri due capitoli subito e poi ci vedremo lunedì!

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