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Ripreso un colorito quasi normale e trovato il coraggio di proseguire, camminiamo lentamente lungo il corridoio, immersi nel silenzio.

Cerco di distrarmi ma ogni respiro che faccio è un pensiero in più per Alba. Non riesco a non pensare che non sia al sicuro con Cole, ovunque loro siano. Non mi fido e mai mi fiderò di quell'uomo.

<<Credo sia il caso di dividerci.>> esordisce Zack dopo un po'.

Mi volto di scatto per incontrare il suo sguardo, ma lui non ricambia. <<No. Pessima, pessima idea.>>

<<Forse ha ragione.>> concorda Joey affiancandolo. <<Non troveremo nessuno se ci muoviamo in gruppo. Copriremo più campo se ci dividiamo.>>

Scuoto la testa e guardo Derek nel tentativo di convincerlo a darmi retta. <<Non mi piace. Dobbiamo restare insieme.>>

Lui però sospira, poi guarda Joey. <<Dividiamoci ma restiamo in quest'ala del palazzo e al primo segno di minaccia urliamo per riunirci.>>

Joey e Zack si scambiano un cenno di intesa poi, senza nemmeno aspettare una mia risposta, ci danno le spalle e prendono un altro corridoio.

Incrocio le braccia. <<Credevo di essere "la persona più importante del mio secolo". Invece sono poco meno di un soldatino incapace di combattere da solo e prendere decisioni giuste. Non è così?>>

Derek di tutta riposta impugna saldamente il pugnale e individua il nostro percorso. <<Non ho tempo per convincerti del contrario, quindi andiamo.>>

Non nego di restare a bocca aperta e incredula.

Derek Collins, sai anche tenermi testa quando vuoi.

Questa sua nuova versione non la smette di stupirmi.

Scelgo saggiamente di restare in silenzio, non credo di riuscire a dire qualcosa che non mi faccia apparire come una ragazzina capricciosa che vuole avere sempre ragione.

Qualche minuto dopo, quando l'attesa dell'ignoto diventa insopportabile per non parlare, cerco il coraggio di dire qualcosa. Qualunque cosa pur di non restare in silenzio ad aspettare di venire attaccati.

<<Come sta tua madre?>>

Nell'esatto istante in cui lo dico mi rendo conto che non avrei potuto scegliere domanda più stupida.

Derek alza un sopracciglio. <<Sta bene, grazie del pensiero.>>

Attraversiamo il corridoio fino alla fine e mi rendo conto che le luci in questo settore sono leggermente più tenue. Come se la corrente non riuscisse ad essere al massimo. Derek apre un'altra porta e l'ennesimo corridoio infinito si inaugura sul nostro cammino.

<<Da quanto tempo non la vedi?>> continuo a colmare il silenzio.

Lui sembra rifletterci un po' su, ma senza rilassare le spalle rigide e gli occhi vigili. <<Da quando siamo tornati dal viaggio. Ho fatto le valigie e me ne sono andato.>>

<<E lei come l'ha presa?>>

Finalmente mi guarda e si ferma. <<Che ti prende? Non hai mai voluto sapere niente di mia madre e adesso vuoi sapere tutto?>>

Distolgo lo sguardo. <<Non voglio sapere tutto. Mi basta qualcosa a cui pensare per non morire di ansia.>>

Riprende a camminare. <<Pensa al tuo principe.>>

Faccio finta che non lo abbia detto con un tono leggermente polemico e lo seguo. <<Voglio qualcosa che mi faccia pensare ad altro, non che mi distragga del tutto da ciò che dobbiamo fare.>>

Derek capisce perfettamente cosa voglio dire, ma non si scompone. <<Pensare a lui ti distrae? Allora forse dovresti smettere di andargli dietro come una cagnolina in calore.>>

In un secondo attingo al potere dell'aria e con forza lo trattengo contro il muro, inchiodandolo lì con una pressione sempre maggiore. Non gli faccio male ma mi rendo conto che se volessi potrei farlo.

<<Cosa hai detto?>>

Derek incurva un angolo della bocca mentre il ciuffo di capelli gli ricade sull'occhio. Nella penombra del corridoio, la poca luce presente getta strane ombre sul suo viso giovane che in qualche modo adesso sembra più adulto. Il mento ricoperto da una leggera barba castana, le labbra semi aperte, un occhio coperto. Di certo ai miei occhi non è più il ragazzo impacciato che fino a qualche mese fa consegnava lettere sotto copertura e mi donava rose rosse per vedermi sorridere.

Ora lui è un uomo.

<<Non è forse vero?>> incalza. <<Da quando siamo tornati non avete fatto altro che stare appiccicati. Dove va lui vai anche tu, come se lui avesse del miele addosso e tu fossi un'ape in cerca del suo nettare.>>

Decido di aumentare la pressione ma lui non si scompone. Resta immobile a fissarmi.

<<Io non seguo proprio nessuno. Sono stata sola per tanto tempo e adesso non ho bisogno di lui per vivere la mia vita.>>

<<Io invece vedo un'ombra.>> si passa la lingua sulle labbra, lentamente. <<Qualunque cosa tu faccia o dica. È come se fosse sempre lì a controllare le tue decisioni, a guidare le tue scelte. Diavolo, come fai a non accorgertene? Sei più intelligente di così, dovresti solo svegliarti da questo torpore.>>

Smetto di tenerlo stretto contro il muro e vedo le sue spalle rilassarsi, ma mai del tutto. I muscoli sono ancora tesi, pronti a scattare in caso di pericolo.

<<Perché mi stai dicendo queste cose adesso?>>

<<Volevi qualcosa a cui pensare, no?>> risponde alzando il mento. <<Rifletti su quanto la vostra "relazione" sia tossica.>>

Si cura bene di evidenziare la parola "relazione".

<<Sai cosa penso, Zoe?>> dice infine. <<Che questo sortilegio, maleficio o come lo vuoi chiamare, in realtà sia un bene. Solo con la vera lontananza forse finalmente capirai cosa vuoi davvero.>>

Si avvicina di un passo ed io in risposta ne faccio uno indietro, come se stessimo danzando un ballo invisibile. Ne fa un altro e le mie spalle toccano la parete.

<<Noi siamo legati da una profezia.>> sussurro, incapace di dire altro.

Il cavaliere mi guarda dritto negli occhi e avanza lentamente. Il ciuffo gli cade ancora su un occhio e la sua espressione è dura, accusatoria.

<<La profezia è spezzata, ricordi?>> si ferma quando ormai non c'è più spazio tra me e lui. <<Niente e nessuno più vi lega.>>

Si allontana così velocemente che non mi da il tempo di replicare. Vorrei prenderlo da un braccio, farlo voltare per continuare a ribadire che non sono una ragazzina che sbava dietro al principe, ma mi rendo conto che non si è allontanato per me.

Ma per lanciare il pugnale contro l'Esiliato che sta avanzando verso di noi.

Cerco di riprendermi e di abbandonare i pensieri. L'Esiliato è stato colpito ad una spalla, una ferita troppo superficiale per metterlo del tutto fuori gioco. L'enorme mostro dal pelo nero e gli occhi rossi – segno che prima di diventare tale era un vampiro – si rialza non curandosi della ferita da cui sgorga sangue nero. Tende le orecchie a punta verso la porta da cui è entrato e in un attimo prende a correre in quella direzione.

Derek carica la pistola. <<Andiamo!>> mi sprona seguendolo.

Ed io mi dimentico della conversazione appena avuta.

L'Esiliato è molto veloce ma impacciato, lo vediamo battere violentemente contro le pareti come se non ci vedesse bene e per questo motivo Derek non riesce a prendere la mira.

<<Usa uno degli elementi!>> urla.

<<Quale?>>

Mi fanno male le gambe e mi bruciano i polmoni ma non posso fermarmi adesso.

<<Non lo so! Quello più efficace!>>

Continuo a correre mentre evoco l'elemento dell'aria ma mi rendo subito conto che non riesco ad usarlo se sono in movimento. Ci riprovo con il fuoco ma ottengo lo stesso risultato.

Intanto il mostro ha quasi raggiunto la sala del trono.

<<Non ci riesco!>> provo a fermarmi per riprender fiato e usare l'elemento, ma lui è troppo veloce e presto scompare dalla mia vista imboccando un altro corridoio. <<Ma quanti corridoi ha questa maledetta villa?!>>

Riprendo a correre e presto raggiungo Derek. Mi bruciano i polmoni e ho il fiato corto.

L'Esiliato raggiunge le pesanti porte della sala del trono: entra dando una spallata ad esse ed io mi fermo un po' prima perché qualche metro più in la ci sono i cadaveri di due domestiche.

E le conosco.

<<Mio dio... Adelaide... Fanny... mio dio!>> singhiozzo.

Le due donne sono state fatte letteralmente a pezzi. Neanche un macellaio avrebbe potuto renderle così. Lo stomaco di entrambe è lacerato, le loro interiora sono del tutto fuori e il cuore fatto a pezzi. Hanno il collo rotto, e Fanny metà del viso mangiata. Adelaide una gamba maciullata dai denti e l'altra staccata dal resto del corpo e chissà dove. Sotto allo strato di sangue si intravede la divisa bianca e nera con lo stemma della famiglia Loveblood.

E non posso fare a meno di pensare che se oggi fossi stata ancora una domestica probabilmente questa sarebbe stata anche la mia fine. Gli occhi di entrambe sono puntate in alto, vitrei e terrorizzati. La bocca per sempre bloccata in un'espressione di orrore.

Non vomitare, non vomitare, non vomitare.

Derek mi trascina via dicendo che non c'è tempo adesso per piangere le loro morti e mi porta nella sala del trono. Con gli occhi coperti da una patina di dolore e lacrime, seguo la scia di sangue che porta ad un Esiliato che sta mangiando la gamba di Adelaide. La tiene tra le quattro zampe come se fosse uno stuzzicadenti di cui adesso sta rosicchiando le ultime parti di pelle dalle ossa.

Non vomitare, non vomitare, non vomitare.

Tre di quei mostri ci osservano leccandosi i denti aguzzi e noto che tutti hanno del sangue fresco sul pelo.

Tutti responsabili. E tutti moriranno atrocemente per questo.

<<Avete fatto un'enorme errore a venire qui oggi.>> dice Derek alzando la pistola e puntandola contro il più vicino, quello che ha fatto da esca per portarci dagli altri.

È lui stesso a ridere deformando la bocca in un ghigno malefico. <<Io non sono del tuo stesso parere.>> risponde in Krillion.

Chiunque fosse prima di diventare un mostro era sicuramente una persona acculturata per padroneggiare così bene questa lingua. Come ci si può ridurre così?

I suoi amici avanzano verso di noi deformando anche loro la bocca in un ghigno. Hanno tutti quattro braccia, due delle quali che spuntano dallo sterno scavato. Senza capelli ma con il corpo ricoperto di pelo dal colore scuro, come un manto. E sono nudi. Tutto ciò che hanno sono armi, come se non bastassero i denti e le unghie affilate.

Si sono dimenticati cosa significa essere umani, mi ha detto Victoria una volta.

L'Esiliato getta la gamba di Adelaide in terra, ormai ridotta ad un mucchio di ossa con qualche filamento di pelle ancora attaccato. La getta così, come se non fosse stato un pezzo di una persona che fino a trenta minuti fa camminava. Perché per loro noi non siamo niente. Pezzi di cibo fresco che cammina. Come andare al supermercato e scegliere cosa mangiare per cena. Questo fanno loro. Scelgono la cena in modo casuale, senza un motivo vero. Per il solo gusto di uccidere e mangiare carne fresca.

È lui il primo ad incrociare il mio sguardo. <<Ma guarda, ho sempre desiderato assaggiare carne di Soul Hunter.>>

E finalmente capisco che non ne posso più.

È solo un attimo.

Le vene delle braccia si tingono di nero e in un secondo il manto del mostro prende fuoco. Un urlo di agonia e sorpresa si espande dalle sue fauci, ma è solo un attimo perché il mio pugnale si infila in mezzo ai suoi occhi.

È solo un attimo.

Solo un attimo che l'altro prende coscienza di ciò che sta succedendo e si getta contro di noi. Derek non riesce a premere il grilletto in tempo. Gli ho già spezzato il collo e staccato la testa.

È solo un attimo.

Uno splendido attimo di pura e feroce follia.

L'ultimo mostro è esterrefatto. Guarda i cadaveri ora umani dei suoi compagni senza parole e con un'espressione sconvolta.

<<Cosa c'è? A te non va di assaggiare carne di Soul Hunter?>>

Alza un braccio per puntarmi un dito contro e in un secondo il pugnale di Derek, guidato dalla mia telecinesi, raggiunge la sua mano e la mozza. Essa cade in terra spargendo sangue nero ovunque e l'Esiliato urla di dolore.

<<Tu, stupida ragazzina. Non sei tanto diversa da noi.>> biascica a denti stretti. <<Sei un mostro.>>

Come per tutto il resto delle cose che ho fatto, mi basta pensarlo per farlo accadere: una sua gamba si spezza, facendolo inginocchiare.

Mi avvicino lentamente sino a raggiungerlo. Lo guardo dall'alto, lo costringo a guardarmi agonizzante mentre realizza di essere arrivato al capolinea.

<<Il peggiore che tu abbia mai visto.>>

Lo vedo mentre apre la bocca per parlare, per avere l'ultima parola, ma decido che ne ho abbastanza.

È solo un attimo.

Il legno incastonato nel trono dei sovrani prende vita e raggiunge l'Esiliato. Lo trapassa, attraversa e lega con i suoi tentacoli di spine. Lui ha appena il tempo per emettere un gemito, poi muore in totale agonia.

E Derek mi guarda come se mi stesse finalmente vedendo per la prima volta. 

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