24.

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Stiamo riaccompagnando le nostre famiglie in aeroporto. Da giovedì il tempo è passato in fretta e l'aria era tesa per le parole di Bryce al pranzo del ringraziamento. Però io penso che abbia ragione. Quello che dicono i suoi genitori sono delle stronzate, infatti in aeroporto loro ci sono arrivati con un taxi mentre Bryce portava i Diamond. «Riusciremo a vederci prima di Natale?» sospira Stella abbracciandomi «Lo spero davvero tanto.» Va a salutare Bryce con le lacrime agli occhi e io abbraccio forte Nick. I nostri genitori sono partiti dieci minuti fa. Mi mancherà la mia famiglia. Guardiamo Stella e Nicolas che si allontanano verso il gate. Però Stella non ci riesce. Si volta indietro e corre verso Bryce. Gli si catapulta tra le braccia piangendo e lo stringe forte. Non vuole lasciarlo andare. Poi mi guarda e mi sorride. Il dolore nei suoi occhi fa stare male anche me. So cosa prova perché credo di aver provato le stesse cose quando è stato Andrew ad andare via. Poi torna da Nick e se ne vanno via. Lentamente camminiamo fino al parcheggio. «Andrew ti dispiace prendere la mia macchina e io vado con Bryce?» Dice che va bene e gli lascio le chiavi. Camminiamo vicini fino alla sua auto poi Bryce parla «Non ho bisogno che tu stia con me.» Sollevo le sopracciglia «Ne hai bisogno, e sai perché? Perché la ami con tutto te stesso e hai sputato in faccia ai tuoi quello che volevi dire da anni. Quindi si voglio stare con te per farti capire che sono dalla tua parte e che capisco anche che adesso vorresti prendere quell'aereo e andare a San Diego con lei. Ma potete farcela proprio perché vi amate.» Sospira appoggiandosi all'auto, «Pensavo di andare a studiare là.» Non rispondo. La verità? Capisco veramente Bryce, ma ci sono rimasta male. Evito di incrociare il suo sguardo per non fargli vedere che sono triste. Se lui andasse a San Diego perderei un pezzo di me. So che lo fa per Stella, per la donna che ama, ma non riesco a fare a meno di essere egoista. «Sky.» Sollevo lo sguardo «Scusa.» Scuoto la testa «No. Va bene. Vai a San Diego da Stella. Ti aiuterò a fare le valige e cercherò una stanza al dormitorio del college. Fai come se io non esistessi.» Sospira «Tu per me esis-» non lo lascio parlare «Mi vuoi lasciare qui!» sbotto facendo girare una famiglia dall'altra parte del parcheggio. «Stella manca anche a me. Mi manca anche Nicolas. Mi mancava Andrew cazzo. Pensi che sia facile? Mi manca Georgia. Tu puoi prendere un volo per vederla io no perché lei è morta!» Boccheggia «Non ci avevo pensato... Io mi d-dispiace» balbetta leggermente «No. Non mi importa delle tue stupide scuse del cazzo Bryce. Ti aiuterò ad andare a San Diego visto che ti rende così felice l'idea di andare là. Ora riportami a casa.» Salgo in macchina e non parliamo per tutto il viaggio fino al nostro appartamento.

La prima volta che litigo con Bryce da quando siamo amici. Ci sono stati alcuni scontri quando lo odiavo, ma questo è diverso. È il mio migliore amico e si sta comportando da egoista del cazzo. Capisco che gli manchi Stella e che sia uno schifo poterla solo chiamare ogni giorno, ma cosa dovrei dire io? Io che non posso nemmeno mandare un messaggio a Georgia, io che non la rivedrò mai più. Non voglio che Bryce se ne vada perché non riuscirei ad andare avanti senza di lui, perché mia madre potrebbe perfino chiedermi di tornare a casa e studiare a Washington per paura. Mi resterebbe Andrew e lui mi basta. Ma ho bisogno di Bryce perché è diverso da Andrew. Io e Andrew non siamo amici, questo è chiaro. Non riuscirei a parlare con lui come parlo con Bryce. Non riuscirei a dire certe cose. È normale. Il rapporto tra amici è completamente diverso da quello di due persone che stanno insieme. Non mi sento a disagio ad entrare in bagno quando Bryce è sotto alla doccia e non mi sento a disagio quando è lui a farlo. Non mi sento a disagio nel dirgli che ha cucinato una cosa disgustosa o a dirgli che la maglietta che indossa gli sta male. Non mi sento a disagio a piangere davanti a lui. Non mi sento a disagio ad esprimere i miei sentimenti. Non mi sento a disagio a chiedergli di uscire. Non mi sento a disagio a chiedergli di spiegarmi una cosa che non ho capito. Non mi sento a disagio nel chiedergli di dormire insieme perché sto male. Non mi sento a disagio nel chiedergli di andare a comprarmi degli assorbenti perché sono finiti ed è un'emergenza. Non mi sento a disagio a ridere con lui. Non mi sento a disagio a stare con Bryce. Probabilmente non mi sentirei a disagio a stare con Andrew, ma prima di raggiungere un rapporto con molta confidenza ci vuole tempo e io e Bryce ne abbiamo avuto, ma soprattutto abbiamo affrontato tante cose insieme. E adesso lui vuole abbandonarmi. So che mi vorrà bene in ogni caso, ma non posso fare a meno di volergli impedire di partire. Però ora che mi ha detto di voler andare a San Diego penso che lui non voglia stare con me. Forse il nostro rapporto è tutto nella mia testa e lui è mio amico solo per pena e perché Stella è mia sorella. Non lo so nemmeno io. Ora voglio che lui vada via perché penso di non andargli bene. Fa male. Eppure viviamo insieme e non incontrarsi è la cosa più complicata del mondo. Infatti mi ritrovo a dare da mangiare a Prada mentre lui studia. In silenzio mi preparo qualcosa da mangiare per cena visto che sono quasi le otto. Non cucino nulla per lui. Mangio il mio panino e mi richiudo in camera. Funziona così. Bryce se ne vuole andare e io lo lascerò fare se è quello che desidera. Vorrei urlargli contro di non andarsene come ho fatto in aeroporto, ma finisco a leggere un paragrafo sul libro di chimica. Il telefono si illumina. È Andrew che mi ha scritto un messaggio.

Non faccio domande su Bryce, comunque mi ha detto cosa è successo... Per domani va bene se ti passo a prendere alle sette?

Mi ero completamente dimenticata che domani è lunedì e devo uscire con Andrew. Mi faccio prendere dal panico e butto il libro dall'altra parte del letto. Gli rispondo che va bene e mi catapulto davanti all'armadio a provare diverse cose. «Quel maglione sta male con quella gonna per il colore. Prova a mettere quel vestito che abbiamo comprato due settimane fa. Quel maglione lungo che ti arriva sopra il ginocchio grigio con la cintura di pelle nera. Dovrebbe andare bene.» Gli lancio un'occhiataccia, ma comunque prendo il vestito che ha detto. Mi spoglio. L'ho detto, non mi sento a disagio perché so che non mi guarda nemmeno. Metto il vestito e la cintura. Ci provo sotto gli stivaletti neri col tacco. «Così va bene.» Sospiro e i rimetto in pigiama. Poi mi siedo sul letto mentre lui resta appoggiato allo stupite. «Lei mi manca» ammette «Manca anche a me. È mia sorella, ma non ti abbandono per questo.» Coccolo Prada per calmarmi e non lanciargli il libro di chimica in testa «Pensi che io voglia abbandonarti?» Annuisco. «Sky sei la mia migliore amica. Non lo farei mai. Però lei mi manca.» Rido amaramente.

«A me mancava Andrew eppure non ho mollato tutto per lui.»
«Lo sai che è diverso.»
«No non lo è. Lo amavo e non l'ho visto per otto mesi. Pensi sia facile?»

Scuote il capo. «Allora facci l'abitudine. La vita non è tutta rose e fiori e potresti dover andare a lavorare dall'altra parte dell'America rispetto a Stella. Devi abituarti» dico «Lo so.» Mi sdraio sul letto e fisso il soffitto bianco lasciando andare Prada. «Sono un coglione. Non andrò a San Diego. Hai ragione tu.» Vorrei dirgli di andare perché non sono io che posso impedirgli di andare, ma resto in silenzio. Sono troppo stanca per discutere. Non mi sento a disagio a dormire con Bryce; infatti lo faccio. Dormiamo insieme e al mattino andiamo all'università insieme. Non riesco ad essere arrabbiata con lui per troppo tempo. È il mio migliore amico.

Spazio autrice

Ciao a tutti amici, come state? Spero bene, a scuola invece? Comunque capitolo importante per Bryce e Skyler, cosa ne pensate della decisione di Bryce? Ora vi lascio, ma ricordatevi di lasciare una stellina se vi va. Alla prossima!

Giulia

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro