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La felicità è un sentimento complesso. Fin troppo davvero. Secondo Aristotele la felicità è un obiettivo da raggiungere. Quindi significa che una volta trovata non dovrebbe svanire, giusto? Non concordo con Aristotele in caso. Invece secondo Platone è la ricerca del bene e del bello. Quindi sarebbe la capacità di distinguere il falso dal vero. Questo non è il mio caso. Secondo Epicuro la felicità consiste nel riuscire a vivere con il minimo indispensabile. Ma non riesco a comprendere nemmeno questa cosa perché credo che parli di cose materiali e io sono una persona che può vivere senza una borsa firmata. Dovrei essere felice per questo? No non lo sono. Non sono d'accordo con Epicuro. Leopardi sulla felicità elaborò anche una teoria conosciuta come "Teoria del Piacere" perché per lui erano sinonimi. La felicità e il piacere. Quindi significa che si è felici se si ha, ad esempio, il piacere sessuale? Basta avere una persona con cui fare sesso per essere felici? Però Leopardi in questa sua teoria diceva anche che in realtà è impossibile raggiungere la felicità perché nessun piacere è infinito. Già ci vedo un senso rispetto alle altre teorie. Ho sbagliato a paragonare il piacere di Leopardi al piacere sessuale ma non è poi così tanto un errore. Il suo esempio è stato sul volere un cavallo. Se io desidero un cavallo e cerco di ottenerlo, quando finalmente lo ho mi sento immensamente felice. Ma poi cosa mi resta? Niente perché non è la felicità che brama l'uomo. Per me è lo stesso anche con il piacere sessuale. Il periodo in cui sono stata con Marcus era decisamente brutto. Mio padre era appena partito per un viaggio di lavoro per cui sarebbe stato fuori casa per sei mesi. Io bramavo il piacere sessuale che mi dava Marcus. Quindi facevamo sesso ed ero felice fin quando non tornavo a casa e mi tornava la tristezza. Era una semplice felicità temporanea. L'uomo brama la felicità eterna. Alla fine Leopardi diceva che l'uomo cerca la felicità per tutta la sua esistenza senza mai trovare quella eterna, quindi la sua ricerca è inutile. Leopardi pensava che la nostra vita sarebbe trascorsa in un'attesa della felicità infelice. È triste pensarlo. Freud invece era convinto che la felicità fosse lo scopo di ogni individuo. Per lui la felicità non è altro che il desiderio dell'uomo di evitare la sofferenza. Questa è solo una sintesi di quello che credeva, ma a me basta. Io sto dalla parte di Freud. Vogliamo essere felici solo per non soffrire, però la maggior parte delle volte il dolore ti colpisce in faccia come uno schiaffo, sorprendendoti.  Io di questi famosi schiaffi ne ho ricevuti fin troppi. La scoperta del cancro di Georgia credo sia stato il primo. Anzi no, il primo è stato quando Marcus se n'è andato. Marcus Finnigan era il mio ragazzo al secondo anno, lui era al terzo; ero semplicemente innamorata. Ci amavamo. A lui ho dato il mio primo bacio ed è stato la mia prima volta. Però è arrivato lo schiaffo. Mio padre è partito per sei mesi. Marcus non sopportava di vedermi così addolorata e ha cercato di farmi stare bene. L'ennesimo schiaffo. Sua madre gli dice che devono trasferirsi. Marcus se ne va. Resto sola ad annegare nel mio dolore. Non resto sola, ho Georgia con me. La mia migliore amica. Meno di un anno dopo scopre di avere un cancro alle ovaie. Terzo schiaffo. Sceglie di non operarsi perché vuole avere dei figli. Quarto. Il medico ci dice che il cancro si è espanso. Cinque. Georgia sta bene. Io sto bene. Georgia è distrutta dalle chemio e smette di camminare. Sei. Kathrine mi chiama per dirmi di correre in ospedale. Ventiquattro minuti dopo l'iniezione. Settimo schiaffo. Arriviamo a otto con la sua morte. Nove con Andrew che va via. Il decimo schiaffo? Io che scopro che la morte di Georgia in realtà è stato un suicidio. So che molti pensano che lei lo ha voluto, che è stata una cosa approvata e che non ha sofferto come se si fosse sparata in testa. Però conosco la mia migliore amica. So che stava tremando mentre sentiva il liquido entrare nel suo corpo e dopo essersi resa conto di aver sbagliato. So che c'è stato un momento in quei quarantacinque minuti in cui Georgia White si è pentita di averlo fatto. Mi piace pensare che sia quando sono entrata in quella stanza, che si sia resa conto che avrebbe voluto passare quei sei mesi che le restavano con me. Ma non è successo. Eutanasia. Penso che non riuscirò più a dire questa parola schifosa. Invece dovrò studiarla. Invece quando e se diventerò medico potrei doverla eseguire su un paziente e non sono pronta. «Mi hanno mentito. In realtà non l'ha uccisa il cancro. Eutanasia. Ecco com'è morta la mia migliore amica.» Non piango neanche mentre ne parlo e mi sento un mostro. Mi sento un mostro a cercare la collana e invece toccare solo la pelle calda del mio collo. Mi sento un mostro perché cerco di giocherellare con l'anello come facevo sempre ma le mie dita sono vuote. Mi sento un mostro perché da una settimana indosso una benda sul tatuaggio per non rischiare di guardarlo. Vorrei poterlo rimuovere, ma so che potrei pentirmene. Perché Georgia è stata una parte della mia vita che mi ha sostenuta nei momenti peggiori che ho affrontato. Non sono pronta a restare senza di lei. Non completamente. Nicolas ha deciso di restare a Washington per qualche giorno. Voleva provare a sistemare le cose e non ce l'ha fatta. Ha affittato un monolocale a San Diego ed è tornato lì. Lontano da Stella. Io invece per ora sto nell'appartamento di Lily e Jenn e dormo sul loro scomodissimo divano. Andrew ha provato a chiamarmi più di venti volte al giorno e mi ha inviato tantissimi messaggi. AL terzo giorno non sopportavo più di vedere il telefono che si illuminava. Ho aperto la finestra e l'ho lanciato nella strada e l'ho guardato rompersi in mille pezzi sotto gli occhi comprensivi delle mie amiche. Jenn è andata a recuperarlo ma non poteva essere aggiustato. Lo ha buttato nella spazzatura e sono stata felice. Però la malinconia mi ha assalita poche ore dopo perché mi mancava vedere il telefono illuminarsi perché l'uomo che amo si preoccupava per me. Ho preso la maglietta che gli ho rubato un giorno in cui sono andata alla confraternita e l'ho messa. Il motivo per cui l'ho scelta è veramente semplice. Questa è la stessa maglietta azzurra che indossava il giorno in cui ci siamo conosciuti. Ricordo di essermi chiesta come facesse a stare in maniche corte visto che io indossavo il maglione. Mi manca Andrew. Mi manca che lui sia il mio motivo per tornare. Odio il fatto che lo sia ancora, a dire il vero. Perché se non lo fosse io ora non sarei seduta sul divano con un bicchiere di vino rosso tra le mani a raccontare a Lily e Jenn la mia vita prima di Los Angeles il giorno prima della ripresa delle lezioni. Andrew ha chiamato anche loro. Bryce le ha chiamate, ma nessuno dei due sa dove vivono precisamente quindi non rischio di essere trovata. Ho chiamato Nick ieri e mi ha detto che sta bene. Stella lo chiama ogni cinque minuti ma ha chiuso il telefono nell'armadio dopo averlo spento e ha ne ha comprato uno nuovo con un altro numero che ha dato solo a me. Sono stata felice di essere l'unica persona d cui Nicolas può fidarsi. «Andrew ti ama.» Zittisco Lily. «No. Se mi avesse amata veramente non mi avrebbe mentito.» Jenn si alza sospirando e va verso la sua stanza lasciandomi senza parole. Stavo parlando di una cosa importante. Però torna con un foglio tra le mani. «Oggi sono andata da lui alla confraternita per vedere come stava. Mi ha dato questo e mi ha chiesto di dartelo.» Vorrei accartocciarlo e buttarlo dalla finestra come il telefono, ma non ce la faccio questa volta. Mi sistemo le spalle della t-shirt azzurra che mi sta enorme e prendo il biglietto tra le mani per poi aprirlo. E se non stavo piangendo mentre raccontavo a Lily e Jenn cosa mi è successo prima di venire a studiare alla UCLA, piango adesso perché mi manca da morire Andrew.

Non mi perdonerò mai di avere sbagliato. Sei il mio  motivo per tornare. Anche io ti amo Sky.

                                                                                                                                               Andrew

Andrew Diamond mi ama ma io non riesco a fare a meno di odiarlo. Perché lui mi ha tradita. «Ho parlato anche con Br-» non le lascio il tempo di terminare questa frase. «Ha detto che gli dispiace e che vuole che io sia con lui perché sta bevendo?» Jenna annuisce sconvolta dal fatto che io sappia già che cosa sta provando Bryce. «Digli di fottersi. Dillo anche a Andrew visto che ci sei. Io esco.» Prendo un vestito nero attillato e rubo il telefono dii Jenn. So che ha il numero che sto cercando visto che si frequenta ancora con Adam. «Mi passi a prendere tra un quarto d'ora?» domando «Certo. A tra poco» riattacco e poso di nuovo il  telefono dov'era. Fanculo Bryce Kade. Fanculo Andrew Diamond.

Spazio autrice
Ciao amici, scusate se non sono riuscita a postare ieri. Sky racconta tutto a Jenn e Lily che la stanno ospitando. Secondo voi chi ha chiamato? Lo vedremo nel prossimo capitolo... Ci vediamo lunedì!💘
                                                                Giulia

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