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Gli allenamenti mi sfiancano, però voglio imparare il più possibile e riposo poco. Sto imparando l'uso dell'elemento dell'aria: in poche parole devo riuscire a generare una bella corrente capace di spostare di qualche metro un pesante masso. Sono in una sala di addestramento insieme alla mia istruttrice, una fata dai capelli rosa e gli occhi grandi e ambrati. Lei mi insegna a manovrare questo potere in una sala all'aperto e senza la possibilità di fare del male a qualcuno. I muri di specchi delimitano il perimetro e, sopra le nostre teste, le nuvole oscurano i raggi solari.

Da quando sono stata attaccata e intrappolata in un labirinto di specchi da quel demone Spagnolo, faccio un po' fatica a guardarmi riflessa in essi. E in tutte le sale di addestramento ce ne sono di ogni misura, rendendomi tutto più difficile.

Tiabini indica il grosso masso. <<Siamo qui da ore e ancora non ho visto un solo misero spostamento.>> dice come al solito esasperata. <<Concentrati, per favore. Fallo per tutte e due.>>

<<Come se dipendesse da me.>> borbotto in risposta, sfregandomi le mani l'una contro l'altra.

Non credo di starle simpatica. È stata scelta tra tante professoresse per insegnarmi questo elemento, e all'inizio ne è rimasta entusiasta. Poi gli Esiliati hanno invaso i portali e ora è bloccata qui, senza la possibilità di contattare suo marito in qualche modo.

Un po' mi sento in colpa, forse. O forse no. Da quando è costretta a vivere nel palazzo è diventata scontrosa e severa. E io in tutta risposta non riesco ad apprendere il suo elemento, mentre con gli altri vado molto meglio.

La fata mi fulmina con lo sguardo. <<Respira, chiudi gli occhi e visualizza questo elemento nella tua testa.>>

Ripete sempre la stessa cosa. E io le rispondo che non si può "visualizzare" l'aria, per questo non ci riesco.

Questa volta decido di accontentarla per non mettermi a discutere.

Chiudo gli occhi, respiro a fondo e svuoto la mente. Immagino di spostare il masso con una forte spinta, e quello effettivamente si sposta di qualche centimetro facendo emettere a Tiabini un gridolino felice. Poi però si rende conto che l'ho spostato con la telecinesi e che di aria proprio non ne gira qui intorno.

Mette le mani sui fianchi e aggrotta la fronte. <<Ti ho detto mille volte di non usare la telecinesi.>>

<<Ed io ti ho detto mille volte che non è una cosa che comando. Succede e basta, non riesco ad evocare l'aria e la mia mente usa un'altra strada.>>

La vedo diventare rossa di rabbia, poi si volta e va verso l'uscita. Recupera da una sedia la sua borsa ed esce infuriata senza dire una parola.

Ed io, come ogni volta che fa così, non riesco a non ridere e penso che se si innervosisce per così poco quando tirerà le cuoia finirà sicuramente nel settore della Rabbia ad Inferia.

Non dovrebbe farmi stare bene questa consapevolezza, però non posso farne a meno. Ho visto con i miei occhi cose che tutt'oggi fatico a metabolizzare e pensarci è l'unico modo per non dimenticarle.

Guardo il masso. <<Alla prossima, masso dei miei stivali.>>

Faccio per raggiungere anche io l'uscita, quando noto che il cielo si scurisce sempre di più. Le nuvole da grigio chiaro passano ad un grigio temporale, e il vento presto inonda la sala facendo svolazzare alcuni fogli riposti in un angolo. Sono abbastanza sicura di non essere io a generare tutto questo; non so gestire i miei poteri ma so quando li sto usando.

Una brutta sensazione inizia a manifestarsi alla bocca dello stomaco. Un'emozione strana che induce il mio cuore a battere forte e a prepararmi per qualunque cosa stia per accadere. Il vento aumenta, dalle nuvole inizia a scendere una leggera pioggerellina che mi bagna appena. Gli specchi che delimitano la sala si bagnano anch'essi e riflettono una me preoccupata con un accenno di velato potere sulle braccia che inizia a voler uscire. Le vene si tingono di grigio scuro e le mani tremano di energia.

Quando sento una risata rimbombare per il perimetro, mi guardo freneticamente intorno alla ricerca della fonte. Ma non c'è nessuno oltre me e quel maledetto masso di forma ovale. L'energia cresce dentro di me; sento l'adrenalina salire a picco e tutti i lividi dovuti agli allenamenti di questi giorni smettono di fare male e scompaiono dalla mia pelle. Li ho assorbiti. O meglio, questa nuova e rinnovata energia lo ha fatto.

<<Visto cosa siamo in grado di fare quando siamo così vicini?>>

Una voce maschile e molto vicina riporta la mia attenzione su uno degli specchi a tre metri da me, ed è solo ora che lo vedo: un ragazzo dai capelli neri e gli occhi per metà azzurri e bianchi che mi guarda attraverso lo specchio. Mi guardo subito alle spalle, ma non c'è nessuno. Lui è dentro di esso, e la mia immagine non si riflette accanto a lui. Piuttosto è come se fossimo la stessa persona. Come se lui fosse la mia ombra.

<<Chi sei?>>

Lui sorride evidenziando una fossetta su una guancia. <<Ancora non lo hai capito? Ti credevo più intelligente.>>

Lo guardo a fondo. Il taglio dei suoi occhi, i capelli del colore della notte. Il naso leggermente all'insù, qualche lentiggine sulle guance, alto un po' più di me. Questa strana nuova energia che mi fa stare bene, completa. Non mi ero mai sentita in questo modo, nemmeno quando ho sconfitto Eloise.

<<Killian.>> il suo nome esce dalla mia bocca come un sussurro, come il nome di un mostro cui è vietata la sola pronuncia.

Lui porta le mani dietro la schiena. <<Ciao, sorellina.>>

Ora capisco perché mi sento così.

<<Sei realmente qui?>> balbetto incapace di dire altro.

Lui scuote la testa. <<No, ma ci sarò presto.>>

Una consapevolezza inizia a palesarsi nella mia testa.

<<Se sei qui significa che sai chi sei realmente.>> dico senza mai smettere di guardarlo. <<Sai di essere la persona che stiamo cercando da mesi.>>

La pioggia inizia a battere più forte, poi una folata d'aria chiude prepotentemente la porta d'uscita. Guardo Killian per cercare di capire le sue intenzioni e lo vedo sorridere fiero. In un solo rapido movimento, il masso pesantissimo viene scaraventato contro la porta, impedendo l'uscita. Siamo in una sala aperta e lui sa che posso facilmente uscire, il suo intento non è imprigionarmi per farmi del male. Vuole mostrarmi ciò di cui è capace.

Il masso inizia a volare come se fosse fatto di piume. Si libra in aria per qualche metro, poi inizia a sgretolarsi formando mille piccole pietre appuntite che puntano nella mia direzione.

Guardo nuovamente Killian, il quale se ne sta immobile senza dover nemmeno alzare una mano per manovrare tutto. <<Cosa hai intenzione di fare?>>

<<Vedere con i miei occhi cosa sa fare la famosissima Soul Hunter che ha spezzato la profezia.>>

Nei suoi occhi scorgo un leggero luccichio che mi induce ad avere paura. Volto lo sguardo sulle pietre appuntite giusto in tempo per vederle sfrecciare nella mia direzione. Nel panico assoluto cerco alla svelta una soluzione che mi aiuti a non farmi infilzare a morte, ma nei due secondi che precede lo schianto non trovo niente che mi possa aiutare e faccio la cosa più scontata che mi viene in mente: porto le braccia sul viso e spero che sarà una cosa veloce e il più indolore possibile.

Due pietre mi sfiorano il viso e un'esplosione di dolore si irradia su una spalla; sento il sangue sgorgare da esso e dai tagli sul volto.

Un campo di energia verde blocca il resto dei detriti, facendomi da scudo. Esso svanisce non appena l'ultima pietra si schianta al suolo insieme alle altre. Mi guardo intorno e vedo alla fine della sala Cole che abbassa le mani e mi guarda allarmato.

<<Stai bene?>> mi dice solo.

Annuisco mordendomi la lingua. La spalla mi fa malissimo.

<<Bene, è arrivato anche il dolce e tenero papino apprensivo.>> dice Killian riportando la mia attenzione su di lui.

E io inizio a perdere le staffe. <<Che cavolo hai in quel cervello?! Avresti potuto uccidermi!>> urlo toccandomi la ferita. <<Ti stiamo cercando ovunque, abbiamo bisogno di te!>>

Le vene delle braccia si tingono di nero e percepisco il potere farsi largo nelle ossa fino a raggiungere il palmo delle mani. La spalla smette di fare male.

Killian alza un sopracciglio. <<Avete bisogno di me?>> ripete. <<Ma smettila. Sei solo una ragazzina nata al momento sbagliato.>>

<<Allora sei tu quello giusto, non è vero?>>

Sembra ignorarmi. <<Pagherai per quello che hai fatto.>> sposta lo sguardo su Cole, ormai avvicinatosi e guardando suo figlio con gli occhi sgranati. <<Tutti voi pagherete, anche fosse l'ultima cosa che farò nella mia vita.>> guarda di nuovo me. <<Morirai, sorellina. Stiamo arrivando e non potrai opporti al destino.>>

Nel momento in cui i miei poteri esplodono e provocano un temporale fatto di grandine e neve, Killian sparisce. 

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