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Killian.

Tiro l'ennesimo pugno al sacco da boxe mentre Kasilius mi chiede com'è andata la missione.

<<Tutto esattamente come i piani.>> rispondo, poi afferro il sacco.

L'uomo incrocia le braccia dietro la schiena. <<Ha sofferto?>>

<<Credo di sì. Non si aspettava niente di quello che ho fatto.>>

<<Ottimo.>>

Kasilius inizia a parlare di cose che al momento non mi importano, ed io mi perdo tra i pensieri. Se non fosse stato per lui non avrei mai imparato ad usare questo mio enorme potere. Non so se sarebbe stato meglio. Avrei continuato a vivere nell'ombra, senza nessuno con me dopo la morte di Eloise. Di certo sarei stato male tutto il tempo. Il potere di Dark Hunter ha iniziato a crescere non appena ho pronunciato il nome di mia sorella, e trattenerlo a volte fa davvero male. Kasilius mi ha insegnato ad usarlo, sprigionarlo o contenerlo per essere maggiore. Mi ha spiegato il motivo per cui sono quello che sono, insegnato degli incantesimi e allenato per quello che dovrò fare.

Eloise mi costringeva ad imparare la box già quando ero bambino e spesso non capivo perché ci tenesse tanto al mio miglioramento. Ho frequentato diverse scuole di arti marziali, tiro con l'arco, corsi di formazione militare. E senza sapere che mi stava addestrando ad essere ciò che sono.

Una spietata macchina da guerra pronta a sterminare chiunque mi faccia incazzare.

E Zoe, uccidendo mia madre, mi ha fatto incazzare parecchio.

Kasilius richiama la mia attenzione. <<Mi stai ascoltando?>>

<<Sì.>> rispondo riposizionando il sacco.

<<E cosa dovrai fare domani?>>

Ci rifletto un secondo di troppo. <<Uccidere mia sorella?>>

È la stessa risposta che do ogni volta che non ascolto i suoi discorsi.

Lui sembra deluso. <<Non mi stavi ascoltando.>>

Tiro un pugno cercando di contenere il potere e la forza nel braccio. <<Tecnicamente non è una risposta sbagliata. Dovrò farlo, prima o poi, no?>>

Lui inclina la testa di lato e parla con la sua voce profonda. <<Sì, ma né domani e né nell'immediato futuro.>>

Tiro un pugno così forte che il sacco vola via andandosi a schiantare contro il muro a sei metri da noi. <<Allora quando?!>> urlo, voltandomi verso di lui. <<Quando potrò avere la mia vendetta?!>>

<<Al momento giusto e non prima.>> risponde qualcuno alle nostre spalle.

Un uomo dal viso pallido e spigoloso, con gli occhi rossi, i capelli arricciati sul collo, una lunga tunica nera a coprire le braccia unite in grembo.

<<Demon.>> pronuncio il suo nome come per evocarlo. <<Cosa ti porta qui?>>

Solleva un angolo della bocca. <<Volevo congratularmi per il tuo operato.>>

Noi non andiamo d'accordo. Quando ho incontrato per la prima volta Coraline, lui mi ha sottoposto ad un duro interrogatorio per essere certo che fossi dalla loro parte.

Come se ci fosse un'altra parte da cui stare.

<<Dov'è Coraline?>> chiedo incrociando le braccia al petto.

<<Non qui, evidentemente.>> risponde stizzito. <<Da quel che vedo sei molto lontano dall'essere pronto.>>

Stringo i pugni. <<Sono più che pronto. Appena qualche ora fa ho fatto piangere mia sorella dal terrore della mia sola vista. Quando allora sarò pronto? Cosa dovrò fare ancora?>>

Demon porta le braccia dietro la schiena. <<Magari i tuoi poteri sono pronti. Sei bravo a manovrarli, ma ci vuole ben altro per ciò che dovrai affrontare.>>

Decido di non rispondere perché altrimenti raderei al suolo l'intero quartiere.

<<Però.>> aggiunge Kasilius. <<Hai fatto un ottimo lavoro con il maleficio. Sono sicuro che Zoe non si sia nemmeno accorta della presenza di Demon nella sua dimensione.>>

Semplice gioco di invisibilità, è stata una delle prime cose che ho appreso dai miei poteri. <<Non voglio il contentino. Voglio più risposte.>>

<<Le avrai.>> dice il demone voltandosi. <<A tempo debito.>>

. .. . .. .

Tre mesi prima.

Non appena Killian Hunter rase al suolo la sua casa invocando il nome di sua sorella, i vicini licantropi avvisarono subito un loro amico nel consiglio interdimensionale.

Ma quella voce non arrivò mai alle orecchie del Re dei Vampiri, poiché l'amico della coppia di mutaforma era in realtà un infiltrato fin troppo stretto di Coraline.

La maga allora apprese che quel ragazzo perduto in realtà fosse davvero vivo e che Eloise lo aveva tenuto nascosto per diciotto anni nella dimensione dei mutaforma. Fu Demon il primo ad arrivare sul posto e a trovare il Dark Hunter al centro dei detriti, con una spaventosa bruciatura attorno, segno di un potere immenso racchiuso in un ragazzo che non sapeva come gestirlo.

I vicini di casa curiosi stavano cercando di entrare per salvare il ragazzo svenuto, ma Demon fu abile a cancellare loro la memoria e a farli tornare nelle loro dimore. Erse poi un muro di illusione che mostrava la casa ancora integra, in modo da non destare ulteriori sospetti nei curiosi licantropi.

Quando finalmente si poté concentrare sul Dark Hunter, lo osservò con attenzione: un giovane ragazzo in forma con i capelli di un colore troppo simile a quelli di sua sorella – di cui il bianco sulle punte, segno del suo potere, stava andando pian piano via - e delle lentiggini sul naso. Cavolo, pensò il demone. I due gemelli erano quasi totalmente identici.

Decise di non muoversi da lì e di far venire Coraline da loro, in modo da non far svegliare il ragazzo in un posto sconosciuto. Dovevano stare molto attenti.

Rimase a vegliare su di lui in stato di incoscienza per delle ore interminabili, poi finalmente arrivò Coraline.

La maga si prese qualche momento per osservarlo meglio. <<Curioso.>> commentò. <<È la copia di sua sorella.>>

Demon incrociò le braccia. <<Letale, come sua sorella.>>

<<Ancora di più.>> aggiunse lei. <<Molto, molto di più di Zoe.>>

<<Come ha fatto quella strega a nasconderlo per così tanto tempo?>> chiese il demone.

Coraline increspò gli occhi. <<Non ha importanza.>> disse. <<Ora sveglialo.>>

Demon non se lo fece ripetere due volte: entrò nella testa del ragazzo e lo fece svegliare in un secondo.

Ciò che vide Killian appena sveglio fu la sua casa così come la ricordava, e fu lieto di scoprire che era stato solo un brutto sogno: i mobili non erano distrutti ma stavano al loro posto, la pentola di minestra sul tavolo, e due sconosciuti che lo osservavano con aria curiosa.

Si spaventò, ma non lo diede a vedere. <<Chi siete?>>

Fu Coraline a parlare per prima. <<Siamo amici di Eloise.>> disse cercando di capire come parlargli senza agitarlo o peggio, fargli capire la verità.

Se Killian non fosse stato dalla loro parte, allora sì che Zoe avrebbe avuto una concreta possibilità di vincere.

Il Dark Hunter si alzò in piedi a fatica. <<Mia madre non aveva amici.>>

Non appena pronunciò quel termine, tutto ciò che era avvenuto poche ore prima rivenne alla luce: sua madre era morta. E quella non poteva essere la sua casa perché era sicuro di cosa avesse sprigionato non appena aveva pronunciato il nome di sua sorella. Senza dire ad alta voce i suoi pensieri, si avvicinò ad una delle pareti e si accorse subito che quella superficie sembrava tremolare leggermente.

Quando ci posò la mano sopra, l'illusione cadde in mille pezzi e il vero volto della sua ormai distrutta casa venne alla luce. Un cerchio bruciato era attorno al posto in cui si era svegliato e di pareti e mobili non ce n'era più traccia.

La donna e l'uomo – dall'aspetto malato - non dissero niente, e Killian mise insieme i pezzi.

<<Non mi importa chi siete o cosa volete da me. Voglio solo vendetta. Voglio solo uccidere mia sorella.>>

A Coraline spuntò un sorriso che parlava chiaro: non avevano bisogno di convincere la più pericolosa macchina da guerra mai esistita.

Lui era già dalla loro parte. 

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