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La regressione finisce e riprendo a vedere chiaramente. Devo assolutamente trovare un modo per controllare queste visioni senza perdere del tutto il controllo. Almeno, questa volta, ho visto qualcosa di davvero importante e interessante.

Gli Esiliati sono ancora lì, immersi nel loro sangue, ed io ho mani e vestiti sporchi di nero. Almeno, da quello che vedo, non ho più i capelli bianchi.

Mi rialzo a fatica; le regressioni mi sfiancano sempre, e questa è stata particolarmente dura. A terra, circa a un metro da me, il pavimento è bruciato in forma circolare. Nell'incoscienza del momento devo aver creato un campo di forza per proteggermi.

All'improvviso mi ricordo di Derek e spero con tutta me stessa che non abbia provato ad attraversare il campo. Mi volto e la prima cosa che vedo è un corpo totalmente bruciato ai miei piedi. Cerco di non farmi prendere dal panico e guardo meglio l'essere dalla pelle così bruciata che è impossibile notare i lineamenti del suo volto. Ma so che non è Derek, questo è decisamente più grande e... formoso. Sì, era decisamente una donna grassa.

Sollevata, sollevo lo sguardo verso l'entrata della sala e noto nella penombra una figura scura china in terra. Mi avvicino lentamente senza fare rumore e raggiungo le sue spalle: un rumore strano raggiunge le mie orecchie, un rumore familiare ma che non riesco a capire.

Ma poi lo vedo.

Derek con gli occhi spenti, vuoti, che sta morendo prosciugato dal sangue del vampiro che sta bevendo di lui. Non ci penso due volte: mi fiondo sull'aggressore e lo separo dal cavaliere, ma il contatto mi provoca una fitta dolorosa che parte dalle mani e si deposita sul cuore. Cerco di non crollare in terra, distrutta e sorpresa, e lui alza il viso.

Diego.

Diego sta uccidendo Derek.

<<Cosa...>> balbetto incredula. <<Cosa cazzo stai facendo!>> sbraito fuori di me.

Lui, con il mento sporco di sangue e gli occhi ancora rossi, alza le mani in segno di resa. <<Fiorellino, non è come sembra. Non lo sto uccidendo, lo sto salvando.>>

Con l'aiuto dell'elemento dell'aria lo scaravento forte contro il muro e lì lo trattengo. <<Stavi bevendo il suo sangue!>>

Mi chino su Derek e studio le ferite da cui sgorga ancora parecchio sangue. Lui è incosciente, sul punto di morire.

<<Per salvarlo dalle ferite!>> sbotta il principe. <<Devi lasciarmi proseguire, altrimenti morirà tra pochi secondi.>>

Sfioro il viso di Derek con una mano tremante e mi sforzo di non piangere mentre cerco di ricostruire l'accaduto. Mentre ero nel bel mezzo della regressione, l'Esiliata lo ha attaccato e lui si è procurato queste ferite. L'ha uccisa e poi è arrivato Diego che, vedendolo ormai morto, ha approfittato per farsi uno spuntino.

No, non ha senso. Non lo avrebbe mai fatto, e non con me così vicino.

<<Come...>> sussurro non distogliendo lo sguardo da Derek. <<Come puoi salvarlo bevendo il suo sangue?>>

<<Se non mi liberi non lo saprai mai dal momento che sta morendo.>>

Non posso fare altro che fidarmi. Non ho alternative.

Lo lascio andare e lui si china accanto a me. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi. Il tocco del mio corpo con il suo mi ha provocato dolore, ma non è niente in confronto a ciò che potrei provare se dovessi perdere Derek.

Percepisco la vicinanza di Diego perché la spalla destra mi formicola. <<Fallo. Salvalo.>>

<<Ai suoi ordini, fiorellino.>>

Si china quanto basta per raggiungere il collo del cavaliere e lecca il sangue direttamente dalle ferite aperte.

<<Non hai idea di quanto questo mi risulti disgustoso.>> borbotta, ma non smette.

Dopo qualche secondo si stacca e lecca le labbra, poi mi guarda, in attesa. E io non ho il coraggio di guardarlo a mia volta.

<<C'è un segreto che in pochissimi conoscono.>> dice. Porta il suo polso alla bocca e morde forte, ed io volto finalmente lo sguardo verso di lui, sorpresa. <<Il sangue dei vampiri cura le ferite degli umani, ma solo se prima beviamo a nostra volta da loro.>> il sangue di Diego inizia a colare copioso lungo il braccio e si affretta a raggiungere la bocca di Derek, premendo la ferita su di essa. <<Nessuno lo sa perché altrimenti gli umani inizierebbero a dare la caccia ai vampiri per curare ogni ferita di quegli stupidi che non sanno tenersi fuori dai guai.>>

<<Un po' egoista da parte vostra.>> trovo il coraggio finalmente di parlare.

<<Siamo vampiri, non dispenser di sangue miracoloso.>>

<<Però pochissimi umani sanno della vostra esistenza.>> osservo.

Diego assume una strana espressione, come se un po' stesse soffrendo per lo scambio di sangue. <<Fidati, è una pessima idea.>>

Vorrei dire che sì, sì mi fido di te, ma per qualche motivo non ci riesco. Mi è parso così facile dirlo a Derek appena qualche ora fa, e adesso mi risulta oltremodo uno sforzo impossibile dire la stessa cosa a Diego.

Perché? Cosa è cambiato?

Mi distraggo dai pensieri quando noto un leggero spasmo della mascella di Derek. Gli occhi, seppure ancora chiusi, iniziano a muoversi ed io gli prendo la mano e stringo forte, sperando in qualche modo di guidarlo verso di noi.

<<Si sta muovendo.>> sussurro. <<Sta funzionando.>>

Diego emette un verso simile ad un grugnito. <<Avevi davvero dei dubbi sulla mia parola?>>

Non rispondo, non riesco nemmeno ad incrociare i suoi occhi, ma so per certo che sono delusi. Ha capito che c'è qualcosa che non va, e non posso rispondere alla sua domanda muta perché non ho una risposta.

<<Che ti è successo?>> mormora infine.

<<Non lo so... credo di aver bisogno di tempo.>>

<<Tempo?>> sbotta staccando il polso dalle labbra di Derek. <<Da quanto è che non abbiamo più tempo? Sempre separati, sempre distanti. E ora che ci siamo l'uno per l'altra tu mi chiedi del tempo per stare ulteriormente separati? Chi ti ha fatto il lavaggio del cervello?>>

<<Nessuno!>> mi alzo e mi allontano di qualche passo. <<Non sono una bambina, non mi faccio influenzare dalle parole degli altri. Ho un cervello anche io e di certo non sono stupida.>>

Anche lui si alza, facendo colare il suo sangue sul pavimento. <<Non ho mai detto che tu sia stupida, e lo sai. Sto solo cercando di capire perché tu ti voglia allontanare da me dopo tutto quello che abbiamo passato per stare insieme.>> distoglie lo sguardo per posarlo lungo la parete dove sono raffigurati i suoi genitori nell'enorme dipinto dietro al trono. <<Solo perché non posso toccarti? Stavi con me solo per questo? Non riesco a trovare un senso.>>

<<Io non trovo un senso a tutto questo da quando mi hai portata nel tuo palazzo, mesi fa. Benvenuto nel mio mondo, principe.>>

È sorpreso dalle mie parole, ma non risponde perché Derek inizia ad emettere dei versi strozzati e subito mi inginocchio accanto a lui. Lancio un'ultima occhiata al principe e, così come è nata, la conversazione muore.

Derek tossisce e un po' del sangue ingerito finisce sulle sue mani. <<Che schifo.>> mormora.

Vorrei buttarmi tra le sue braccia e stringerlo a me, ma vedo le ferite sul collo rimarginarsi da sole e in soli pochi istanti. Quindi aspetto che anche l'ultimo graffio si chiude, poi passo un dito lungo la piccolissima striscia bianca rimasta come promemoria di ciò che è accaduto. Il sangue di Diego lo ha curato come se fosse stato lui stesso un vampiro capace di assorbire le proprie ferite.

<<Senti dolore?>> chiedo sfiorando le quattro lunghe linee.

Scuote la testa. <<Sono felice di vederti di nuovo al tuo colore naturale.>>

Mi sfugge un sorriso. <<Ed io di non vederti lì in terra bruciacchiato dal mio campo di energia.>>

Alle mie spalle, Diego ride e batte lentamente le mani. <<Adesso ho capito tutto.>> sogghigna. <<Ho capito perché mi tratti così.>>

Passano lunghi istanti in cui nessuno dice una sola parola. Il silenzio assordante della sala del trono mi martella i timpani e il cuore nel mio petto batte troppo lentamente.

Non riesco a guardare nessuno dei due.

<<Ci sei riuscito.>> rompe il silenzio il principe. <<Hai provato in tutti i modi di portarmela via, e finalmente ci sei riuscito. Non so come tu abbia fatto, ma complimenti per aver approfittato del giusto momento per farlo. Hai costruito una barriera tra me e lei, molto più alta di quella che ci impone di non toccarci.>> ride nervoso. <<Cazzo, io non avrei saputo fare di meglio.>>

<<Non è come credi.>> rispondo senza voltarmi.

<<Non starò qui a farmi prendere per il culo da voi due.>> ringhia e raggiunge la porta fermandosi lì, voltando appena lo sguardo verso di noi ancora a terra. Ed io continuo a non riuscire a guardarlo. <<Andate al diavolo.>>

Se ne va senza ricorrere alla velocità dei vampiri; semplicemente passeggiando lentamente lungo il corridoio della sua tenuta.

. .. . .. .

<<Quanto vorrei fare una doccia.>>

<<Già, a chi lo dici.>> risponde Derek, alzandosi lentamente da terra e guardandosi i vestiti sporchi e zuppi del suo stesso sangue. <<Come hai fatto a vivere nella sporcizia per così tanto tempo?>>

Osservo i miei vestiti intrisi di sangue nero, compresi i capelli. <<Beh, quando non conosci altro che la sporcizia non sai di desiderare una doccia. Adesso non ne posso fare a meno, ma prima era abitudine. Non potevamo lavarci spesso, e la maggior parte delle volte non avevamo nemmeno qualcosa con cui asciugarci, quindi vedevamo l'acqua non come qualcosa di benefico ma come una tortura ad un certo punto inevitabile.>>

Derek distoglie lo sguardo. <<La vera tortura era non potervi aiutare.>>

Non rispondo; lascio correre gli occhi lungo la sala del trono, devastata dal mio potere.

<<Meglio andar via da qui.>>

. .. . .. . .. .

Ci sono ancora sette Esiliati in giro per la villa, e non ho idea di dove sia Alba. Vorrei avere un qualche strano potere in grado di localizzare le persone, o per lo meno mia sorella, ma mi devo accontentare di quelli che ho.

<<Tu ti fidi di Cole?>> chiedo mentre attraversiamo il corridoio, in attesa di incontrare il resto degli Esiliati.

Derek assume un'espressione infastidita. <<Non mi fidavo prima e non mi fido adesso, per questo dobbiamo trovare lui e tua sorella.>>

<<Lei sta bene... lo sentirei se fosse in pericolo.>>

O almeno è quello che mi ripeto da ore.

<<Certo che sta bene.>> risponde. <<Hai intenzione prima o poi di rivelarle la verità?>>

Mi passo le mani tra i capelli, per poi raccoglierli in una coda. <<Non lo so. Le farebbe male conoscere la verità. È una ragazzina intelligente, ho paura che prima o poi capirà che i conti non tornano e mi chiederà spiegazioni.>>

<<È per questo che devi dirglielo prima tu. Le farà meno male saperlo da te che da qualcun altro.>>

<<Ma ne sono terrorizzata.>> ammetto immaginando per qualche istante le sue possibili reazioni.

Un pianto incontrollato è il migliore degli scenari. Il peggiore, invece, è quello in cui lei svanisce in una nebbia di fumo solo perché conosce la verità.

Sospiro. <<Non avrei mai voluto metterla in questa situazione. Se potessi tornare indietro non la condannerei alla vita che sta vivendo. Avrei preferito non averla mai creata e aver vissuto da sola per tutta la vita piuttosto che vederla soffrire oggi e in questi anni con me.>>

Ripensare a lei e a tutto quello che ha dovuto sopportare per colpa mia mi provoca la giusta dose di rabbia che non vedo l'ora di riversare contro degli Esiliati. Credo di aver recuperato tutte le energie, mi sento carica e pronta a combattere.

<<Come ti senti?>> mi chiede Derek dopo qualche istante nel silenzio, con il solo rumore dei nostri passi lungo il corridoio.

<<Bene, non mi sentivo così da quando...>>

Mi blocco non appena capisco il motivo per cui mi sento in questo modo.

Derek se ne accorge e si ferma. <<Cosa succede?>>

<<Dobbiamo muoverci.>> dico mentre riprendo a camminare velocemente.

<<Cosa succede?>> ripete alle mie spalle, per poi affiancarmi.

<<Lui è qui.>>

<<Chi?>>

Respiro a fondo, mordendomi un labbro e fermandomi.

Ecco perché sono riuscita a fare quelle cose. Ecco perché non ho avuto difficoltà ad usare gli elementi. Non sono io che sono migliorata, è lui che è troppo vicino a me.

<<Killian.>> Derek batte gli occhi tre o quattro volte più del normale e resta a bocca aperta. <<Mio fratello è qui.>>

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