Capitolo 23

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Mi sveglio con la fronte che è coperta di sudore.

«Ti sei svegliata».

Mi dice Bradley con la voce che risuona come un eco, mentre passo una mano sugli occhi.

In breve tempo, rivivo l'incidente, ma in varianti diverse.

Forse questa volta ho lasciato che le parole del signor Lewis mi influenzassero?

«Papà, tua madre?»

«Stanno dormendo. Appena ti ho sentito urlare sono corso in camera, non li ho svegliati. Vuoi che li chiamo?»

Scuoto leggermente la testa, porto le gambe al petto nascondendo il capo tra di esse, mentre lui mi accarezza delicatamente i capelli.

Inizio a tremare, singhiozzando, mentre alzo lo sguardo per cercare quello di Bradley.

La stanza sembra stringersi intorno a noi.

«Non è stato tuo padre a colpire la macchina, è arrivato dopo».

Bradley mi fissa, sconcertato.

«Che diamine stai dicendo?»

Mordo il labbro inferiore nervosamente.

«Il sogno... lui ha aperto la portiera, tirandomi fuori dall'auto... mia madre era già morta».

Fermo la frase per qualche istante, cercando di controllare le emozioni.

«E mi ha confermato la stessa cosa».

Sussurro le parole con la speranza che Bradley non abbia udito, ma capisco di sbagliarmi. Il suo sguardo si fa più intenso, le sue sopracciglia si sollevano in un'ombra d'incredulità.

Il silenzio che cala tra noi è insopportabile.

Il peso delle parole non dette diventa sempre più opprimente, creando un vuoto che sembra inghiottire ogni possibile connessione tra noi.

«Bradley, parla».

Cerco di rompere quel silenzio impenetrabile.

I suoi occhi, se avessero potuto, mi avrebbero fulminato. Uno sguardo così penetrante da far tremare chiunque.

«Quando hai parlato con mio padre?»

Chiede, cercando di mantenere la calma nonostante la tempesta emotiva che gli ribolle dentro.

«Oggi pomeriggio».

Confesso, abbassando lo sguardo. Mi sento in colpa, come se avessi tradito una fiducia che forse non sono nemmeno autorizzata a ricevere.

«Ma cosa ti passa per la mente? Eh? Ti ho detto che non devi fidarti di lui!»

La sua voce è carica di rabbia, e la mia confessione non fa altro che alimentarla.

Bradley esce dalla camera, sbattendola alle spalle. Rimango seduta sul letto, sospesa tra la tensione dell'atmosfera e l'incertezza di cosa accadrà dopo.

Le pareti sembrano trasmettere l'eco delle sue urla, lasciando il silenzio a far presa lentamente.

In quel momento, la porta si apre di nuovo, ma questa volta è mio padre che entra seguito da Kate, entrambi svegliati dalle grida di Bradley.

La loro espressione riflette preoccupazione e interrogativi silenziosi sulle circostanze di ciò che è appena accaduto. 

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